Bacchette Magiche
Titolo originale: 'Wands'
Autrice: Fuyumi
Traduzione di Lisa per Erika's Fanfiction Page
Hermione desiderò disperatamente essere corsa dalla parte
opposta quando vide Calì e Lavanda venirle incontro. Purtroppo, aveva pensato si
trattasse di una mossa ben al di sotto della dignità di una caposcuola, fuggire
in maniera così sfacciata da due compagne - sebbene le due fossero ben note per
essere le due più grandi pettegole della scuola.
Così, fu lo spirito di Grifondoro in Hermione che le impedì
di fuggire di fronte alla paura. E ne stava adesso pagando le conseguenze, in
quanto Calì e Lavanda avevano dato inizio ad un’animata conversazione
riguardante il loro argomento preferito: i ragazzi.
Tanto tempo fa; molto, molto tempo fa, le gemelle del gossip
avrebbero ignorato Hermione quando si veniva a trattare del loro argomento
preferito. L’avevano tormentata per qualche tempo dopo il ballo del ceppo,
chiedendole ogni due minuti come avesse fatto ad ottenere un appuntamento con
Viktor Krum. Dal canto suo, Hermione si era limitata ad ignorarle e le due, alla
fine, non avevano potuto far altro che gettare la spugna.
Certo, Hermione aveva sospettato che l’avessero fatto
solamente perché a partire dall’anno scolastico successivo fu chiaro a tutti che
non aveva più alcuna sorta di rapporto con Viktor. Era un ragazzo molto dolce ed
era stato un perfetto gentleman al ballo, ma non faceva proprio per lei. Fu un
sollievo per Hermione che lui avesse compreso il suo punto di vista e avesse
accettato il tutto con molta calma. E fu un sollievo ancora più grande che le
sue compagne, così come il resto della popolazione femminile di Hogwarts,
avessero smesso di farle domande.
Ma si trattò di un sollievo che ebbe vita breve. Quando
Hermione incominciò ad uscire con Harry durante il 6° anno, le domande erano
ritornate in quantità ancora maggiore di quando era uscita per pochi mesi con
Viktor. Era a dir poco stancante il fatto che ogni ragazza che conosceva - e
anche qualcuna che non aveva mai visto prima in vita sua - volesse sapere ogni
dettaglio personale su Harry Potter. Il classico: “boxer o slip” era la semplice
punta dell’iceberg.
Harry, però, ne era valso la pena. Hermione avrebbe
volentieri sopportato una quantità tre volte maggiore di domande indiscrete pur
di restargli accanto. Era pura estasi potersi svegliare ogni mattina e sapere
che lui sentiva gli stessi sentimenti che lei nutriva per lui. E ogni qualvolta
Hermione era sommersa dai pettegolezzi, il pensiero di lui era
sufficiente perché tutto fosse a posto.
Hermione fu riportata bruscamente alla realtà dalla mano di Calì, che le
veniva sventolata freneticamente davanti alla faccia.
“Gah!”, fu l’unica cosa riuscì ad esclamare prima di cadere
sgraziatamente all’indietro.
“Finalmente!” sbuffò Calì, irritata. “Ho cercato di attirare
la tua attenzione per ore.”
Hermione alzò gli occhi al cielo a quest’ultima affermazione.
Con “ore”, probabilmente Calì intendeva una decina di secondi.
“Allora, che cosa c’è?”
“Se tu avessi prestato attenzione, sapresti che stavamo
parlando di bacchette magiche.”
Calì scoppiò in una risatina sciocca e presto Lavanda si unì
a lei.
“Allora,” continuò, nonostante le risate “hai mai usato
quella di Harry?”
Questa dev’essere la domanda più strana che mi abbiano mai
fatto, pensò Hermione alzando ancora una volta gli occhi al cielo.
“Certo che l’ho fatto.” Rispose brevemente.
Questo fece sì che Calì e Lavanda scoppiassero ancora una
volta a ridere. Le due continuarono a ridere come due sciocche ancora per un
paio di minuti.
Hermione non riusciva veramente a capire che cosa ci
trovassero di così divertente.
“Oh, avanti, adesso,” disse. “E’ così sorprendente?
Considerando da quanto tempo lo conosco, che cosa vi aspettavate?”
Questo servì solo a peggiorare le risate delle due ragazze.
Dopo aver trascorso i successivi minuti aspettando che si riprendessero,
Hermione decise di averne abbastanza e fece per andarsene. Il suo tentativo di
fuga, tuttavia, convinse finalmente le due a calmarsi e il fuoco incrociato di
domande incominciò ancora prima che lei avesse il tempo di risedersi.
“Oh, non andare Hermione,” disse Lavanda “Eravamo solo un po’
sorprese che tu fossi così disponibile a parlare della sua bacchetta
magica.”
“Sì, sì, ci dispiace Hermione, resta. Stiamo ridendo solo
perché non avremmo mai pensato avresti ammesso qualcosa del genere. E poi,
abbiamo appena incominciato a chiacchierare, lo sai.”
Hermione sospirò e riprese il suo posto in poltrona.
Probabilmente, ora che erano riuscite ad estorcerle una risposta, l’avrebbero
ignorata ed eventualmente sarebbe riuscita a fuggire da lì senza che loro due la
notassero.
La speranza fu distrutta dalle parole che uscirono dalla
bocca di Lavanda non molto tempo dopo.
