Ciao!!!
Questa
cosina fluffosa e magari banale, è dedicata a tutti i
Gleeks, ma in
particolar modo a Medea00 e Lievebrezza, che io adoro!! Ragazze
questa è un piccolo regalino per voi, per festeggiare (??)
la fine
della MERAVIGLIOSA ff “Come un headshot al cuore”
di Medea00
(oddio no, non ci credo che sia finita ç__ç) e la
laurea di LieveB
(congratulazioni ^.^).
Ovviamente
non è nemmeno lontanamente all'altezza dei vostri
capolavori, spero
però che vi piaccia anche se piena di zucchero, tanto da
star
male!!!
L'idea
nasce da due prompt della scorsa settimana del gruppo “the
gleeky
cauldron” ---> writing + marriage (che io ho fatto
diventare
proposal, scusate =P).
I
HAVEN'T THE COURAGE TO TELL YOU
Mi
svegliai per la troppa sete.
L'avevo
detto io che la maxi pizza con peperoni salsiccia e doppio formaggio
era eccessiva per una semplice cenetta davanti alla televisione.
Blaine
come al solito non aveva sentito ragioni e mi aveva impedito di
mangiare l'insalata che ovviamente avevo preparato solo per me,
“amore per una volta puoi anche fare uno strappo alla
regola”,
così aveva detto quel pozzo senza fondo del mio fidanzato;
peccato
che questo famoso strappo alla regola accadeva troppo spesso da
quando Blaine aveva cominciato a girarmi intorno come una cagnolino
mentre preparavo la cena.
Mi
girai su un fianco guardandolo russare piano vicino a me e sorrisi
intenerito ripensando alla sequenza di immagini che mi affiorarono
alla mente; una sera si e una no Blaine mi raggiungeva ai fornelli,
incuriosito, assaggiava con un dito le pietanze nelle pentole e,
quando non si scottava, pretendeva che assaggiassi anche io.
Non
prendeva una forchetta o un cucchiaio, figuriamoci, ma con finta
innocenza avvicinava un dito alla mia bocca.
Mi
guardava con un tale sguardo lussurioso che inevitabilmente le cose
si facevano piccanti nel giro di un secondo.
Morale
della favola: finivamo col fare l'amore contro i mobili della cucina
o sul tavolo e di conseguenza addio alla cena salutare cucinata da
me.
Non
mi pentivo mai di aver dimenticato qualcosa sul fornello o nel forno
se la mia distrazione era il corpo tonico, perfetto e sexy del mio
ragazzo, almeno finché Blaine non alzava la cornetta per
rimediare
alla cena mancata con pizza, pollo fritto o hamburger a domicilio.
Non
potei però fare a meno di stringere il suo corpo caldo sotto
il
piumone colorato, ripensando a quanto era bello il suo volto
concentrato sul film e contemporaneamente sull'anello di cipolla
fritto e unto che teneva in mano nel vano tentativo di non sporcarsi
tutto.
Era
ancora più adorabile vederlo invece adesso avvinghiato a me
con i
capelli arruffati sul cuscino.
A
malincuore mi dovetti alzare per placare la sete che non ne voleva
sapere di darmi tregua, così sfilai il braccio che era
finito sotto
la schiena di Blaine il quale ancora addormentato, alla perdita di
contatto grugnì il suo disappunto, e mi alzai scostando
piano le
coperte.
Come
sempre indossavo solo una t-shirt e i boxer, spesso dormivo anche
nudo dopo un'intensa sessione di coccole con Blaine, avevo quindi
definitivamente abbandonato i miei eleganti ma fin troppo casti
pigiami blu dei tempi del liceo.
Camminai
silenzioso a piedi scalzi sul freddo pavimento di quell'appartamento
di NY che condividevamo ormai da qualche anno, e mi diressi a passo
svelto verso la cucina.
