Il languire della candela si stava lentamente ammorbidendo. Chiusa
la finestra, la fiammella tornò a brillare e ad allungarsi verso
l’alto. Hermione rimase a fissare quella luce, anche quando il materasso
tornò a piegarsi sotto al peso di Draco, tornando al suo fianco. Avvertì le sue
braccia attorno alla vita, le labbra sulla spalla…e la strega socchiuse gli
occhi dorati. Li tenne ben serrati anche quando riprese a carezzarle
indolentemente la pelle come solo lui sapeva fare. Lento, ipnotico, vicino
alla tenerezza. Le dita di Draco Malfoy la carezzavano sempre così. Le
spalle, la schiena. Sentì le sue labbra e la sua lingua nell’incavo del collo
e sorrise leggera. Era il suo punto debole quello. - Sto cominciando a non
sopportarli più quelli…- le mormorò sulla gola, mordicchiandogliela. -
Lasciali divertire.- rise lei, inarcandosi appena sotto il suo corpo – E’
l’ultima sera.- Erano saliti nella camera di Hermione un’ora e mezza prima e
per farlo avevano dovuto superare un bel po’ di gente in vena di attaccare
bottoni e cappotti lunghissimi. La troppa allegria del Grifondoro aveva irritato
Malfoy ma si erano ritrovati in quella gabbia di matti per sfuggire al controllo
del professori almeno la sera della festa del loro ultimo anno e per forza tutti
gli studenti erano felici e chiassosi, per non parlare delle matricole e di
tutti gl’imbucati che cercavano di varcare la soglia della Torre senza
permesso. Fra gli ubriachi, gl’imbucati, i drogati a cui pensava
personalmente Blaise e tutto il resto, non erano riusciti a trovare un angolo
dove Colin riuscisse a non trovarli, perciò avevano rifatto la fuga. - Tre
volte in un giorno.- sospirò, pensosa. - Le fughe…- borbottò, altezzoso –
Senza contare tutte le volte che l’abbiamo fatto.- - Come sempre tendi a
mettere i punti sulle I, specialmente quando si tratta del tuo operato eh?-
frecciò maliziosa. - Non mi pare tu ti sia lamentata.- soffiò morbidamente,
girandosi su un fianco. Da lì cominciò a rovistare a terra, poggiato sempre sul
letto, nel cumulo di vestiti che era rimasto sul prezioso tappeto. Afferrò i
boxer, poi s’infilò distrattamente la camicia, lasciandola aperta. Accedendosi
la sigaretta però, l’occhio gli cadde ancora una volta sul bel vestito bianco di
Hermione. Levarglielo, visto che era di seta, era stata un’esperienza piuttosto
esaltante. - Compratene altri di vestiti così.- bofonchiò, facendola
scoppiare a ridere. - Sciocchezze, è troppo elegante e troppo incasinato da
portare.- - Per l’amor di Dio…- alzò gli occhi grigi al soffitto, scuotendo
il capo – Voi donne non sapete fare altro che lamentarvi per i vestiti del
ballo. Non sai quante ho sentite stasera. Scegliete cose più semplici
allora…- - Scusami tanto.- rimbrottò la Granger, prendendogli la sigaretta
dalle labbra – Tu hai impiegato cinque minuti a infilarti l’abito da cerimonia,
io ci ho messo tutto il pomeriggio.– e gli soffiò in faccia il fumo, fintamente
offesa – Non è stato facile, anche perché gente come te e altri qua dentro ha la
bella pretesa di avere sempre appesa al braccio una sventola tirata da capo a
piedi.- - Io pretendo solo di averne una a letto.- sibilò ironico,
accendendosi un’altra sigaretta per lui. - Ah già!- La Grifoncina si
ributtò contro il cuscino, avvolgendosi meglio nel lenzuolo e pizzicando la mano
di Malfoy che invece cercava di strapparglielo via. Dette un altro tiro,
fissando il telo di velluto del baldacchino. Dannazione, ecco che ci
ricascava. Serrò i denti, sentendosi percorrere da qualcosa di molto simile alla
rabbia. Dannazione a Nott! Da quando se n’erano andati dalla festa nella Sala
Grande, le era rimasto in testa una sola cosa, ovvero la frecciata velenosa del
Serpeverde riguardo alle capacità di Draco di scommettere. Aveva ricordato a
tutti la scommessa e pareva che tutta la scuola improvvisamente fosse caduta
dalle nuvole. Per lungo tempo, tornati alla Torre, aveva sentito i bisbigli
delle matricole e dei pettegoli mentre Malfoy non doveva averci fatto caso per
niente. Se l’aveva fatto, comunque, non l’aveva dimostrato, quindi i casi erano
due: o se ne fregava e la considerava un pretesto per stare ancora con lei senza
dover mettere in gioco il suo orgoglio, o di lei non gliene importava niente sul
serio. In fondo presto ci sarebbero stati gli esami e poi avrebbe potuto far
finire tutto. Forse voleva ancora qualcuna pronta a scaldargli il
