Maze: il labirinto
2. Moonlight
shadow and Memories
Ryan stava per prenderla. All’improvviso, sentì un leggero
BIP. Una forte luce bianca avvolse lei e il ragazzo, che ormai l’aveva
raggiunta e afferrata per un braccio. Un senso di vuoto li colse allo stomaco,
per una frazione di secondo. Poi…
-Ryan…cos’è successo?-
Il ragazzo non le rispose, intento ad osservare il territorio
che li circondava.
-Di certo non siamo a Tokyo…almeno credo…-mormorò poi dopo
qualche attimo.
Davanti a loro si estendeva un territorio di terra rossa,
circondato da impervie montagne dello stesso colore. Alcune emettevano fumo
dalla vetta.
Quello che sembrava un grande lago partiva dalle pendici
dei monti e arrivava fino a loro. Tutto intorno, dei grandi boschi con alberi
altissimi.
Ryan rivolse la sua attenzione sulla ragazza,
letteralmente terrorizzata: -Strawberry, tu…hai le orecchie e la coda!-
La rossa spostò lo sguardo sul suo fondoschiena:-Ah si?
Beh, questo non è il mio problema principale, adesso!-
Cominciò ad armeggiare nelle tasche, alla ricerca del
cellulare, poi all’improvviso si fermò: - E’ vero…l’ho lasciato al Caffè perché
qualcuno mi ha rifiutato la chiamata!-
Uno strepitio improvviso stoppò sul nascere quella
discussione. Strawberry si aggrappò al braccio di Ryan, guardano terrorizzata
il cielo.
Un enorme coso volante stava solcando i cieli di
quello strano territorio. Aveva un lungo becco aguzzo, un’escrescenza sulla
sommità del capo e non aveva le piume.
- Cos’è?? Cos’è???- gridò terrorizzata
Ryan inghiottì la saliva: -Quello è uno pterodattilo!-
Un tremore salì lungo la colonna vertebrale della ragazza.
Da quel poco che si ricordava, lo pterodattilo era una specie di dinosauro
volante…
-E se quello è uno pterodattilo, allora noi siamo nella
preistoria…- continuò il biondo
Il dinosauro emise un altro verso, poi scese in
picchiata…verso di loro!
-SCAPPA!- gridò Ryan, tirando per un braccio Strawberry e
cominciando a correre verso il limitare della foresta.
All’improvviso, però, la terra tremò. I due ragazzi
alzarono lo sguardo, ritrovandosi davanti ad una gigantesca zampa.
-Ryan…questo lo conosco…è il dinosauro assassino di Jurassic
Park…-
mormorò tremante Strawberry, nascondendosi dietro il biondo –Però non credo che
se stiamo fermi non ci vede…-
Fortunatamente, il tirannosauro rex (questo il nome) non
era interessato a loro, bensì al dinosauro volante. Con una specie di salto, lo
afferrò fra i denti e lo uccise, deponendolo poi a terra per mangiarlo.
I due umani osservarono atterriti quella scena, poi
corsero via, al sicuro nella foresta.
-Forza!-esclamò Ryan –Sali sull’albero!-
Dopo qualche difficoltà, riuscirono a trovare rifugio tra
i grandi rami di una conifera.
-E adesso cosa facciamo?- pigolò la rossa, ancora
ansimante per la fatica
Ryan fece spallucce:- Non ne ho la più pallida idea…-
Un forte vento si alzò improvvisamente. Strawberry
rabbrividì, siccome indossava solo abiti leggeri.
Sentì qualcosa di caldo piombarle sulla testa, e
meccanicamente si abbassò, portandosi le mani al capo. Si stupì nel sentire che
il Ryan le aveva messo in testa il suo cappellino nero.
Si girò verso di lui per ringraziarlo…e scoppiò a ridere!
- Cos’hai?- esclamò il ragazzo, guardandola infastidito
Tra i singhiozzi di Strawberry, il biondo riuscì a capire:
-Tu…hai…le orecchie!-
Ancora senza capire, il bel statunitense portò le mani
sulla testa e trasalì.
Gli erano spuntate le orecchie proprio come a Strawberry!
E ora che guardava meglio, gli era cresciuta anche la coda!
-Ma che diavolo…?- mormorò, tastandosi sospettoso
quell’appendice pelosa che partiva dal fondoschiena.
Strawberry smise di ridere e si sporse a toccare le grigie
orecchie del ragazzo: -Sono le orecchie di Art!- mormorò, accarezzandole e
constatando che erano realmente vere
-Si, ma ora lascia stare!- la rimbeccò il biondo.
La rossa riprese a ridere, ma un enorme sbadiglio le
bloccò il sorriso sulle labbra.
