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Intro DA LEGGERE (GRAZIE XD):
Ok, questo è un esperimento.
Posso tranquillamente dire di NON aver scritto questa “cosa”
nel pieno delle mie facoltà mentali, in quanto è nata
quando avevo la temperatura un tantino febbricitante, un inverno fa, e
l’ho sistemata solo in seguito.
In realtà non era mia intenzione neanche pubblicarla, ma in
qualche modo dovrò pure infastidirvi XD.
Scherzo, scherzo, è solo che sono curiosa di vedere che ne
pensate di qualcosa di così fuori dai miei canoni @___@
.
Prima che me lo spieghi qualcuno, so perfettamente che questa
*fic* va in OOC, e so anche che è una visione erronea, questa, di Draco Malfoy…ma vogliatemi concedere uno sfizio a cui pensavo da
tempo, e come va’ va’.
Lo ribadisco –anche se è chiaro
leggendo- solo per far sapere ai lettori che un po’ mi conoscono che non sono
completamente impazzita, e la pubblicazione di questo pezzo è anche dovuto
all’improvvisa nostalgia che provo per le fic diabetiche da tredicenne
fangirlante XD che scrivevo un tempo (mamma mia come si cambia nel giro di
qualche anno… °________°).
Grazie mille per l’attenzione
Mel-chan
Ps: Little avviso: l’anno che i nostri
hanno questa *parentesi* è in una dimensione a-temporale, potrebbe accadere gli
ultimi giorni di scuola come potrebbe essere già accaduto…lascio alla
vostra immaginazione la scelta.
UNA STRANA
PARENTESI INVERNALE
Era una domenica come un’altra nel castello di Hogwarts.
Ginny Weasley camminava tranquillamente per il maestoso edificio, cercando di
dare una ragione alla sua tremenda sfortuna sentimentale. Aveva forse fatto qualcosa di così tremendo da
meritarsi tutta quella malasorte? Non le pareva…era una ragazza tranquilla, che
si batteva per quello in cui credeva e voleva ben ad i suoi amici, studiava il
giusto e giocava bene a Quidditch…non che volesse fare la vittima, ma aveva
passato tutta la sua breve vita anche a sopportare un’orda di fratelli maschi
pronti a farle scherzi di ogni genere, e aveva imparato a cavarsela, addirittura
guadagnarsi un po’ del loro rispetto.
Allora perché le
sue storie finivano sempre con un:
- Gin, davvero, non è colpa tua…sono io che…mi dispiace, sei
la ragazza più fantastica del mondo: ma tra noi non può funzionare.
– Perché??!
Diede distrattamente un calcio ad una piuma per terra,
cascata probabilmente a qualche apprendista mago sbadato…non c’era motivo di
raccoglierla, tanto l’avrebbero riposta tra gli oggetti smarriti gli elfi
domestici. Decise di terminare la passeggiata ed i pensieri deprimenti per
entrare nella Sala Grande, completamente deserta. Si affacciò ad una delle
imponenti finestre, le quali davano una perfetta panoramica dell’immenso
giardino: era innevato e ricordava una di quelle cartoline natalizie che usavano
i Babbani, e suo padre amava tanto, così ferme e statiche. Una coltre bianca
ricopriva ogni cosa, dando un aspetto quanto mai etereo al tutto.
La Foresta
Proibita sembrava meno spaventosa del solito e le urla giocose
dei compagni riempivano quella specie di vallata. Fu sfiorata a una punta di
curiosità, e aguzzò la vista per individuare i professori: ne vide solo qualcuno
di guardia, ma non si stupì, sicuramente avevano di meglio da fare (e
soprattutto desideravano averlo) che gironzolare per il giardino rischiando di
farsi prendere a pallate (a volta la bacchetta non era abbastanza veloce da
fermare un bolide di acqua ghiacciata…lo sapeva bene lei, che raramente era
riuscita a fermare grazie alla magia gli attacchi dei fratelli durante le
precedenti stagioni invernali). La sua sorpresa fu quindi grande, quando,
girandosi, vide un fioco scoppiettare allegramente tra i ciocchi in un minuscolo
camino, in un angolo della Sala; si avvicinò per vedere chi fosse ad averlo
creato: camminò rapidamente e silenziosamente fino alla poltrona verde cupo che
stanziava dinanzi alle fiamme, e l’unica cosa che notò furono dei capelli biondo platino pettinati come prima di un galà
elegante. All’improvviso Ginny fu
presa da una sgradita consapevolezza: c’era una sola persona in tutto il
castello che aveva capelli del genere…e quella persona era Draco Malfoy. Cercò
di allontanarsi il più velocemente dalla sedia, era già a metà strada verso
l’uscita, quando un’inconfondibile voce ironica e spaccona, quanto suadente ed
elegante, infranse le sue rosee speranza di scappare
velocemente scandendo le parole:
- Paura, Weasley? - .
