E se...
"Piu di cinquecento notti
gia mi sono innamorata"
Innamorarsi. Che parolone. A me mette quasi paura, sapete?
Anzi no eliminiamo anche il quasi, mi TERRORIZZA!! Darsi completamente
ad un'altra persona, affidandogli il tuo cuore, con la
possiblità che lo possa spezzare, che accidentalmente ,o non
proprio cosi per errore, se lo faccia scivolare di mano e lo faccia
schiantare a terra in miliardi di microscopici pezzetti. Ci vuole
fegato eh?! Essere in grado di
rimanere senza difese, completamente esposta al mondo, "nuda". Non sono
sicura di essere capace a farlo, abbattere il muro di cinta che ho
messo anni ad erigere, mostrarmi di nuovo per la vera me, senza la mia
"maschera" di indifferenza addosso. Penso di non saperlo piu fare.
Parlando d'amore si riscoprono tutti filosofi e professori, di una
materia che forse, e dico forse, neanche il più colto e dotto
dei signori universitari riuscirebbe a spiegare. Ma come si fa a
spiegare l'amore? Solo la vita puo insegnartelo. Quando da piccolo ne
senti parlare le prime volte e incuriosito chiedi e te ne senti dire di
cotte e di crude. "L'amore è fantastico. E' la cosa piu bella al
mondo. E' un inferno. Ti fa piangere. Ridere. Soffrire.E' baci,
carezze, lacrime, pazienza, fiducia, liti." e ancora ,ancora giu via
con fiumi di parole, e allora tu confuso smetti di chiedere,
perchè pensi che non lo sappiano neanche loro. In realtà
non esiste un solo AMORE, l'amore per antonomasia, ci sono amori ed
amori. Amore dolce. Violento. Sofferto. Desiderato fino a star male.
Ritornato. Folle. Non corrisposto. Platonico. Eccetera eccetera. Chi
puo dire davvero cos'è l'amore? Che diavolo è? Chi puo
darci una risposta universale, unica per tutti? Nessuno. L'amore
è in base all'esperienza che uno ne fa. Questa è la
realtà. Ed io che di esperienza ne ho meno di nulla come posso
darne una definizione? Io l'amore lo definisco sublime, si sublime.
Sublime in base al concetto kantiano del termine. Io lo voglio, lo
desidero con tutta me stessa, aspetto di sentire le farfalle in pancia,
di vedere i miei occhi brillare, ma allo stesso tempo ne sono cosi
spaventata che se lo scorgo me ne allontano, resto a guardarlo da
dietro il mio muro, dove nessuno puo entrare, e ferirmi. Non posso. Non
ci riesco. E se andasse male? E se mi spezzassero il cuore? Se non mi
amasse come vorrei? Se..se..se.. Brutti questi se. Bruttissimi e
sbagliati. Lo so. "Non si vive di se e di ma" dice mia nonna " vivi
male amore, non riesci a godere a pieno della vita, e se non lo fai per
quale motivo sei al mondo? Pulcino non avere paura di lasciarti andare,
ama e lasciati amare, soffri, piangi se devi, gioca, ridi, bacia, urla.
Fa ciò che vuoi ma fallo. Cosi non ti stai godendo gli anni
migliori, e ascolta una vecchia signora, non ritornano piu." Ma
porcavaccaccia, come faccio! Io ero cosi prima. Si prima. 20 chili fa.
Ma la cattiveria di alcuni bambini puo farti cambiare, chiuderti,
erigere quel muro che non scompare facilmente. Chiudi il cuore sotto
chili di cemento perchè non hai piu voglia di essere giudicata e
di star male per i loro giudizi, di far vedere la tua fragilità,
i tuoi punti di debolezza, di cui si approfitteranno per farti stare
peggio. Allora metti il cuore sotto chiave, e nel mio caso sotto una
bella sciarpa firmata.
Perdere quei chili non è stato facile, ricordo ogni lacrima,
ogni rinuncia, ogni singolo passo. Mi ci è voluto un anno. Ma
l'estate in cui mi sono levata di dosso quell'ultimo odioso strato di
grasso è avvenuto il cambiamento. Ho capito che sono io che
decido come essere trattata dagli altri. Sta a me impormi e farmi
rispettare. E cosi faci. A settembre scese in campo una nuova e
agressiva Elle. Super alla moda, chic e fredda con tutti. La vera me
era scomparsa in pubblico. In privato invece ero ancora Elly la
sentimentalona, che piangeva per titanic, che sognava l'amore, e
mangiava romanzi su romanzi. Ero la vera me. E a parte la mia famiglia,
ovvero mia nonna Sophie, solo i miei due migliori amici sbarra fratelli
conoscevano quella parte. Dylan e Julia. I miei angeli custodi. Mi
hanno supportata e sopportata anche. Hanno asciugato le mie lacrime e
fatto tornare sorrisi. Mi hanno sgridata e capita. Ascoltata e
coccolata. Insomma ci sono sempre stati. Loro insieme a mia nonna sono
stati la mia famiglia da quando i miei sono morti in un incidente
aereo. Avevo tre anni, non ho capito poi molto, so solo che un
giorno c'erano e quello dopo non c'erano piu. Ho dovuto cambiare casa,
trasferirmi a New York dalla nonna e abituarmi a questa nuova vita. Piu
in la Sophie mi spiegò tutto e passammo un giorno intero a
vedere filmati di noi quattro insieme, fotografie e a piangere. Fino a
quando non mi asciugai le lacrime, le presi una mano e le dissi "Nonna,
non voglio piu piangere. So che mamma e papà non sarebbero
felici. Loro mi dicevano sempre di sorridere e camminare a testa alta.
