La cosa che
tutti amano di più in una storia: la fine
<< Visto, non siete contenti che
vi abbiamo salvati?! >> domandò Tré Cool mentre il gruppetto tornava a
casaccio verso la grande sala dove si stava ancora tenendo il Rave Party.
<< Bravo Tré, sono fiero di te!
>> esclamò Mike, che ancora si stava chiedendo perché si sentisse tutto
acciaccato e dolorante ovunque, avesse lividi su ogni parte del corpo, e
ricordasse poco e niente della sua prigionia con Billie Joe.
<< Eh, una roba... >>
mugugnò il dolce frontman con le mani affossate in tasca, che avrebbe voluto
passare qualche altro giorno, o settimana, chiuso in quella stanza col suo
bassista.
<< Mister Armstrong, non faccia
quella faccia, non è felice di rivedermi? >> sorrise amabile Bernard, al
che Billie Joe lo fulminò con lo sguardo.
<< In questa storia glielo posso
anche dire, perché tanto non frega niente a nessuno della coerenza: lei non ha
mia un cazzo di meglio da fare che beccare me e Mike mentre ci stiamo
intrallazzando?!?! >> sbottò il cantante un po’ di cattivo umore.
<< Che cosa intende per
intrallazzare? >> domandò il piccolo Edward Pattinson Ignaro E Ingenuo
eccetera, tirando timidamente la manica dell’altro House, di Gregory.
<< Figliolo, ma a te nessuno l’ha
mai raccontata la storia dell’ape e del fiore?! >>
Intanto Bernard continuava a sorridere a
mister Armstrong, il quale intanto lo stava maledicendo in tutte le lingue,
perché per una volta, e per una storia, in cui poteva tranquillamente suonare
con il collega in santa pace, arrivava il dottore a mandare all’aria tutto. A
Billie Joe non piacevano affatto i dottori, preferiva di gran lunga giocare
al dottore.
<< Ehi Paolo, cos’è quella roba
che hai sotto il braccio? >> s’intromise Tré Cool, indicando un involucro
grande e tondo sotto il braccio del chitarrista.
<< Com’è che mi hai chiamato?!
>> L’interessato lo guardò un po’ stranito << Comunque... E’ una
cosina... Utile... >> mormorò con un sorrisetto, volgendo lo sguardo
verso un ignaro Mike, che stava ancora controllando quanti lividi avesse sulla
schiena, e sul fondoschiena.
<< E’ un maturamele elettrico?
>> volle sapere il batterista.
<< Tré, dimmi la verità, quanta
roba hai ingerito questa sera? >>
<< Non poca. >> rispose
Morgan al posto suo.
La combriccola girellò per qualche ora
(nel castello del Lord Signore Orsolo Bertoldo Fiesolo Servando Eliseo eccetera
non solo lo spazio, ma anche il tempo era relativo), e sbucarono per errore
nella Sala Comune dei Grifondoro, dove Harry Potter stava, come al solito,
vagando con l’offuscato sguardo rivolto al pavimento, perso nelle sue solite e
complicatissime elucubrazioni mentali, che tutti pensavano fossero rivolte a
come sconfiggere
Quel-Tizio-Che-Ormai-Ha-Veramente-Rotto-Le-Scatole-Con-Quel-Nome-Davvero-Del-Menga-Oltretutto-Impronunciabile,
invece il simpaticissimo, a detta di alcuni, maghetto stava semplicemente
cercando di ricordare se servisse anche la cannella per condire la cioccolata
allo zenzero.
La band più i due dottori più il membro
dell’F.B.I. dovettero trascinare via Robert Cullen Povero Ragazzo Abbandonato a
Se Stesso eccetera o altrimenti avrebbe cercato di entrare a Hogwarts, che di
studenti svogliati ed estremamente sfigati ne aveva già abbastanza, non gliene
serviva uno in più.
Con immensa fortuna, e ciò con un gran
numero di tentativi falliti più varie testate e piedate rispettivamente di
Morgan e il vampirucolo, riuscirono a tornare nella grande sala dove c’era il
delirio totale. Ora sul palco erano saliti i Tokio Hotel, e Peter Pan
svolazzava a destra e manca altalenante, siccome aveva bevuto una quantità
considerevole di alcolici, cercava di non farsi leggere il numero di targa,
altrimenti Trilli gli avrebbe senz’altro tolto il brevetto di volo.
