Full Moon
"Eichi era dolce...
Tanto dolce.
Ed era pieno di calore."
Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui conobbi Eichi. All'epoca
avevo solo tre anni, ma ancora oggi ricordo ogni singolo momento
passato con te, Eichi. E solo a pensarci mi si stringe il cuore
Era un giorno di Aprile, il mese della fioritura dei ciliegi.
Ero insieme alla maestra Nishiyama, che non smetteva
di suonare il campanello dell'orfanotrofio. Io ero
lì, tutta silenziosa.
'Come sarebbero stati i
miei nuovi compagni? Come sarebbero stati i miei nuovi maestri? Mi
sarei trovata bene?'
Ero un po' agitata. La maestra stava ancora suonando il campanello, non
avevano ancora aperto la porta.
'Non mi vogliono qui?'
Da piccola, agivo prima di pensare. Corsi e, facendomi spazio tra le
siepi, mi presentai a tutte le persone che erano lì, di
fronte a me:
'Sono... Mitsuki Koga!
Piacere! Ciao!'
Gli altri rimasero in silenzio.
Ripensandoci oggi, credo di essere stata troppo avventata. Devo aver
dato una brutta impressione di me. Ma a quei tempi non volevo
assolutamente essere esclusa, non volevo rimanere sola.
La maestra Nishiyama, dopo avermi aiutata a scendere dalla siepe,
chiese perché non ci avevano aperto.
'Ho suonato il
campanello, ma non ho ottenuto risposta...'
'Ah, quella è
la porta sul retro.'
'Ora si spiega tutto.
Meglio così, no, Mitsuki?'
Iniziai a piangere. Finalmente avevo capito perché non mi
avevano aperto. Però la maestra aveva capito male. Lei
credette che io stessi piangendo perché avevo paura di
essere sgridata, mentre invece...
'No, signorina... Non ha capito! Mitsuki non piange perché
teme una sgridata. Va tutto bene. Mitsuki si sente sollevata
perché non è rimasta... Tagliata fuori. Dico
bene?'
Davanti a me comparve un bambino più grande di me.
'Come aveva fatto a capire quello che stavo pensando...?'
Pensai che fosse bellissimo. Avevi gli occhi e i capelli di un biondo
oro, un biondo così splendente da lasciarmi senza fiato. Era
come il sole.
'La maestra mi ha
avvisato... Che saresti arrivata. Non vedevo l'ora! Piacere di
conoscerti, Mitsuki. Io... Mi chiamo Eichi Sakurai.'
'Eichi
Sakurai... Eichi... Eichi.'
Sorrise. Se nella sua schiena di fosse stato un paio
d'ali, avrei creduto che fosse un angelo.
"La sua presenza mi dava
molta sicurezza.
Quando glielo dissi...
Lui arrossì
un pochino...
E mi
ringraziò."
Adoravo il momento che trascorrevo con te, Eichi, mentre tu mi
raccontavi storie.
'Oggi leggeremo la storia
della Sirenetta.'
'Della Peretta? Che
carina!'
'Non mi sono spiegato,
Mitsuki...'
«La Sirenetta». Dopo aver ascoltato questa
fiaba che mi raccontò Eichi... Non potei fare a meno di
immedesimarmi nella protagonista, e piangere.
'Eichi, quella della
Sirenetta è una storia così triste... Mi fa
piangere!'
'Hai ragione. Ma non
credo che per questo la Sirenetta si considerasse infelice.'
'E perché...?'
'Perché, al
suo posto, anche se piangessi disperato... Sarei comunque felice di
vederti sorridere, Mitsuki.'
Mentre Eichi diceva queste parole, sorrideva. Mi mostrò un
sorriso dolcissimo. Io rimasi lì immobile... E smisi di
piangere.
Sai una cosa, Eichi? Non sono mai riuscita a dirtelo, ma avrei voluto
che tu sapessi... Che io amo
il tuo sorriso. E' solo grazie al tuo sorriso se anch'io riesco a
sorridere.
"Eichi era sempre
gentile...
E mi insegnava un sacco
cose.
Però..."
'Voglio guardare le
stelle insieme a te, Eichi...'
'Lo faremo quando potrai
stare alzata più a lungo, ok?'
'Uff... Allora posso dare
un'occhiata a questo libro?'
'No, Mitsuki!'
Ci rimasi male. Eichi, che era sempre così dolce con me, per
la prima volta... Si arrabbiò. E io, come al solito, mi misi
a piangere. Non riuscivo a capire il perché.
'Perché non
mi lasciava guardare quel libro? Perché?'
La mia curiosità era così grande che un giorno...
Mi venne la febbre. Quando guarii, Eichi mi invitò a
guardare le stelle assieme a lui.
Era una notte di luna piena, e il tempo era fresco. In quel cielo
immenso, ad illuminarlo erano solo i bagliori di tante piccole stelle e
la luce della luna. Quella notte pensai che avrei tanto voluto essere
come quella luna; volevo essere anch'io una luna che riesce a brillare,
a splendere persino nell'oscurità più scura.
Eichi, a poco a poco, mi raccontò la sua storia. Mi
raccontò di come morirono i suoi genitori, di come
morì suo nonno e di come si sentì triste quel
giorno, ma soprattutto... Di quanto avrebbe voluto odiare la luna piena.
Io mi sentii in colpa. In colpa per aver voluto guardare il suo
libro... In colpa perché probabilmente stare con me gli
faceva ricordare il passato... Mi sentii in colpa per tutto.
'Toglierò la
parola «Tsuki» dal mio nome!'
'E allora che nome vuoi?'
'Mi.'
'Ahahah! No. Non importa.
Davvero.'
'Non importa? Allora non
la odi più?'
'Esatto. A dire il vero,
sono grato alla luna.'
'Perché?'
'Be'... Secondo te?'
Eichi mi lasciò perplessa, ma allo stesso tempo ero felice.
In parte, speravo che fosse grazie a me se Eichi non odiava la luna.
Ancora oggi mi chiedo il motivo per cui sei grato alla luna. Davvero
è stato grazie a me?
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"Al suo posto, anche se piangessi disperato...
Sarei comunque felice di vederti
sorridere, Mitsuki."
Quel giorno, quando dopo 3 anni
tornò Takuto, dissi che mi era sembrato che anche il cielo
mi avesse sorriso... Ma quel cielo... Eri tu, vero, Eichi?
Eichi, io ti penso
sempre... E so che anche tu mi sei sempre accanto.
Mio adorato Eichi...
Canto anche oggi, come al solito, pensando a te. Canzoni d'amore...
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