“Allora dicci, Hermione, quant’è lunga la bacchetta magica di
Harry?”
Hermione scoprì i propri occhi cercare il soffitto ancora una
volta a questa domanda: “28 cm, se proprio volete saperlo.”
Entrambe le bocche di Lavanda e Calì si spalancarono. “28
cm?” boccheggiò Calì. “Sei sicura?”
“Bè, non mi sono fermata per misurarla al momento, avendo
altre cose per la testa ma questo è quello che mi ha detto lui e a me sembra una
stima esatta.”
Hermione non riuscì a trattenere una smorfia alla vista delle
identiche espressioni di incredulità sui visi delle proprie compagne. “E poi,
credevo fosse di pubblico dominio dopotutto.”
“Bè, noi non l’avevamo mai sentito, vero Lavanda?” Lavanda
annuì e Calì continuò: “E quante volte l’hai usata?”
“Solo una volta. Insomma, non è qualcosa che faccio di
frequente. Perché dovrei?”
“Ma se è 28 cm…” gli occhi di Lavanda si annebbiarono al
pensiero.
“E che cosa c’entra la lunghezza? Cioè, quello che voglio
dire è che, certo, non è per niente difficile usarla nè crea problemi, ma ho cose
migliori da fare piuttosto che andare in giro a giocare con la bacchetta magica
di Harry. E poi, non crederete mica che le bacchette più lunghe siano più efficaci,
vero?”
“Oh, fidati di me, lo sono,” replicò Calì con convinzione.
“Le bacchette più corte non sono affatto soddisfacenti.”
Che strano modo di mettere la faccenda. Hermione era in
procinto di aprire la bocca per dire alle due che le bacchette magiche più corte
funzionavano bene al pari di quelle più lunghe quando improvvisamente capì a che
cosa si stessero riferendo esattamente.
La voce le si fermò in gola e poté sentire le proprie guance
tingersi di rosso.
“Scusatemi,” borbottò alzandosi in piedi. Scelse di gettare al
vento ogni rimasuglio di dignità rimastole e correre via dalla sala comune per
ritirarsi nella propria camera.
**
Harry alzò lo sguardo nel momento in cui Hermione entrò nella
stanza. Capì immediatamente che qualcosa non andava dal suo atteggiamento.
Alzandosi in piedi, la intercettò prima che lei potesse chiudersi a chiave nella
propria stanza e la strinse a sé.
“Che c’è che non va, amore?” le sussurrò in un orecchio.
“Oh, Harry!” Hermione nascose il viso contro il suo petto
“Non posso credere di essere così ottusa a volte.”
“Oh, amore, sono sicuro che non è vero.” Le accarezzò la
schiena con fare rassicurante.
“Tu non sai che cosa ho detto. Che idiota sono stata!”
“Raccontami cos’è successo. Sono sicuro che la situazione non
sia così tragica come la fai apparire.” Lei scosse la testa col viso ancora in
fiamme, così Harry manovrò entrambi in direzione del divano, dove si sedettero.
Continuò ad emettere piccoli suoni di incoraggiamento per calmarla mentre lei
appoggiava la testa alla sua spalla.
Poco dopo, sembrò recuperare abbastanza forza per parlare.
“Stavamo parlando di bacchette magiche - o meglio loro
stavano parlando di bacchette magiche e mi hanno chiesto della tua e … Oh Dio.
Non posso credere di non averlo capito prima.” Hermione portò le mani a coprirsi
il viso, ancora mortificata al pensiero della conversazione di poco prima.
Harry non riuscì a trattenere una piccola risatina.
Nonostante potesse testimoniare in prima persona che Hermione non fosse certo estranea ad attività
notturne, la sua ingenuità riguardo alla varia gamma di eufemismi in uso era
affascinante.
Curioso, chiese: “E allora, che cosa gli hai detto?”
“Bè, ho detto che, certo, l’avevo usata - insomma, ricordi
durante il primo anno, giusto? E poi mi hanno chiesto quanto fosse lunga la tua
e ho risposto 28 cm e … - Oh Dio, oh, Dio, oh Dio! Non posso credere di essere
stata così stupida!
“28 cm?” Harry sembrava compiaciuto. “Ti hanno creduto?”
“Oh, non lo so! Penso di sì, considerando la mia insistenza
ma sul serio … non mi importa. Davvero.”
Quindi Hermione capì il significato dietro alla domanda del
ragazzo e alzò la testa.
“E perché me lo chiede, signor Potter?” fissò il proprio
ragazzo con uno sguardo di ghiaccio.
“Bè, potrei fare furore tra le streghe qui ad Hogwarts se
quelle due ci credono e lo vanno a raccontare in giro.”
Un sorriso malizioso si disegnò sulle sue labbra.
“Harry!” Hermione scattò seduta e si allontanò da lui, le
mani strette a pugno. “E perché avresti bisogno di fare furore?” volle sapere,
accentuando ogni parola colpendo la sua spalla con i pugni.
Lui le afferrò la mani per fermarla e la trascinò sulle
proprie ginocchia. Le prese quindi il mento tra le mani e abbassò il viso in
modo tale che i loro nasi si toccassero.
“Stavo scherzando, amore. Sai perfettamente che l’unica
strega di cui ho bisogno è qui con me in questo momento.”
E con questo, la sua bocca accarezzò quella della ragazza ed
Hermione trascorse un bel po’ di tempo a giocare con la bacchetta magica di
Harry.
Fine
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