<< Wow, fico! >> esclamò
Billie Joe vedendo tutto il casino che c’era in quella stanza.
<< Te lo dico, l’ho organizzato
apposta! >> dichiarò fiero Tré Cool, gonfiando il petto.
Alla fine, salvati i due poveri
musicisti dall’atroce segregazione a cui erano stati crudelmente sottoposti, la
compagnia poté ubriacarsi beatamente come tutti gli altri, ignorando Cameron che
nel frattempo non aveva smesso un attimo di fare salassi e spargere sanguisughe
ovunque.
<< Fanno bene per la guarigione
contro la febbre mediterranea! >> si giustificò con scioltezza, non
badando al fatto che il Mediterraneo più o meno stava dall’altra parte del
globo terreste.
*
*
*
*
*
Il giorno dopo tutto era calmo.
Centinaia e centinaia di corpi stesi esanimi a terra, un fiume di liquore che
scorreva placido dopo aver eroso il pavimento del castello, un russare
cavernoso ovunque, e gente malamente appesa ai lampadari.
Lord Signore Presepio Alcantara Evodio
Edvigio Mariano Isacco Jogues eccetera guardava la scena palesemente
soddisfatto, ingollando il primo bicchiere di vino rosso della giornata. O
forse il sedicesimo, non se lo ricordava tanto bene.
<< Papiiiiiiii!!! >> esclamò
all’improvviso il figliolo, spuntando da una montagna di corpi privi di sensi,
saltellando come una farfalla verso il presunto padre << Papi, ho deciso,
voglio diventare un Auror! >>
<< Un che?! >>
<< Uno che caccia i Mangiamorte!
>>
<< Ah... E chi sono questi?!
>>
<< Da quel che ho capito, sono
agenti delle tasse... >> biascicò il piccolo Robert Edward che aveva
ancora qualche difficoltà a collegare bene le cose.
<< Certo, come no, senti... Che ne
dici di cominciare a pulire? >> disse il Lord Signore porgendogli
garbatamente una scopa con straccio << Prometto che dopo ti farò giocare
con il coccodrillo! >>
<< Sììììì!!! >> gongolò
Pattinson Vampiro E Innamorato E Anche Morto eccetera, afferrando la scopa e
iniziando ad accumulare corpi negli angoletti, che poi, quando il padre sarebbe
uscito dalla stanza, avrebbe nascosto sotto i tappeti.
<< Loooooooooooooord!!! >>
urlò qualcun altro, Lord Signore Rustico Gaudioso Bonaventura Ferruccio Narciso
Saturnino Nemesio Lucullo eccetera sperò che non si trattasse di un altro
figlio a random, e se anche fosse stato l’avrebbe spedito in lavanderia ad
occuparsi della pulizia della biancheria intima. Invece era quell’uomo assai
strano chiamato Tré Cool << Lord, noi adesso torniamo a casa! >>
esclamò trascinandosi dietro otto set di valigie in pelle di Maracango.
<< Oh, così presto? >>
domandò lui per cortesia, quando in realtà lui voleva dire Grazie al cielo,
finalmente si levano dai piedi questi tre squilibrati, completamente
dimenticatosi che li aveva chiamati lui appositamente per conquistare il mondo
tramite la loro musica. Solo che il Lord Signore non aveva una gran memoria,
soprattutto dopo quattro settimane di abuso di Lambrusco, pertanto non
ricordava nemmeno lontanamente che loro erano musicisti, né che avesse mai
voluto conquistare il mondo. Né tantomeno che li avesse invitati lui.
<< Lord, è stato un grande
soggiorno, intendo quello che c’era vicino alla mia stanza. Comunque è stata
una vacanza fantastica, grazie per averci invitato! >> Mike gli strinse
la mano calorosamente, poi ricordandosi che si era fatto male anche a quella, e
non si ricordava perché, né perché avesse tutti quei calli...
