L'Incubo di Jasper

di telesette
(/viewuser.php?uid=101298)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Sogni...

Jasper ne aveva quasi paura, in un certo senso, o più semplicemente temeva il fatto di non poterli gestire né controllare. I sogni appartenevano ad una sfera del tutto autonoma, immagini e proiezioni della sua mente, eppure erano in grado di scuoterlo se non addirittura terrorizzarlo. Ultimamente i suoi sogni erano tutt'altro che lieti, si trattava di incubi piuttosto, e la cosa più angosciosa era che sembravano tutti così dannatamente reali.
Brividi di agitazione, un mormorìo sommesso sulle labbra, e sovente Jasper si svegliava nel cuore della notte in preda al panico. A volte gli occorrevano alcuni istanti, per comprendere che era tutto frutto della sua mente, e anche così gli era comunque difficile sforzarsi di riprendere sonno.
La testa poggiata contro il suo petto, Alice dormiva invece assai beatamente. Il lieve sorriso sulle labbra della vampira lasciava intendere che il suo sonno fosse più che tranquillo.
Chissà cosa stava sognando?
Jasper ricordava quanto gli aveva detto una volta sul turbamento che le provocavano certe visioni, anche se il più delle volte neppure lei era in grado di spiegarlo correttamente, ed era più o meno così che si sentiva lui adesso.
Sogni, incubi, immagini, ricordi, premonizioni... Sulle prime non ci aveva dato molto peso, ritenendo l'intera faccenda come una cosa senza importanza, ma ormai era più di una settimana che non riusciva a dormire.

- C'è qualcosa che non va? - fece Alice sottovoce, riscuotendolo improvvisamente dai suoi pensieri.

La vampira lo stava guardando preoccupata, attraverso i suoi occhi dorati, tuttavia Jasper cercò di rassicurarla. Non era tipo da mettere a parte qualcuno dei suoi problemi, troppo orgoglioso per farlo, e tutto sommato non riteneva neanche giusto turbarla per degli stupidi incubi.

- No, niente - rispose lui. - Dev'essere il sangue di maiale, la sera è piuttosto pesante!

Alice parve convinta, anche se non del tutto, e si limitò ad abbracciarlo e ad adagiare nuovamente la testa su di lui come se fosse un cuscino. Jasper le accarezzò appena i capelli, baciandola sulla fronte, e la strinse a sé dolcemente cingendola col braccio. Da quando il suo destino si era unito con quello di lei, Jasper sentiva di aver trovato in Alice la stessa cosa che Peter aveva provato a spiegargli, parlandogli della sua vita con Charlotte. Non era semplice attrazione fisica, né tantomeno l'istinto, bensì molto di più: Jasper sentiva di avere accanto a sé tutto ciò che aveva sempre cercato o di cui poteva aver bisogno; solo Alice aveva il potere di farlo sentire veramente a suo agio, lei e nessun altro; amava stare con lei, amava tutto di lei: la sua dolcezza, la sua allegria, la sua voce, il suo sguardo, il suo sorriso... Era come avere accanto un tesoro, il più prezioso tesoro che si potesse immaginare.

- Vado un attimo in cucina - disse lui, alzandosi dal letto. - Non preoccuparti, torno subito!

Alice mormorò qualcosa in risposta ma, con un'espressione più che soddisfatta, annuì e si rimise a dormire come se niente fosse. Jasper scese in silenzio le scale e si diresse verso la stanza, deserta a quell'ora. Dalla finestra un raggio di luna filtrava attraverso i vetri, illuminando appena i mobili e l'ambiente con un leggero chiarore. Jasper si fermò per un attimo a guardare fuori, la mente persa dietro chissà quale pensiero, e dal suo sguardo si capiva chiaramente che era turbato.

- Era così anche nel sogno - mormorò tra sé, lo sguardo fisso verso il bianco disco luminoso. - E se non fosse solo un'illusione... Oh, al diavolo!

Così dicendo, si allontanò dalla finestra e cominciò a frugare nel frigorifero in cerca di un qualche spuntino. Tuttavia un lieve movimento alle sue spalle, assieme ad una forte sensazione di pericolo, lo fece voltare di scatto con tutti i sensi all'erta. Gli occhi del vampiro scrutarono attentamente nel buio, distinguendo perfettamente ogni cosa anche se immersa nell'oscurità, ciononostante non vide nulla di sospetto.

- Strano - esclamò. - Eppure avrei giurato che...

Non aveva ancora finito la frase che, gelida come la morte, una piccola mano sottile gli si posò sulla spalla da dietro.
Jasper reagì d'istinto, afferrando la mano e ruotando rapido su sé stesso, per fronteggiare il suicìda che aveva osato intrufolarsi in casa dei Cullen senza permesso. Tuttavia, non appena riconobbe chiaramente chi aveva davanti, la sua forza sembrò venirgli a mancare di colpo.

- Tu... qui ?!? - esclamò lui incredulo.

Una nera sagoma minuta, attraverso la sottile penombra che aleggiava intorno, fece un leggero passo in avanti e Jasper si ritrovò faccia a faccia col volto pallido e sorridente dell'ultima persona che desiderava rivedere.

- E' da molto che non ci vediamo, mio caro!

 

( continua col prossimo capitolo )...





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1061733