IN FONDO SONO SOLO DIO.

di MARK TLO
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Io me ce lo vedo così,

Dio.

Stanco, molto stanco,

così

tanto

da volersi prendere

una pausa.

 

E Dio chiuse tutto.

Pratica, preghiere,

richieste, miracoli,

tutto.

 

Aveva un posto dove

andare

quando tutto questo

diventava troppo,

persino per lui.

 

Quando quella massa

di capricciosi

infantili pretendeva

troppo, e cioè quasi sempre,

e lui

 

aveva bisogno di staccare

la spina,

si rinchiudeva nel suo giardino,

e guardava l'universo.

 

E non pensava, no,

lo faceva fin troppo e sempre,

lui ammirava.

Osservava l'universo e ciò

che aveva fatto,

 

si accendeva una sigaretta

e tirava un bel sospiro di sollievo.

 

Tanto nessuno lo saprà mai,

si diceva.

 

Non ci stava neanche a pensare

troppo su, sugli umani,

e su tutto.

Diceva sempre

  • gli uomini hanno fra le mani una

  • potenza superiore alla mia,

  • ma sono troppo stupidi per capirlo.

 

Chiedono a me qualsiasi cosa

come se io potessi

cambiare i loro destini,

ma in fondo io non posso

far nulla,

 

io sono solo un povero Dio.

 

Poi, la sigaretta finì,

e la smaterializzò.

Era contro l'inquinamento,

sai com'è, essendo Dio.

 

Rientrò in ufficio,

e fra catastrofi,

preghiere,

miracoli,

campionati di football,

diete,

malattie,

cure,

amore,

esami,

musica,

poesia,

destino,

male,

bene,

loro,

io,

non potè fare

a meno di socchiudere

un attimo gli occhi,

 

di pensare ai motivi

per cui continua a fare

ciò che sta facendo.

 

Poi si ricorda perché,

“Ah.. già.”dice.

E riprende le sue scartoffie.

 

Valli a capire tu,

questi esseri universali.





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