<< Lord, mi sono divertito
veramente un casino, dovremmo farlo più spesso! >> sorrise Billie Joe
dandogli una sonora pacca sulla spalla << Mi sono permesso di portarmi
via un piccolo oggetto, non se ne offende, vero, tanto lei di minchiate ne ha
talmente tante che non si ricorda neanche quali! >> commentò l’eloquente
frontman uscendo dalla porta, rimorchiando inoltre Chester e tutto il resto del
gruppo dei Linkin Park, perché non era bello che rimanessero lì a disturbare.
<< Sì sì, salve a tutta, buona
giornata, telefonate la prossima volta! >> Lord Signore liquidò tutto con
un gesto, avviandosi verso la sua bella bara foderata di rosa e fucsia.
<< Papiiiiiii, ma io posso fare il
medico?! >> urlò il figliolo che stava ramazzando per terra, scavalcando
il fiume di alcol.
<< Se trovi uno che ti sopporta
fai pure. >> rispose l’affettuoso paparino.
<< Io non ti ho mai detto che ti
sopporto! >> sbottò Gregory House rivolto ad Edward Pattinson eccetera,
stravaccato su una poltrona.
<< Ma daiiiiii, lo so che sono
bravo, ho solo bisogno di fare un po’ di pratica, voglio operare in sala, lo so
usare il bisturi, sai?! >> Il vampiretto stava per enunciargli tutto
quello che era in grado di fare, da volare fino a Plutone ad aspirare i
granelli di polvere da sotto il divano, quindi House si vide costretto a
trovare un modo per levarselo dai piedi.
<< Senti ragazzo, vai da Foreman e
digli che ti insegni tutto! >>
<< Davverodavverodavvero?!
>> domandò smanioso il ragazzo.
<< Certo, vedrai quanto sarà
felice Foreman... >> sorrise bieco il dottore, immaginando già la faccia
dello scuro aiutante e soprattutto della Cuddy << E intanto che ci sei dì
loro che io me ne starò via per un po’. >>
<< Perché, te ne vai? >> gli
chiese il giovine.
<< Diciamo che non voglio essere
reperibile quando ti conosceranno. >> annuì convinto.
<< Va bene!!! >> esclamò
Robert Cullen Edward eccetera fiondandosi fuori dalla porta, in direzione
dell’ospedale.
Intanto House rimase beatamente riverso
sulla poltrona.
...
<< Ehi autrice, che ne dici se mi
fai fare qualcosina? >> disse House.
<< Qualcosina cosa? >>
<< Siccome i due lassù si stanno
dando da fare, perché non mi fai incontrare qualche bella fanciulla? >>
<< Lo sai benissimo che io non
sono favorevole alle storie etero. >> rispose l’autrice.
<< Beh, allora... Un bell’uomo
pieno di soldi! >>
<< Ti troveresti molto bene con
Wolverine. >>
<< Intendi che potrei fare coppia
fissa con Hugh Jackman? >> domandò House, pensando già alla loro vita
insieme.
<< No, non Jackman, proprio
Wolverine. >>
<< Perché proprio lui? >>
<< Sei il tipo che andrebbe a sfoggiare
in giro le cicatrici con orgoglio. >> rispose lei con semplicità.
<< Lo sai che tu hai una mente
perversa? >>
<< Ne sono cosciente. >>
<< E lo sai che quella tua mente
perversa mi piace molto? >>
<< Sono cosciente anche di questo.
>>
<< Che ne dici se una sera usciamo
insieme? >>
<< Si può fare. >>
<< Mi preparerai uno dei tuoi
trucchetti sadomaso? >>
<< Chi lo sa... >>
In quel momento House si accorse che nel
soggiorno era presente anche Billie Joe, che lo osservava con fare un po’
interrogativo.
<< Beh? >> borbottò il
dottore.
<< Con chi stavi parlando?
>>
<< Con la mia coscienza. >>
<< E tu parli di sadomaso con la
tua coscienza? >>
<< Tu non lo fai mai? >>
Billie Joe ci pensò su un secondo. Poi
dedusse che anche lui lo faceva. E non solo di sadomaso.
<< Ehm, Billie...? >> Sia il
cantante che House si voltarono, e nel corridoio d’ingresso videro Adrienne.
