“Il mondo della
massoneria è sempre stato visto dall'esterno come unito e
compatto, una organizzazione segreta volta ad acquisire potere per
controllare meglio le persone. Ma come ben sappiamo, tutto ciò
non è niente di più falso. Infatti le logge massoniche
perseguono il fine ultimo della conoscienza, attraverso l'esoterismo
e la scienza. Noi, le logge, nei secoli siamo stati sfruttati dai
vari stati e, pur essendo osteggiati da tutti, grazie alle nostre
conoscienze abbiamo sempre dato un apporto sostanziale alla crescita
dell'umanità.”
Così scriveva il
libro per le reclute e per i primi gradi delle logge massoniche, un
libro che Nereo aveva letto molti anni prima, quando il padre lo
aveva avvicinato a quel mondo sconosciuto. A distanza di anni, pur
avendo conseguito gradi sempre maggiori, si chiedeva, come fosse
possibile dall'esterno credere che una associazione così
frammentata, come quella massonica, potesse apparire così
unita.
Il ragazzo, ormai
guardava con attenzione la nuova situazione greca. Aveva da sempre
amato la cultura ellenica e
credeva che se il popolo greco fosse governato dalla massoneria
teutonica, sarebbe potuto tornare allo splendore di un tempo.
Nereo amava il quieto vivere dei monti della Macedonia, però
quel mare limpido della Grecia lo aveva sempre affascinato. Amante
della tattica e delle strategie militari, si era da sempre paragonato
all'eroe Macedone per eccellenza: Alessandro il Grande. Come lui, era
biondo, con gli occhi marroni e un fisico snello, ma questa non era
la sola cosa che lo accumunava all'eroe macedone.
Nereo, infatti, era un
ragazzo che viveva in due mondi, uno cosmopolita, quello greco e uno
rurale, quello macedone. La maggior parte della sua vita si svolgeva
nella vibrante Atene, tuttavia era originario della Macedonia, dove
viveva assieme alla sua famiglia, in una delle aree più
povere, per quanto appartenesse al ceto medio-alto. Rimanendo
attratto da entrambi. Proprio per questo motivo, quando Julian, uno
dei suoi confratelli massonici, gli aveva affidato la missione di
infiltarsi nei movimenti anarchici di Atene, lui aveva accettato
subito. Era stato scelto proprio perché, per quanto Macedone,
somigliava alla madre, una greca del Peloponneso con i lineamenti
dolci e longilinei tipici dei greci di Patrasso. Ciò lo
renderva il candidato adatto, oltre al fatto che fosse un amico di
Julian, sopratutto perché questa missione non arrivava
direttamente dalle direttrici del mondo massonico, ma era una sorta
di operazione segreta e privata del suo confratello.
Nereo sapeva che quella
era una missione di fatto suicida. Se fosse stato scoperto, infatti,
gli anarchici avrebbero temuto un complotto globale contro di loro,
come loro uso fare, esagerando in modo catastrofico l'avvenimento e
vanificando ogni tentativo di Julian di fare un colpo di stato.
Tuttavia quest'ultimo sembrava fiducioso:
"Un giorno persino
gli anarchici capiranno che solo noi possiamo salvare la Grecia."
Nereo aveva sempre
ammirato lo spirito sognatore di Julian, sopratutto perché
fomentava quella voglia di azione e quell'impeto violento ed irruento
che proveniva dalla sua anima più profonda.
Iniziò a
frequentare collettivi vicini agli anarchici durante l'estate del
2011, ma con ben pochi risultati. Purtroppo lui era stato abbandonato
a se stesso e alla sua missione, a causa della crisi in europa, e dei
problemi tra Julian e una parte del mondo teutonico.
Per conoscere e venire in
contatto con il mondo anarchico doveva inanzitutto presentarsi ad una
riunione che parlasse di un tema a loro molto caro. Il ragazzò
trovò utile iniziare il suo viaggio in quel mondo
presentandosi ad un seminario sul capitalismo neoliberista che aveva,
a detta del volantino, piano piano esautorato la democrazia greca
rendendola lo zimbello degli stati europei. Non era una novità
che gli anarchici fossero convinti di un complotto tra massoneria e
lobby potentissime per il controllo del mondo, ma Nereo sapeva che il
quadro era molto, molto più complicato. La Grecia, da sempre
sotto l'orbita della massoneria templare inglese, non era riuscita,
dopo la cacciata dell'ultimo re Costantino XIII, ad avere una
politica nazionale forte tale da stabilizzare l'economia, e la
corruzione dilagante aveva favorito la dissoluzione dell'intero
patrimonio greco. Il risultato era sotto gli occhi di tutti: il primo
ministro Papandreou era di fatto privato di ogni potere, poichè,
anch'esso, invischiato nella corruzione. In questo modo le banche se
ne erano approfittate, a spesa dei poveri greci.
