Haymitch
Abernathy chiuse con forza lo sportello e grugnì.
Effie
aveva aiutato Katniss a preparare la festa di compleanno di Peeta, e
probabilmente aveva fatto in modo di far sparire qualsiasi traccia di
alcol in quella stramaledetta casa, e ora lui non poteva bere.
Quel
pomeriggio le aveva lasciato svuotare casa sua da qualsiasi genere di
bevanda alcolica, credendo che la sera si sarebbe potuto ubriacare
dai Mellark, e invece lei lo aveva preceduto.
-Zio
Haymitch- lo chiamò la bambina, scrutandolo con due grandi
occhi
azzurri.
-Non
sono tuo zio-ci tenne a precisare lui, stizzito.
-La
mamma dice che tu ti chiami zio Haymitch, e la mamma non mente mai-.
L'uomo
si fece scappare una risata ironica:-Ha passato anni a mentire, la
tua cara mammina!-.
Sapeva
che era sbagliato dirlo, ma da quando lui si faceva sfuggire
l'occasione di polemizzare?
Invecchiando
certamente non si migliora, figuriamoci se lui non si era inacidito,
dopo quello che aveva passato, e dopo tutto l'alcol bevuto
inutilmente per dimenticarselo.
Bevuto
inutilmente?
Doveva
ricordarsi di tapparsi le orecchie ogni volta che Effie si
avvicinava, o si sarebbe davvero convinto a smettere di bere.
La
bambina lo guardava riflettere, un po' imbronciata: la mamma non
mentiva mai, ne era certa, ma era meglio non innervosire zio Haymitch
dicendogli che era lui a mentire.
-Zio
Haymitch- ripeté, e il diretto interessato si costrinse a
rispondere, ovviamente non senza sbuffare:-Dimmi-.
Haymitch
Abernathy era stato il vincitore della cinquantesima edizione degli
Hunger Games, e una trappola la sapeva riconoscere: e gli occhioni
dolci della piccola erano decisamente un inganno.
-Mamma
ha detto di darmi il gelato, visto che ho finito di mangiare il
resto-affermò lei, con una voce fin troppo dolce.
L'uomo
si concesse un sorriso intenerito, mentre fingeva uno sguardo
severo:-Tutto quanto?-.
La
bambina parve esitare un attimo, temendo di essere stata scoperta,
poi si affrettò ad annuire convinta.
-La
mamma ti deve ancora insegnare a mentire per bene-la
rimproverò,
sempre col sorriso sulla bocca, poi si abbassò, allargando
le
braccia.
La
piccola si aggrappò al suo collo e lui la
sollevò, facendole aprire
il freezer.
-Se
ci scopre tua madre, siamo fottuti-le disse, mentre lei frugava tra
gli alimenti surgelati con le manine pallide.
La
bambina si fermò, reggendo il tanto agognato gelato, con lo
sguardo
perplesso.
-Cosa
significa fottuti?-.
Haymitch
si maledisse: ecco cosa succede ad essere sobri, Trinket.
-Finiti,
spacciati. Però è una brutta parola, non
ripeterla. Per l'amor del cielo, soprattutto non davanti a Effie o a
tuo padre-disse, riponendola con tutta la dovuta cortesia con i piedi
nuovamente per terra-Sono degli ipocriti perbenisti-.
Lei
sembrava ancora più confusa, mentre le goccioline di
ghiaccio sciolto iniziavano a grondavare dal contenitore del gelato.
-Cosa
significa ipocriti perbenisti?-.
-Altre
parole che non dovresti dire davanti ai tuoi genitori, dolcezza-.
La
piccola sembrava soddisfatta (lo era sempre, quando la chiamava
dolcezza), e con una mano lo accompagnò al tavolo, dove lo
costrinse a servirle il gelato.
La guerra contro Capitol City ha
certamente portato via molte vite umane, pensò
Haymitch, ma la
rifarei mille volte, se significa tenere questa bambina
lontana dagli Hunger Games.
Piccolo
omaggio all'epilogo dell'ultimo libro , con protagonisti Haymitch e la
figlia di Katniss e Peeta.
Non
so, mi è venuta in mente così e volevo scriverla.
Punto e stop.
Anche il povero
Haymitch ha bisogno di un po' di tenerezza, ogni tanto. :)
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