Buooongiorno a tutte!
Allora... Questa one shot è il risultato delle lunghe
conversazioni che ci sono fra me e laray218 a proposito di un certo
attore. Conversazioni che, come avrete modo di capire leggendo la
storia, sono abbastanza idiote :D
Colgo al volo l'occasione per ringraziare tutte le persone che
continuano ad apprezzare così tanto le mie storie! Prometto
che posterò prestissimo il seguito di "Naufraghi." :D Grazie
ancora, se non fosse per voi non scriverei così tanto
ahahahahah xD
A laray 218
Riflessioni
esistenziali sull'utilità dell'essere una sedia
(fonte: tumblr)
- che diavolo ti sei
messa? -
Marina mi accoglie così, con uno sguardo d’odio
rivolto ai miei soliti jeans – quello che metto tutti i
giorni per venire al lavoro, sweetie – le rispondo un
po’ sorpresa, non è da lei, abbandono la borsa
sulla scrivania disordinata
- tu te lo ricordi che giorno è oggi? – mi chiede
con una punta d’ansia nella voce, correndo verso la finestra
e dando un’occhiata al mascara
- è… oggi´?
– spalanco gli occhi, non riesco a nascondere la disperazione
che si sta velocemente facendo spazio
- già! -
- porca vacca! – saltello frustrata dandomi
dell’idiota – come cazzo ho fatto a scordarmelo? -
- che cosa ti ho comprato a fare un’agenda? -
- se mi dimentico di scriverci su, non mi è molto
utile… - alzo le spalle, mi siedo sulla scrivania
– oggi c’è Tom Hiddleston in redazione e
io sembro appena fuggita da Auschwitz! – Marina non riesce a
trattenere le risate davanti alla mia espressione da potenziale suicida
- magari gli fai pena e ti adotta come animale domestico -
- potrebbe anche adottarmi come attaccapanni, per quanto mi
riguarda… va bene tutto! – ribatto, nel pieno di
uno dei nostri deliri dovuti alla figosità di
quell’uomo
- magari quello per l’accappatoio – aggiunge lei,
facendomi un’occhiata da pervertita, appena prima che quella
stronza della Boss entri e ci ordini di seguirla
- come ben sapete – ci dice, camminando per i corridoi ad una
velocità assurda, se si considera l’altezza dei
suoi tacchi a spillo – oggi è una giornata
importante. Voi due, quindi, dovrete stare mute, in silenzio, dietro le
quinte, a mia e sua
totale disposizione -
- può chiedermi tutto quello che vuole – sussurro
a Marina, che si preme una mano sulla bocca cercando di non ridere
davanti al capo
- sarà qui a minuti – Clara controlla il Rolex
tempestato di brillantini – quindi, Elisa, scendi al bar e
fai preparare un caffè bollente per il Signor Hiddleston
– si rivolge a me, guarda dubbiosa le mie sneakers gialle,
scompare con la sua silhouette perfetta
- quanto stanno bene le parole “bollente” e
“Hiddleston” nella stessa frase? – chiedo
con aria seria, facendo ridere ancora una volta la mia amica
- ma è normale che uno si sieda così? –
chiedo in preda all’esasperazione.
Io e Marina siamo appena tornate dal bar, siamo ferme sulla soglia
della sala già pronta per l’intervista. Tom
Hiddleston in persona è, diciamo così, seduto su una
poltroncina di pelle, tamburella sul bracciolo e si guarda intorno,
senza ovviamente fare caso a due povere cretine che stanno per morire
d’infarto col suo caffè in mano
- non è seduto. È… svaccato
completamente sulla poltrona! -
- roba da pregare cristo di farti diventare una sedia –
scuoto la testa con aria colpevole, arrossisco fino alla punta dei
capelli solo all’idea di porgergli il caffè
- o una banana – aggiunge, citando una delle nostre peggiori
conversazioni sul bell’attore
- o una banana – concordo, senza riuscire a non ridere
– allora che faccio, vado? -
- e me lo chiedi pure?! – mi guarda sconvolta, mi prende per
un gomito e mi trascina in mezzo alla stanza – muovi il culo!
-
- abbassa la voce – la prego, cercando di fermare il suo
impeto dovuto, ovviamente, alla Tom’s fever –
facciamo una figura di merda -
Vero, perché si è voltato e si è
accorto di noi, due tizie sbucate chissà da dove, ferme nel
bel mezzo della sala, che adesso lo fissano ad occhi sgranati e bocca
aperta – chiudi la bocca, Eli, chiudi quella cazzo di bocca
– mi sussurra Marina, cercando al contempo di sorridere
- scollo a V! Scollo a V! – dico in preda al panico, senza
riuscire a staccare gli occhi dai Ray Ban appesi sul collo della maglia
- non me lo far notare! – mi prega lei – look
capelli scompigliati e pizzetto… il tuo preferito! -
Tom Hiddleston ci sta ancora fissando, con uno sguardo curioso e un
sorrisetto, conosco fin troppo la mia amica per non sapere che in
questo momento sta pensando a qualcosa di molto poco elegante. Come me,
d’altronde. – ehm…
is it for me? – chiede col suo perfetto accento
inglese, cerco di sgomberare il cervello e pensare ad una risposta...
non sento più respirare Marina al mio fianco, probabilmente
sarà morta di infarto fulminante
- porco Giuda – è tutto quello che esce dalla mia
bocca
- sorry?
– chiede, ride, si capisce dalla mia espressione che sono
terrorizzata. Noi ridiamo assieme a lui, se non altro per nascondere la
crisi isterica che sta sbocciando
- yes, that’s
for you – riesco a mormorare. Si alza e viene
verso di noi, in pochi passi ci raggiunge
- che gambe chilometriche – sbotta Marina sottovoce, che nel
frattempo ha ritrovato il dono della parola e, forse, della ragione
- stai zitta! E chiudi la bocca – aggiungo divertita,
nonostante la situazione disperata. Se Clara dovesse arrivare adesso e
trovarci a chiacchierare col suo intervistato, probabilmente ci
appenderebbe a testa in giù dal balcone del suo ufficio
– our boss
told us you want a coffee -
- thanks!
– sorride e prende la tazza dalle mie mani, poi il suo
sguardo cade su Marina che, come me, lo sta fissando adorante e con le
stelline agli occhi – are…
you… ok? – chiede incerto,
è abituato a situazioni del genere, si capisce lontano un
miglio che sta solo scherzando
- she's just wondering
to herself about her existence – spiego con una
scrollata di spalle, ridiamo tutti e tre, la mia amica mi stringe il
braccio, ci lanciamo un’occhiata della serie
“questa è una giornata che racconteremo ai nostri
nipoti”!
- I hope
you’ll find what you’re looking for
– si apre in un sorriso enorme, Clara entra e, facendo
ovviamente finta di non vederci, si prende il bel Tom e se lo trascina
verso i divanetti. – has
been nice to meet you, anyway – aggiunge,
voltandosi e salutandoci con una mano.
Fine
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