Love in sala doppiaggio
Doppiatori:
Kaoru: Yoshinori Fujita; 20 anni
Hikaru: Kenichi Suzumura; 18 anni
Kyoya: Matsukaze Masaya; 21 anni
Mori: Kirii Daisuke; 25 anni
Honey: Saitou Ayaka; 20 anni
Haruhi: Sakamoto Maaya; 18 anni
Tamaki: Miyano Mamoru; 18 anni
E con..
Bisco Hatori e il Boss ^-^
Introduzione:
I corridoi erano pieni di gente e un tremendo via vai fece venire un leggero
mal di testa all’uomo che percorreva imperterrito quella confusione
indicibile.
Era vestito con giacca e cravatta. Capelli castano chiari e corti si
muovevano ad ogni suo passo, e gli occhi verdi erano semichiusi. Corporatura non
troppo robusta.
Il mal di testa si faceva sentire di più.
Arrivò fino ad una porta con su scritto: "ufficio del direttore", l’aprì e la
richiuse alle sue spalle.
«Ben arrivato signor Yoshinori… si accomodi pure.» lo accolse un uomo sui
trent’anni con capelli neri, corti e gli occhiali da vista. Vestiva giacca e
cravatta pure lui, naturalmente.
Yoshinori si sedette su una delle poltrone davanti alla grande scrivania in
mogano.
«Mi dica pure..» cominciò Yoshinori chiedendosi come mai lo aveva chiamato e
ricevuto in studio. Loro si conoscevano solo di vista, e nemmeno così a
fondo.
Il direttore gli sorrise, facendogli percorrere un brivido gelido lungo la
schiena.
«Ora le spiego.. Noi, abbiamo in doppiaggio diversi film, serie televisive ed
anime…» tossicchiò un poco: «So che tu non lo hai mai fatto e sei inesperto,
ma..»
Chissà perché, Yoshinori arrossì al solo sentire quella frase: «M-ma.. dove
vuole arrivare?» si mosse nervoso sulla poltroncina nera di pelle. Odiava la
pelle nera..
«Signor Yoshinori Fujita… so bene che a 20 anni, lei avrà ben altro da fare
dopo il lavoro di avvocato.. ma, vorrei proprorle di fare un provino»
«Come scusi?» chiese Fujita un poco interdetto.
«Vede.. è per la realizzazione di un anime che avrà molto successo.»
tossicchiò l’uomo: «la signorina Bisco Hatori, come si fa chiamare, ha venduto
un’incredibile quantità di copie del suo manga "Host Club", non solo qui, ma
anche in altri stati! Diventerebbe molto famoso, sa? Le sto offrendo, non un
lavoro di piacere, chiedo a lei, perché la sua voce è stata scelta dalla
signorina Hatori, fra mille.» lo guardò molto interessato, tenendo le braccia
sui braccioli della sua poltroncina girevole.
Fujita non poté credere alle proprie orecchie. Sul serio gli avevano proposto
una cosa simile?!?
A lui che, fin dai tempi delle scuole elementari lo prendevano in giro per il
suo strano accento e poi, più avanti, per la tonalità un poco femminile.
La cosa non lo taccava affatto, ma… quel lavoro forse avrebbe zittito tutti i
suoi colleghi. Forse non si sarebbe fermato alla doppiatura dell’anime, ma anche
ai film e così via!
«Accetto!» disse alla fine deciso e determinato ad andare fino in fondo.
«C-come?» il direttore rimase un poco stupito per il consenso avuto così
facilmente: «Dici davvero?»
«Sì!» la voce sicura e lo sguardo infiammato.
«Non vuoi neanche leggere il copione prima? Sei sicuro che..» mormorò ancora
l’uomo di fronte a lui.
«Sono sicuro!» continuò imperterrito.
«… D’accordo allora. Sei assunto per il provino!»
Cap 1:
"Uffa.. che ci fa qui un uomo?"
Era la frase che provavano a doppiare in tanti aspiranti Kaoru, insieme a
tante altre battute.
"Povero me.." pensò Fujita, "Che parte ridicola, essere uno della coppia di
gemelli sullo stile yaoi, ed essere proprio quello uke.." sospirò scontento, "Ma
perché non ho riflettuto prima?" oramai non poteva tirarsi in dietro.