<< Ciao amore, bentornata!!
>> la salutò Billie con un caloroso abbraccio.
<< Ehm, sì, per la verità sono
tornata da qualche ora... >> commentò lei un po’ stranita.
<< Ah sì? Non me n’ero accorto!
>>
<< Eh, immaginavo... >>
annuì lei << Senti, mi spieghi perché Mike è nella nostra camera da letto
mezzo nudo? >>
<< Stiamo facendo un esperimento.
>> rispose il lodevole maritino con nonchalance.
<< Che genere di esperimento?
>> domandò lei cauta.
<< Quanto può resistere una
persona sotto sforzo fisico. >>
<< ...Ah... E... Perché Tré Cool è
nel nostro garage? >>
<< Oh, lui sta producendo grappa
da contrabbando! >>
<< Ah... E perché c’è un medico
nel soggiorno? >>
<< Ho bisogno di asilo politico.
>> rispose direttamente l’interessato.
<< Ah... E dov’è Jacob? >>
volle sapere lei.
<< E’ con Joey. >>
<< E Joey dov’è? >>
<< Me lo sto chiedendo da un po’!
>> annuì Billie Joe con fare di biasimo.
<< I due ragazzi sono dalla zia
Sigismunda, glieli ho portati io. >> interloquì l’autrice premurosa.
<< Ehm, ok... >> sospirò
Adrienne indietreggiando prudente << Adesso io vado, magari ritorno tra
un po’, diciamo qualche mese, per vedere se avete tutti messo la testa a
posto... >> E Adrienne se ne andò preoccupata, decisa ad andare a
prendere i suoi ragazzi e poi scappare in una qualche bella isola, rimanendoci
per un bel po’.
<< A volte non la capisco...
>> commentò il cantante, sgranocchiando un Pan di Stelle.
<< Billie Joe. >> lo chiamò
qualcuno.
<< Sì...? >> Si trattava di
Mike, che lo stava attendendo sulle scale.
Mike era vestito unicamente con dei
boxer neri aderenti, i pettorali e gli addominali in bella mostra, le braccia
tatuate e muscolose, le gambe atletiche e distese, e negli occhi quella luce
rossa che gli stava sussurrando all’orecchio cose che avrebbero fatto arrossire
persino Tré Cool. Forse.
Billie osservò con un sorriso felino
quel corpo che avrebbe fatto girare la testa persino a Vittorio Sgarbi,
avvicinandosi lentamente.
<< Giochiamo? >> gli domandò
il chitarrista, che ultimamente aveva sviluppato un’adolescenziale riscoperta
per i giocattoli. Mike lo afferrò per la cravatta, trascinandolo fino in camera
da letto, con un sorriso malizioso.
<< Sopra o sotto? >>
Fine
Oeeeeee, è finitaaaaaaaaaaaa!!!XD
Oh cielo, finalmente questa
storia è tornata ad essere completa su questo sito... Che dire?
Come al solito devo ringraziare chi
ha messo questa storia tra le preferite, le ricordate e le seguite, tutte le
incredibili persone che si sono date da fare per leggere questa delirante
sequela di capitoli senza capo né coda, tra personaggi senza identità e
identità che avrebbero preferito rimanere segrete... Grazie!
E scusatemi sempre e comunque per
i miei ritardi e i miei chiacchiericci senza senso!XD Sono contenta che questa
storia possa esservi piaciuta, un buon modo per perdere un pomeriggio ridendo
(senza farsi venire un attacco d’asma) e in compagnia di persone come Mike, Tré
e Paol... Billie Joe.
E visto che non posso lasciarvi
senza nulla da leggere, vi spammo un po’ di pubblicità!XD
QUI trovate l’altra fan fiction in corso, Who are you? da leggere solo se amate le
emozioni parecchio forti!XD
QUI trovate tutta la mia bibliografia, ovvero
tutte le mie pubblicazioni più professionali con case editrici, sarei felice se
veniste a farci un salto per dirmi cosa ne pensate!;)
Bon, penso di aver detto tutto...
Grazie.
Grazie di esserci state, spero di
risentirvi dovunque possa succedere.