Questa notte è lunga e il frigo è vuoto

di Rostislav
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Mi ero sempre detto che mai e poi mai mi sarei messo a scrivere stronzate su un pezzo di carte. Avrei sempre voluto scrivere un epopea fantasy e assomigliare a tanti altri ragazzi con i capelli lunghi e tante magliette dei gruppi metal, ma purtroppo non scrivo più racconti di quel genere e i capelli stanno lasciando spazio alla testa lucida. Forse è un bene però, perché ora posso descrivere quelle emozioni che accompagnano quotidianamente me, te e forse qualcun altro.

Anche adesso, che ho fame e non ho niente da mangiare nel frigorifero cerco di scrivere qualcosa di decente, ma decente sicuramente non è. Un frigo vuoto è come un cuore a pezzi, non serve. Pensare che molti giovani vorrebbero vivere da soli, mi fa sorridere. Sorrido perché non sanno cosa significa fare soldi, guadagnare e spenderli solo per le necessita primarie. Una gioventù che non è cresciuta dalle donne, ma dalle false speranze. False speranze e poca voglia di mettersi in gioco. Proprio dietro alla mia scrivania io penso alla trama del mio secondo libro, a cosa potrò scrivere, che personaggi potrò usare, ma non mi viene niente in mente. No, ho tante idee nella mia mente, ma è un guazzabuglio infernale di sfumature, un puzzle immenso insomma.

Eccomi, al diciottesimo capitolo ormai con dei personaggi che si stanno rivelando per ciò che sono, militari mercenari. Sembra una sciocchezza, ma cosa non lo è? Qui ci sono solo io a comandare una task force e solo io potrò farli vivere o morire.  





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