Capitolo 3
Mad men & infusions. La conclusione di un'altra, lunga,
giornata.
Happiness.
- Fuku-cho,
lo richiamò con tono piatto Saito Hajime.
- Notizie di Souji?
ringhiò il vice-comandante, reprimendo un conato di vomito.
Decisamente, non reggeva l'alcol.
- Ancora nessuna,
rispose laconico.
- Posso fare un osservazione, fuku-cho?
Hijikata lo guardò distrattamente, poi annuì. In
fondo,
Saito era uno dei pochi membri della Shinsengumi ad avere ancora un po'
di sale in zucca - gli altri erano ormai una causa persa - quindi un
suo parere non poteva essere così dannoso per la sua
compromessa, forse per sempre, sanità mentale.
- Come avete fatto a non accorgervi di nulla?
Saito Hajime era una della poche persone serie e intelligenti all'
interno della squadra, questo era vero, ma sapeva essere franco e
schietto nei momenti meno opportuni.
Non rispose, non ne aveva la forza e, come se non bastasse, si sentiva
anche un po' frustrato. Da quando aveva un sonno
così pesante? Da quando non riusciva più ad
accorgersi
del nemico mentre dormiva? Una fitta di dolore alla testa lo fece
desistere dal porsi ulteriori quesiti.
- Basta con queste domande, Saito-san,
replicò in risposta Masa, impegnata nel suo lavoro di
guaritrice,
ovvero occuparsi di bagnare il fazzoletto che aveva poggiato
sulla
fronte di Hijikata nel tentativo di fargli passare il mal di testa.
Anche perché, a detta di Hijikata, la tisana di poco prima
non aveva fatto altro che peggiorare le cose.
- Piuttosto, può andare a preparare un altra tisana,
Saito-san?
Hijikata rivolse uno sguardo tagliente al suo sottoposto, nel
tentativo di fermarlo e di evitare la fine disastrosa di poco prima.
Non sapeva esattamente cosa ci fosse in quella tisana, ma era
fastidiosa e l'effetto non era dei migliori.
Il capitano ricambiò lo sguardo, intuendo una velata
minaccia e il problema che vi era dietro, quindi annuì.
- Torno subito,
disse semplicemente, prima di uscire dalla stanza.
La tisana avrebbe aspettato.
- Sano, sei sicuro che sia stata una buona idea lasciare Hijikata nelle
mani di Masa-san?
- No Shinpachi, non ne sono per niente sicuro, anzi! avrei dovuto
fermarla. Speriamo che Hijikata sia ancora vivo al nostro ritorno.
Sospirò.
- Perché quelle facce preoccupate? Masa-san è
brava, no?
domandò Heisuke, leggermente confuso.
- In cucina sicuramente,
commentò Shinpachi.
- Ma in medicina no, assolutamente no,
sospirò il capitano della decima unità.
- E' un vero disastro - continuò - mai farsi curare da lei.
Ogni
volta tira fuori rimedi strani che dice siano tramandati nella sua
famiglia da generazioni. Senza contare le tisane, quelle sono la sua
arma micidiale. Il bello è che lei non se ne rendo conto.
- Ricevuto, mai farsi male se c'è lei nelle vicinanze,
replicò Heisuke, preoccupato.
- Comunque, questa mattina Souji ha detto che sarebbe andato a
giocare con i bambini, voleva mostrargli le sue oikake-koma.
- E di solito i bambini si radunano davanti al tempio Nishihonganji.
- Quindi direi di andare lì,
concluse Heisuke sospirando.
- Sou-nii!
- Dimmi Ai-chan, qualcosa non va?
- Non riesco a far girare la trottola. Mi spieghi di nuovo come si fa?
Souji sospirò, divertito. La bambina era la più
piccola
del gruppo e, non sapeva bene perché, ma era particolarmente
affezionato a lei.
- Allora, prendila tra pollice e indice...
- Questo è l'indice?
- Brava, ora fai compiere mezzo giro alla trottola e poi... lasciala
andare! Visto?
La trottola aveva iniziato a girare, seguita poco dopo da quella di
Souji e da quella di Jou.