Lo Slyterhin rimase voltato e Ginny, incapace di ignorarlo ed
allontanarsi con la coda tra le gambe, rispose indispettita:
- Neanche un pò, Malfoy. Semplicemente, non ho intenzione di
restare in tua compagnia più di quanto non
debba fare normalmente. -
Ginny rimase a ribollire di rabbia da capo a piedi mentre quel presuntuoso egocentrico di Malfoy, ne era
certa, sogghignava per la soddisfazione di averla fatta indispettire, da dietro
l’elegante poltrona.
- Bè, Weasley, non te ne vai? -
Dimenticandosi completamente il suo primo scopo, ovvero
scappare il più velocemente possibile, Ginny rispose in modo deciso:
- Per tua informazione, posso stare nella Sala Grande quanto
voglio, che ti piaccia o no…e prima che tu faccia qualche penosa battuta sullo
stato economico della mia famiglia, sappi che sono perfettamente a conoscenza
del fatto che non bisogna pagare per restare qui. -
Con un sbuffo, Malfoy:
- Com’è che mi conosci così bene, Weasley? Non è che ti
interesso, per caso? -
Sentendosi avvampare, Ginny rispose scontrosa:
- Te lo sogni, Malfoy. Fai conto che se noi rimanessimo gli ultimi due esseri umani sulla faccia della
Terra…-
- …la generazione umana si estinguerebbe. Battuta vecchia,
Weasley. Devi aver letto un po’ troppi fumetti babbani. -
Un lampo di malizia riempì gli occhi di Ginny, che stava
cominciando a prenderci gusto, con quello scambio di battute maligne:
- Com’è che conosci le trame dei fumetti babbani tanto bene,
visto che gli disprezzi tanto? Non è che hai interessi nascosti, eh, Draco?
-
In quel momento la poltrona dal cupo color
muschio, girò su sé stessa: il viso dello Slitheryn apparve illuminato
dall’abbagliante ed elegante baluginare delle fiamme magiche, e disse, tenendo
alto un biondo sopracciglio:
- Com’è che ora sono diventato Draco? - . Ginny
rimise un secondo muta, fissandolo: sapeva che quello,
pur essendo un bastardo della peggior specie, era pure un ragazzo molto bello,
ma dovette ammettere che nei corridoi, con indosso la suntuosa ma comunque
camaleontica uniforme di Hogwarts, perdeva un po’ di fascino…dipendeva forse
anche dal fatto che il normale ghigno arrogante e fare superiore era, in quel
momento, sostituito da un sorriso più conturbante che altro e un atteggiamento
da astuto dibattente? Si pose quella domanda, ma poi, rendendosi conto che il
ragazzo la fissava anche decisamente divertito dal suo improvviso mutismo, fu certa di aver fatto la figura dell’ingenua e
si affrettò a mormorare con un sorrisetto che sperava sprizzare sicurezza da
tutti i pori, senza dar mostra del balzo che il proprio cuore, decisamente
dispettoso, vedendolo aveva fatto, per qualche ragione a lei ignota:
- Semplicemente perché, conoscendo un tuo possibile punto
debole, penso di poterti chiamare come mi pare e piace senza che tu abbia
possibilità di reagire. -
Il sopracciglio rimase alzato, ma l’ombra di un nuovo
sorriso, non si riusciva a capire se sarcastico oppure no, si disegnò più
profonda sul viso dai lineamenti belli e marcati, mentre rispondeva di rimando a
Ginny:
- Punto debole, dici? -
- Esattamente. Pensi che alla scuola farebbe piacere sapere
che il bastardo razzista per eccellenza Draco Malfoy è un cultore dell’editoria
a disegni babbana? –
A quel punto Draco
fece qualcosa che Ginny proprio non avrebbe mai immaginato. Si alzò.
