Tsunade, lavato e vestito Naruto con panni puliti, scoprì il
ventre del ragazzo, attaccandogli delle ventose rosse e blu sulla pelle.
Accese il macchinario e vide, su di esso, i battiti frenetici del
piccolo.
Quel bip
costante, pieno di speranze, le rasserenò il cuore, e dopo
aver sistemato le ultime cose, accarezzato il viso del ragazzo e il suo
ventre leggermente gonfio, tirò le tende bianche, coprendo
il letto dove giaceva
Naruto, e uscì dalla stanza.
***
-Sei in ansia per Naruto kun?
Sakura guardò Jugo che, fissando in avanti, correva al suo
fianco.
Si morse una guancia, voltandosi verso il bosco del Fuoco davanti a lei.
Era preoccupata, arrabbiata e abbattuta. Sasuke non si era fidato di
lei, se non gli aveva dato la possibilità di controllare
Naruto. E questo, la faceva stare male.
-Sasuke è fatto così. Non abbatterti, in un modo
contorto tiene molto a te e a Naruto-kun.
-Lo so.
Sussurrò la ragazza, alle parole confortanti di Jugo.
-E’ che..
Continuò, fermandosi, abbassando la voce.
-Sakura-San..
Chiamò il ragazzo, voltandosi verso di lei, incatenandola
con i suoi occhi profondi, da leggerti l’anima.
Sakura si sentì spoglia per quei pochi secondi.
-Sasuke è tornato al villaggio per te e Naruto.
Perciò non pensare a cose che ti fanno stare male. Naruto si
è sentito mancare, e Sasuke ci tiene ed era spaventato, per
questo è corso, sicuramente da Tsunade-Dono.
La ragazza spalancò gli occhi e poi tirò le
labbra in un sorriso.
-Grazie Jugo.
Lo aveva ringraziato, perché ora si sentiva più
sollevata.
Il ragazzo sorrise, e con gli altri continuarono il viaggio verso
Konoha.
***
L’acqua che gli imperlava il corpo non riusciva a rilassarlo.
Il corpo era lì, ma la mente era ancora a quella camera
d’ospedale, dove giacevano le persone che amava.
Deglutì, e quasi gli fece male farlo, mentre appoggiava la
fronte alla superficie liscia del muro.
Respirò a fondo, nello stesso momento in cui
portò la mano destra accanto al viso e la chiuse in un pugno.
Come diamine era potuto accadere.
In mente rivide tutte le immagini, in sequenza, della missione,
cercando anche il più piccolo segno.
Dove esserci qualcosa che gli era sfuggito - sicuramente era
così - qualcuno che li aveva tra…
Spalancò gli occhi e il fiato gli si fermò in
gola, nel momento in cui i battiti cardiaci aumentavano la loro
velocità, rombando nella cassa toracica.
No! No!
Non poteva essere vero.
-..arriveremo con un
giorno di ritardo.
Non poteva averlo fatto.
-.. dobbiamo equilibrare
le squadre..
-.. Non andare. Ci
starà raggiungendo.
Quel viso disperato, intimorito e terrorizzato che cercava di
trattenerlo, di fargli perdere tempo.
-Ho freddo.
Andrò a far compagnia a Naruto kun.
Quel sorriso sghembo, nato da un piano perfetto e concluso.
Aveva visto quelle iridi rosse brillare di una gioia che in quel
momento non aveva compreso, quando si erano fissate sulla figura
illuminata dal fuoco di Naruto.
I tasselli, confusi, ritornarono al proprio posto, mentre Sasuke tirava
un pugno, che si infranse sulle mattonelle blu.
***
-Come stai Naruto?
Chiese Tsunade, sorridendo tenera.
Naruto la guardò, con sguardo allucinato e perso.
-Mi sento strano.
Sbiascicò.
Tsunade ridacchiò annuendo.
-E’ l’effetto dei sedativi.
Naruto annuì, mugugnando e sospirando.