Volevo
fare presto, frenare quell'arsura il più in fretta possibile
per
tornare a letto e accoccolarmi fra le braccia di Blaine quando
all'improvviso, mentre buttavo il piccolo contenitore del succo alla
mela che avevo appena bevuto, notai un pezzo di carta verde tutto
accartocciato nel cestino.
Quello
era un foglio proveniente dal pacco di carta da lettere che avevo
comprato una settimana prima apposta per scrivere a Mercedes.
Rachel
sosteneva che fosse una cosa sciocca dal momento che eravamo nel 2015
e che la vedevamo almeno una volta a settimana via skype, quindi era
stato inutile tentare di farle capire che ci sono cose che vanno
necessariamente scritte, incise in modo indelebile su carta e non
dette semplicemente sia web.
Perciò
mi stupii non poco nel vedere uno di quei fogli colorati e vagamente
profumati al muschio bianco, appallottolato e gettato nel cestino
dato che la mia ultima lettera per Cedes l'avevo spedita due giorni
prima.
Mi
chinai per raccogliere la piccola pallina e la aprii curioso e
titubante lisciandola contro una coscia per eliminare tutte le
pieghe.
Accesi
la lucina sopra ai fornelli e all'improvviso mi apparve la grafia
tondeggiante e leggermente inclinata di Blaine.
Che
sciocco che sei Kurt, mi dissi, se non hai usato tu quel foglio, chi
mai avrebbe potuto farlo se non Blaine?
Strizzai
un pochino gli occhi e cominciai a leggere sempre più
curioso;
zittii anche quella vocina fastidiosa che mi diceva di farmi gli
affaracci miei, e lessi la prima parola.
“Kurt....”.
Ok.
Calma. Era normale aver cominciato leggermente a tremare? Forse no.
Kurt
diamine calmati! Magari è solo un promemoria, Blaine che ti
ricorda
di comprargli i cereali con la sorpresa dentro, non deve essere per
forza una lettera in cui ti dice che non ti ama più o in cui
ti dice
che si vede con un altro.
Su
coraggio, fai l'uomo e continua a leggere.
Che
poi, da quando aveva una voce autoritaria nella testa che gli diceva
cosa fare?
Prese
un bel respiro e tornò a guardare il foglio stropicciato che
teneva
fra le dita tremanti.
“Kurt....oddio
è così stupido che io sia qui affianco a te sul
divano con un
foglio e una penna in mano, ma vedi...nella mia testa è
scattato
qualcosa e sento che è arrivato il momento di
dirtelo.”
Nonononononono,
non può essere! Blaine cosa stai dicendo? Cos'è
che devi dirmi?
Oddio no, è così allora? Mi tradisci e non hai il
coraggio di
dirmelo guardandomi negli occhi?
Kurt
frena, ora appallottoli di nuovo questo foglio e fai finta di niente.
Qualunque
cosa ci sia scritta tu non la saprai mai finché non
sarà Blaine a
dirtela, intesi?
Si,
stava decisamente impazzendo se era arrivato a porsi certe domande da
solo.
Hummel,
prese il comando il suo dittatore interiore, tira fuori le palle e
vai avanti! E' un ordine!
“abbiamo
appena finito di fare l'amore per la centesima volta su questo
divano, troppo presi e desiderosi l'uno dell'altro per arrivare fino
al letto. Ti ho visto addormentarti tra le mie braccia sereno e con
un piccolo ma meraviglioso sorriso sulle labbra, ed ho capito
finalmente ciò che voglio! Sei così bello e
perfetto con la bocca
leggermente aperta, coperto solo per metà dal pile; ti
sveglierei
solo per poter ricominciare a baciarti e per sentirti ancora dentro
di me...il mio bellissimo Kurt.”
Beh
questo non cambiava le cose no? Non cominciare a sorridere come un
ebete Kurt, la batosta può sempre arrivare da un momento
all'altro
quindi stai in
guardia, mi
ammonì la voce nella mia testa.
Dovevo
assolutamente far tacere quella vocina impertinente o sarei
impazzito.