letto… Lei non lo sapeva. Non voleva saperlo. Si, era vigliacca ma…lo amava
troppo per perderlo. Niente lacrime, niente strilli come le altre. Lei stessa
avrebbe messo fine a quella storia, decise. Finiti gli esami, avrebbe dato un
taglio a quell’assurda relazione prima che lo facesse lui, perchè tanto sapeva
che l’avrebbe fatto. Aveva procrastinato ancora la sua agonia…ma non le
importava. In fondo voleva solo averlo tutto per sé ancora per un po’. Non era
ancora pronta a lasciarlo. - Perché quella faccia?- La Grifoncina cercò di
stamparsi un sorriso in faccia ma a quanto pareva Draco negli ultimi mesi era
diventato più sensibile al suo umore, infatti non si bevve quella sua aria da
bugiarda. Contava palle meglio di lei. Le afferrò il mento fra l’indice e il
pollice, fissandola incuriosito. - E allora?- - Niente.- rispose lei
tranquilla ma non poi molto – Sto benissimo, perché?- - Hai l’aria di una che
sta per piangere.- le disse e bastò quella frase per darle una specie di pugno
nello stomaco. Dannato Serpeverde e il suo acume! - Dici?- sussurrò
morbidamente. Hermione aveva avuto a che fare con pochi ragazzi in vita sua,
questo era vero, ma in fondo erano un po’ tutti uguali gli uomini. Come Harry,
anche Draco non era immune al fascino femminile, quindi scattò con la trappola
preferita delle donne: cambiare discorso iniziandone un altro a letto. E
funzionò perfettamente bene, anche se per quella volta non andarono troppo
avanti. Entrambi cominciarono a dare segni di stanchezza verso le due,
sintomo che per quel giorno avevano proprio esagerato. - Non m’è mai successo
prima.- Draco poggiò il capo in modo che il suo mente finisse sulla testa della
sua mezzosangue. - Cosa? Che una ragazza di lasciasse in panne?- ridacchiò,
prendendolo in giro. - Zitta mezzosangue.- borbottò, stringendola per la
vita. - E’ nelle coccole che sei scarso.- - Puah…coccole…- - Ma se non
fiati quasi quando te le faccio, non fare il ragazzino!- lo stuzzicò
seccata. - Non vuol dire che mi piacciano.- - Infatti le adori.- -
Cazzate.- e si mise a sedere dopo averle morsicato leggermente la guancia a
forma di pesca, stiracchiandosi. Visto che era ancora vestito si allacciò la
camicia, poi infilò i pantaloni neri e andò in bagno a sciacquarsi il viso
mentre Hermione rimase a fissare la candela che si consumava sul suo comodino.
La vide spegnersi, il rivolo di fumo salire in alto e disperdersi labile e
trasparente. Si alzò ma rimase raggomitolata fra le coperte, con la mano
premuta contro il petto. Dio, si sentiva a pezzi. - Mi dici che diavolo
hai mezzosangue?- Sobbalzò, trovandoselo a fianco. Le incombeva addosso,
troppo alto, troppo bello. Troppo irraggiungibile. Non aveva più il languido
aspetto che assumeva sempre dopo che avevano fatto l’amore. Era tornato a
essere il solito Draco Malfoy. Il ragazzo che tutti avrebbero continuato a
credere troppo lontano da lei. La guardava attento, quasi severo. Mise le
gambe a terra e raccolse il vestito e la biancheria intima, cominciando a
rivestirsi in fretta. - Sono preoccupata per mia madre.- mentì
ancora. Draco non disse nulla, limitandosi a starle alle spalle. Le allacciò
la Giratempo al collo, il suo anello col serpente attorcigliato che lei
continuava a portare nascosto nei vestiti, più il suo regalo di
compleanno. Il corvo e la perla nera erano sempre più belli. Le risplendevano
addosso rendendola ancora più bella. - Vedrai che con tuo nonno se la
caverà.- cercò di consolarla, sentendosi goffo e inopportuno. - Il problema è
mio padre.- Hermione infilò l’abito bianco dalle caviglie, avvolgendoselo
attorno ai fianchi e al petto, poi passò dietro le lunghe fasce che il biondo le
legò dolcemente sulla nuca – Non ama molto la magia, anche se per me ha sempre
fatto un’eccezione. Sapeva che mamma era una strega ma sai…vivere con una strega
senza poteri e una novella apprendista con un padre dispotico come quello che
non ama particolarmente suo genero non credo sia facile.- - Non andrà da
nessuna parte tuo padre,- la prevenne secco – non è un idiota.- - A volte
sono le circostanze a scegliere.- rispose la streghetta a bassa voce – Ma adesso
credo sia ora di tornare di là.- e tornò a sorridere, per il bene di tutti
quanti – Voglio vedere cosa combinano i ragazzi.- E uscirono dalla camera,
ributtandosi nella mischia dove tutti erano ormai a metà strada per arrivare
alla frutta.
