Déjà vu
Incredibile ma vero, negli ultimi due giorni sembrava che nessun super
cattivo avesse deciso di mettere fuori il muso di casa, probabilmente a
causa della pioggia torrenziale che sferzava New York. Questo, insieme
al fatto che Stark era rinchiuso in laboratorio e non aveva distrutto
niente, riusciva a rendere Nick Fury un uomo quasi rilassato.
L'uomo mise via un fascicolo su strani movimenti in Tasmania ed uscì
dall'ufficio, camminando tranquillo per la mansion, diretto verso la
fonte più vicina di caffè.
Si fermò giusto un paio di secondi ad ascoltare Spider Man e Cap
litigare su un videogioco, prima di proseguire verso la cucina.
Sorrise, osservando la testa bionda di Hawkeye muoversi a tempo con la
canzone che stava canticchiando tra sé e sé, impegnato a prepararsi da
mangiare.
Poggiò la tazzina ancora vuota sul ripiano affianco ai fornelli prima
di mettere le mani sui fianchi del proprio uomo, premendosi contro la
sua schiena, lanciando uno sguardo a cosa stesse preparando.
Clint sorrise, riconoscendolo, e si rilassò contro di lui.
"Hai fame?"
Nick aprì la bocca per rispondere ma d'improvviso si ritrovò ad
esitare, la sensazione che la scena che stava vivendo non era in realtà
che una copia di una situazione già vissuta. Piano dalla sua memoria
emerse quello che in effetti non era un ricordo, quanto un sogno che
aveva avuto tempo prima, di entrare in cucina e potersi appoggiare così
a Clint, quando lui ancora non era altro che L'Agente Barton, e in
un'intimità così ancora non poteva quasi nemmeno sperare. Nel sogno
Clint si rilassava contro di lui e gli parlava tranquillamente della
sua ultima missione.
Sospirò lievemente, ritornando al presente mentre il cecchino si
spostava in avanti, soffiando appena su un cucchiaio prima di voltarsi
appena, porgendolo a lui con un sorriso.
"Dimmi se ti piace."
Sorrise, assaggiando, stringendo la presa sui suoi fianchi. "Molto."
Il ragazzo rise leggermente, baciandolo sulle labbra prima di
riprendere ad occuparsi del cibo.
Nick sfregò appena la fronte contro la sua tempia, felice che la realtà
riuscisse a superare in bellezza persino i suoi sogni.
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