“non
sono riuscito a tenermi tutto dentro, e non so se in questi giorni
troverò il coraggio per dirti a voce quello che sto per
scrivere,
così sono andato a prendere uno di questi fogli
così carini, sai
quelli che hai comprato per scrivere delle lettere ai nostri vecchi
compagni? Quindi eccomi qui, pronto a far uscire dalla penna
ciò che
solo ora ho realizzato ma che in realtà ho sempre saputo.
Ho
paura che il Blaine insicuro domani spunti fuori e non trovi tutto il
coraggio che ha adesso, perciò è un bene che io
sia corso a
prendere carta e penna.
Beh
non è detto che una volta conclusa io non butti questa
lettera nella
spazzatura...
Ma
stai tranquillo,ora che nella mia testa ho tutto più chiaro
e
limpido, presto ti dirò ogni cosa anche a voce nonostante io
magari
abbia veramente accartocciato e cestinato questo foglio profumato,
preso dal panico.”
Cominciai
ad innervosirmi, il dolore di cinque minuti prima aveva fatto spazio
ad un nuovo sentimento. La paura.
Blaine
ma cosa stai cercando di dirmi? Sei malato? Hai una malattia grave e
terminale?
No
Kurt, non cominciare con gli scenari apocalittici eh!
“Se
non finirò mai di scrivere questa lettera, ti
prenderò in braccio
per portarti a letto, ti metterò una delle mie magliette
(perché so
quanto faccia freddo in questo periodo) e domani mi
comporterò come
se niente fosse, aspettando di essere investito da una nuova ondata
di coraggio per dirti tutto a voce.
Oh
ma te l'ho detto quanto sei bello questa sera disteso quasi del tutto
su di me mentre dormi? Forse si.
Blaine
non tergiversare, dai diglielo!”
Kurt
sorrise al pensiero di Blaine che si ammoniva da solo per non
riuscire a trovare le parole, se lo immaginava con la lingua fra i
denti e con la penna nei i capelli mentre si grattava pensieroso i
ricci col tappo.
“Aspetta,
torno subito, vado un secondo in bagno...lo sapevo io che non dovevo
bere tutta quella coca cola a cena!”
Oddio
questo si che che era divertente, ridacchiò Kurt, nonostante
fosse
ancora logorato dall'ansia di non sapere dove il suo ragazzo volesse
andare a parare con quel discorso.
“Eccomi,
sono tornato. Ho preso anche uno di quei brownies che hai cucinato
oggi pomeriggio e che credi di aver nascosto in modo che io non li
trovassi e me li mangiassi tutti in una volta.
Sbagliato
amore mio! Ho un fiuto infallibile e so sempre dove nascondi le cose,
ma ti amo così tanto anche per questo, anche
perché so che prepari
i dolci unicamente per me dato che tu non li mangeresti nemmeno sotto
tortura”.
Ecco
cos'erano quelle impronte marroni sui bordi del foglio,
pensò Kurt.
Se
chiudeva gli occhi poteva vederlo così bene, intento ad
ingozzarsi
trionfante mentre lo guardava dormire.
Glie
l'avrebbe pagata, poco ma sicuro.
“ok
ok sto divagando di nuovo, ma cerca di capire, sono agitato e tu lo
sai che quando mi agito comincio a mangiarmi il cappuccio della
penna. Si lo so Kurtie, non dovrei farlo perchè mi ripeti
sempre che
mi si rovinano i denti.
Oddio
ce la posso fare, si...respira...vedi, questa cosa ha cominciato a
ronzarmi in testa già da un po' di tempo sai? Beh no, ovvio
che non
lo sai! Stupido stupido stupido Blaine, a cui vengono le
illuminazioni e poi invece di parlarne col suo ragazzo, confessa
tutto ad un foglio colorato.”
Va
bene, ne aveva abbastanza adesso.
Kurt
cominciò a pensare che sarebbe stato molto meglio correre in
camera
da letto, svegliare Blaine e chiedere direttamente tutto a lui.