Attorno al caminetto erano stati disposti divani e poltrone,
in mezzo un tavolino che ospitava più bottiglie e bicchierini mezzi vuoti e
mezzi pieni di quanto potesse reggere. Lì attorno Harry e company, ragazze
sedute raggomitolate nei loro vestitini spiegazzati a causa dei folleggiamenti,
la Brigata dei Neri che facevano da guardie del corpo per Dalton, Tassorosso
sbronzi e Blaise che era ormai il Guru della festa. - Morgana…basta sul serio!-
Ron mollò l’ultima birra sul pavimento, distrutto. - Che fai, molli?- rise
Dalton. - Possibile gente? Sono appena le tre. Dobbiamo tirare anche tre,
quattro ore…- Blaise prese dal giro una canna e dette una lunga tirata, facendo
qualche cerchio per aria, poi nella folla di maghi che si davano alla pazza
gioia, vide la testa bionda di Malfoy farsi strada seguito da quella fata in
bianco. - E tu guarda che ritorna…- frecciò Harry, quando Hermione si buttò
al suo fianco, attaccandosi a un bicchiere di champagne – Non posso più neanche
chiederti dove vai sempre a cacciarti, ormai.- - E già,- rispose sorridendo
– sto diventando monotona vero?- - Gliel’ho già detto prima.- soffiò Draco,
svaccandosi con Blaise, Pansy e la Caige – Deve solo stare zitto visto e
considerato che da settimane praticamente non respira più, vero Potty?- - Si,
tu da mesi invece.- - Perché non vi sbronzate tutti e due e non la finite
eh?- propose Ginny scocciata, incollata a Dean. - Già. Sono tre anni che
l’ultimo giorno di scuola tu, Ron ed Herm vi devastate con l’alcool.- rise
Seamus, già un po’ brillo – Non vorrete mica rompere la tradizione eh?- - Ma
figurati…- Potter sogghignò vagamente, fissando Draco di striscio e
quell’espressione il Serpeverde la conosceva bene. Se la lanciavano sempre
quando erano al campo da quidditch, nel bel mezzo di una partita. - Che hai
in mente?- gli chiese. - Fondo bianco.- Harry alzò un bicchierino da
whisky, puntandoglielo in faccia. - Vuoi sfidarmi a bere?- sibilò Malfoy
ridacchiando – A fondo bianco? Sei già mezzo ubriaco, che cazzo vuoi fare?- -
Volevo solo darti un vantaggio.- rispose il Grifondoro con sussiego – Ma se non
t’interessa…- - Sta zitto.- Draco ghignò perfidamente – Comincia a darmi una
meta.- - Mettiamola a dieci bicchieri per ora. Poi alziamo se reggi
Malferret.- - Te le cerchi proprio Sfregiato.- e dicendo quello sbaraccò il
tavolo con un gesto della sua ormai collaudatissima telecinesi mentre Harry
afferrava bottiglie e bicchieri. Gli altri cercavano di dissuaderli, sapendo
bene che erano capaci di fare qualsiasi cosa pur di sbattersi in faccia la loro
reciproca antipatia, cosa ancora da accertare poi… - Whisky.- disse Harry
rovesciando il primo bicchiere ad entrambi. I ragazzi si misero loro attorno,
tutti pronti a tifare allegramente e a puntare su chi sarebbe cascato per rima
dalla sedia. - A ogni bicchiere i ragazzi ci faranno una domanda.- continuò
Potter. - Domanda?- Draco levò un sopracciglio mentre si toglieva anche la
giacca – Che storia è?- - Tradizione di Grifondoro,- gli sorrise Hermione
seduta dal lato di Harry – i ragazzi lo fanno spesso per strappare segreti
mentre uno è ubriaco, sai…oppure per il semplice gusto di rompere e controllare
a che punto è la sbronza.- - Carina come idea.- disse Blaise – Dai Dray,
tieni alto l’onore di Serpeverde.- - S’impicchi.- bofonchiò, andando giù col
primo bicchierino. Lo buttò in gola tutto d’un fiato, sentendosi incendiare
la bocca. - Ok, Malfoy domanda…- cominciò Ron perfido – Sei mai andato a
letto con un uomo?- Il biondino fece un ghigno, addentando uno spicchio di
limone – Dovrà nevicare all’equatore prima che accada.- Fu il turno di Harry
che buttò il whisky giù a goccia. Scosse il capo con forza, riprendendosi
subito. - Non fate i bastardi…- disse, vedendo i compagni sfregarsi le mani
da perfetti sadici. - Ok, ne ho una buona io!- rise Calì – Cosa ti piaceva di
più di Herm quando stavate insieme?- Seguì un fischio allucinante e malizioso
al limite e per tenerli buoni, il moretto faticò non poco. - Allora?- Justin
gli diede un gomito – Dai, spara! Tanto Elettra non se la prende!- - Dai,
sono curiosa anche io!- cinguettò la biondina divertita. - Va bene, va bene…-
Harry alzò le mani, in resa, poi fece mente locale – Direi…l’intesa su tutti i
piani.- - Tutti i piani eh?- ridacchiò Seamus facendo arrossire quei due – A
che piani, chiarisci!- - Sia a letto che fuori, ok?- sbuffò Potter – Dai
Malfoy, tirami fuori da questo casino!- Alla seconda bevuta di Draco, gli
venne chiesta la stessa cosa di Harry e il biondino fece una sorta di ghigno
perverso che fece pensare a Hermione il peggio. Accidenti a lui. - Allora?-
rise anche Blaise – Che ti piace di più di Herm?- - Ma devo proprio mettervi
tutti in imbarazzo?- sibilò maligno. - Dai, finitela di fare i bastardi. Non
è previsto che le domande ficchino sempre in mezzo me!- sbottò la Grifoncina,
cercando di dare un taglio a quelle sciocchezze. Dopo sberle e cazzotti riuscì a
mandare avanti quella sfida ridicola, così finalmente arrivarono al tetto dei
dieci bicchierini. Harry, nonostante si fosse già scolato un bel po’ di birra e
avesse mescolato un po’ col vino a cena, stava ancora parecchio in quadro, idem
Malfoy. Così portarono il massimo a venti. - Sarà il caso che vada a
preparare le bacinelle e il bagno.- ironizzò Neville quando al quattordicesimo
bicchierino Harry cominciò a ciondolare un po’ con la testa. Gli occhi vitrei di
Draco poi erano il massimo. Ne ebbero la conferma quando vennero costretti a
stare in piedi su una gamba sola. Il risultato non fu dei migliori, anche
dopo una spettacolare fuga in bagno. Un’ora dopo sembravano due angioletti,
seduti vicini con un caffè in mano e il sorriso degli ubriachi sul faccino. -
Mai stati così docili eh?- frecciò Dalton vedendoli. - Non sembrano neanche
loro.- ammise Justin, guardandoli da lontano con Hermione ed Elettra - Ma di
cosa parlano?- bofonchiò la biondina quando rimasero sole – In quattro anni non
li ho mai visti parlarsi sai?- In effetti anche per la Granger quello era uno
spettacolo molto strano ma dopo il numero della sfida a bere che aveva vinto
Malfoy perché era rimasto in piedi un secondo più, lei preferiva non metterci
più becco. Ron poi aveva perfino detto che avevano vomitato con la testa nello
stesso water. Due veri fratelli, avevano detto i Grifondoro. - Come no…-
bofonchiò fra sé, decisamente curiosa nel sapere che cavolo avessero mai da
confidarsi. In effetti si era ripresi velocemente. Una sbronza e dopo un’ora,
anche se non lucidissimi, sembravano tornati sulla terra. Fortunati loro.