«Un altro..» disse il capo una volta che il quinto ragazzo di seguito ebbe
finito il provino ed entrò il sesto.
Notai la signorina che era seduta di fianco a lui su delle poltroncine
posizionate proprio davanti alla saletta con un vetro per poter vedere i
doppiatori alle spalle. Potevano però sentire e vedere il filmato da
doppiare.
La signorina aveva capelli non molto lunghi castani ed i suoi occhi grandi
del medesimo colore lo guardavano con molto interesse.
Fujita arrossì lievemente e guardò da un’altra parte, ma sentiva ancora il
suo sguardo addosso.
Però, oltre allo sguardo della mangana, ne sentì su di se un altro più
profondo. Si guardò attorno, vide infine che era entrato un ragazzo sui 18 anni
che si era ‘stravaccato’ sulla poltroncina vicino alla signorina Bisco che
ridacchiò dicendogli chissà cosa all’orecchio.
«Forza, Yoshinori! Tocca a te ora.» lo informò il direttore indicandogli di
entrare in cabina di registrazione, dalla quale era uscito un ragazzino
sconsolato.
Davanti a se, uno schermo gigante mandava le scene e sotto c’erano i secondi
a cui bisognava far attenzione per la giusta doppiatura.
Fujita, con il copione in mano e davanti al grande microfono, si sentì un
completo idiota. Arrossì alle sue prime battute e poi si buttò a capofitto su
quel ‘lavoro’.
Intanto, fuori dalla salaregistrazione..
«Ha la voce adattissima! Appena l’ho sentito parlare, quando era con te.. »
si voltò verso il direttore che era comodamente seduto accanto a lei sulla
destra: «.. ho subito immaginato di avere davanti a me Kaoru Hitachiin!» disse
entusiasta Hatori osservando il ragazzo in cabina che continuava a doppiare e
ascoltandolo parlare.
«E lui ha subito accettato, ma credo sarebbe stato meglio se avesse letto il
copione prima..» bofonchiò il direttore detto anche il Boss dalla Bisco.
«Ma..» cominciò il ragazzo dai corti capelli castano chiari, mossi. Il fisico
robusto, ma leggero e gracile comunque, l’aspetto furbo e di chi la sa lunga:
«.. che ci trovate?» lo sguardo strafottente.
Hatori si voltò e sorrise: «Comè vero che tu assomigli invece a Hikaru! Se si
facesse un film, oltre alla tua voce, mi doneresti anche il tuo corpo?» chiese
guardandolo ironica.
«Per te, questo e altro, carissima.» rispose con lo stesso sguardo il
ragazzo.
«Eh-hem… scusate, ma.. che ne facciamo della parte di Kaoru?» chiese il
direttore irrequieto.
Il ragazzo si alzò e si diresse sbuffando verso la saletta di
registrazione.
«Aspetta Ken-chan, sta registrando..» lo richiamò Bisco.
«Appunto. Lo sta facendo da cani..» disse voltandosi il giovane.
Intanto, nella saletta..
"Chissà come starò andando? Mi sembra di andare a tempo.. Però, non capisco
che tono usare.." pensò Fujita continuando a doppiare imperterrito il suo
personaggio.
Ad un tratto sentì la porta alle sue spalle aprirsi, si voltò appena e vide
il ragazzino di prima. Lo guardò rimanendo muto.
Aveva dei bei capelli corti di un castano chiaro e dolce, due grandi occhi di
un marrone nocciola ed un fisico longilineo ma abbastanza robusto per uno della
sua presunta età.
Aveva uno sguardo ironico sul volto che fece un poco arrossire Fujita. Di
irritazione.
«Posso dirti, in tutta sincerità, che.. fai pena.» gli disse il ragazzo.
«Eh?!» rispose incredulo Fujita abbandonando le braccia lungo i fianchi e con
lo sguardo incredulo.
"Non un onorifico.. l’uso del ‘lei’ inesistente.. una frase altamente
sfacciata ad un suo sempai.."
«Piccolo..» bofonchiò il più grande irritato.
«Bhé, avanti, fa vedere quel copione..» e glielo rubò dalla mano destra con
prepotenza.