Chiedergli
cosa fosse quella specie di lettera-testamento nel cestino.
Chiedergli
cosa fosse successo di così importante o tragico da non
poter
essere detto a voce, occhi negli occhi.
Oh
aspetta Kurt...questo però avrebbe significato ammettere di
aver
sbirciato e letto una cosa di cui tu non avresti mai dovuto essere a
conoscenza.
Si
conosceva troppo bene, e sapeva che non avrebbe mai trovato il
coraggio di dirgli nulla una volta che Blaine si fosse svegliato e
gli avesse chiesto spiegazioni.
Beh,
poco male, poteva sempre fingere una voglia improvvisa di fare
l'amore con lui, di avere le sue mani su di lui, la sua bocca calda
sul collo, la sua lingua sui capezzoli.......no, basta Kurt, no,
controllati.
Prima
devi andare a fondo in questa faccenda.
“Kurt
ti ricordi quando quel giorno a scuola nell'ufficio della signorina
Pillsbury ti dissi che eri l'amore della mia vita? Voglio che tu
sappia che è sempre stato così, è
così, e sarà sempre così.
Io
non ho mai mai mai amato nessuno come amo te, e mai amerò
nessuno
che non sia tu, il mio meraviglioso Kurt”
Perchè
questo cambio di discorso e questo improvviso tono serio lo avevano
catapultato in un vortice di ansia? Era normale che Blaine avesse
cominciato a dire tutte quelle cose, bellissime certo, ma
così...così
solenni?
Cercò
di non badarci e, dopo aver inspirato forte col naso ed essersi
appoggiato al bancone per sopportare meglio la tensione,
proseguì
nella lettura.
“Quello
che voglio dirti tesoro è che....oh dio aspetta, ho sentito
la
lavatrice fare quello strano rumorino. Vuol dire che ha finito il
lavaggio giusto? Uhm, vado a vedere, torno subito (Blaine, non ci
credo, stai parlando della lavatrice con un foglio; quanto sai essere
patetico)”
Oh
no, in quell'esatto momento Kurt seppe che per la lavatrice non c'era
più speranza.
Evitava
sempre di far avvicinare Blaine agli elettrodomestici, dopo quella
volta in cui rischiò di frullarsi un dito nel mixer per
prepararsi
un frullato al cioccolato.
Da
allora si era sempre tenuto ben alla larga da quegli aggeggi, a meno
che non fosse una cosa necessaria come scaldare qualcosa nel
microonde quando Kurt era a lavoro anche all'ora di pranzo.
Si
augurò con tutto se stesso che la lavatrice fosse ancora
viva, dato
che l'avevano pagata 400 dollari e si erano privati del riscaldamento
per un intero mese. Non aveva di certo intenzione di morire ancora di
freddo per colpa della sbadataggine di Blaine e della sua
incapacità
di far funzionare una semplicissima lavatrice.
“Ok
tutto regolare, ho tolto la roba dal cestello e l'ho messa sullo
stendino in corridoio come mi dici sempre tu.
Quindi
dicevo, vuoi sposarmi?”
Meno
male Blaine, le lezioni che ti ho dato tempo fa su come si fa il
bucato sono serv......
Stop!
Ferma, aspetta, cosa??
Kurt
dovette rileggere la stessa frase tre volte prima di poter anche solo
vagamente afferrare quelle ultime parole.
Le
gambe cominciarono improvvisamente a tremare e dovette spostare una
sedia del tavolo e sedersi, o sarebbe crollato a terra come un
budino.
Blaine
gli aveva davvero chiesto di sposarlo o se lo era sognato?
Beh
si, doveva per forza essere un sogno perchè il suo ragazzo
non
poteva avergli davvero chiesto una cosa simile dopo avere scritto
circa la sua bravura nello stendere i panni.
No,
constatò per la quarta volta che c'era davvero scritto
“vuoi
sposarmi?”.
Chiuse
gli occhi, lasciò cadere il foglio dalle dita tremanti e
prese un
paio di bei respiri per metabolizzare il tutto.