Peccato fosse troppo lontana per spiarli davvero… Alle quattro la festa entrò
nel vivo. Cominciarono a ballare sui tavoli e volare le bottiglie. Erano
praticamente tutti da buttare via, visto com’erano conciati, ma in fondo ancora
se la cavavano. - Che farai dopo l’esame?- Draco Malfoy finì il suo caffè
nero, mandandolo giù con una smorfia. Si sentiva uno schifo e l’idea di aver
battuto Potter col bicchiere lo faceva gongolare solo un pochino, visto come le
sue viscere gli si stessero attorcigliando nel corpo a velocità folle. Ascoltò
quella domanda con un orecchio solo, non sapendo che rispondere. Ma tanto era
mezzo sbronzo, qualsiasi cosa detta era vera solo metà. - Non lo so.-
mugugnò, con voce impastata. Harry continuò a fumare pigramente, osservando
la folla dei loro amici che si divertivano con la musica sparata a palla. -
Non hai neanche un’idea?- - Ma che ne so…- vide il biondino sollevare le
spalle, apparentemente noncurante – Mi prenderò un anno.- - Per far che?
Stare a casa a farti le seghe pensando a cose che tanto sai già?- - Che cazzo…-
Draco fece una smorfia, girandosi finalmente a guardarlo – Senti Sfregiato,
perché non la finisci eh? Hai ritrovato il cane, stanno tutti bene, sai salvo e
sei un eroe. Goditela e lasciami in pace, fammi il favore.- - Quando mai t’ho
fatto un favore eh?- - Mai.- - Appunto, perché dovrei fartelo
adesso?- - Perché ti ho segato al bicchiere.- gli ricordò Malfoy perfido –
Quindi taci.- - Non ci eravamo accordati così.- - Me ne fotto. Lasciami in
pace e basta.- - Ah, che palle parlare con te Malferret…sei noioso.- - E
tu una mezza tacca.- - Sono la voce della tua coscienza cocco.- Potter ciccò
nel portacenere, massaggiandosi appena le tempie martellanti – Ti facessi furbo,
potresti dare una mano a un sacco di gente.- - Ma a fare che? A scovare altri
Mangiamorte? Guarda che non facevo da contabile a mio padre!- si schifò il
biondino irritato – Avrai anche fatto buttare in cella i capi ma ce ne sono
ancora tanti in giro.- - Appunto. Tu potresti aiutare Tristan e gli altri
d’ora in avanti.- - E diventare Auror?- Draco ora se la stava ghignando
amabilmente, fissando il soffitto – Non ci crederei neanche se lo vedessi.- ma
Harry non gli rispose quella volta. Era strano a dirlo ma…forse il Grifondoro
l’aveva già visto davvero. Harry Potter aveva visto perfettamente lui e
Malfoy al Ministero. Avrebbe dovuto ringraziare il lago sulle cui sponde si
ergeva il castello dei Lancaster… Forse era davvero un futuro certo quello
che li aspettava. In fondo in sette anni erano successe moltissime cose, ma mai
come a quell’ultimo anno c’erano stati tanti cambiamenti. Non avrebbe mai
immaginato che alla fine Draco Malfoy, il suo nemico di sempre, avrebbe trovato
la forza per salvarsi. In fondo non aveva mai neanche creduto che dietro a
quegli occhi grigi freddi e indifferenti ci fosse mai stato davvero un essere
umano, ma in fondo Hermione ci aveva sempre creduto. Sospirò e posò lo sguardo
su di lei. Stava parlando con Justin e Ron. - Quant’è che stai via con
Blaise?- Draco fece una smorfia, ormai al limite – Senti Sfregiato, il
quarto d’ora l’abbiamo superato da un pezzo.- - Rispondi a questa fottuta
domanda per Dio!- - Un mese, un mese!- sbraitò Malferret in risposta,
sentendo la testa spaccarsi – Perché? Che ti frega?- - Non è per me,
imbecille.- replicò Harry calmo – E’ per Hermione.- L’espressione cupa del
Serpeverde non mutò neanche quando posò gli occhi sulla Grifoncina. Dalton
l’aveva invitata a ballare ma per una volta non ne fu geloso. Aveva sentito
qualcosa cambiare in quei giorni, anche quando avevano fatto l’amore ore prima.