La bambina osservò estasiata le tre
koma colorate inseguirsi e, euforica, iniziò
a battere le
mani.
Okita, divertito, le scompigliò affettuosamente i
capelli.
- Sou-nii, porti le trottole anche domani?
chiese la bambina, speranzosa. Il ragazzo la osservò, poi
scoppiò a ridere.
- Ma certo che le porto anche domani, Ai-chan,
rispose prendendola in braccio e facendola volteggiare in aria,
proprio come una trottola.
Quando i tre arrivarono al tempio si trovarono davanti a una
scena che li lasciò increduli.
- Quello... è Souji?
domandò Heisuke, perplesso.
- A quanto pare...
In lontananza Souji faceva volteggiare in aria una bambina, ridendo,
circondato da molti altri bambini che attendevano il loro turno per
essere sollevati.
Davanti a quello spettacolo si chiesero se alla fine fosse
così necessario chiamare Souji e portarlo da Hijikata. In
fondo,
quei bambini avevano occhi solo per lui e anche il ragazzo sembrava
divertirsi un mondo. Non lo avevano mai visto ridere in quel modo
così spensierato.
Poi gli tornò alla mente Masa, impegnata a curare Hijikata.
I
tre rabbrividirono al solo pensiero. Il vice-comandante conosceva Masa,
ma non sapeva che la ragazza in quanto a cure era un disastro.
Sospirarono. In fondo, probabilmente il vice-comandante se n'era
accorto già dopo il primo infuso.
Quindi, impietositi dall'immagine di un Hijikata imbottito di
improbabili tisane, si avvicinarono.
- Ne, Souji!
Questa volta l'hai combinata grossa,
esordì Shinpachi, divertito.
- Ah, si è svegliato?
replicò euforico il ragazzo. Non vedeva l'ora di sapere la
reazione di Hijikata.
- Si, e ormai ha raggiunto la follia. Ha iniziato a ordinare seppuku a
chiunque gli passi davanti!
replicò Sano, leggermente irritato.
I bambini, sentendo quel tono accusatorio, si artigliarono ai vestiti
del capitano della prima unità, che dapprima li
osservò
sorpreso, poi scoppiò a ridere.
- Non trattare male Sou-nii, tu!
gridò Jou in un improvviso slancio di coraggio, che
stupì Souji.
- Si, lasciate stare Sou-nii!
replicarono gli altri in coro.
Okita scoppiò nuovamente a ridere, poi, mettendosi seduto
sugli
scalini del tempio, prese in braccio Ai-chan e iniziò a
spiegare.
- Vedete, quei due tipi grandi e grossi sono delle scimmie senza
cervello, mentre l'altro, il piccoletto, è anche lui una
scimmia, ma più piccola. Sono demoni in forma umana.
Le tre scimmie, al sentire quella spiegazione, rimasero
sconvolte.
- Però dovete stare tranquilli, non sono cattivi. Questa
mattina ho fatto uno scherzo a uno di loro e adesso
sono venuti a chiamarmi perchè devo
chiedere scusa.
A Jou salirono le lacrime, nel ricordare il suo incubo.
- Tranquillo Jou-chan, loro sono demoni buoni. Non faranno del
male a nessuno.
Il bambino annuì, asciugandosi gli occhi con la manica dello
yukata.
- Bene, adesso devo tornare a casa per scusarmi con loro e anche per
prepararmi per la ronda. Voi giocate ancora e state tranquilli, non
succederà niente.
Li osservò ad uno ad uno.
- Vi lascio le mie oikake-koma, così domani mattina
vedremo chi riuscirà a battermi.
I bambini urlarono un "si" euforico, poi presero le piccole trottole.
- Vi allenerete un po' per uno, facendo a turni, e a fine giornata tu,
Ai-chan - disse girandosi verso la bambina, che ancora teneva in
braccio - dovrai prenderle e conservarle fino a domani mattina. Le
affido a te, mi raccomando.
La bambina annuì, poi lo abbracciò.