Quando
li riaprì, se qualcuno avesse potuto guardarli, avrebbe
notato
quanto erano luminosi e splendenti anche nella semi-oscurità
di
quella piccola cucina.
Sul
suo viso nacque un sorriso enorme, uno di quelli che solo Blaine
sapeva come evocare, e si portò una mano alla bocca solo per
rendersene davvero conto.
Eh
si Kurt, constatò con una certa ovvietà la sua
vocina interiore,
stai davvero sorridendo e piangendo lacrime di pura gioia.
Con
una mano strinse forte il ginocchio come per svegliarsi da qual dolce
torpore, e con l'altra riprese il foglio abbandonato poco prima sulla
liscia superficie del tavolo.
“Wow,
non ci credo, ti ho appena chiesto se vuoi sposarmi. Oddio non
credevo che mi sarebbe uscito così, improvvisamente, mentre
parlavo
della lavatrice.
Kurt
io so quanto tu tenga al romanticismo, all'attimo perfetto, a un cena
a lume di candela eccetera, ma vedi non potevo più tenerlo
per me.
Ti
amo, avevo questo bellissimo peso nel cuore e volevo dirtelo da un
paio di giorni, ma non so...solo ora ho realizzato che è
davvero
quello che voglio.
Ti
sei appena mosso nel sonno, i miei grattini ti piacciono sempre
così
tanto, e inconsciamente so che stai cercando di dirmi che è
proprio
quello che desideri anche tu.
Perchè
anche tu vuoi diventare mio marito vero? Oh dio, dimmi di si ti
prego.
Cioè
dimmi di si nel caso leggerai mai questa lettera o nel caso io riesca
a trovare il coraggio di dirti tutto di persona.
Lo
so che è stupido pensare che tu mi possa rispondere no, ma
ho una
paura enorme di sentirti dire che è ancora troppo presto per
noi
due, che siamo ancora così giovani e inesperti.
Ho
paura di leggere il terrore nei tuoi occhi davanti a questa nuova
prospettiva.”
Blaine,
amore, come puoi credere una cosa del genere, come puoi anche solo
pensare che io non voglia passare il resto della mia vita con te?
“Credo
che l'idea del matrimonio sia spuntata in un angolo del mio cervello
quel giorno al parco, ricordi? Eravamo a Central Park sotto
quell'enorme albero, stesi su una coperta.
Io
come al solito mi stavo ingozzando di schifezze, aspetta erano.....ah
si, patatine al formaggio a forma di anellino! Per vederti ridere ho
cominciato a mettere un anellino in ogni tuo dito e a mangiarlo
direttamente da li.
Ti
ricordi che hai detto che era la cosa più disgustosa che
avessi mai
fatto? Eri troppo impegnato a ridere felice e spensierato per
accorgerti del mio sguardo sul tuo anulare sinistro.
Avevo
mangiato tutti gli altri anellini, e ora lo so, inconsciamente ho
lasciato quello per ultimo; ho ammirato il tuo dito pallido perfetto
e affusolato con quel piccolo cerchietto al formaggio intorno e beh,
credo di aver realizzato in quel momento di volerti sempre vedere
cosi.
Sorridente,
ma con una fede al dito che dica che sei mio e soltanto mio per
sempre.
Questo
pensiero è semplicemente spuntato fuori adesso, ma io so per
certo
che è sempre stato lì, buono e zitto in un
angolino, finchè non è
scattato qualcosa e io semplicemente ho dovuto dirtelo.”
No,
non ci poteva credere, Kurt non ci poteva davvero credere.
Stava
succedendo sul serio.
Blaine
gli stava davvero chiedendo di sposarlo.
Oddio,
avrebbe potuto farlo anche qualche giorno prima con delle patatine.
A
quel pensiero rise sommessamente, quello era il suo ragazzo, il suo
stile da bambino felice, e non lo avrebbe cambiato per niente al
mondo.
