Savin'me
Savin'me
Salve! Eccomi qua con un'originale :) Non è la prima che
scrivo ma è la prima che pubblico... Spero possa piacervi! I
personaggi sono miei... mentre la canzone è "Savin'me" dei
Nickelback! Vi consiglio di ascoltarla mantre leggete,
perchè la situazione mi è stata suggerita dalla
canzone!! Lasciatemi una recensioncina, mi raccomando!
***
Prison gates won't open up for me
On these hands and knees I'm
crawlin'
Oh, I reach for you
Le porte dell'ascensore si apriorono su un'atrio spoglio, col pavimento
coperto di moquette bianca. Si avvicinò alla porta marrone,
sulla parete di fronte a lui, e tirata fuori dalla tasca una grossa
chiave la girò nella toppa.
Diverse serrature scattarono. Quell'attico era più sicuro di
una prigione.
Chiuse gli occhi, le ciglia lunghe e scure che quasi toccavano gli
zigomi pallidi, ed entrò, spingendo con forza la pesante
porta
blindata, richiudendola poi alle sue spalle, senza preoccuparsi
più di
chiudere a chiave.
Il portachiavi d'acciaio lucido penzolava ancora sul lato esterno
dell'uscio, sbattendo contro il legno massiccio.
Well I'm terrified of these four
walls
These iron bars can't hold my
soul in
L'appartamento era un grosso attico, al centro del quale vi era il
piccolo atrio sul quale dava ascensore. L'arredamento era moderno,
elegante, curvilineo, lucido. Era perfetto e curato, come sui
cataloghi. Asettico, impersonale.
Quando le palpebre del giovane uomo si sollevarono sugli occhi
verdastri,questi vagarono sui divani e sulla mobilia del salotto,
dolcemente illuminato dalla luce aranciata e soffusa del tramonto,
proveniente da un'enorme vetrata, che sostituiva completamente una
delle quattro pareti.
Sulle labbra sottili dell'uomo si dipinse un sorriso accennato. Era
davvero una vista magnifica. Si avvicinò al vetro, vi
poggiò le mani e lo sentì tiepido, scaldato dai
raggi del
sole. Mosse le dita, quasi ad accarezzare quale tepore limpido e
perfettamente liscio.
All I need is you
Come
please I'm callin'
all
I scream for you
Hurry I'm fallin', I'm fallin'
Le prime volte che aveva guardato giù da quella finestra che
occupava tutto un lato dell'abitazione, gli erano venute le vertigini.
Era tremendamente in alto, all'ultimo piano di un palazzo e quel vetro
che arrivava fino al pavimento gli era sembrato estrememente fragile,
incapace di sostenere il peso del suo corpo. Si era sentito sull' orlo
di un precipizio, in procinto di cadere.
Ma ora, abituatosi, l'unica cosa che provava era il piacere per quella
vista. La città, illuminata dalla luce gialla e rossa, gli
edifici scuri dietro al quale tramontava il bianco disco solare.
Show
me what it's like
To be the last one standing
-Signore?-.
La voce della cameriera lo fece sobbalzare, sebbene non stesse pensando
a nulla.
-Vada, vada pure, non ho bisogno di niente- la congedò.
Sentì il rumore della porta chiudersi.... e così
era di
nuovo solo. Così come era solo alla dirigenza dell'Azienda,
attorniato solo da collaboratori pronti a sfruttare ogni suo passo
falso, così come era stato solo anche quado suo padre era
ancora
vivo.
And teach me wrong from right
Quell'uomo era stato duro nei suoi confronti. Infido, calcolatore,
un'uomo d'affari spietato. Non gli aveva insegnato nulla nella vita.
Aveva dovuto imparare da solo ad essere spietato, freddo, a sfruttare
le debolezze e gli errori altrui, degli amici e dei nemici. Aveva
imparato da solo ad essere un dirigente e un vero uomo d'affari.
Si era trasformato in una copia più giovane e addirittura
più algida del padre.