Dopo aver letto velocemente una pagina, fece segno al Direttore di
ricominciare e di accendere anche il suo microfono.
«Bevi un po’ d’acqua, respira a fondo e.. sii il personaggio.» gli disse il
ragazzo più giovane con un ghigno ridacchiando.
«Ma.. Tu, chi sei?» chiese Fuji mentre, sullo schermo, iniziava il primo
episodio. Anche Fujita, abbandonò onorifici e varie altre cose.
«Sono Kenichi Suzuma.. ma ora, sono Hikaru Hitachiin, ricordalo!» disse
infine accendendo anche lui dal bottone il suo microfono. Fuji lo imitò. Il
copione tenuto in modo che potessero vederlo entrambi.
"Benvenute!"
Dissero insieme, ma il coordinamento non era dei migliori.
Nella scena, Haruhi aveva fatto il suo ingresso nell’Host Club e
l’accoglievano come una cliente.
"Che? Un ragazzo?"
Male, ancora nessun sincronismo azzeccato.
"Sì, ma.. questo tizio non parla mai con nessuno, non sappiamo
nulla di lui."
Fiasco. Nemmeno questa volta era andata bene.
Kenichi sbuffò, spense il microfono e si voltò verso di lui.
«Incapace.. guarda almeno il tempo! Sotto alla scena c’è apposta il passare
dei secondi e millisecondi.» sbuffò mettendo le mani in tasca. Portava dei
pantaloni neri ed una maglietta.
Volendogli rispondere per le rime, Fujita fece per spegnere il microfono, ma
Kenichi gli diede una sberla sulla mano.
«No. Ora.. fai la prossima battuta.» lo sguardo irritato, come quello di
Fujita, che ripose lo sguardo sul copione, prese mentalmente nota della battuta
da dire e si apprestò ad aspettare il suo turno.
Nella scena, Haruhi aveva appena rotto il vaso e Hikaru faceva la sua
battuta, poi arrivava lui.
"Proprio un peccato, credo che valesse oltre 8 milioni di
yen."
Vide in tralice lo sguardo scettico e derisorio di Kenichi e tentò di
impegnarsi per la scena dopo. Avrebbero dovuto farla insieme, era una scena in
cui i gemelli parlavano all’unisono, ma arrossì per il nervoso e si apprestò a
dire la battuta.
"Ne sei in grado? Non puoi nemmeno permetterti una uniforme
regolare."
Fu fermato dalla mano di Kenichi che spense il microfono. Gli occhi
chiusi.
Si allontanò, aprì la porta di fronte alla quale vi erano il direttore e la
signorina Bisco.
Lui si rivolse alla Hatori.
«Le dirò che sono scettico… ma… devo ammettere che sarebbe davvero perfetto
come doppiatore, se solo lo sapesse fare…» ridacchiò guardandolo in tralice
facendolo irritare.
«Che vorresti dire?» chiese innervosito Fujita a Kenichi.
Il più piccolo lo guardò: «Che manchi di tecnica.»
La signorina Hatori intervenne ridendo: «Bhè, per quello ci penserai tu,
Ken-chan.» e sorrise ai due.
«Cosa?» chiesero i due in coro.
Il direttore riprese: «Vedete.. la signorina Hatori desidera che voi due
andiate ad abitare da lei, per un breve periodo di tempo, insieme agli altri
principali doppiatori dei personaggi dell’anime. Solo i principali.» come poteva
sorridere dicendo parole shockanti come quelle?
Fujita uscì dalla doccia con solo un asciugamano legato alla vita e uno in
testa. Si stava asciugando i capelli mentre percorreva il corridoio fino alla
sua stanza.
Un fischio di apprezzamento raggiunse le sue orecchie e si ricordò che doveva
dividere la casa con altre sette persone, infatti, davanti a lui c’erano Miyano
Mamoru e l’odioso Kenichi Suzumura, infatti, il fischio era partito da lui.
Fujita fece per voltarsi ed andarsene, quando..
«Stavamo giusto parlando di te, Fuji.» ridacchiò Kenichi guardandolo in
tralice, come sempre, con ironia: «Vero, Mamoru-san?»
"Ah sì?! A lui un onorifico sì, a me addirittura ha tagliato il nome!"