Distolse lo sguardo da quello nocciola, puntandolo fuori alla finestra,
senza realmente osservare qualcosa. Era più che altro,
sentire l’aria fresca della giornata.
-Kyuubi mi ha spiegato cosa mi sta succedendo.
-Ah!
Sorpresa, la donna lo guardò.
-Ha detto che c’è un… modo.
Iniziò stanco, socchiudendo le palpebre e deglutendo
rumorosamente.
Prima di continuare fece un’espressione disgustata dal sapore
che sentiva sulle papille gustative.
-.. Distruggerà i miei globuli bianchi, prima che questi
raggiungano il feto.
Tsunade si voltò sconvolta, stringendo il bicchiere
d’acqua che stava porgendo al ragazzo.
-Ma rimarrai senza protezione.
Tsunade si perse in quell’azzurro accesso, pieno di
determinazione e amore.
-Se lo salverà, allora correrò il rischio.
Sussurrò, mettendosi seduto faticosamente e sospirando
stanco.
La donna gli porse la bevanda che caccio giù in piccoli
sorsi. La gola, stranamente, gli doleva, così come tutto il
corpo era rallentato e indolenzito dai farmaci.
-.. Se rimarrai senza difese immunitarie potresti ammalarti. Visto che
il tuo organismo non si è mai imbattuto in un virus, gli
anticorpi non sono stati creati, perciò potresti morire tu e
il bambino per una semplice influenza.
Spiegò, apprensiva, sedendosi sul bordo del letto.
Naruto guardò in basso, mordendosi un labbro, e strinse le
coperte sotto le dita.
-E’ l’unico modo. Rinchiudimi in qualche
stanza… non so… Cos’ altro
fare…
Ammise distrutto. Stare lì, e non fare niente per il suo
bambino, lo stava facendo impazzire.
Sentì un piccolo peso sulla spalla, e alzò lo
sguardo, incontrando gli occhi nocciola della donna e il suo sorriso
materno.
-Guarda..
Sussurrò, indicando con il capo
l’elettrocardiogramma attaccato al suo ventre.
Naruto fissò lo schermo, dove il bip frenetico e il
movimento delle onde lo calmarono e lo sorpresero.
-E‘.. è..
-Esatto. È il battito del tuo bambino. Come vedi
è regolare. La terapia che ho messo appunto sta funzionando.
Sta rallentando il virus.
Ma Naruto non stava ascoltando le parole della donna. Nella sua mente
c’erano solo quelle onde che si alzavano e abbassavano e il
battito costante e veloce del suo bambino.
Gli occhi si inumidirono appena e un senso di leggerezza lo colse.
Poteva sentirlo.
Poteva sentire quella dolce e, al quanto strana melodia.
Il cuore del suo bambino batteva per vivere.
Lo aveva sempre fatto.
-.. Sto cercando in vecchi libri medici e negli archivi qualche cosa.
Per ora possiamo stare tranquilli… Naruto?
Tsunade spalancò gli occhi, e le labbra si schiusero
sorprese.
Le spalle di Naruto tremavano appena, mentre gli occhi erano larghi e
timide lacrime gli rigavano il volto, infrangendosi sul pugno del
ragazzo, stretto alla stoffa della maglietta.
-.. Ehi!
Chiamò con voce dolce, accarezzando il capo del biondo che
ostinato fissava lo schermo.
-Batte.. Il suo cuore.. Batte.
Balbettò, con lo sguardo grande e acquoso.
La donna non poté che sorridere, annuendo.
-Già.. Tra qualche settimana potrai anche sentirlo muovere.
-Davvero?
Domandò Naruto, voltandosi di scatto verso la donna.
-Si..
Il biondo cercò di trattenere quel sorriso di gioia che gli
stava spuntando sulle labbra, e si voltò ancora verso lo
schermo.
Tutto quello era tanto sconosciuto, quanto meraviglioso.
***
Karin era inspiegabilmente nervosa. Sakura poteva vedere la riluttanza
di girare per il villaggio e il mordersi costantemente il labbro
inferiore.
