Le regole universali dell'ABC
posto questa pseudo-storia
perché ormai l'ho scritta e mi sembra addirittura decente e
anche perché un mio amico, che povera anima l'ha dovuta leggere,
mi ha consigliato di pubblicarla gusto per vedere le vostre reazioni in
merito a questa "follia cosmica" come l'ha definita lui. Non
sforzatevi a cercare un senso, non ce l'ha.
Le regole universali dell'ABC
-Allora per adesso quanti siamo?- chiese A meditabondo
-per adesso siamo solo io e te- rispose B tranquillo, non avevano mai avuto problemi di tempo
-non mi stupisce, siamo sempre i primi dopotutto- cominciando a giocare con l'anti-materia
Passò un altro attimo di infinità.
-Eccomi, ora spiegatemi il senso di questa cosa-
-C lo sai perché siamo qui non è la prima riunione...-rispose A paziente
-Mi riferivo ai nomi, per l'amor dell'infinito stavolta a chi toccava scegliere?-
-Se non mi sbaglio toccava ad H- borbottò B
-Quel tipo è un maledetto disadattato- sbottò C con disappunto
-Non essere così duro con lui, abbiamo deciso che ogni volta uno di noi avrebbe deciso i nomi- disse B conciliante
-Almeno erano dei nomi- rispose C sarcastico
-Non ci possiamo lamentare, durerà solo per questo ciclo-
A ovviamente non si era dato pena di rispondere ai commenti acidi di C,
infondo era sempre stato un brontolone e anche dopo infiniti cicli
sarebbe rimasto uguale, e poi erano solo nomi, si davano dei nomi
giusto per darsi una forma reale, loro erano, farsi chiamare in un modo
o nell'altro non era poi molto rilevante. Anche se in effetti avrebbe
voluto chiedere ad H da dove diavolo aveva tirato fuori quell'idea.
Questa non era di certo la prima vola che si sceglievano dei nomi
assurdi per le loro "riunioni" perché loro ogni tanto si
riunivano per beh...Per finire un ciclo e iniziarne un altro. Loro erano
e basta, non erano definibili in alcun modo e sicuramente non
avevano nomi, tuttavia avevano deciso che almeno durante le loro
riunioni si potevano permettere il vezzo di darsene uno e fingersi un
po umani, anche se chiunque avesse avuto la possibilità(bastava
riuscire ad entrare in un buco nero e sopravvivere) di assistere ai
loro incontri non li avrebbe trovati dissimili da un qualsiasi gruppo
di essere umani riuniti per decidere qualcosa: polemici, rumorosi e
ferocemente convinti di avere ognuno la ragione dalla sua parte. Per
metterla in termini prettamente umani, immaginate una riunione di
condominio, solo senza problemi come il tempo e lo spazio e con l'onere
di decidere il prossimo apocalisse o la nascita di una nuova nuova
forma di vita.
-A è arrivato Z-
-Bene, vediamo da cosa dobbiamo iniziare-
-Dai nomi, dannazione non è giusto, non voglio venire dopo M!-
-Non centra chi viene prima e chi dopo!-
-Oh fa silenzio Z! Perché mi devo chiamare Q?-
-Non capisco di che vi lamentate-
-H come diavolo ti è saltato in mente?!-
A per un attimo smise si ascoltare la discussione che, ci avrebbe
scommesso un intero ciclo, sarebbe presto sfociata in rissa, con
annessi lanci di atomi, ipotesi e insulti.
Se avesse avuto un corpo avrebbe scosso la testa con rassegnazione. Loro erano.
Non avevano forma, non avevano luogo, non avevano nemmeno tempo eppure
somigliavano terribilmente a quegli esseri concreti e mortali di cui
spesso decidevano le sorti. Doveva ammettere che c'era davvero una
strana ironia nelle regole dell'universo.
Deliri e spiegazioni dell'autrice
Bene siete arrivati fino a qui, buon segno. Metto qualche noticina,
così questo mia storiella nonsense ha almeno ragione di esistere.
- Queste entità, questi tizi fuori dal tempo e dallo spazio
che decidono tutto non sono divinità o similia, loro sono
più su, un po comi mattoncini per le costruzioni, loro non sono
mattoncini, loro sono quelli che fanno il progetto.
- I nomi di questi tizi, infiniti e bla bla bla sono ispirati alle
lettere dell'alfabeto, in pratica ogni volta uno di loro sceglie i nomi
di tutti e stavolta è toccato ad H che è un poco strano
di suo, C lo definisce un disadattato, e non a caso gli è
toccata l'unica lettera che nell'alfabeto italiano praticamente non ha
nomi che iniziano con essa. Vi spiego questa cosa perché nella
mia testa vi giuro che ha senso ma visto che voi non siete nella mia
mente e non seguite i miei voli pindarici potreste non collegare il
tutto.
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