E se ci stessero guardando ora? Si arrabbierebbero."
E la nonna sorridendomi fiera mi disse " Pulcino mio hai perfettamente
ragione. Sai che facciamo allora. Ci facciamo belle e andiamo a fare
una passeggiata a Central Park. E ti dirò di piu, io ho una
voglia matta di gelato!"
"Sii. Corro a prepararmi." risposi euforica correndo verso camera mia,
ma arrivata a metà corridoio mi voltai e aggiunsi " Ah nonna, Ti
voglio bene." e corsi ad abbracciarla.
Fu al parco che incontrai Julia, ricordo di stare gettando del pane
alle anatre quando mi si avvicinò questo batuffolino di
pelliccia, coperta fino ai denti, e mi disse " Ciao io sono Julia,
anche tu vieni a dare da mangiare alle mie amiche anatre?"
E io le risposi "Ma le anatre non possono essere amiche! Non hai una vera amica?"
"No, sai a scuola mi prendono in giro perchè ho la pelle nera e
non ho i capelli biondi come tutte le altre e nessuna vuole giocare con
me allora io ho scelto di essere amica loro!" mi rispose triste
indicando le anatre.
Allora io di rimando le dissi " A me piace la tua pelle, sei speciale,
non sei uguale a tutti. Io ti voglio come amica! Vuoi diventare la mia
amica del cuore?"
Le si accese un sorriso che non potrò mai dimenticare e mi
abbraccio cosi forte che mi tolse il fiato per un istante, e cio
bastò a farmi capire che saremmo state inseparabili. E cosi fu.
Da quel giorno non ci separammo mai piu, facemmo tutto insieme,
contando sempre l'una sull'altra, difendendoci reciprocamente, e
amandoci come solo noi sapevamo fare. In un giorno qualunque di qualche
anno dopo, in una scuola ultra prestigiosa di Manhattan incontrammo
Dylan. Eravamo in mensa quando un bambino, di cui ricordo ancora il
nome, Tj Bentley mi passò vicino rovesciandomi il suo pranzo
addosso, e deridendomi con epiteti poco carini, scatenando
l'ilarità dell'intera mensa. Facevamo la seconda media. Ricordo
come fosse ieri quel momento. Quel ragazzino bellissimo, che tutte
volevano, migliore amico di Tj si alzò mi venne vicino e gli
disse " Deficente chiedile scusa!" e da lì cambiò tutto.
Non avrei mai creduto che mi difendesse e invece fu proprio cosi. Mi
aiutò, lasciò il suo amico, e mi protesse da quel giorno
in avanti da tutto e tutti. Infischiandosi degli sfottò, delle
male lingue. Continuò a starmi vicino e volermi bene. In lui
scopri una persona che mai avrei creduto. Era simpatico, buono, dolce,
gentile, per niente snob e freddo come sembrava. E ancora oggi lui
è una parte di me. Il fratello che non ho mai avuto, l'amico su
cui contare, che mi ha rimesso a letto dopo la mia prima (e ultima)
sbronza, colui che mi ha insegnato a guidare, che mi ha fatto scoprire
il gelato piu buono della città, che mi ha fatto vedere il suo
posto speciale, che mi ha preso per mano quando siamo arrivati alle
superiori, allegeriti, diciamo cosi. Quando avevo paura del mio nuovo
aspetto. Quello che mi ha fatta ridere e continua a farlo sempre.
Semplicemente Dylan. E come posso fare a meno di loro? Non sarei Ellen
Woldorf senza di loro.
CIARLATAIO:
Bene bene bene.. eccoci al momento della verità!
Ciao a tutti sono B. e questa è la mia prima storia pubblicata.
Elle è un po il mio alterego, questa storia parla di me, con un'ambientazione un po diversa.
Spero possiate apprezzarla e che se ci saranno critiche saranno costruttive e non distruttive.
Alla prossima.
Sempre vostra B.