“Ma, come si sa,
la teoria del complotto persiste di epoca in epoca.”
citava, ancora una volta, il libro di iniziazione massonica.
Nereo si presentò
al seminario privo di voglia, sopratutto perché non era capace
di ascoltare attentamente qualcosa che non gli interessava
particolarmente, come la finanza. La stanza adibita al seminario era
molto grande rispetto a quello che credeva, ben cento metri quadrati,
riccamente adornata di bandiere, striscioni e slogan contro il
capitalismo spregiudicato delle multinazionali.
La sala era ricca di sedie
ed affollata. Il giovane massone sembrava aver trovato il luogo
giusto. Coloro che avrebbero dovuto parlare avrebbero offerto la
possibilità di un dibattito aperto sull'argomento, che Nereo
avrebbe potuto usare per darsi quella visibilità necessaria.
Uno degli organizzatore
del seminario iniziò:
“Il neoliberismo
porta come unico valore il trarre profitto da ogni cosa, senza
curarsi di niente e di nessuno. Sanità? Pensioni? Stipendi?
Questo non interessa al neoliberismo, tantomeno i diritti. Ai
neoliberisti interessa solo il profitto, che deve essere fatto a
spesa delle vite di interi popoli” e continuò “quindi
solo la rivoluzione può ridare al popolo il diritto di
autoregolarsi, impedendo che loschi uomini senza scrupoli contaminino
la società e la distruggano al loro interno!"
Nereo ascoltava davvero
poco. La sua mente vagava quando si parlava di finanza e tornava in
sé quando sentiva parole come “rivoluzione” o
“politica”. Per il resto non c'era molto spazio.
Dopo un'ora di seminario
venne il momento del dibattito, così gli organizzatori si
misero in cerchio, assieme a tutto l'auditorio.
“Il tema su cui
discuteremo oggi è: “come affrontare il neoliberismo
delle banche ed uscire dalla crisi” Sentenziò
l'organizzatore.
“Beh, secondo me”,
iniziò uno dei partecipanti “l'unico modo è
risvegliare le conoscienze delle persone attraverso internet e tutti
i media non controllati dai vari regimi e, il popolo, una volta
pronto, potrebbe riprendere in mano il proprio ruolo
democraticamente.”
“Tutto ciò è
indubbio, però dovremo farlo con un partito molto più
radicale. Dovremo ritrovare lo spirito di un tempo. Qui ci vuole il
marxismo! Guarda come siamo finiti con i socialisti di Papandreou,
che della sinistra avevano poco o nulla.” Aggiunse un'altro.
Nereo era così
interessato al dibattito politico che decise di fare la mossa
azzardata di intervenire:
“Scusatemi, ma
quello che ho sentito fino ad ora mi sembra una ricetta vecchia ed
obsoleta. Non possiamo riesumare ideologie vecchie di anni oppure
pensare di informare tutto il popolo, prima di agire. Chi si vuole
informare già lo fa. Ora dobbiamo farci sentire, solo così
chi non è interessato si interesserà.” Nereo era
rosso in volto dall'emozione, ma fiero, nonostante ciò che
aveva detto. Il concetto di popolo che non si interessa e di un'élite
che, invece, per amore della conoscienza si informa da solo era più
un concetto massonico che uno social-democratico. E questo fatto lo
poteva riscontrare negli sguardi attoniti e malcelatamente critici
del proprio auditorio.
Molti iniziarono a
definirlo avventato, altri si sentirono insultati, poiché
aveva criticato tutto ciò che era stato il marxismo e il
comunismo sino ad allora. “Qual'è allora la soluzione,
secondo te? La rivoluzione con quale fine? Dato che non ti interessa
se il popolo si informa?” Ironizzava uno.
“Dossiamo cambiare
proprio per renderlo più democratico, e tu credi che si possa
fare senza informare il popolo?” Sottolineò un'altro.
“Beh, ascoltate.”
Si levò una voce fuori dal coro. Era un ragazzo un po' più
grande di Nereo, di carnagione olivastra e che aveva un accento
tipico dei greco-turchi. “Io ho sentito solo quel ragazzo
proporre qualcosa di più rispetto a tutti voi. Certo, non ha
dato una soluzione netta, ma nelle sue parole si evince l'idea di una
rivoluzione o quanto meno un'azione popolare che faccia risollevare
le sorti del popolo greco, rendendoci un nemico tangibile per i
nostri governanti che non agirebbero più per i loro interessi,
ma per i nostri.”