Souji la fece scendere e dopo aver salutato tutti, Toshiro compreso, si
unì ai tre, che lo aspettavano impazienti.
- Demoni, eh?
commentò Shinpachi, piuttosto irritato.
- Bhè, siamo o non siamo uno squadrone di demoni - rispose
con
espressione divertita il ragazzo, poi aggiunse - piuttosto,
Hijikata-san
come sta?
I tre lo guardarono, scorgendo chiaramente nella sua espressione, nel
suo ghigno e nei suoi occhi il suo essere sadico.
Il ragazzo scoppiò a ridere. Era la sua solita risata
divertita
e apparentemente spensierata, ma dietro si nascondeva
chiaramente quel pizzico di perfidia che non guasta mai. Non
poterono far altro che sospirare, affranti, e sperare di trovare
un Hijikata ancora vivo al loro ritorno.
Masa si chiese se ci volesse così tanto per preparare una
tisana
o se, peggio, fosse successo qualcosa allo shinsengumi mentre la
preparava. Era molto che aspettava e Saito non era ancora tornato.
Chissà il povero Hijikata-dono come stava soffrendo.
Prese il fazzoletto e lo bagnò di nuovo con l'acqua fresca.
- Assorbite l'acqua come una spugna,
disse la ragazza, contrariata. Hijikata avrebbe voluto replicare,
ricordandole che quel fazzoletto serviva per rinfrescare la fronte
bollente e non per fargli assorbire l'acqua, ma alla fine una
constatazione del genere non avrebbe fatto altro che convincere
ulteriormente la ragazza di essere un medico provetto. Quindi, per la
sua incolumità, era meglio lasciarla parlare. Anche se dai
termini che usava da un ora a quella parte, sembrava lo stesse
trattando come una pianta morta.
- Temo mi dovrò allontanare un attimo, non vorrei fosse
successo qualcosa a Saito-san.
Il vice-comandante sbuffò divertito. Come se Saito potesse
avere
qualche problema a preparare una tisana. In realtà, come si
era
aspettato, l'uomo aveva intuito subito che quell'infuso era l'ultima
cosa che volesse bere, quindi si era dileguato senza lasciare traccia.
Sapere di avere un sottoposto così in gamba gli fece tirare
un
sospiro di sollievo. Stessa cosa non si poteva dire di altri tre
stupidi che non erano ancora stati in grado di trovare il quarto
stupido della situazione. Ringhiò, facendo sussultare Masa,
che nel frattempo si era alzata.
- Tornerò subito Hijikata-dono.
Anche in questo caso il vice-comandante avrebbe voluto replicare che
era meglio se non tornava proprio. Preferiva vederla inseguire Sano e
abbandonarlo lì, al suo mal di testa e hai conati di vomito.
A
lui avrebbe pensato Gen-san che sicuramente, oltre a cucinare bene,
aveva anche una certa esperienza con le ferite, i mal di testa e tutto
il resto.
La sentì aprire la fusuma. La sentì sussultare. E
sentì anche una voce fin troppo familiare, quella di
Gen-san,
che si scusava per averla spaventata. Pregò vivamente che
l'uomo
si offrisse volontario almeno per preparargli un té decente
e,
oltre ogni aspettativa, così fu. Che gli avesse letto nel
pensiero? Diciamo che più probabilmente la sua faccia
sofferente
doveva aver lasciato intendere tante cose. Che vergogna, lui, il
vice-comandante della Shinsengumi, ridotto in quello stato.
- No, non si preoccupi Inoue-san, la ringrazio,
sorrise sincera.
- Insisto per preparare io la tisana, così che lei possa
rimanere qui a controllare il vice-comandante. Sarà
già
molto affaticata, Masa-san.
- No, mi devo sdebitare in qualche modo. Questa mattina ho procurato
non pochi fastidi a Hijikata-dono venendo qui, e mi sento in dovere di
aiutarlo.
- Non è colpa sua, Masa-san, ma del mio allievo che non
è stato in grado di valutare tutti i rischi.
Tani Sanjuro? Perfetto, forse lui sarebbe riuscito a fermarla con i
suoi discorsi articolati e incomprensibili.