Sapeva che, in parte, era ancora difficile per loro girare per le
strade di Konoha, avendo il timore che qualche abitante gli
rinfacciasse il loro brutto passato.
Sapeva anche che la voglia di radere al suolo il villaggio, da parte di
Sasuke, era sempre lì, e mai se ne sarebbe andata.
Erano passati anni ormai dalla guerra, eppure Sasuke non dimenticava.
-.. è
ritornato per voi.
-.. Ci tiene tanto a te
e a Naruto kun.
Il primo sguardo che Sasuke aveva mandato, una volta entrato nel
palazzo dell’Hokage per esser giudicato, era stato
indirizzato a loro.
Sakura non era riuscito a leggerlo quella volta, ma ora…
Sasuke quella volta gli aveva chiesto scusa.
-Si può sapere che cavolo hai?!
Sbottò Suigetsu, fissando Karin che sobbalzò
appena.
-Fatti gli affari tuoi, pozzanghera a due gambe.
Rispose acida, avanzando indispettita davanti a tutti, cercando di
allontanarsi.
Sakura sbuffò, scuotendo il capo, mentre Jugo accennava un
sorriso.
-E’ sempre così?!
-Già.
In sottofondo si sentivano solo le urla e gli insulti di quei due.
***
Sasuke bussò alla porta dell’Hokage, respirando a
fondo prima di entrare.
Quando sentì la voce della donna, spinse verso il basso la
maniglia, avanzando nella stanza.
-Uchiha.
Salutò la donna, sorpresa di quella visita.
Sasuke la guardò, fermandosi al centro di quella stanza
calda e disordinata.
-Quando arriveranno gli altri?
Domandò apatico.
Tsunade aggrottò le sopracciglia bionde, curiosa di sapere
l’interesse di Sasuke.
-Perché vorresti saperlo?
Digrignando i denti, Sasuke strinse i pugni.
-Non penso sia irrilevante.. Allora?
La donna assottigliò lo sguardo, alzandosi dalla poltrona.
Tutto il nervosismo di Sasuke la fece stare in guardia.
-Tra poche ore.
Rispose, guardando indagatrice il moro.
Sasuke non si mosse, ma le dita si strinsero spasmodicamente verso il
palmo.
-Naruto?
Domandò, imponendosi la calma che lo caratterizzava.
-Sta bene.. La cura sta rallentando il processo ma non lo sta fermando.
Per ora sono stabili tutti e due.
Il moro annuì, voltandosi per andarsene.
-Uchiha..
Lo chiamò la donna e Sasuke si fermò dal spingere
la porta dell’ufficio.
Non ebbe la voglia di voltarsi verso l’Hokage, e questa
parlò.
-Perché mi hai chiesto quando sarebbero rientrati?
Solo allora il moro si voltò appena, guardando Tsunade da
sopra alla spalla, e poi uscì senza una risposta.
Ma Tsunade in testa aveva solo una frase.
Quello sguardo
preannuncia guai.
***
Bhe! che dire. Non è tanto lungo e giuro che
nel prossimo si saprà cosa avrà fatto Karin a
Naruto, e la, finalemnte, reazione di Sasuke.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e mi scuso, come sempre,
di non aver risposto a tutte/i. Mi dispiace veramente tanto ma ho un
problema a casa con i miei e ho giusto il tempo di leggerle. Ma vi dico
che mi fa piacere leggere quello che scrivete e non saprei proprio come
ringraziarvi.
-Forse aggiornando anche le altre fic.. *sibila acido, qualcuno alle
spalle dell'autrice*
-Ahh.., lo so, lo so.. arriverò anche a quelle.. prometto..
*fa gli occhi da cucciolo*
-Tzk.. arriverà prima la fine del mondo.
-.. sihg.. non è vero.. sfniff..
mi sono dimenticata, per chi non era riuscito a vedere la copertina ecco un'altro link.
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=103078109830258&set=a.103075999830469.4574.100003842073017&type=3&theater |