L’aveva sentita distante e lui sapeva bene perché. Quel bastardo di Nott le
aveva ricordato la loro scommessa. Se aveva imparato a conoscerla, era tanto
orgogliosa da fare finta di nulla. Probabilmente avrebbe fatto finta di
nulla anche con lui ma Draco la sua decisione l’aveva presa. Aveva già
sprecato abbastanza la sua vita per rinunciare ora all’unica ancora che l’aveva
tenuto a galla in quelle ultime settimane. - Starete via anche voi un mese
no?- Harry annuì, versandosi dell’altro caffè. - Secondo me fra un attimo
scoppiano…- cinguettò Calì poco distante, nell’orecchio di Ron. - Bhè, che
scoppino altrove.- bofonchiò Dean incurante – Lì c’è il frigo con lo
champagne.- - Già, che rompano i liquori che costano meno.- frecciò anche
Seamus. - Comunque è davvero strano.- disse ancora Lavanda col suo fare
sospetto. Li fissò, seduti così vicini intenti a scolarsi caffè, a
bisbigliare... - Secondo me Harry ha in mente uno dei suoi scherzi
bastardi.- I ragazzi, in un attimo, gelarono. Cazzo, era vero! Harry non
aveva ancora fatto scherzi di fine anno! Li faceva sempre! Si ritrovarono a
fissare la bella Granger con occhi spiritati e Dalton, credendo che volessero
ucciderlo perché l’aveva stretta troppo, se ne tornò dalla sua Miria con la
codina fra le gambe ma anche quando posero il sacro quesito alla streghetta, lei
ammise di non saperne veramente nulla. A dire il vero la sua preoccupazione era
rivolta ai dormitori femminili: le scale, per i chiasso e il fumo presente nella
Torre, diventavano uno scivolo a scatti e quindi bastava aspettare il proprio
turno per salire. Quasi non osava pensare a chi avrebbe dormito e fatto altro
nel suo letto… - Ehi gente! Gente!- Qualcuno si mise a gridare fortissimo,
dopo aver abbassato un pelo la musica. Tutti gli studenti in quel momento
voltarono verso Dean Thomas che era salito in piedi su un tavolino, con un mano
un bicchiere colmo di liquore scuro. – Gente, un attimo di attenzione per
favore! Sono quasi le cinque e fra un’ora ci sarà l’alba. Prima che vi lasci
tornare alla festa e a divertirvi… volevo dire due parole!- - Eccolo lì…i
discorsi da ubriaco sono quelli che gli vengono meglio.- sentenziò Ron
sbuffando. - Che ridi? Dopo toccherà anche a te!- sbuffò sua sorella. -
Cosa?- gracchiò il rossino – Neanche morto!- - Prima che cominci possiamo
dirla noi una cosa?- urlò Justin dal fondo della sala – Grazie a Grifondoro per
la festa!- E scoppiò un applauso bestiale, seguito da urla e ovazioni di ogni
tipo. Si misero anche a battere i piedi a terra pur di far più casino e di farsi
sentire, quando Dean riprese il controllo. - Grazie a voi di essere venuti.-
fece, conquistando di nuovo il silenzio con la sua verve, esattamente come
faceva allo stadio di quidditch – Dunque, volevo dire un paio alla mia classe…-
e tutta Grifondoro del settimo anno fece un "Ooohhhh…" sognante, per prenderlo
in giro ma alla fine tesoro di nuovo le orecchie, perfettamente attenti. -
Bhè…ragazzi, cosa dire? È l’ultima volta che probabilmente faremo festa con
tutto il resto della scuola.- disse Dean assumendo un tono serio, ma nel
contempo leggero e per nulla malinconico – E’ stata una bellissima serata. Sono
stati bei momenti e non credo di esagerare se dico a nome di tutti che ci
mancheremo parecchio…- la classe del settimo batté ancora le mani, solo
Grifondoro stavolta, mentre Lavanda già cominciava a tirare fuori il fazzoletto
dalla borsa. Probabilmente sarebbe diventata un panda prima della fine del
discorso, perché il mascara le colava via come niente. - Avremo ancora gli esami
e la cena finalmente, lo so…- disse ancora Thomas – Ma volevo ringraziarvi qua
adesso, davanti a tutti, per i sette anni passati qua a Hogwarts. Io sono nato
in una famiglia babbana e quando arrivai qua il primo giorno non sapevo neanche
da che parte girarmi, desideravo solo tornarmene a casa…e adesso non vorrei
più andarmene.- rise, vedendo i sorrisi degli altri suoi amici – Quindi un
grazie a tutti. A Seamus, a Ron, Neville, Harry, Hermione… Lavanda, Calì, a tutti
quanti.- in quel momento la Brown non riuscì a frenare un singhiozzo atroce,
facendo ghignare tutti gli altri che le davano affettuose pacche sulle spalle –
Grazie ancora… e vedete di passare qualcosa agli esami. Grazie ancora!- e
finalmente scese dal tavolino, dove l’attese un abbraccio enorme. In quel
momento Harry intercettò lo sguardo di Ron e sospirò pesantemente, vedendolo
strizzargli l’occhio. Sollevò la tazza verso di lui, in un brindisi silenzio
e la festa riprese. Tirarono l’alba tutti quanti anche se molti si erano
appisolati qua e là nella camerate e anche nel dormitorio femminile. Neville
riuscì perfino a dormire sul tappeto in sala comune ma quando il sole sorse, in
tanti stavano seduti sulle finestre ad assaporare quel momento. - Ci pensavo
dal primo anno sai?- sorrise Ron, seduto accanto a Hermione su una delle tante
finestre nella loro camerata – Mi ero sempre chiesto come avrei concluso