- No, Sano non ha colpe, Sanjuro-san - commentò il capitano
della sesta unità - piuttosto la colpa va a Souji, che ha
ubriacato nel sonno Hijikata-san.
Perfetto, e così lo sapevano tutti. Hijikata si chiese da
che
parte si stesse schierando Gen-san. Avrebbe voluto dirgli di lasciar
parlare Tani, ma a quanto pareva questa volta la lettura del pensiero
non aveva funzionato.
- In ogni caso, Masa-san, lei non ha colpe. Sta già facendo
tanto, quindi lasci preparare a noi la tisana,
concluse il capitano della settima unità. Hijikata
sospirò, sollevato.
- Va bene Tani-san, Inoue-san, vi ringrazio. Ecco, queste sono delle
erbe particolari che porto sempre con me, perchè possono
tornare
utili. Ne avevo date un po' a Saito-san, ma temo sia successo qualcosa.
Usatele come infuso.
I due capitani annuirono.
Gen-san intercettò lo sguardo sofferente del vice-comandante
e,
come Saito prima di lui, intuì il pericolo. D'altronde si
conoscevano da una vita. Per quanto riguardava Hajime, invece, si
trattava solo di affinità.
- Torniamo subito,
disse Tani Sanjuro, aprendo la fusuma.
Sano gli aveva raccontato una volta, di sfuggita, parlandogli di Masa,
di come fosse bravissima in cucina, ma tirasse spesso fuori dei rimedi
strani per curare. Quindi, appena aveva sentito parlare di tisana,
aveva subito intuito la gravità della situazione e aveva
tentato
di dissuaderla.
Per questo non si stupì troppo quando, una volta usciti,
Gen-san
si diresse dalla parte opposta a quella dove si trovava la cucina.
- Speriamo che Hijikata-san sopravviva,
mormorò, affiancandosi a Inoue.
- Speriamo davvero,
rispose l'altro.
- Souji, fossi in te mi preparerei spiritualmente al seppuku.
Hijikata-san questa volta non te la farà passare liscia.
- Ne,
Sano, questo suggerimento dovresti darlo proprio a Hijikata-san, che si
trova nelle mani di Masa-san,
constatò.
Shinpachi e Heisuke scoppiarono a ridere, seguiti poi dalla risata
sguaiata di Souji.
- Si, ma ora basta offenderla in quel modo!
- Hai ragione, scusa - rispose il capitano della seconda
unità,
divertito - e poi, non sarà brava con le medicine, ma
sicuramente in cucina è fantastica. Ah, Sano, sei proprio
fortuna...
Una vocina tagliente non gli fece concludere la frase e l'immagine di
una Kotsune addolorata con una mannaia in mano lo spaventò.
- K-Kotsune-chan...
mormorò terrorizzato. Sano si fece scappare una risatina.
- A essere sincero, sono un po' preoccupato per Hijikata-san, per la
sua salute mentale,
osservò Heisuke, pensieroso.
Persi nelle loro elocubrazioni mentali, Souji con un ghigno stampato in
faccia, arrivarono al tonsho.
- Strano che non siano ancora tornati con l'infuso. E' un vero peccato
Hijikata-dono, se fosse arrivato prima ora stareste già
meglio.
Il vice-comandante, con quel briciolo di pazienza rimasta,
cercò
gentilmente di cambiare discorso. Capiva perfettamente le buone
intenzioni di Masa, ma non avrebbe retto ancora per molto.
- Mi sentirei sicuramente meglio con Souji qui e io con la katana in
mano che sto per...
- Saranno qui a breve,
lo fermò la ragazza, spaventata dal tono con il quale l'uomo
aveva ripreso spirito.
- Toshi!
La fusuma si spalancò e per qualche secondo il
vice-comandante,
esasperato, ebbe il terrore di ritrovarsi davanti un Gen-san sorridente
con la tisana in mano.
- Toshi, come stai?
chiese Kondo Isami entrando veloce, preoccupato.
- Oh, buongiorno Kondo-sama. Mi scusi, so che non dovrei trovarmi qui.
