Hermione si guardò intorno,
furtiva, sedendosi sulla poltroncina vicino al caminetto.
Si strinse la vestaglietta cremisi
al petto, maledicendo ancora una volta Lavanda per averle nascosto tutti i suoi
amati pigiami.
La odiava.
E molto anche.
E poi dovrei essere io a nasconderle tutti quei babydoll rosa!
Continuava a pensare Hermione, sbuffando nel coprirsi le
gambe nude.
Di certo lei aveva motivi migliori per farle un dispetto.
Sospirò prendendo dalla tasca della vestaglia una
barretta sigillata di cioccolato.
La scartò velocemente, addentando un piccolo
pezzettino di dolce, affondando ancora più profondamente nella
poltroncina della sala comune Grifondoro.
Gustò lentamente l’alimento, mentre si
scioglieva languido nella sua bocca, sprigionando aromi che lei adorava da quando era bambina.
Cioccolata alla menta.
Da sempre la sua più grande
debolezza.
Ne avrebbe mangiato a tonnellate,
non preoccupandosi di sentirsi male né tanto meno del fatto che due
volte su tre le sue scorpacciate si evolvevano inevitabilmente in clamorose
indigestioni.
Mangiava, Hermione, e la sua cioccolata alla menta talvolta
si era rivelata una vera e propria salvezza.
Mangiava e dimenticava, mangiava e
si tranquillizzava, mangiava e si distraeva. Mangiava, e anche se si sentiva
male, in ogni caso era troppo occupata a dare di stomaco per pensare al reale
motivo per cui ingeriva quantità così
allarmanti di cioccolata alla menta.
La cioccolata le aveva salvato la
vita più di una volta.
E Hermione sperò che il suo metodo funzionasse anche
in quella occasione.
Ron quella sera scese dal dormitorio ovviamente nel momento
meno indicato per farlo.
Non che fosse una novità - Ron era famoso per il suo tempismo
- ma quello, era decisamente il momento più sbagliato in assoluto.
Mai disturbare un’Hermione che mangia cioccolata alla
menta.
Mai.
“Perché mangi a
quest’ora?!” mormorò lui, sorprendendo Hermione
mangiare avidamente il suo dolce.
Il pezzetto di cioccolata che stava ingoiando si
posizionò con precisione chirurgica nella gola di lei, che divenne di un
viola intenso nel giro di qualche secondo.
Ecco perché non bisognava mai disturbare un’Hermione che mangia cioccolata alla menta.
Finiva inevitabilmente…male.
“Merlino!”
urlò Ron, portandosi le mani ai capelli, guardandola, pallido.
“hai…halhoha!”
squittì Hermione, non riuscendo a respirare.
Ron la guardava interrogativo.
“Ok!” disse,
nonostante non avesse minimamente capito cosa Hermione avesse detto.
“Vado a chiamare Madama Chips!” propose,
sicuro che qualunque cosa lei avesse detto, chiamare l’infermiera era
sicuramente una cosa intelligente da dire.
Hermione scosse la testa,
disperata e sempre più viola.
Ron ebbe la netta sensazione che nonostante tutto era
riuscito a dire una cosa idiota.
Si guardò intorno in cerca di un’illuminazione
divina che ovviamente non arrivò.
Vide Hermione darsi pugni allo
stomaco e guardarlo scoraggiata.
“Oh no! Non picchiarti
Hermione, non è colpa tua! Sono stato io!”
Lei lo guardò male, toccandosi il petto e la gola.
Ron la vide alzare gli occhi al cielo
esasperata, e buttare la testa verso il pavimento.
Un rumore strano giunse alle sue orecchie, poi più
nulla.
“Herm?” mormorò
allarmato, facendo qualche passo avanti.
La testa di Hermione riemerse, tornata di un colorito quasi
normale.
“Stai bene?”
Lei annuì, tirandosi su.
“Ma non
avvicinarti!” disse lei subito dopo, guardandolo, tutta rossa.
“Perché?”
“Ho…”
arrossì violentemente. “Ho sputacchiato!”
Lui sembrò non capire.
“E perché non
dovrei avvicinarmi?”
“Perché non voglio
che tu lo veda!”
Lui sorrise.
“Andiamo, Hermione!”disse, gettandosi sulla
poltrona accanto a lei.
Lei lo guardò, ancora più rossa.
“Tutto questo è
molto imbarazzante”
Ron sospirò, porgendole un fazzolettino di carta.
“Non è così
grave…”
Lei cominciò a ripulire, decisamente schifata.
“Ciò non toglie che
fa schifo”
“Hai solo
sputacchiato…non è mica la fine del mondo!”
Hermione gli sorrise, apprezzando
le buone intenzioni.
“Sì, ma che
schifo!”