Hogwarts. A volte non vedevo l’ora di finire.- - E la serata è stata
all’altezza?- chiese la Grifoncina, sorseggiando un caffè nero e bollente. -
Hn…- Weasley ghignò con aria maliziosa – Direi di si. È stata una serata fuori
dal comune.- Hermione tacque un secondo, vedendo quella sua espressione, così
si guardò alle spalle con aria attenta. Blaise e Calista stavano sulla finestra
accanto alla loro, Elettra parlava con Ginny e Dean seduta sul letto di Harry e
la Parkinson era appena tornata. Però, pensò la streghetta. Fuori dal comune
davvero… - Se penso che devo tirare le valige fino alle carrozze mi viene
male.- sbuffò Elettra in quel momento, stanchissima. - Lascia perdere.- le
disse Ginny sbadigliando – Ci faremo dare una mano dai ragazzi.- - Cosa?- Ron
la guardò stralunato – Te lo scordi che vengo ad accompagnarti! Hai visto in che
stato sono?- - Oh, eddai! Ehi Harry, tu vieni vero?- cinguettò la ragazza ma
poi si bloccò, guardandosi attorno. - Ma dov’è Harry?- chiese anche Elettra,
stupita. - In effetti è da un po’ che non lo vedo.- disse Blaise – Lui e
Draco avevano sonno.- - Magari sono nel bagno ad affogarsi nella vasca…- si
schifò Ron – Ok, vado a cercarli…- - Per affogarli ci penso io.- frecciò
Hermione seguendolo. Andò a finire che si misero in carovana per cercarli.
Frugarono negli sgabuzzini, nelle varie camerate, negli armadi, nella cuccia di
Pinky, niente… sembravano spariti. Almeno fino a quando non li pescarono nel
numero peggiore che avessero mai potuto fare. Hermione salì nel dormitorio
femminile, seguita da Elettra borbottando contro quei due idioti. Chissà
dov’erano andati. Nel corridoio davanti al bagno dovettero fare lo slalom fra
bottiglie vuote, bicchieri e gente svaccata a terra. La Baley trovò perfino
nella sua stanza una mezza dozzina di coppiette e fu costretta a entrare di
corsa, lanciare via le scarpe col tacco alto e prendere il suo
maialino. Quando tornò fuori, Hermione la guardò stranita. - Perché non ti
sei cambiata?- - Te lo racconto un’altra volta.- si schifò la biondina –
Dovresti prestarmi qualcosa per favore…- - Ok…- la Grifoncina non fece altre
domande quando anche Ron tornò dal bagno del corridoio. Se la stava ridendo come
un matto – Non saprete mai chi sta dormendo nella vasca!- - Minni e
Topolino.- - E chi sono?- Hermione sbuffò, facendo un gesto seccato con la
mano – Allora?- - Dalton e una compagna di Ginny!- - Meglio che Miria non
lo sappia eh?- fece Elettra scuotendo il capo. - Però potremmo ricattarlo!-
propose il rossino. - Ma Ron!- lo zittì la Granger. - Tanto, con tutti i
soldi che ha…- - Oh zitto! Avanti, andiamo in camera mia! Mentre Elettra si
cambia tu vedi di trovare quei due imbecilli ok?- e proprio dicendo quella
frase, spalancò di scatto la porta della sua camera e allora cadde un silenzio
di tomba. Le loro tre paia d’occhi rimasero bloccate su un punto preciso. Il
letto di Hermione. In quel silenzio cosmico, nel casino che regnava in quel
corridoio e con Seamus addormentato sul tappeto della streghetta, abbracciato
all’orsetto della Grifoncina, i tre rimasero a fissare quella scena che aveva
dell’impossibile. Harry stava sdraiato sul letto della sua migliore amica, a
metà del letto e mezzo per orizzontale. Draco gli stava sopra, la testa
appoggiata praticamente su quella di Potter…e dormivano come due
angioletti. Non seppero dire quanto rimasero immobili lì, specialmente Ron e
Hermione ma quando si scossero fu grazie a un flash. Elettra aveva avuto il
tempo di correre giù in sala comune, rubare la macchina fotografica a Colin che
si stava facendo un caffè prima di andare a sviluppare le foto, e fare quello
scatto. Poi ne fece un altro ancora, per sicurezza. Weasley e la Granger la
guardarono sconvolti, le palle degli occhietti praticamente sbarrate… ma la
biondina non fece una piega. Anzi, sorrise tranquillamente, come solo lei sapeva
fare. - Per ricordo.- disse, angelica. Dopo un altro lungo silenzio, Ron
disse immediatamente che ne voleva una copia, afferrando la maniglia della
porta. - Andiamocene, non voglio essere presente quando Oscar Wilde e il suo
amante si sveglieranno.- Tempo di scendere in sala comune e gustare tutti
allegri i cornetti che Lavanda era andata a rubare in cucina, ringraziando gli
elfi domestici che l’avevano fatto per loro come dono di ultimo anno, e un urlo
apocalittico invase l’intera Torre del Grifondoro. Traballarono i soffitti e i
pavimenti, le scale fremettero, i vetri quasi si spaccarono e seguì quindi un
fiume di bestemmie veramente indecenti, sparate a parecchie decibel, tipo
incrocio fra barrito di elefante e ruggito di leone. - Ma che succede?-
chiese Pansy Parkinson, alzando gli occhi verso l’alto, dove stava il dormitorio
femminile. - Già, che capita?- chiese anche Blaise, stralunato, vedendo
l’espressione della Grifoncina che ancora non si era ripresa. - Oh,
nulla…nulla!- bofonchiò Ron, immergendo il croissant buonissimo nel caffè. -