«Ah.. Fuji-san!» lo chiamò Mamoru, un ragazzo di bell’aspetto e alto. I
capelli originariamente erano castano chiari, ma, visto il suo ruolo di Tamaki
Suou nell’anime, sarà stato pervaso dalla signorina Bisco a tingersi un poco i
capelli rendendoli più chiari, sul biondo: «Ho sentito che fai l’avvocato, è
vero?». Si sbagliava oppure i suoi occhi brillavano davvero? Si chiese
Fujita.
«Ehm.. ho iniziato da poco, ma.. sì» rimase in piedi ad asciugarsi i
capelli.
Poi notò una cosa insolita.. Possibile che lo sguardo di Kenichi si fosse
fermato per un poco sul suo petto?
Mhà, meglio non pensarci.
«Wow! Hai risolto qualche caso? Racconta!» chiese Mamoru euforico.
«No, mi occupo solo delle scartoffie. Le faccende da tribunale non posso
ancora risolverle.» disse in tono normale, per nulla dispiaciuto della cosa.
«Ah, capisco..» inizia a commentare Kenichi: «..troppo incapace per
tutto..»
"Grandissimo.. Tsk! Maledetto."
«Ah-ha! Stai pensando: ‘Maledetto!’» ridacchiò ancora Kenichi.
Fujita aprì la porta e si diresse fuori dicendo: «No, ho pensato anche:
‘Moccioso!’» e chiuse la porta.
«Mam-chan! Vieni un secondo?!» chiamò nel corridoio una voce femminile.
Era Ayaka, la doppiatrice di Honey, una voce squillante senza dubbio e, per
non sentirla gridare nel vederlo mezzo nudo, rientrò nella stanza che aveva
appena lasciato appoggiandosi alla porta chiusa.
Guardò Mamoru e fece segno con il pollice contro la porta vicino alla propria
testa: «Ehm, Aya-chan, ti cerca..» bofonchiò per poi spostarsi e far passare un
ridente Mamoru.
Ora erano loro due soli. Fujita e Kenichi..
Kenichi era seduto a gambe incrociate a mangiare un biscotto alle mele su dei
cuscini per terra, mentre Fujita era in piedi con quel cavolo di asciugamano
intorno alla vita e nulla più che l’altro asciugamano attorno al collo.
Nella stanza c’era solo lo sgranocchiare di Kenichi che mangiava
biscotti.
«Ehm… dovrei vest..» fu interrotto dalla frase che disse poi il più piccolo
leccandosi le dita.
«Piantala di considerarmi un moccioso. Te lo dico, perché così non mi vedrai
mai come colui che ti dovrà insegnare il mestiere di doppiatore.» si alzò e gli
andò vicino.
Fujita era alto qualche centimetro di più, ma era basso di natura. Alla sua
stessa età, Kenichi, sarebbe stato più alto di almeno cinque centimetri. Se lo
immaginava già, chissà perché..
«Te lo dico subito.. mi irriti terribilmente.» sussurrò Kenichi poco distante
dal suo volto. Lo guardava con sfida e scetticismo, ma il suo tono era
tremendamente seducente in quel momento. Una sua impressione,o.. ?
Il più piccolo prese l’asciugamano che l’altro aveva attorno al collo ed aprì
la porta.
«Bhè, vado a farmi una doccia..» e si richiuse la porta dietro di se
lasciando un Fujita interdetto.
«Dunque..» la signorina Hatori aveva convocato tutti nella sala grande. In
realtà quella casa se l’era presa da poco e confessava che era facile perdersi
perché successe pure a lei. Ora, davanti a se tutti i doppiatori erano seduti,
chi sul grande divano, sulle poltrone, sui cuscini a terra o appoggiato al muro
come Maaya. Una ragazza molto chiusa e timida che non parlava quasi mai con
nessuno se non con Bisco.
«Allora.. sappiate che vi ho chiesto di stare tutti qui, perché.. in questo
periodo dovrete cercare di conoscervi meglio.. e, se possibile, iniziare delle
amicizie.» sorrise ampiamente la signorina Bisco.