Ma a Hermione Granger solo tante
buone intenzioni non bastavano per cambiare idea.
Ron sbuffò.
“Meglio sputacchiare che
soffocare, ti pare?!”
“Sì
ma…ma…ho sputacchiato di fronte a te!”
“Quindi?”
Ron sembrava realmente non aver capito.
Hermione sospirò a tanta idiozia.
“È…è imbarazzante”
“L’hai già
detto questo!”
“Ma tu non capisci!
È…molto imbarazzante…imbarazzantissimo!”
Ron fece un’alzata di spalle, accomodandosi meglio
nella poltrona.
“Guarda il lato positivo…meglio aver
sputacchiato di fronte al tuo migliore amico che di fronte a…che
so…Malfoy!”
“No!”
Hermione si morse la lingua subito dopo averlo detto.
Ron si girò
repentinamente verso di lei, basito.
“Come no!?” il suo tono
di voce si avvicinava pericolosamente all’isterico.
Hermione boccheggiò.
“Non no nel senso
di…no!” rise, nervosa.
“No…nel senso di…”
Il sopracciglio di Ron s’inarcò, in attesa.
“Di…di…non dire così, certo che sì!...era…era
un’abbreviazione…”
“Ah…Sei…sei sicura di non voler andare da
Madama Chips?” chiese Ron, un po’ allarmato.
Hermione annuì, arrossendo violentemente.
Rimasero in silenzio per un po’, entrambi persi nel
ricordo delle rispettive figuracce di quella sera.
Nel giro di qualche minuto la voglia andare a nascondersi in
un posto molto difficile da scovare era quasi palpabile.
“Hai…hai sonno?” chiese Hermione ad un
certo punto, spezzando il silenzio.
Ron scosse la testa, guardandola.
“Fame?” mormorò cacciando dalla tasca
della vestaglia la barretta di cioccolato alla menta.
Ron alzò le spalle, prendendola dalle mani di lei.
“Perché no” disse solo, prima di staccare
un grosso pezzo di dolce e cominciare a mangiucchiarlo.
“Così…questo ti fa capitolare?” chiese ad un certo
punto, in tono casuale.
Hermione lo guardò, arrossendo a disagio.
“Già…”
“Mh.”
“Mh
cosa?”
Ron la guardò, continuando a sbocconcellare il
cioccolato.
“Nulla! Era solo un ‘mh’!”
Hermione non sembrava convinta.
“Ok…”
“Perché cosa vorrebbe dire secondo te? Non
tenterò di corromperti con del cioccolato per farmi copiare i
compiti!”
Hermione sorrise, sospirando.
Il silenzio s’impadronì di nuovo della stanza.
“Ma…” riprese
poco dopo Ron. “…quindi ti piace proprio tanto tanto?”
“Ron, sì!”
Sbuffò Hermione mordendo violentemente la barretta
nelle mani di Ron.
Lui arrossì e rimase a guardarla, con uno sguardo
misto tra l’adorazione e la sorpresa.
“Ok…”
“Te l’avevo detto che mi piaceva!”
ribadì lei finendo di masticare rabbiosa, con la
braccia incrociate al petto e semisdraiata sul divano.
Ron si schiarì nervosamente la voce, mordendo in
maniera apparentemente casuale dove poco prima aveva morso Hermione.
“Questa roba mi
piace…” mormorò Ron, continuando imperterrito a
mangiucchiare.
“Certo che ti piace! È la migliore!”
disse Hermione, orgogliosa.
Rubò la cioccolata dalla mani
di Ron cominciando a rosicchiarla.
“Hei!”
Lei si girò verso di lui, interrogativa.
“La stavo mangiando
io!”
“Sì ma la cioccolata
è mia” puntualizzò lei tranquilla, sbocconcellando beata.
“Me ne dai un
pezzettino?”
“Ne hai già
mangiata abbastanza!”
“Piccolo, piccolo!”
“No, Ron, domani andiamo a
Hogsmead e puoi comprarla!”
Lui mise il broncio.
“Ma dov’è
finita la famosa condivisione tra amici? Si deve condividere, Hermione!”
“Ho già condiviso abbastanza”
tagliò corto lei.
Ron le prese la barretta di mano, ingurgitando
l’ultimo pezzo rimasto pressoché intero.
Hermione guardò la scena, assolutamente basita.
“Mi hai finito la cioccolata!” squittì
lei quasi urlando, non preoccupandosi dell’ora.
Ron annuì, sfacciato.
“Cohì
ihpari!” Hermione ridusse gli occhi a due
fessure, scagliandoglisi contro con ferocia.
“SPUTALA SUBITO! NESSUNO HA MAI OSATO
FINIRE LA MIA
CIOCCOLATA!” ringhiò lei finendogli
completamente addosso nel tentativo di aprirgli la bocca con le mani.