“Secondo me siete
tutti fuori strada.” Aggiunse una ragazza visibilmente rodese,
non molto alta con degli occhi da falco che ne auspicavano il forte
carattere battagliero “Io faccio parte del partito socialista
greco, so che per per voi sembro quasi un'eretica, però non mi
riconosco nella leadership di quel corrotto di Papandreou. Ritengo
che una rivoluzione o qualsiasi cosa paventaste possa portare solo al
fallimento dei vostri ideali. ” La ragazza rimase in silenzio
alcuni secondi, si discostò la lunga frangia rossa dagli occhi
e continuò “Non sto a citarvi quello che ha portato la
rivoluzione russa, ma più semplicemente la rivoluzione
francese. Una volta fatta quella rivoluzione, tutto ciò che ne
era rimasto era una dittatura opressiva, che successivamente portò
alla presa del potere da parte di Napoleone. Volete che accada una
cosa simile?” L'auditorio rimase per un momento attonito. Solo
Nereo riuscì a ribatterle:
“Questa democrazia
è troppo corrotta ed influenzata dall'esterno. La democrazia
o, almeno, il concetto che ne hai tu ha fallito miseramente.”
Il ragazzo turco-greco
sorrise tra sé al sentire quelle parole: “Non puoi
salvare questo paese dall'interno del partito socialista”,
aggiunse il ragazzo “anche se ora hai delle buone idee verrai
corrotta pure tu!”
“Voi
anarchici di Exarchia credete che la vostra società idilliaca
ed utopica possa realizzarsi in tutta la Grecia vero?” La
ragazza scese su tutte le furie, il suo tono aveva un che di
sprezzante e le sue mani si stavano agitando vorticosamente come ad
enfatizzare ancora di più le sue parole. “ E'
impensabile applicare un modello così circoscritto come quello
di Exarchia all'intera Grecia. L'unica soluzione è un ritorno
alla politica.” A questo punto la ragazza si volse all'intero
auditorio, finora rimasto ad assistere lo spettacolo offerto dai tre
ragazzi “ Noi tutti dobbiamo far parte della politica del
nostro paese, non discostandoci da essa. La politica non è il
male, il male è l'antipolitica.”
“Bene”
Intervenne l'organizzatore.“Vedo che è un dibattito
molto attivo e dinamico, però, purtroppo, il tempo a nostra
disposizione è finito. Vi sollecito a tornare ad uno dei
prossimi incontri dalle tematiche più o meno simili. Sono
contento che ci sia ancora una così ampia e attiva
parecipazione.”
Nereo rimase
profondamente deluso dall'esito del dibattito. Sentiva crescere
dentro di sé un senso di rivincita nei confronti della ragazza
che di fatto lo aveva “sconfitto” dinnanzi a tutte le
persone presenti. Il massone non sapeva se l'avrebbe rivista, però
si rendeva conto che oltre alla sua sconfitta doveva pensare che lei
rappresentava anche un nemico politico; dato che difendeva l'ordine
costituito, fedele alla massoneria templare inglese. Lui e Julian,
infatti appartenevano alla massoneria teutonica di stampo francese,
secolare nemica di quella inglese.
Uscito dalla stanza Nereo
si stava avviando verso l'uscita quando il ragazzo che lo aveva
aiutato nella discussione gli si avvicinò “ Piacere, mi
chiamo Iskandar Venizelos.”- Si presentò il ragazzo.
Sorrise, e con modo pacato strinse la mano a Nereo “ Vedo nei
tuoi occhi che non vedi l'ora dire quattro parole a Syprenia.”
“ La socialista?” Chiese Nereo. “Sì, lei. E'
una delle maggiori osteggiatrici del movimento anarchico qua ad
Atene. Comunque non sono venuto per parlarti di lei.” Con la
mano indicò il palazzo del parlamento greco che distava non
più di un chilometro da dove erano loro. “ Nei prossimi
giorni c'è un'assemblea per discutere della prossima
manifestazione che si svolgerà nel centro di Atene, davanti il
parlamento.” Poi si volse verso Nereo “ Mi piacerebbe che
venissi. Se ti interessa è tra tre giorni. Ti vengo a prendere
qua, dato che l'assemblea si svolgerà ad Exarchia.”
Iskandar se ne andò senza dare il tempo a Nereo di rispondere.
Era confuso, nella sua testa si intrecciavano mille e mille pensieri.
Exarchia era il quartiere anarchico
di Atene. Erano stati gli anarchici più radicali a ribellarsi
alle autorità e ad occupare quel quartiere che era diventata,
di fatto, una comunità indipendente nella periferia di Atene.
Il ragazzo sapeva che quella era un'occasione irripetibile, ma
rappresentava anche una seria minaccia per la sua incolumità.
Il
gioco vale la candela pensò.
E con un sorriso raggiante si allontanò verso il suo
appartamento, vedendo estinguersi anche l'ultimo raggio di luce del
giorno. Se i piani di Julian si fossero realizzati, questo sarebbe
stato il crepuscolo del dominio templare in Grecia.
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