«Ehi, ehi..» richiamò l’attenzione Kenichi: «bhé, noi tenteremo di fare il
meglio per questo anime, ma non aspettarti.. che ne so.. che ci comporteremo
come i rispettivi personaggi.» disse seduto su un cuscino per terra proprio
davanti alle gambe di Fujita che era comodamente situato sul divano alle spalle
dell’altro.
Bisco li tranquillizzò: «Ovviamente.. non pretendo che.. Masa-kun diventi un
freddo calcolatore.. o che Daisu-kun diventi abile nel kendo, e nemmeno che tu
inizi a provare qualcosa per Fujita, questo non lo pretendo, ma vorrei che vi
comportiate come se sentiste davvero i sentimenti dei personaggi. Questo è il
mio primo anime ed esigo che sia fatto al meglio!» disse con parole serie e
solenni la signorina Hatori ignorando il turbamento di Fujita in seguito alle
sue parole.
"C-come??" urlò dentro di se incredulo.
Vide in quel momento Kenichi voltarsi un poco verso di lui e sogghignare
divertito vedendolo un poco agitato.
"Piccolo.. moccioso!"
«Buona notte a tutti!» augurò la signorina Hatori dirigendosi nelle sue
stanze con Ayaka e Maaya. Masaya la imitò andando con Daisuke mezzo addormentato
verso la loro camera.
Ken, Fuji e Mam si diressero invece verso la loro camera. Una volta arrivati,
Mamoru se ne andò direttamente a letto. Ken e Mam avevano deciso di avere il
letto a castello.
"Almeno una cosa buona" pensò Fuji togliendosi la maglietta ed i
pantaloni.
Vide Ken voltare subito lo sguardo, avrebbe potuto giurare che fosse
arrossito, prima di rifugiarsi nel bagno della stanza.
"Oh mio Dio, speriamo non sia ciò che penso…" si augurò infilandosi sotto le
coperte colorate d’arancio e bianco. Spense la luce della sua bajoure. Rimase
accesa solo quella di Kenichi.
Proprio mentre pensava al sospetto sulle ‘tendenze’ del ragazzo gli arrivò
anche l’idea che forse la cosa non gli dispiaceva poi così tanto.. Scrollò
fortemente il capo come a cancellare quei discorsi assurdi dalla sua testa.
Il più piccolo uscì dopo una decina di minuti, illuminato solo dalla luce
fioca della sua bajoure. Fuji era incuriosito dalle movenze del ragazzo ed
approfittò del fatto che l’altro non potesse accorgersi del suo sguardo per
osservarlo con interesse e cercando di studiarlo un poco. Kenichi si levò la
maglia e si mise subito una canotta bianca già preparata sul letto. Si tolse poi
anche i pantaloni e se ne infilò un paio nero e largo che gli arrivavano fino
alle ginocchia. Si mise sotto le coperte come un piccolo bambino, salendo prima
sul letto e poi scostando le coperte sotto di se per infilarsi sotto.
La luce si spense, come il loro sguardo.
Come sempre, Fujita si svegliò alle 2 di notte circa. Andò quindi nel bagno
del corridoio per non svegliare gli altri e pensò bene di andare in cucina a
bere un po’ di latte per sopportare un poco i morsi della fame.
Dirigendosi verso la cucina, non aveva acceso nemmeno la luce, da fuori ne
arrivava abbastanza dalla luna piena. Perché far spendere ulteriori soldi?
Bevette un gran sorso di latte versato in un bicchiere. Se fosse stato a casa
sua lo avrebbe bevuto direttamente dal cartone, tanto non veniva a trovarlo mai
nessuno nel suo appartamento..
Dopo aver bevuto, ritornò indietro.
Nel corridoio buio, però, vide una sagoma non meglio identificata, che lo
stava raggiungendo con calma. Non temendo la presenza di ladri per le varie
misure di sicurezza che la signorina Hatori aveva fatto vedere loro, non si
allarmò affatto.
Proseguì imperterrito.
"Sarà un altro che ha fame o sete.." pensò lui tranquillamente.
Un attimo dopo, si ritrovò tenuto a forza per i polsi e con la schiena contro
il muro.
«Ma che diavolo.. !?» bofonchiò Fujita non capendo che diavolo stava
succedendo, ma poi si ritrovò delle calde labbra sul suo orecchio sinistro che
lo mordevano e lo fecero stupire non poco.