Ron riuscì a tenere la bocca ermeticamente chiusa per
un tempo decisamente lungo.
Solo quando si accorse che Hermione era a cavalcioni su di lui con la vestaglia semiaperta in maniera
compromettente per via della lotta, la sua resistenza cedette quasi
completamente.
“Hehmiohe,
hi preho!”
“Sputala subito, ho detto! ” abbaiò lei
cominciando a tirargli i capelli.
Ron riuscì ad ingoiare, solo quando
Hermione gli tolse le mani dalla gola, per concentrarsi sulla sua testa.
Lei emise un urletto disperato quando Ron lasciò andare la testa
all’indietro, esausto.
“Hai ingoiato!” ringhiò, dandogli uno
schiaffo sul braccio. “Perché
hai ingoiato?!” lui la guardò male.
“Cosa te ne saresti fatta
di un pezzo di cioccolato masticato, Hermione?!”
lei mise il broncio.
“È una questione di principio”
borbottò lei in sua difesa. “L’ultimo pezzo del mio
cioccolato devo mangiarlo io! È già tanto che io te l’abbia
fatto assaggiare!”
“Beh potevi tenertelo, no?!”
“Sì, ma tu mi hai visto
sputacchiare…” mormorò lei.
A Ron apparve tutto finalmente chiaro.
“Stavi tentando di
corrompere il mio silenzio con il tuo cioccolato?!”
Hermione annuì, più abbronciata
che mai, guardando in un punto indefinito della stanza.
Ron rise, passandosi una mano
sulla faccia.
“Tu! Tu sei completamente matta!”
Hermione sembrava in procinto di ribattere, ma non fece in
tempo.
“Cosa state facendo?!” appena sceso dalla scalinata del
dormitorio maschile, Seamus Finnigan
guardava la scena basito.
“Litighiamo!” disse Hermione convinta
dell’ovvietà della situazione.
Il viso di Seamus si aprì
in un sorrisetto, guardando Hermione.
“Già…sembrate
proprio in disaccordo…”
Hermione inizialmente non capì il senso di quelle
parole.
Poi abbassò lo sguardo.
“OH MERLINO!”
Urlò lei, scendendo da
Ron e coprendosi immediatamente.
“Potevi dirmelo, stupido idiota!” abbaiò
lei, guardando male Ron, improvvisamente diventato color pulce.
“Prima mi finisci la cioccolata!” gli diede uno
schiaffo sulla nuca. “Poi ti salto addosso e non mi dici nulla!”
uno sulla spalla. “Dopo ancora scopro di essere
seminuda di fronte a te e rimani immobile come se niente fosse!”
l’ennesimo sulla testa. “Potevi avvertirmi!”
“Già.Sì.Scusa.”
soffiò, mortificato.
Seamus,
nel mentre, aveva avuto il buon senso di volatilizzarsi.
“Ma scusa, perché…non
hai il pigiama…sotto?”
Hermione lo guardò, rabbiosa.
“Perché…quell’oca di
Lavanda ha avuto la geniale idea di nascondermeli tutti!”
“Ah.”
“Già!”
“Beh, potevi fartelo prestare, no?” disse lui,
con le orecchie tutte rosse, giocherellando con l’orlo della sua
maglietta.
“Ron…” mormorò lei paziente.
“Hai una vaga idea di come dormono le mia compagne
di stanza?”
Lui scosse la testa innocente.
“Ecco. È meglio che
continui a non averla.” disse lei,
risistemandosi nella poltrona.
“In ogni caso sappi
che…”
Hermione si girò verso di
lui, vedendolo rosso come mai lo aveva visto prima.
“In ogni caso?”
“No, nulla”
“No, dimmi”
Ron scosse la testa sempre più rosso, pentendosi di
aver aperto bocca.
“Ron, ora hai parlato,
finisci la frase! Cosa devo sapere?”
“Non è importante,
davvero!”
Rise, isterico.
Lei si mise in ginocchio sulla poltrona, guardandolo
incattivita.
“Ron”
“Hermione non impuntarti!
Era solo un’altra idiozia!”
“Ne dici tante, perché questa volta ti sei fermato?!”
“Perché ti metteresti a urlare, mi daresti del
pervertito e non mi parleresti mai più, ecco perché!”
Hermione rimase in silenzio, piccata.
“Pensavo…” mormorò Ron, sviando il
discorso. “domani Seamus dirà a tutti
quello che ha visto”
Lei strinse le spalle.
“Gli compreremo della cioccolata”
“Tu corrompi sempre le persone in questo modo?!”
Hermione annuì, vaga.
“Quando è necessario…”
“E ora è necessario?”