La
Griffhyndor vide la scena come a rallentatore: il ragazzo, che
quel giorno indossava pantaloni lunghi decisamente di sartoria e una felpa con
cappuccio verde di fattura elegante, dello stile che in quei giorni andava di
moda tra gli studenti maschi della Scuola di Magia e Stregoneria Hogwarts, posò
le mani sui braccioli della poltrona e si alzò in piedi, camminando lentamente
ed inesorabilmente verso di lei, decisamente spiazzata, continuando ad esibire
imperterrito il suo sorrisetto intrigante quanto irritante, mentre lei
indietreggiava fino a ritrovarsi rattrappita contro la grande ed imponente
finestra della Sala. Vide il ragazzo avvicinare pericolosamente il proprio viso
ad il suo e fermarsi solo quando i nasi si sfiorarono, per poi mormorale sulla labbra, il suo fiato caldo una carezza sul bocciolo
rosso che era la sua bocca:
-Non lo faresti mai, Weasley. Ma dimmi una cosa…-
Ginny rabbrividì involontariamente, imponendosi subito di non
farsi prendere da strane sensazioni
- com’è che questa tua insospettabile
arroganza non la mostri mai, normalmente? –
Ginny ingoiò un nodo che ad un tratto le occupava le gola, proprio in mezzo, e, cercando di ignorare l’assurda
posizione in cui si trovava, rispose, seppur involontariamente, con un sussurro:
- Normalmente non sono così. Si vede che tu
riesci a tirare fuori il peggio di me… - sentì il contatto tra loro due
aumentare ancora di più, se possibile, e il sadico Slytherin rispondere:
- Peggiore dici…dipende dai punti di vista, non trovi? Una
brava Ghryffindor come te può non ritenerlo una buona
qualità, ma noi Slytherin vediamo le cose diversamente…-
il suo sguardo parve discostarsi per
un attimo dagli occhi di Ginny, per fissare un punto dietro di lei, poi sorrise,
sorrise in quel modo tremendo e fantastico allo stesso tempo, e disse:
- Ti sei accorta che siamo appoggiati contro una finestra che
dà sul cortile, verso la quale in questo momento tutti stanno guardando? –
A Ginny scappò un
gemito si sorpresa e panico, mentre si voltava: il
parco era effettivamente pieno di gente, ma nessuno sembrava guardare dalla loro
parte, complice probabilmente anche il soffio dell’aria gelida esterna sulle
finestre, che le rendeva impolverate di neve non ancora rimossa on la magia da
Dobby e i suoi amici.
Anche i normali
“seguaci” di Malfoy, Parky Parkinson, Tyger e Goyle, fissavano con aria torva i ragazzini del primo e
secondo anno che giocavano lì vicino,
senza degnare di una sola occhiata l’interno della Sala Grande. Ginny, con
un’aria decisamente iraconda stampata sul viso, si girò verso lo Slytherin, il
quale, prima che lei pronunciasse una qualsiasi parola, le chiese con aria
strafottente:
- Basta così poco per farti spaventare, Weasley? Eppure non
sembravi troppo pudica, quando stavi a pomiciare con i tuoi precedenti ragazzi
dietro le colonne vicino alle aule… -
Ginny desiderò con tutto il cuore sparire sotto il pavimento, ma Malfoy continuò imperterrito:
- Nel caso te lo stessi chiedendo, non era troppo difficile
vedervi, è probabile che gli unici a non accorgersene fossero i tuoi ottusi compagni di Casa, tra cui il tuo
idiotissimo fratello…-
a questo punto fu Ginny, livida in
viso, ad interromperlo:
- A proposito di
idioti, com’è che i tuoi amichetti non ti fanno da scorta, oggi? Mi sembra molto
strano… -
Dopo aver chiesto, si girò con aria sdegnosa,
inginocchiandosi accanto al fuoco, e finse di non sentire il rumore dei passi
del ragazzo sul parquet di legno mentre le si
avvicinava e, sedendosi su un morbido puff appena
fatto apparire, rispondere impassibile alla sua ironica domanda:
- Per lo stesso motivo per cui tu
non sei insieme ai tuoi sciocchi compagni a tirare insulse pallate di neve.