La bocca si spostò sul suo collo, mordendo e succhiando senza sosta.
Fuji era arrossito per l’imbarazzo della situazione.
Insomma.. era lì, in mutande (dei boxer a pallini viola su uno sfondo blu, a
parer suo, una autentica schifezza costata poco..), i balia di chissà chi.
Ma qualcosa la capì, quando, contro il suo bacino sentì di colpo, con uno
scatto dalla parte dell’altra persona, un altro bacino simile al suo, solo più
eccitato.. molto di più.
«Ehi, finiscila ora!» disse Fujita liberandosi i polsi e portando le mani
sulle spalle del suo "aggressore". Lo vide bene ora, grazie ad un raggio di luna
sul viso dell’altro.
«K-Kenichi??» il suo tono non poteva essere più stupito ed incredulo. Trovò
l’interruttore della luce lì vicino e l’accese. Il suo sospetto era fondato. Si
trattava proprio di lui, ma..
«C-cosa..?»
Ken aveva gli occhi chiusi, la bocca socchiusa ed il respiro regolare.
Sembrava proprio che stesse dormendo in piedi.
"Te pareva.. questa è esattamente una ragione per la quale non mi piace stare
in una casa affollata.." si disse spingendo il piccolo Kenichi dormiente verso
la loro stanza.
L’avrebbe anche legato al letto, se necessario! Sorrise tra se e se per la
situazione imbarazzante creatasi poco prima, ma, osservando il viso dolce e
tranquillo dell’altro, non poté arrabbiarsi con lui per non averlo avvertito
prima di questo suo problema. Aveva un’espressione talmente beata..
Lo tenne per le spalle facendolo camminare verso il letto.
«Ehi! Ma cosa..!?!» appena, la mattina dopo, Kenichi si fu svegliato, si
ritrovò mani e piedi legati al letto negli angoli del materasso. Qualcuno lo
aveva legato con dei gran nastri bianchi alle colonne in legno che sostenevano
il letto di sopra a quello di sotto.
«Qualcuno vuol spiegarmi che succede?» urlò, dato che nessuno era nella
stanza, almeno per quel che lui riusciva a vedere.
La porta si aprì quasi subito ed entrò Fujita nella stanza con una tazza di
caffèlatte bollente in mano.
«.. Hm.. buongiorno..» mugugnò qualcuno dall’alto. Mamoru fece capolino dal
letto di sopra, tutto scompigliato ed assonnato: «Kenichi? Che ci fai legato al
letto?» chiese rimanendo in quello stato imbambolato.
«Vorrei saperlo anche io!» borbottò mentre continuava a strattonare i nastri
che lo legavano al letto.
«Ti ho legato io..» precisò Fujita bevendo una sorsata della sua bevanda,
assaporandone il calore.
«Oh.. io non ho sentito nulla..» mugugnò Mamoru scendendo per la scaletta del
letto a castello. I suoi pensieri, come al solito, venivano esternate dalla
parola prima di essere ben elaborati al cervello..
Kenichi arrossì visibilmente: «Stupido! Non pensare a una cosa simile!»
strattonò di nuovo i nastri bianchi senza ottenere alcun risultato.
Fujita, un poco arrossito, continuò a bere il caffélatte: «L’unico motivo per
il quale ora ti trovi legato al letto, è che ti sei dimenticato di dirci che sei
sonnambulo.».
«Come, come? Sul serio, Ken-chan?» chiese Mamoru interessato. Si stava
svegliando pian piano..
«Ehm.. a dire il vero, non mi è mai capitato nella di simile..» bofonchiò
Kenichi voltando il capo di lato: «Comunque sia, avete intenzione di liberarmi o
no??».
«Mam-chan! Ehi, sei qui?» chiese qualcuno da dietro Fujita.
«Si-signorina Hatori?!» bofonchiò Kenichi arrossendo, vedendola entrare dalle
spalle di Fuji.
"Porc..! E mhò questa chissà cosa va a pensare!" pensò Kenichi arrossendo di
rabbia.
«Oh..» un ampio sorriso si dipinse sul volto della mangaka: «.. avete già
fatto amicizia!».
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