“Certo!” squittì subito lei. “Non
voglio che da domani la gente discuta sul fatto che ti sono saltata addosso mezza nuda!”
Ron arrossì, ma non disse nulla.
“Cos’è che stavi dicendo prima?!” riprovò lei, casuale.
Lui le rivolse un’occhiataccia.
“Andiamo! Mi hai vista in quello stato, ora tocca a te
fare una figuraccia!”
Ron prese un profondo respiro, arrossendo violentemente.
“Ilpizzotidona”
“Cosa?” squittì lei.
Lui la incenerì con lo sguardo.
“So che hai
capito! Sei arrossita!” lei cominciò a mordicchiarsi
un’unghia.
Rimasero in silenzio per un po’, imbarazzati
più che mai.
“Comunque grazie” soffiò Hermione ad un
certo punto.
Lui a guardò.
“Ma ti pare”
“Così…ti piace il pizzo?”
Lui alzò spalle, arrossendo.
“Non ci ho mai pensato a dire il vero” Hermione
annuì soprappensiero.
“Perché lo chiedi?”
Lei sorrise, maliziosa.
“Per lo stesso motivo per cui
tu mi chiedevi della cioccolata”
Ron arrossì.
“Questa conversazione sta prendendo una brutta
piega” mormorò lei, rossa.
Ron annuì, concitato.
“Decisamente”
“Andiamo a letto?”
“Di corsa”
Ron e Hermione si guardarono.
“Io non intendevo…”
“Nemmeno io!” si affrettò a dire lui.
Hermione annuì.
“Allora buona notte”
“’Notte”
Mentre Hermione saliva le scale del dormitorio, un pensiero
le passò per la testa. Salì più veloce ed entrando prese
qualcosa dal suo baule.
Riscese veloce, sperando di essere in tempo.
“Ron?” la testa di lui fece capolino da sopra le
scale. “Non ho sonno!” lui sorrise, scendendo.
“Neanche io!”
Si sorrisero e si riaccasciarono
sul divano sospirando.
“Cos’hai in mano?” mormorò lui,
curioso.
Hermione arrossì.
“Ho preso una cosa in dormitorio…”
Ron si sporse verso di lei per vedere.
“Cioccolato?”
“Hai…hai ancora fame?” chiese, speranzosa.
“Mione, stai parlando con
me, ricordatelo!”
Lei sorrise, soddisfatta.
Spezzò un pezzo di cioccolata e glielo mise in bocca.
Ron divenne color mattone.
“Questo non era esattamente da…beh…da
amici, Hermione…” lei arrossì
“Lo so…”
Ron annuì, mangiucchiando il dolce. “Ma in
fondo…stasera abbiamo fatto ben poco da amici, ti pare?”
mormorò lei, giocando con la cinta della vestaglia.
“Veramente è da un po’ che non facciamo
nulla da amici, Mione”
Lei annuì, con gli occhi fissi sulla cinta.
“Vorresti smettere?” lei sembrava aver paura
della risposta.
“Perché dovrei?!”
chiese lui, rosso. “È bello quando
giochiamo”
Hermione arrossì, capendo dal suo sguardo a che senso
di gioco si riferiva.
“Allora non smettiamo”
“Potremmo andare avanti” propose, risoluto.
Hermione si girò verso di lui.
“Andare avanti?”
“Progredire…” mormorò, lui,
sistemandosi per guardarla meglio.
“Progredire” ripeté Hermione, cambiando
anche lei posizione.
Lui annuì, rapito.
“Potrebbe essere divertente”
“Senza contare che domani non dovremmo più
corrompere Seamus…”
“Cioccolata in più” rise lui.
“Che non fa mai male…” mormorò lei,
maliziosa, avvicinandosi.
“Decisamente no” soffiò lui, sulla bocca
di lei.
Hermione sorrise.
”Sai di menta e cioccolato”
“Ti dispiace?”
Hermione lo prese per la nuca,
attirandolo a sé, con forza.
Lo baciò, vogliosa.
Ron sospirò, compiaciuto.
L’attirò a sé, costringendola
completamente su di lui.
Continuarono così a lungo.
E a lungo.
E a lungo.
…e a lungo.
Qualcuno poco lontano sospirò.
Seamus ridacchiò, spiando la
scena da sopra le scale.
Harry aprì la porta del dormitorio più
assonnato che mai.
“Cosa cavolo stai facendo?!”
borbottò lui, strofinandosi un occhio.
“Spio Ron e Hermione” rispose, candido.
“Ma sono ancora lì!?
Sono ore che Ron è sceso, cosa stanno facendo?!”
Seamus sorrise, sornione.
“Litigano”
Buon pomeriggio! ^0^!
Piaciuta? ^___________________________^
Dedicata a tutti gli
appassionati di R\H e di cioccolata! XD
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