Non è esattamente la storia che pensavo di pubblicare come primo capitolo, ma spero vi piaccia. 

 Mi erano rimasti esattamente una decina di minuti prima di uscire da casa per recarmi a scuola, così senza pensarci due volte accesi il pc per poi entrare su twitter.
“Qualunque cosa succeda, ovunque tu sia, sono sempre al tuo fianco. Sarò per sempre una belieber. @justinbieber” 
Condivisi quello stato, e non molto dopo spensi il computer per poi prendere lo zaino e l'mp4 posato sul tavolo della cucina che si trovata esattamente davanti all'entrata.
“Ciao mamma, ci vediamo oggi.” dissi uscendo da casa, lasciando un leggero bacio sulla guancia a quella strana signora che avevo salutato cinque secondi prima aprendo bocca.
Scesi velocemente le scale e uscii dal palazzo che mi aveva ospitato per 13 anni, respirando l'aria che mi circondava a pieni polmoni.
Sembrava tutto così tranquillo.
Cominciai a camminare lentamente con la voce del ragazzo canadese nella testa, grazie a quel piccolo aggeggio che tenevo fra le mani.
La strada non era lunga, neanche cinque minuti e la mattina mi ritrovavo già davanti all'entrata della scuola, 
chiacchierando con i miei amici del più e del meno e di quei esami che avrei affrontato una ventina di giorni dopo.
Vidi velocemente l'orario sul cellulare, che segnava le otto meno cinque.
“Maledizione, sono in ritardo” pensai accelerando il passo di molto per non dover sentire poi le lamentere della mia profesoressa d'italiano, 
che reputandomi una ragazza modello, voleva che io dessi l'esempio ai miei compagni di classe, che al contrario mio, arrivavano alle otto e mezza.
Poi sentii uno scoppio, i miei ultimi battiti cardiaci, e quella frase che tanto amavo intonata dal mio idolo: 
      “When the sky is falling, I'll be standing right next to you.”