Volevo stare un po’ per i fatti miei a pensare. E nel caso tu te lo stia
chiedendo, si, anch’io penso. -
Ginny non poté fare a meno di sorridere. Roba da matti, come
il terribile, odioso, strafottente Draco Malfoy riusciva ad anticiparla in quel
modo.
Calò uno strano silenzio. Si sentiva solo il crepitio del
fuoco fatato e le grida più o meno rumorose che venivano dal parco. Fuori la
neve continuava a scendere tranquilla, rendendo il bellissimo giardino sempre
più simile ad un illustrazione di libri per bambini.
Stando sempre in silenzio, Ginny buttò un occhio su il ragazzo che le stava
accanto, ora apparentemente immerso nei propri
pensieri. Strinse le ginocchia al petto, girando incoscieamente la testa verso
di lui, non riuscendo a non pensare che quella situazione era veramente fuori dal mondo, una parentesi alquanto strana
durante un normale inverno ad Hogwarts…ma in fondo a chi importava ? Di certo
non a lei, che perlomeno poteva vivere un pomeriggio in modo diverso! Sentì le
guance colorarsi dello stesso colore ramato dei capelli
mentre, senza alcun preavviso, Draco si voltava verso di lei e la fissava
con lo sguardo di che ha trovato un bambino a compiere qualche marachella…la
bocca del ragazzo si aprì per dire qualcosa, quando…
Ginny sobbalzò, sentendo un colpo di tosse provenire da
dietro le loro spalle, e giurò di aver visto Draco sbattere almeno un paio di
volte le palpebre. Si sentì gelare, quando vide la professoressa McGranitt, la
quale sembrava indecisa se essere più arrabbiata per averli trovati lì ad
utilizzare un fuoco “illegale”, in quanto proveniente da una struttura decisamente portatile e appartenente allo
studente, o sorpresa per il fatto che uno Slytherin una Gryffindor fossero da
soli e non intenti ad insultarsi:
- Signorina Weasley, lo sa che non si possono accendere
fuochi privati all’interno del castello?! -
Disse, per poi ordinarle di non rispondere con un semplice
sguardo, e girandolo subito dopo verso Draco, che la guardava a sua volta:
- E lei, Malfoy, mi vuole spiegare che cosa ci fa qui? Il
professor Piton è a conoscenza di ciò che sta facendo? –
poi mosse leggermente il naso,
guardando entrambi come si potrebbe guardare una bomba che rischia di esplodere
da un momento all’altro e domandò, quasi imbarazzata:
- In ogni caso, com’è che voi due… -
- Mi scusi professoressa, ma sono raffreddato, e ho pensato
fosse più saggio rimanere nel castello, magari utilizzando un fuoco per
scaldarmi, visto che quello principale è stato lasciato spento per l’assenza di
studenti all’interno della Sala. -
Solo Malfoy era capace di un linguaggio tanto forbito e
palesemente traboccante di strafottenza.
La professoressa lanciò un’occhiataccia a Ginny, ma con una
nota che la ragazza giurò essere di pura e semplice curiosità: - E lei, Weasley?
L’ho vista oggi a Trasfigurazione e sembrava essere in
perfette condizioni…ha forse avuto un repentino cambio di salute e si è
ammalata? In tal caso riterrei opportuno che entrambi andaste a farvi vedere da
Madama Chips. -
Un timido:
-Ehm…-
uscì dalle labbra
improvvisamente secche di Ginny Weasley, indecisa su cosa dire.
- A dire il vero, professoressa, quando poco fa sono andato in
infermeria, ho visto Madama Chips impegnata con altri studenti, decisamente più
ammalati di noi. Visto che Weasley stava arrivando, ho avuto la premura di
avvisarla. -
La professoressa McGranitt lo fissò incredula e dopo aver
mormorato:
- Lei…ha avuto la premura? –
chiese all’improvviso, col viso
-decisamente poco convinto- rivolto verso Ginny:
-Conferma? -
dopo un attimo di esitazione Ginny
annuì.
La
McGranitt decise infine di congedarsi, e, sospirando, disse
solo:
- Allora appena
comincia a fare buio e i vostri compagni escono dal giardino, rientrate nei
rispettivi dormitori. -
Draco non rispose, e Ginny annuì con vigore. Rimase a fissare
la professoressa di Trasfigurazione finché non scomparì oltre le ampie porte
della Sala Grande.