And I'll show you what I can be
And
say it for me
Say it to me
Ricevuta l'Azienda in eredità aveva subito messo a tacere le
voci che lo dipingevano come un bambino viziato, incapace e debole, con
mezzi leciti e illeciti. Aveva accettato tanti soldi quanti ne aveva
elargiti per comperarsi alleanze preziose.
Alla luce soffusa di poche lampade,nelle salette private dei ristoranti
più famosi si era incontrato con persone che un uomo normale
avrebbe definito "corrotte", o "poco raccompandabili", impartendo
ordini, i gomiti ben piantati sul tavolo, gli occhi pieni di fredda
furia e convinzione detro le leggere lenti degli occhiali da lettura.
And I'll live this life behind me
Say it if it's worth savin' me
Poggiò la fronte alla vetrata. Il tono della luce andava
virando
velocemente dal giallo al rosso, e nel cielo purpureo si poteva
scorgere anche qualche stella, bianca e palpitante.
Sotto di lui, nella strada semi deserta passò un'auto nera,
velocissima, i raggi del sole morente si riflettevano sui vetri,
facendola sembrare come una piccola stella, scesa in terra molti piani
più in basso, ma del tutto simile alle sue sorelle mille
miglia più in alto.
Chissà se ad andare così veloce si sentiva il
cuore
palpitare? Chissà se nelle vene, mischiata al sangue,
scorreva
anche l'adrenalina? ...Chissà se ci si sentiva liberi?
Heaves'gate won't open up for me
With those
brokens wings i'm fallin'
Regolò lo specchietto e guardò il suo riflesso.
Gli occhi
di un'antartico azzurro sottolineati di nero, i capelli biondi, fini,
le cui ciocche più lunghe gli cadevano sul collo, fino a
solleticargli le spalle. Con le dita dalle unghie lucenti si
spostò la lunga frangia sulla destra.
"Angioletto!" gli avevano rispetuto spesso, quand'era piccolo.
Ora era ancora un'angelo, bello, ma perverso. Un'angelo caduto, nero,
macchiato di peccati e con le ali spezzate.
And all I see is you
These city walls ain't got no
love for me
Questa folle corsa era forse il tentativo di spiccare di nuovo il volo?
Come fannoi bambini quando corrono per riuscire a far sollevare
l'acquilone, stava forse correndo per riuscire a sollevarsi, leggero,
inerte, verso il Paradiso?
No. Era una corsa per lenire il vuoto, il nero, che vedeva di fronte ai
suoi occhi. Per trovare uno scopo, per trovare e catturare una briciola
di felicità effimera in questa città dove non
aveva
affetti.
I'm on the ledge of the
eighteenth story
Premette un po' di più sull'acelleratore e svoltò
in una
strada che sapeva essere un lungo rettilineo. Bevve un sorsata da una
bottiglietta di plastica, riempita di un mix di sostanze alcoliche,
bibite energetiche e zuccerate. Un sorriso si dipinse
sulle labbra candide. La velocità gli provocava ebbrezza,
era
come stare sospeso nel vuoto, come camminare su un davanzale.
Per un po' era da solo, lui e basta, senza pensieri, senza colpe, senza
ricordi.
And all I scream for you
Come please I'm callin'
Quando i suoi genitori gli avevano regalato quell'auto sportiva non
l'avevano fatto di certo per compiacerlo. Avevano fatto come facevano
sempre quando volevano ottenere qualcosa da una persona. Prima avevano
cercato di spiegargli che era per il bene del business del padre, che
un giorno sarebbe stato suo. Poi l'avevano minacciato. E quando non
aveva ceduto erano passati alle lusinghe. Regali, telefonini e pc
nuovi, completi, l'impianto stereo e infine l'auto.
Le ruote stridettero, urlarono disperatamente, graffiando e segnando
l'asfalto grigio.
And all I need from you
Hurry I'm fallin', I'm fallin'
Il suo compito non era stato difficile, doveva solo entare nelle grazie
di un giovane che vedeva spesso e che a quanto parte era molto
importante. E intelligente.