- Buongiorno Masa-san, nessun problema davvero. Anzi, ho
sentito che si sta prendendo cura lei di Toshi. La ringrazio.
La ragazza, imbarazzata, si alzò veloce, chinandosi
profondamente.
- Non sto facendo molto...
- No, no, se Toshi si sta riprendendo è solo grazie a lei.
L'occhiataccia che il suddetto Toshi lanciò al comandante
fece
scappare una risata divertita, difficilmente trattenuta, a Suzuki
Mikisaburo, in piedi vicino a Kondo.
Hijikata digrignò i denti.
Lui
si stava riprendendo? Perchè Kondo-san era sempre
così dannatamente ingenuo? Aveva per caso la faccia di uno
che
si stava riprendendo? Più che altro la sua era la faccia di
uno
che stava per morire.
- Ho saputo da Gen-san cosa ha combinato Souji. Questa volta mi
sentirà!
affermò, imperioso. Mikisaburo si lisciò i
baffetti, incuriosito.
- Mi scusi Masa-san, cosa sta dando a fukucho per farlo riprendere?
- Ah, gli ho fatto bere una tisana con delle erbe mediche che
la mia famiglia si tramanda di generazione in generazione.
- Ottimo rimedio, le tisane sono sempre la cosa migliore in questi casi,
fu il commento di Kondo.
Tale frase, detta in modo così poco accorto, non
potè far
altro che distruggere l'ultimo briciolo di pazienza di Hijikata Toshizo.
- Kondo-san! Ti sembra che io stia bene?
replicò, nero di rabbia.
- In effetti no, hai ragione. Masa-san, forse un altra tisana
potrebbe...
constatò, serio in volto.
La ragazza annuì.
- A dir la verità, avevo chiesto a Saito-san di preparla, ma
non
è tornato. E dopo ho chiesto anche a Inoue-san e Tani-san,
ma
anche loro sono spariti.
- Capisco, ci penserò io personalmente,
concluse Kondo, prendendo la bustina con le erbe che la ragazza gli
porgeva.
Hijikata, occhi ormai imploranti, piantò lo sguardo in
quello di Suzuki Mikisaburo, che capì al volo.
- Ma no Kondo-san, ci penso io, lei resti qui con
Hijikata-san,
tentò il capitano.
- Nessun problema Mikisaburo-san, la preparo io.
- In ogni caso la accompagno,
concluse, notando lo sguardo omicida che Hijikata stava lanciando a
tutti e tre.
- Grazie Kondo-sama, siete davvero gentile.
- Oh, si figuri Masa-san, per così poco.
Hijikata, dopo aver provato inutilmente a tirarsi su, ricadde con la
schiena sul futon, colpito da un altro cerchio alla testa. Tutti i
capitani conoscevano Masa-san e tutti sapevano che la ragazza
era
brava in cucina. Ma non tutti erano a conoscenza delle sue proverbiali
e micidiali tisane. Micidiali nel senso negativo del termine
chiaramente. A dir la verità, anche lui fino a quella
mattina ne
era all'oscuro e ora l'unico rimasto era Kondo che, anzi, si
prodigava nel dare una mano alla ragazza.
Lo osservò uscire dalla stanza, con la bustina di erbe in
mano. Decisamente, quella roba era pericolosa.
- Vedrete Hijikata-dono, vi sentirete sicuramente meglio appena bevuta
la tisana.
Il vice-comandante sospirò, chiudendo gli occhi. Il seppuku.
Seppuku, seppuku, seppuku. Per lui ovviamente. Ma prima avrebbe fatto
da kaishaku
a Souji.
Quando Kondo Isami tornò con la tazza di tisana fumante in
mano,
Hijikata divenne bianco e un nuovo conato di vomito, questa volta
dovuto all'odore nauseabondo dell' infuso, lo colse.
Suzuki Mikisaburo si avvicinò al futon, sedendosi vicino a
lui.
- Mi dispiace Hijikata-san, io ci ho provato.