- Se una mentitrice
penosa, lo sai, vero? -.
Tirando velocemente su il viso, imitando un’aria superiore,
Ginny chiese con voce decisamente ironica:
- Si dice “mentitrice”, ora? Perché non usi il
termine, decisamente più appropriato, di “bugiarda”?!
-
- Predica pure quanto vuoi, Weasly, ma se non fosse stato per
me ora saresti in punizione. -
Si stirò sulla sedia e per un momento Ginny non
poté fare a meno di notare gli occhi grigi come la nebbia mattutina chiudersi
per il piacere di stiracchiarsi e raddrizzare la schiena, prima forse
rattrappitasi contro lo schienale della poltrona.
Una volta ripresasi domandò, imbronciata:
- Come sarebbe a dire “saresti”?!
Diciamo che “saremmo stati” in punizione! –
Draco fece un cenno di
diniego con la testa e rispose:
- Io no di certo!Lo saresti stata solo tu, che non hai saputo
dire altro che uno stupidissimo “ehm…” … -
Ginny non riuscì a resistere e disse, con tono impaziente e
portandosi una mano su la fronte: -
- Certo che è assurdo! Ma ti rendi conto di quello che stiamo
facendo?! Tu ed io è un pomeriggio che parliamo, a suon
di insulti, eppure…-
Si bloccò. Eppure cosa?! Non lo
sapeva neanche lei…sentì di aver fatto la figura della cretina integrale. Fare
discorsi morali e filosofici con Draco Malfoy! Doveva veramente essere uscita di
senno…si, non c’era nessun’altra spiegazione…vero?
Evitò di guardare Draco e si alzò, mormorando:
- Bè, comincia ad essere davvero tardi…sarà meglio andare
ora, se non vogliamo essere messi in punizione sul serio senza possibilità di
appello…-
Non fece in tempo però a mettersi completamente in piedi che
un braccio forte ed inaspettatamente protettivo l’avvicinò, rispingendola per
terra con lui. Vedendo il modo in cui la fissava, spaventosamente simile a una
mezz’ora prima, si ritrasse all’indietro, col risultato di sbattere la testa
contro la poltrona .
- Eppure cosa? –
domandò il biondo avvicinandole di
nuovo le labbra alle proprie in quel modo che le faceva salire il sangue al viso
ed aumentare il cuore di una ventina di battiti al secondo, come solo un certo
tipo di emozioni riesce a fare.
- Allora? Che c’è Weasley, paura? - fissandolo, bello e
seducente come era, tentò di mormorare un
- no…-
ma le labbra che la
sfioravano le fecero morire le parole in gola.
Sapeva che era strano.
Sapeva che era assurdo.
Sapeva che era impossibile, assolutamente non adatto a loro,
a chi erano, alle loro famiglie…sapeva tutte queste cose
ma non le importava minimamente, a Ginny Weasley, mentre veniva baciata
lentamente, e con innegabile passione, da Draco Malfoy, sdraiata per terra
vicino ad un fuoco illegale, le dita lunghe e aggraziate d’istinto tese ad
accarezzar i morbidi capelli dello stesso colore delle foglie autunnali più
belle e abbronzate, l’odore buono e le labbra alla cioccolata calda che Draco
doveva avere bevuto in precedenza.
L’unica cosa che le
importava era che quei momenti che creavano tanta magia nell’aria
non finissero più, e che quel momento fuori dal tempo e dalle situazioni e ciò
che è giusto e sbagliato durasse ancora un po’.
Non molto, solo il tempo di prendere una boccata d’aria da tutto, situazioni personali e non che pesavano al solo
sentirle nominare.
Questi pensieri erano solo un groviglio di idee alquanto
sconclusionate, mentre sentiva le labbra calde e suadenti di Draco allontanarsi
dalle sue e vedeva il ragazzo biondo tornare a fissarla con apparente
divertimento…mescolato però ora a qualcosa che non
sapeva definire.
- Allora Weasley,
eppure cosa? -
Lei si limitò a scuotere la testa con aria seccata solo per
finta, e si girò su un fianco, verso le fiamme che si agitavano e crepitavano
come se la scena che illuminavano causasse clamore persino tra loro, mentre un
braccio la chiamava di nuovo verso di sé per continuare quella strana parentesi
invernale ancora un po’…
Solo un altro po’.
FINE
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