-Come faremo ad uscire da qui?- sussurrò, appoggiandosi
alla ruvida corteccia dell’albero
-Non lo so…-
La troppa adrenalina accumulata e così di colpo consumata
l’aveva stancata moltissimo.
Si appoggiò dolcemente sulla spalla del biondo: -Ryan?-
disse sottovoce
-Mhm?-
-Sei spigoloso…-
Ryan sorrise nel buio della sera che ormai era calato su
quello strano mondo, illuminato solo dalla pallida luce della Luna. Quasi
automaticamente, il suo braccio sinistro volò a circondare le spalle della
ragazza che placidamente si addormentava, cadendo nel mondo dei sogni,
sicuramente migliore di quello in cui si stavano trovando…
Il Sole splendeva nella bella Tokyo, riscaldata dai suoi
raggi primaverili. Tutta la città era allegra, tranne che per quel bel Caffè
nel parco.
Lory guardò l’orologio: -Sono ormai tre ore che sono
scomparsi…- mormorò tristemente
La situazione, purtroppo, non era migliorata. Con tutto il
lavoro che avevano da fare, non riuscivano a trovare un attimo libero per
studiare a fondo il congegno ideato da Pie.
-Lory, per l’amor del cielo, vuoi venire a darci una
mano?!- la voce irritata di Mina la riportò al suo lavoro
Il campanello che stava sulla porta d’ingresso trillò per
l’ennesima volta. Le quattro Mew Mew si girarono per vedere chi fosse il nuovo
cliente…la persona sbagliata al momento veramente sbagliato…
-Mark! Ehm, che sorpresa! Che ci fai qui?- esclamò Mina,
con il tono di voce stranamente alto
-Sono passato a salutare Strawberry. Oggi ho finito prima,
con gli allenamenti di kendo, perché l’allenatore ha sostenuto che sono così in
forma che non ho bisogno di allenarmi ancora e così…- il moro continuò a
parlare per altri cinque minuti, durante i quali la Mew blu rischiava un
infarto. Che cavolo gli avrebbe detto adesso?
-Vedi, Mark, Strawberry in questo momento è andata…a fare
una commissione, sì, però non ti so dire quando torna…- lo interruppe la
ragazza
-Oh, che peccato. Volevo chiederle di aiutarmi a pulire il
parco, domani. Ma, per caso, il vostro amico Shirogane è andato con lei?-
chiese sospettoso Mark, perlustrando con gli occhi la sala del Caffè
-No, perché?-
-Perché di solito è sempre seduto alla cassa, oppure in
cucina, mentre oggi non lo vedo…-
-Quello che fa Ryan non è affar tuo.- Pam era intervenuta
a salvare la situazione con la sua glacialità
Mark indietreggiò leggermente spaventato: -No, certo che
no, avete ragione. Scusatemi se vi ho disturbato. Buon lavoro!- e si dileguò
velocemente
-Grazie, Pam. Ero caduta nel panico, non sapevo più cosa
rispondere!- sussurrò Mina
-Prego.-
Ma quanto può essere fastidiosa la Luna, a volte? Quando
con i suoi candidi raggi ti batte prepotentemente in faccia, impedendoti di
riposare in pace.
E in quel mondo, la Luna era davvero seccante. Nessuno dei
due ragazzi riusciva a rumore, sia per l’agitazione sia per la luce del
satellite terrestre.
-Almeno di questo possiamo essere sicuri…- esclamò Ryan,
calcandosi ancor di più il cappello sugli occhi –Se c’è la Luna, allora siamo
sulla Terra. Saremo in un’epoca di circa 225 milioni d’anni fa, ma almeno siamo
nel mondo.-
La ragazza che gli stava a fianco sospirò. Aveva una paura
tremenda…come avevano fatto ad arrivare in quell’era???
Un rumore alla sua destra la fece girare: Ryan stava
scendendo dall’albero.
-Ryan! Cosa stai facendo! Non puoi lasciarmi qui!- gridò.
Con agilità felina, scese velocemente dalla grande
conifera e si aggrappò al braccio del ragazzo: -Mi spieghi cosa vuoi fare?-
-Dobbiamo trovare una via d’uscita, e al più presto.- le
rispose il biondo, camminando lentamente
Lo strano paesaggio era illuminato solo dalla luce del satellite
terrestre, i cui raggi giocavano con gli alberi, creando strane ombre
affusolate sul terreno. In tutto questo c’era ben poco di romantico.
Oltretutto, strani rumori riempivano la notte. Fischi,
grugniti, ruggiti, tutti versi che facevano accapponare la pelle a Strawberry.
La codina nera sferzava l’aria, e le orecchie erano tese per cogliere anche il
più piccolo respiro.
-Ma, Ryan…tu sai come uscire?- bisbigliò, sempre
aggrappata al braccio del ragazzo, il quale rimase zitto e concentrato.