Il vice-comandante annuì. Vide Masa avvicinarsi e chiuse gli
occhi, pregando per la sua reincaranzione futura,
affinchè
non subisse lo stesso supplizio a cui era stato sottoposto lui.
Sicuramente, l'aver resistito così tanto avrebbe influito
positivamente. Questo, almeno in parte, lo consolò.
La ragazza lo aiutò a tirarsi su e la tazza
fumante si avvicinò pericolosamente alla sua bocca.
- Con questa vi sentirete subito meglio.
Hijikata avrebbe voluto replicare che no, non si sentiva affatto
meglio, anzi, la situazione era peggiorata, ma con la testa che ancora
girava, non ebbe nemmeno la forza di rispondere.
- Masa-chan!
Una voce fermò la mano della ragazza a pochi centimetri
dalle
labbra del vice-comandante, che, sollevato, si lasciò andare
sul
cuscino con un sospiro.
- Sano! Avete trovato Okita-san?
chiese, preoccupata per la salute del ragazzo nel momento in cui
sarebbe finito tra le grinfie di Hijikata.
- Eccomi qui Masa-san - disse divertito il ragazzo in questione,
spuntando fuori da dietro la fusuma - come va, Hijikata-san? Vi sentite
meglio?
Hijikata aprì di scatto gli occhi, vedendo Amaterasu che
sorrideva dopo aver esaudito il suo desiderio. Da quel giorno avrebbe
iniziato seriamente a venerare i Kami.
- Souji...
mormorò.
Il capitano incautamente si avvicinò al futon, sedendosi
sorridente vicino al vice-comandante.
- Souji...
lo chiamò Hijikata.
- Hmmm?
sorrise il ragazzo.
- Okita-san, forse è meglio se si allontana,
suggerì Masa, allontanandosi lei stessa. Ugualmente fece
Suzuki
Mikisaburo, intuendo il pericolo. Il ragazzo
scoppiò in una
risata di gusto, posando la mano sulla katana, sotto lo sguardo severo
di Kondo. Nonostante avesse un sorriso tranquillo e spensierato
stampato in faccia, sentì comunque la necessità
di
tenersi pronto a ogni evenienza. Perchè, riuscì
ad
ammetterlo anche a se stesso, questa volta l'aveva combinata davvero
grossa.
Però, indubbiamente, si stava divertendo un mondo.
Il vice-comandante, con grande sorpresa di tutti, afferrò la
sua katana, alzandosi.
Stessa cosa fece il capitano della prima unità, che strinse
la presa sull'elsa e si allontanò di un passo.
- Hijikata-san, non vi sforzate troppo.
Quella fu la goccia che fece trabboccare il vaso.
Souji scattò indietro, schivando la lama della spada che
veloce Hijikata aveva sfoderato. Schivò un altro colpo,
portandosi sempre più verso la veranda. Kondo
cercò
di fermarli, ma, mosso un passo, venne bloccato da un Hijikata urlante
e furioso. La sua leggendaria compostezza era scomparsa.
- Che nessuno si intrometta...
Un ringhio sommesso fece desistere chiunque dall' intervenire. Non che
poi ne avessero così tanta voglia. In fondo, lo spettacolo
era
piuttosto divertente.
Masa, più sconvolta che spaventata, si avvicinò a
Sano, che le mise un braccio intorno alle spalle.
- Tranquilla, non lo ucciderà. Gli vuole troppo bene per
ucciderlo.
- E poi - aggiunse San'nan, sopraggiunto dopo aver sentito le urla,
nonostante avesse una vaga idea del motivo - non è
così
semplice uccidere Okita Souji.
- San'nan-san...
Masa avrebbe voluto chiedergli se ne fosse così certo, ma il
sorriso rassicurante che l'uomo gli rivolse la fece desistere. In
fondo, poteva anche essere vero che Hijikata un po' di affetto lo
provava nei confronti di Okita, che, in effetti, era famoso per la sua
bravura con la spada. Si disse che anche da parte di quest'ultimo un
po' di affetto doveva esserci, se si premurava sempre di dare fastidio
proprio al vice-comandante.