Come nulla?- rise Calì un pelino istericamente, sentendo ancora quei fiumi di
dannazioni – Ma chi c’è là sopra?- - Sembrano due belve…- bofonchiò Neville
rischiando di far cadere la tazza, visti i tremori – A proposito, avere trovato
poi Harry?-
- Sei un violentatore! Fai tanto il santarellino e invece
sei un porco maniaco!- - Ha parlato il dandy! Se non sbaglio c’eri tu sopra
di me brutto bastardo approfittatore!- Alle dieci e mezza di mattina il sole
estivo splendeva ormai al massimo del suo chiarore. Era caldo ma non asfissiante
quel giorno e una leggera brezza fresca e frizzante lasciava presagire un
piccolo temporale estivo. Al binario 9 e ¾ tutti gli studenti di Hogwarts si
stavano preparando a lasciare la stazione. Il chiasso era infernale, il via
vai allegro e movimentato, nonostante la stanchezza accumulata dai ragazzi più
grandi che avevano fatto festa praticamente fino a poche ore prima. E la festa
qualcuno se l’era beccata in tutti i sensi… Si poteva quasi dire che due di
loro la festa se la fossero fatta da soli… - E’ già tanto se ero ancora
vestito!- sbraitò Malfoy furibondo, lontano almeno due metri da Harry e nascosto
dietro a Blaise che di fare da paravento davvero non ne poteva più. Idem per
Ron, dietro alla cui spalla stava Potter, altrettanto incazzoso come il suo
amico Serpeverde. Praticamente era da quando si erano svegliati quattro ore
prima che non avevano fatto altro che gridare all’assalto sessuale per tutta
Hogwarts, con relativa figura di merda, anche se se n’erano infischiati
allegramente. A dire il vero si erano solo svegliati l’uno sopra l’altro, a
torso nudo Harry e Draco con la camicia aperta, con tutti i pantaloni al loro
posto, idem per i boxer. Ed entrambi, come avevano fatto notare Weasley e
Zabini, riuscivano ancora a sedersi…quindi… - Sta sicuro che se avessi voluto
saltare addosso a un uomo avrei scelto meglio!- ringhiò Harry al limite della
pazienza, aiutando Elettra a sistemare Pinky sul vagone – E sono io che dovrei
preoccuparmi! Non sono certo io che mi sono sbattuto tutta la scuola!- -
Tutte le femmine della scuola, è differente!- urlò ancora Malfoy, viola di
rabbia, spaccando la testa di tutti quelli che si erano presi una bella sbronza
la sera prima – E un’altra cosa…meglio di me da farti non potevi trovarne!- -
Sta zitto, sei solo un approfittatore! T’è andata bene che ero ubriaco!- -
Oddio…- Hermione si passò le mani fra i capelli, disperata e distrutta. Non ne
poteva davvero più. Peccato che era sicura che quella storia sarebbe andata
avanti moltooo a lungo. Conoscendoli se la sarebbero rinfacciata anche da
vecchietti, magari anche dalla tomba. Si sarebbero fatti seppellire vicini per
potersi insultare meglio. Il bello era che non era successo assolutamente
niente, nonostante la stramba posizione in cui si erano addormentati e secondo
lei lo sapevano anche loro due, nonostante la fifa matta che avevano. Ormai
era entrato nella testa a tutti: quei due avevano semplicemente un gusto
perverso nel sapersi rompere le palle a vicenda, niente di più. Erano due
imbecilli e basta. - Allora, ci date una mano o no con le valigie?- borbottò
Ginny in quel momento, trascinando il suo grosso baule. - Si, si…- sbuffò
Ron, sbadigliando contemporaneamente – Arrivo. Dimmi che ti prendi Leo
però…- - Te lo scordi, te lo tieni tu!- - Ma userò i gufi della scuola,
dai!- - Sogni. A casa con me e Elettra col cosetto non ce lo voglio!- - E
che avrete mai da fare…- disse il rossino, peccato che Ginny non lo degnasse di
un’occhiata, mentre lui e Harry, Dean, Neville e Seamus si spezzavano la schiena
per caricare tutti i bagagli di due sole ragazze. Ginny dirigeva tutto con
pugno di ferro, tenendo sempre sott’occhio l’orologio. Dieci minuti. -
Allora?- le chiese Hermione mentre anche Blaise aiutava Calista coi bagagli –
Che farete tu ed Elettra per queste due settimane?- - Bhè, prima di tutto
vacanza!- ridacchiò la perfida sorellina di Ron – La mamma vorrà che ci
riposiamo assolutamente, la conosci. Le ho detto di Elettra, della sua
situazione…- abbassò un po’ la voce, per discrezione – E lei se l’è presa molto
a cuore. Vuole viziarla come con Harry.- sorrisero entrambi, fissando la Baley e
il suo sorriso sempre solare – Mentre voi fate gli esami inoltre cercherò di
darle una mano per trovare una casa d’appoggio. La prof. Mcgranitt ci ha dato a
colazione questa mattina dei cataloghi di case approvate dalla scuola, in
campagna. Visto che anche lei non è abituata ai babbani cercheremo di darle un
aiuto, tanto non ha problemi di soldi e poi Bill ha promesso che ci avrebbe
portato in giro, a vedere queste case e i vicini.- - Bene, quindi le cose si
metteranno per il meglio.- sussurrò la Grifoncina – Sono contenta.- -
Assicurerò anche Harry, tranquilla.- rispose Ginny seria – Le darò tutto l’aiuto
possibile visto che suo padre non verrà neanche a prenderla una volta a Londra.
