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Elusive.
L'orologio scandiva i secondi che gli rimanevano, nello specchio
danzavano spettri senza nome.
Kira. Un incubo, un'ombra, un'idea. Niente forma nè
sostanza,
solo un'oscurità capace di assalirlo con prepotente
superbia. Le sue pupille lo riflettevano da troppo tempo.
Kira era tutto ciò che L sfidava ogni giorno della sua vita.
Paura, morte, paura della morte. Morte senza perchè, morte
che
scorre sul volto come pioggia, morte che inghiotte rapida come fiamme.
Kira era tutto ciò che L aveva sempre desiderato dalla sua
vita.
Una sfida senza precedenti, vite ed anime tessute in una ragnatela
dalla trama impossibile quanto indistricabile.
Kira era la sua vita. Terrore, distruzione, perdita e rischio, un
veleno micidiale che il destino -o forse la sua filosofia- lo spingeva
a sorseggiare per sopravvivere e fare sopravvivere, in questo mondo
così giusto e così sbagliato in ogni suo
dettaglio.
L odiava Kira perchè avrebbe distrutto il suo infrangibile
piedistallo, in cui aveva sempre confidato per proseguire la sua strada
-la giustizia, alleata volubile, ma che ora sembrava non bastare per
garantirgli la vittoria.
L amava Kira perchè era capace di tirare fuori il meglio di
lui,
di spingerlo fino a limiti della sua mente a cui non aveva mai avuto
accesso. Perchè gli permetteva di scoprire una psicologia
così contorta e malata da somigliare alla sua.
L, Kira, L, Kira. Due facce di una medaglia maledetta, destinate a non
incontrarsi mai.
Sapeva quanto rischiava, per la prima volta. Kira abbatteva
noncurante le sue difese, le sue certezze, nascondendo le migliori
carte di cui disponeva senza svelarle. Era inafferrabile. Ma anche L:
non potevano esistere, nello stesso mondo, due persone inafferrabili.
Inevitabilmente, uno sarebbe stato eliminato
da quella partita senza gatto nè topo.
Sapeva che la sfida sarebbe stata chiusa soltanto quando uno dei due
cuori in bilico avesse cessato i suoi battiti, con un sospiro.
Sapeva di stare dalla parte giusta, ma questo non aveva più
importanza.
Non avrebbe vinto il più giusto ma il più sleale,
il
più capace nel tendere trappole e cospirare inganni, il
giocatore più abile, il bugiardo più astuto. La
mente
più rapida, più lungimirante -più
oscura, forse.
L, tormentando senza pace l'unghia spezzata del pollice, si chiese se
avesse finito per perdersi nel buio di quella follia.
L'orologio scandiva i secondi che gli rimanevano, lo specchio
rifletteva Light sussurrare il suo nome.
Note dell'Autrice: No, non mi soddisfa pienamente. Non mi sembra ancora
un quadro abbastanza fedele. u.u
Ma non vedevo l'ora di scrivere qualcosetta su L, perchè...
beh, non credo ci sia bisogno di spiegazioni. Ma è
terribilmente difficile da capire -e da rendere! Che frustrazione.
Se per caso risultasse OOC, chiedo perdono mille volte: è
una delle cose che odio di più al mondo.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, grazie per avere letto fin qui!
^-^
Lucy
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