“Voglio
tutto con te Kurt. (*)
Un
matrimonio da favola, in un giardino enorme in cui tutto e tutti
verrebbero messi in secondo piano dalla tua bellezza.
Tanti
bambini che corrono per casa, magari una con i miei occhi e uno con i
tuoi capelli (beh si, perché se nascesse con i capelli come
i miei,
avrebbe la vita rovinata povero bambino, al ballo avrebbe tutti i
palloncini attaccati come ho rischiato che succedesse a me al nostro
prom).”
Kurt
si raggomitolò sulla sedia, in preda ai singhiozzi.
Erano
le lacrime più belle che avesse mai versato in vita sua. O
forse no.
Perché
sarebbero state seconde solo a quelle che sapeva di poter e voler
piangere guardando il suo amore vestito di scuro in cima all'altare,
o ammirando i loro bambini che muovevano i primi passi.
“Quindi
amore mio, vuoi sposarmi?
Oh
mio dio ma cosa sto dicendo? Stupido Blaine troppo impulsivo,
frettoloso e confusionario!
Tu
meriti un bel ristorante, una cena a lume di candela, una passeggiata
sul ponte di Brooklyn con le luci di NY sullo sfondo, io che mi
inginocchio e dopo un meraviglioso discorso pieno di parole d'amore
sussurrate, per le quali tu piangerai, ti chiedo di sposarmi con in
mano una scatolina di Tiffany contenente una piccola fascetta di oro
bianco.
Ecco
quello che tu meriti.
Non
quattro parole scritte su un foglio colorato, non una proposta di
matrimonio fatta ad un pezzo di carta mentre tu dormi su un divano
che odora di sudore e del nostro amore, non un anello fatto di
patatina al formaggio.”
Blaine
no.
Amo
questo pezzo di carta, amo l'anellino al formaggio, amo il nostro
divano logoro, amo la vista di casa nostra che da sul ristorante
cinese della famiglia Yuan.
E
poco importa che come sfondo non ci sia il tramonto di NY, o te
inginocchio sul ponte.
Ti
amo, ti amo con tutto me stesso. Dio quanto ti amo in questo momento.
Quindi
non farlo, non tirarti indietro, non avere paura.
In
quel momento però Kurt venne investito dalla consapevolezza
che
questo era successo, Blaine aveva accartocciato il foglio,
nascondendolo per sempre alla sua vista.
Ma
sapeva, sapeva, sapeva con assoluta certezza che prima o poi avrebbe
comunque trovato il coraggio di dirgli tutto quello a voce.
“Si,
è così che andrà, è quello
che meriti. E tu meriti il meglio da
me. Sempre. Domani passerò da Tiffany per prendere un
anello, andrò
dal fioraio all'angolo per ordinare le tue rose preferite, quelle
blu, e prenoterò in quel bel ristorante italiano che adori.
Non
so nemmeno perchè io stia continuando a scrivere tutto
ciò dato che
ho già deciso quale sarà il miglior modo per
chiederti di passare
il resto della nostra vita insieme, ma va beh. Non trovi che sia
giusto che questo foglio sappia come andranno le cose, dal momento
che mi ha sopportato per un'intera ora?”
Sorrise
istintivamente al pensiero di quanto Blaine potesse essere dolcemente
infantile in certi momenti, si portò istintivamente le
ginocchia al
petto come per riscaldarsi, anche se dopo quel turbinio di emozioni
non ce n'era bisogno, e concluse la lettura.
“Butto
tutto e andiamo a letto piccolo che dici? Beh in teoria stai dormendo
quindi immagino che vada bene. Ok sono decisamente stanco, è
abbastanza logico che tu voglia andare nel nostro letto e non dormire
su un divano troppo piccolo per due persone. Sto impazzendo,
si.”
Tutta
quella situazione era veramente divertente e allo stesso tempo
strana, si sentì anche un po' male per aver violato i
pensieri di
Blaine leggendo quelle che erano ovviamente cose che mai avrebbe
dovuto vedere.
