Roman Candle.

di Dernier Orage
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Roman Candle.

Si erano conosciuti ai giardinetti, sull’altalena. Sebastian era appoggiato con un fianco alla traversa, per mano la sorellina minore dalle trecce biondo spento.
Jim era il bambino nel completino di velluto blu scuro, i pantaloncini corti e la giacchetta, le scarpe troppo lucide per tirare un calcio al ragazzo più grande, stracciargli i jeans e riaprirgli il taglio sul mento, sciogliere e tirare i capelli alla sorella.

Jim dondolava sempre più in alto, per raggiungere il cielo e diventare un fuoco.
Non il sole, non una stella.
Un fuoco d’artificio. Sibilante, luminosissimo, effimero.
Boom!
Avrebbe assordato, tolto il fiato, magari intercettato e deviato il percorso di altri fuochi. Sarebbe durato secondi e in quei secondi avrebbe catalizzato gli sguardi.
L’argento del titanio e magnesio, il rosso del carbonato di litio o di una composizione di scialacca, clorato e carbonato, il giallo dell’ossalato di sodio, il blu del solfato di rame e il bianco del magnesio; l’aveva letto in un libro di chimica e riletto altre volte. Solfato di rame, magnesio.
Fuochi d’artificio.
Come segnalibro usava una pagina che aveva strappato da un libro della biblioteca, la dichiarazione d’amore ai tipi come lui, the mad ones, da parte di uno scrittore americano.
Poi aveva provato a togliere gli allarmi dai libri della biblioteca e ad infilarli nelle borse delle madri dei compagni di classe. Un concerto perfetto.

- Tu mi servirai.- Urlò Jim lanciando le gambe alla forza di gravità.
Dopo qualche secondo la voce stupita di Sebastian lo raggiunse:- Per fare cosa?-
- No, intendo: tu sarai il mio schiavo e amerai esserlo.- Rispose Jim guardandolo con un sorriso.
- Io non sono lo schiavo di nessuno.- Brontolò il ragazzino stringendo le mani a pugno e allontanando la sorellina dal raggio del’altalena.
- Sì, lo sei. Lo sei di tua sorella: stai facendo la coda per lei.- Gli spiegò candidamente Jim, poi mostrando i denti e le finestrelle dove erano caduti quelli da latte aggiunse:- … E quando scenderò dall’altalena diventerai il mio.-









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