Elettra mi ha detto che le ha spedito un messaggio ieri. Le ha solo augurato
buone vacanze.- Hermione serrò la mascella, sentendosi veramente triste. Ma
più la guardava, più guardava Elettra…e si chiedeva cosa provasse davvero.
Sorrideva sempre, i suoi occhi azzurri poi sembravano sempre così sinceri. -
O è un’attrice o è di roccia.- le aveva detto Draco tempo prima. Forse era
davvero una roccia, pensò intenerendosi. Elettra era una forza della
natura. Niente la scalfiva. - Prenditene cura per un po’ allora.- sorrise,
cercando di rallegrarsi – Mi raccomando Ginny…- - Tranquilla…- l’assicurò la
rossa, poi si volse agli altri – Allora sfaticati? Ce l’avete fatta o no?- -
Sai che sei una bella rompipalle?- sbraitò Ron, schiacciato dal baule della
sorella. - Zitto e lavora!- Andarono avanti a caricare ancora per qualche
minuto, specialmente quando arrivò anche Pamela con la sua testa ancora nella
rasata e Justin, con la sua ragazza. Si salutarono fra loro, poi fu il turno di
salutare Elettra. Venne abbracciata da tutti, strusciata da tutti i ragazzi e
poi questi vennero pestati da Potter. Al turno di Hermione, la Grifoncina quasi
la stritolò, facendola ridacchiare. - Mi raccomando, al primo problema chiama
capito?- le disse seria. La biondina però sorrise, con quel suo modo
misterioso – Oh, non avrò problemi, credimi.- - Dai Herm, che tocca anche a
noi salutarla!- rise Zabini, seguito da Ron. Perfino Malfoy, alla fine,
l’abbracciò non molto di buon umore. - Ciao Draco!- gli disse la Baley
tranquilla – Buoni esami, in bocca al lupo.- - Attenta anche tu, piccoletta.-
bofonchiò, tornandosene dietro alle spalle sicura della Granger mentre la Caige
si salutava a modo suo con Blaise che per altro non si era tirato minimamente
indietro. Poco dopo, lontani dagli altri, Harry l’abbracciò stretta,
affondando il viso nei suoi capelli biondi. Le accarezzò la testa a lungo,
preoccupato e triste. - Dai, tanto ci vediamo presto…- gli disse,
dolcemente. Elettra lo baciò appena, stringendolo forte alla vita – Guarda
che non sparisco, sai?- - Lo spero… non so neanche dove poterti trovare una
volta via da qui.- mormorò serio – Non so dove sarai, né dove potresti finire.
Potrebbe capitarti qualcosa e nessuno me lo direbbe.- - Sciocchezze, sarò
alla tana e poi partiremo tutti insieme. E se dovesse capitarmi qualcosa ti farò
recapitare un gufo da Sirius, ma tanto non mi succederà niente. Tu pensa agli
esami…- Harry tacque, fissandola. E rimase a osservarla senza vedere
nient’altro quando il treno partì, e lei, sporta dal finestrino, si sbracciò per
salutarlo. Come aveva potuto non accorgersene? - Che hai Harry?- gli urlò Ron
da lontano – Dai, ormai è partita! La vedrai presto!- Presto… Harry Potter
alzò gli occhi al cielo il cui colore gli ricordava tanto quello delle iridi
della sua ragazza. Era strano ma ora che se n’era andata, capiva davvero
tutto di lei. Il suo modo di non lasciarsi mai abbattere, la sua allegria, la
spensieratezza, il suo sorriso… - Sono proprio un idiota…- mormorò, ghignando
di se stesso tornando a scuola con gli altri. - Per esserti fatto Malfoy di
certo.- frecciò Ron bastardamente. - Oddio, non me lo ricordare!- sbraitò
Potter stizzoso – Basta con questa storia!- - Spero solo che non ti abbia
messo incinto a vice versa!- insinuò anche Seamus, facendo scoppiare tutti a
ridere. - Basta cazzo, finitela tutti!- Ridendo e scherzando, il gruppo
tornò verso il luogo del fermo delle carrozze. Ora, pensò Harry salendo sulla
scaletta e dando ancora un’ultima occhiata alla stazione e all’immagine di
Elettra che si era stampato nella mente, aveva solo un’ultima di cui occuparsi a
scuola. - E’ tempo di esami.- bofonchiò con tono greve. - Già…- disse Ron,
salendo dopo di lui – Due settimane e il Trio Miracoli di Hogwarts chiuderà i
battenti.- - Anche il due Teste di Cazzo.- insinuò Blaise, salendo in quella
accanto a loro, facendosi sentire per bene. - Io non so che cazzo ci trovi da
scherzare su una cosa simile!- sbraitò Malfoy sentendolo. Quando tutti furono
a bordo, i Thestral riportarono le carrozze sul sentiero principale proprio
quando alcuni nembi scuri cominciarono a imperversare all’orizzonte, coprendo
sinistramente la Foresta Proibita. Si tornava a Hogwarts per l'ultima
volta…
Fine Penultimo Capitolo
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