Ormai
era fatta, la sua curiosità lo aveva spinto fin troppo
oltre, ma in
verità non se ne pentì troppo.
Era
stato bello leggere quella confessione nel buio della loro cucina, da
solo e nel silenzio più totale.
“Domani
sarà un giorno fantastico, me lo sento, so che dirai di si.
So da
sempre che sei l'amore della mia vita.
Tuo,
B.”
Fu
in quel momento che Kurt prese una decisione.
Non
ci pensò molto, era deciso, determinato e sapeva esattamente
cosa
doveva fare.
Lasciò
scivolare il foglio per terra, corse in camera e con il cuore in gola
si gettò sul letto.
“Blaine,
Blaine, BLAINE!” urlò direttamente nell'orecchio
del suo ragazzo,
il quale si svegliò con un mugolio girandosi nella direzione
della
voce di Kurt aprendo lentamente un occhio.
“Kurt,
cos...” non fece nemmeno in tempo a formulare una domanda
sensata
che il biondo gli prese il viso tra le mani soffiandogli un gioioso e
trepidante “si” sulle sue labbra.
“Si
si si si, e ancora si” urlò ancora più
felice, in risposta
all'espressione confusa di Blaine.
“Eh?ma
cosa stai dicendo? Aspetta...l'hai letta?” domandò
quando la
consapevolezza lo investì come un treno in corsa.
“Si
amore, l'ho letta, e la mia risposta è si. Si oggi, si
domani e si
per sempre” rispose avvicinandosi per premere le loro labbra
insieme in un bacio confuso e frizzante di gioia.
“M-ma,
no avresti dovuto, non è così che avrei voluto
chiedertelo”
bubbolò Blaine, mettendosi a sedere contro i cuscini mentre
Kurt gli
tempestava il viso di baci fra una risata e l'altra.
“Non
mi importa, è la lettera d'amore più bella di
sempre. Non mi
servono fiori, ristoranti e ponti al tramonto, quella è una
proposta
di matrimonio bella certo, ma non tua” gli soffiò
sul viso dopo
essersi seduto a gambe incrociate di fronte a lui e avergli preso le
mani fra le sue “tu sei quella invece”
continuò indicando in
direzione della cucina “sei un foglio profumato con mille
scarabocchi, sei un discorso fatto di getto con una penna che perde
inchiostro, sei...sei il mio Blaine, e io ti dico di si”
concluse
con occhi scintillanti e un sorriso che poteva illuminare l'intera
casa.
“Oddio
vieni qui” improvvisamente Blaine, lo abbracciò e
lo trascinò giù
sul materasso con lui “ci sposiamo, non ci credo che hai
detto si”
disse ridendo come un bambino il giorno di Natale.
Kurt
incastrò il volto nel collo profumato di sonno del suo
ragazzo
sussurrando un leggerissimo “si Blaine, ci
sposiamo” che si perse
fra le soffici coperte ma che sapeva essere giunto dritto al cuore
del moro.
Kurt
cominciò a disegnare con la punta delle dita piccoli cerchi
sul
petto di Blaine, mentre un silenzio carico di emozione scivolava
piano su di loro, quando all'improvviso si ricordò di una
cosa.
“Amore?”
lo chiamò piano.
“Dimmi”
lo incitò Blaine.
“Domani
non provare a mettermi al dito una delle tue patatine al formaggio,
perchè sai...a me l'idea dell'anello di Tiffany non
dispiace”
sentenziò con tono fintamente serio alzando la testa per
guardarlo
negli occhi.
Blaine
si aprì in un sorriso disarmante e senza dire nulla,
avvicinò le
loro labbra in un bacio morbido.
N.d.A.
Un
applauso a chi è arrivato fin qui, vuol dire che forse tanto
schifo
non faceva (spero) =P
Un
bacio, Miky.
(*) LieveB
perdonami, ho usato una frase piccina picciò di
“just
complicated”!! chi l'ha letta (ovviamente tutti) sa...
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