Osservando la scena da quel punto di vista la trovò
spensierata, quasi all'ordine del giorno e, come tutti, si fece
scappare una risata di cuore.
Nel frattempo Souji, con espressione seria e al contempo divertita, era
arrivato nel giardino dove, sotto lo sguardo sconvolto di alcuni
soldati, schivava i colpi di un Hijikata che aveva ormai perso la sua
proverbiale lucidità. Il vice-comandante demoniaco
sembrava un demone nel vero senso della parola, confermando il
suo
soprannome.
- Okita Souji... ti distruggo...
- Non oggi, Hijikata-san, non oggi...
replicò con un ghigno divertito il capitano della prima
unità.
***
Kotsune si rigirò la lettera tra le mani. Le era stata
consegnata da O'Sumi-chan a cui, da quanto aveva capito, era stata
consegnata a sua volta da un venditore di medicine.
Non lesse subito
il contenuto,
troppo impegnata a rimuginare sulla sera
prima. Era rimasta piuttosto delusa dal fatto che Shinpachi
non fosse venuto, impaziente com'era di rivederlo. Invece
quell' uomo
tutti
muscoli e niente cervello non si era presentato. Niente cervello...
scoppiò in una risatina divertita. Diciamo che un cervello
ce
l'aveva, anche piuttosto brillante, ma ogni tanto dimenticava di
usarlo.
Le tornò il buon'umore e curiosa lesse il biglietto.
Cara Kotsune-chan,
ti mando questo messaggio tramite Yamazaki - che non condivide
più di tanto l'idea. Ieri sera non sono riuscito a venire
al Kame'ya, ti chiedo scusa. Hijikata mi ha beccato
mentre uscivo dal Tonsho. Era arrabbiato, probabilmente per
qualcos'altro - penso c'entri Okiku - e non mi ha dato nemmeno
il tempo di spiegare per bene.
In ogni caso, oggi è stata una giornata particolare e voglio
concluderla in bellezza, venendo a trovarti.
Souji ha ubriacato Hijikata nel sonno, quindi ti lascio immaginare in
che condizioni si trovasse appena alzato. Ha iniziato a ordinare
seppuku a chiunque, anche a me, Heisuke, Sano, e Masa -
perchè
si, c'era Masa. Sano aveva pensato che non ci fossero troppi problemi
se veniva la mattina presto, quindi l'aveva
invitata. Non aveva
valutato il pericolo Souji.
E poi, Masa si è offerta di aiutare Hijikata a riprendersi e
sai che in quanto a cure è un disastro. Ma ti spiegherò
meglio questa sera.
Tanto Hijikata fa fatica a reggersi in
piedi e se il gatto non c'è, i topi ballano.
Ti amo
Shinpachi
Fine.
Note
cap. 3:
Kaishaku:
Assistente
nel seppuku. Taglia la testa a colui che compie il suicidio
rituale per accellerare la morte e non farlo soffrire troppo.
Solitamente si tratta di un conoscente, un parente, un amico, insomma,
una persona a lui vicina.
Note
recenti e non:
Recenti e non perchè sono spezzoni di note appuntate qua e
là. Oh miei dei...
Beh,
la ff non ha avuto il successo sperato, però alla fine la cosa davvero importante
è
che chi l'ha letta sia rimasto soddisfatto. XD
Ringrazio di cuore Shinkutsuki per aver
recensito il secondo capitolo, Brilly_nya per aver
aggiunto la ff alle seguite e ancora Chandrajak per aver recensito il
primo capitolo e aver aggiunto la storia alle preferite. :)
Francamente non so che
dire, non mi viene in mente niente. Una volta
che hai sproloquiato nei due capitoli precedenti non sai proprio cosa
scrivere.
E niente, la fanfiction finisce qui. Spero vivamente, veramente tanto,
che vi sia piaciuta e ringrazio tutti in generale, soprattutto chi
è arrivato fin quaggiù.
Ultima citazione storica:
"E poi...
Shinpachi che chiama Kotsune, Kotsune-chan, dovevo
assolutamente scriverlo!"
Alla prossima! ;)
saku
|