Si era prestato una e una sola volta a fare lo sporco gioco del
partigno, aveva eseguito gli ordini, e non aveva guadagnato
nulla.
Anzi ci ci aveva solo perso. Aveva perso le dignità, il
rispetto
per se stesso, la sua allegria da ragazzino, il calore del suo
cuore che era ora freddo come il blu dei suoi occhi.
Show
me what it's like
To be the last one standing
Si appoggiò pesantemente al vetro solido, abbandonandosi,
come a
voler scaricare tutto il peso e le preoccupazioni che portava sulle
spalle ogni giorno, ma rifiutando cocciutamente di lasciarsi scivolare
in ginocchio, come invece il suo corpo stanco desiderava.
And teach me wrong from right
And I'll show you what I can be
Aveva ancora un sacco di lavoro da fare e per quella sera aveva un
meeting. Si staccò a fatica dalla parete, e si diresse in
bagno,
per farsi una doccia.
Slacciò la cintura e la lanciò sul
porta-asciugamani
dorato vicino al lavandino. Calciò via le scarpe di pelle, e
lasciò scivolare a terra i pantaloni grigi, subito seguiti
dalla
giacca abbinata. Le dita pallide afferrarono il nodo di seta bordeaux
della cravatta e lo allentarono fino a scioglierlo, per poi correre
veloci e slacciare i bottoni minuscoli, facendoli passare ognuno nella
sua asola bordata di filo di seta.
Con un fruscio anche quell'indumento, cadde, poco più in
là.
Qualche secondo, e anche la biancheria si ritrovò sul
pavimento, inutile e abbandonata.
Intanto l'acqua dei nove rubinetti della doccia colpiva il giovane
uomo, che cercava di rilassarsi il più che poteva, tra
sapone,
schiuma e bolle. L'acqua eccessivamente calda gli colpiva la pelle,
arrossandola, gli inzuppava i capelli castani, rendendoli quasi neri e
scendeva velocemente seguendo i contorni del suo corpo.
Sollevò la testa, sciaquando lo shampoo all'orchidea e
sentendo
la schiuma scivolargli lungo il collo, il solco accentuato tra le
scapole, la curva della schiena, i lombi, e giù sulle gambe,
fino a terra.
Qualche minuto dopo chiuse il rubinetto con un sospiro. Il relax era
finito, era ora di tornare ad essere l'Uomo d'Affari.
And say it for me
Say it to me
Si spruzzò l'olio d'argan sui capelli, e li
pettinò. Poi
si vestì, scegliendo un completo nero, con una cravatta
dello
stesso colore e una camicia rossa.
Era tutto molto scuro, però il rosso stava bene coi suoi
capelli, e il nero era elegante, perfetto per qualsiasi occasione.
Sembrava un po' meno un novellino e un po' più grande e
sicuro
di se.
L'apparenza in certi casi era tutto. Aspettando che i capelli ancora
zuppi si asciugassero tornò in salotto.
And I'll leave this life behind
me
Say it if it's worth saving me
Fuori era ormai notte, e tutte le luci, degli appartamenti e delle
insegne, erano state accese. Guardò i divani, bianchi e
morbidi,
che formavano un angolo in modo che chi vi sedeva desse le spalle alla
porta e che lui usava molto poco e si concesse di sedersi a riposare.
I suoi occhi verdini vagavano, persi nel vuoto, fissando i cuscini di
fianco a lui.
Hurry I'm fallin'
Aveva rinunciato a tanto per arrivare dov'era ora. Aveva passato
pomeriggi e serate in casa a studiare al posto che fuori al cinema o in
discoteca con gli amici. Aveva allontanato da se le persone a cui
teneva. Il suo atteggaimento non aveva permesso a nessuno di
avvicinarsi.
Anche quei pochi che avevano provato a volergli veramente bene... lui
li aveva cacciati, tutti. Nonostante sapesse che li avrebbe fatti
soffrire. Nonostate sapesse che avrebbe sofferto anche lui.
All
I need is you
Come please I'm callin'
A volte quando rimaneva così, senza impegni, a pensare, si
sentiva solo e sperduto Avrebbe voluto aver avuto un buon rapporto col
padre, che fosse stato più buono e gentile. Avrebbe
desiderato
qualcuno al suo fianco.
Avrebbe desiderato poter chiamare gli amici, organizzare una festa,
guaradre la tv con loro.
Avrebbe voluto essere un po' più morbido e umano.
And all I scream for you
Hurry I'm fallin', I'm fallin',
I'm crawlin
Però, se lo fosse stato, nel giro di pochi giorni sarebbe
stato
mangiato vivo da tutti quei pranha che lo circondavano. Si sarebbero
approfittati di lui, l'avrebbero fottuto come una puttanella. Qualsiasi
persona al suo fianco si sarebbe approfittata dei suoi soldi, della sua
posizione, della sua influenza e del suo affetto.
Ne aveva visti molti, di uomini, affondare così. Ne aveva
affondati tanti.
Show
me what it's like
To be the last one standing
Si alzò, con la testa che girava, ma fermo
nelle sue convinzioni. Non era mai stato debole, e non averbbe mai
potuto esserlo, se voleva essere un uomo sopra la media, un uomo di
successo!
La normalità.... non aveva mai fatto per
lui. fin da bambino sapeva di essere destinato a qualcosa di grande, ad
avere successo, ad essere ammirato e invidiato.
And
teach me wrong from right
And I'll show you what I can be
Sobbalzò ad un rumore improvviso. La porta che si apriva.
Che
fosse Miranda, la cameriera, che aveva dimenticato la borsetta? Meglio,
le avrebbe chiesto di portare il completo che aveva lasciato sul
pavimento del bagno in lavanderia e di riordinare un po'.
Però non udì la sua voce, il suo saluto
rispettoso e
quasi reverente, le sue scuse per averlo disturbato a quell'ora.
Leggermente spaventato e sorpreso, si voltò.
And
say it for me
Say it to me
-M...ma...- balbettò.
And I'll leave this life behind
me
Credeva che avrebbe rivisto quel viso solo occasionalmente in qualche
riunione o a qualche meeting! Credeva che si sarebbero scambiati solo
un gelido cenno di saluto, al massimo una stretta di mano, che
sarebbero stati come estranei. Credeva che avendolo trattato peggio di
un'insetto sgradito se lo fosse lasciato alle spalle per sempre.
Say it if it's worth savin' me
Invece era li, snello, alto, bello. Le gambe sottili fasciate da spessi
pantaloni neri, stretti, sopra una camicia nera elegante ma con le
maniche ampie e
appositamente strappate che lasciavano intravedere la pelle bianca dei
polsi e degli avambracci.
I capelli biondissimi, dorati come il grano, con la lunga frangia a
destra, e le punte più chiare che cadevano
liscissime a
sfiorare il colletto della camicia, creando un contrasto delizioso.
Fissò le labbra, leggermente rosa, disegnate come con un
pastello, le guance liscie e infantili,
gli occhi, blu come il cielo in una giornata di sole, contornati da
ciglia che parevano pagliuzze dorate, ricurve e lunghe, scelte una ad
una per completare l'opera.
Hurry I'm falling
Gli mancavano solo le ali nere e piumate, poi sarebbe stato un perfetto
angelo. Un angelo dalla bellezza che avrebbe apprezzato un esteta:
lasciva, quasi corrotta.
Un corpo androgino e snello, un viso grazioso da fanciullino innocente,
uno sguardo morbido, come di velluto, caldo, avvolgente, blu.
And say it for me
say it to me
L'uomo in giacca e cravatta preso di sorpresa non sapeva cosa dire. Una
sola parola uscì dalle sue labbra.
And I'll leave this life behind
me
Say
it if it's worth savin' me
-Michy?-.
***
Fine! Ditemi che vi pare.... lo so chè un po' stranina come
storia >.<
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