Dopo un po’ di tempo, Ryan esclamò: -Mentre hai fatto una
visitina nel mondo dei sogni, ho visto come un lampo di luce illuminarsi da
queste parti. Guarda se noti qualcosa di strano…-
-Ma come faccio che è buio???- piagnucolò la ragazza
L’americano si fermò guardandola scocciato: -Strawberry,
se noti è tutto illuminato dalla Luna, ben dieci volte più grande di quanto
siamo abituati. Non vedi che luce che c’è?!?-
Questo servì ad ammutolire la ragazza. Per un po’…
-Ragazze, sono le sette, dobbiamo chiudere!- Kyle fece
sgombrare le clienti rimaste al Caffè, che fino all’ultimo avevano sperato di
veder comparire il bellissimo proprietario del locale.
Le quattro cameriere tornarono dallo spogliatoio:
-Novità?- chiese Lory
-Niente di niente. Ho provato ad accenderlo ma non è
successo niente. Tabula rasa, ragazze.- rispose il moro
-Forse è meglio avvertire i signori Momomya che oggi
Strawberry non tornerà a casa…dirò che rimane a dormire da me…- sospirò Mina,
componendo al cellulare il numero di casa dell’amica.
Pochi minuti dopo, le ragazze uscirono dal Caffè: -Allora
ci vediamo domani…- le salutò Kyle, chiudendo la porta
Le quattro si avviarono sconsolate verso le rispettive
direzioni.
-Chissà, magari ci hanno fatto uno scherzo e adesso sono
nascosti da qualche parte a pomiciare!!- esclamò Paddy, rotolando su una
gigantesca palla.
- Paddy, non è divertente…magari adesso sono in pericolo,
impauriti e…- mormorò Lory, stringendosi le mani.
-Lory, Paddy, piantatela. Staranno sicuramente bene. Ora
andate a casa e dormite.- abbaiò fredda Pam, salendo sul suo taxi
“Secondo me, Paddy un pochino di ragione ce l’ha…chissà
cosa staranno facendo quei due, da soli…”
pensò Mina, mentre un sorriso malizioso le ornava il viso
- L’hai visto anche tu?-
-C-credo di si…ma cos’era?-
Se prima era leggermente in ansia, ora Strawberry era
letteralmente terrorizzata.
Qualche istante prima, era apparso davanti ai loro occhi
una specie di rettangolo luminoso. In pochi secondi era sparito senza lasciare
traccia.
-Un fuoco fatuo (*)?- mormorò Strawberry tremante.
-Non credo…non mi sembra di essere in un cimitero…-
I secondi passavano, senza che la luce tornasse, un’attesa
snervante.
Qualche momento dopo, lungo come anni, quella strana luce
tornasse.
I due ragazzi ebbero il tempo per osservarla: -Sembra che
non abbia fine…- mormorò stupita la rossa
Ryan la prese per mano: -Saltiamo, Strawberry. È la nostra
unica possibilità!-
Prima che la ragazza avesse il tempo di ribattere, il
biondo la trascinò dentro al rettangolo luminoso.
Strawberry chiuse gli occhi, aggrappandosi forte
all’americano. Avvertì una spiacevole sensazione all’altezza dello stomaco,
come quando sulle montagne russe affronti un giro della morte a troppa velocità
e lo stomaco sembra rimbalzarti nella pancia.
Le sembrava di non avere niente sotto ai piedi. Poi,
all’improvviso, una luce molto più forte di quella lunare penetrò attraverso le
palpebre ancora chiuse. Mosse il piede leggermente. Possibile che ci fosse
dell’erba?
Aprì lentamente gli occhi: il Sole splendeva felice e
davanti a lei si stagliava imponente una siepe di un verde intenso.
-Siamo fuori da Jurassic Park?- chiese
Ryan si dileguò dalla sua presa, camminando attorno a lei
e osservando serio qualcosa. La rossa se ne accorse solo in quel momento: la
siepe verde che aveva visto non appena aperti gli occhi continuava tutta
attorno a loro, e anche per altri sentieri.
-Strawberry…- esclamò Ryan, togliendosi gli occhiali da
sole e guardandola fissa con i suoi meravigliosi occhi –Siamo in un labirinto…-
-Un che??-
Il biondo strabuzzò gli occhi, incredulo. Ma perché
proprio a lui doveva capitare una cosa simile??
-Ascolta, Strawberry. Un labirinto è una costruzione con
una pianta così complicata e tortuosa da rendere difficile l’orientamento e
quindi l’uscita. In altre parole, se non stai attenta, ti perdi!- spiegò
-Va bene, va bene, Mister Genius. Ora potresti spiegarmi
perché siamo finiti in un labirinto?- esclamò offesa la rossa
-Bella domanda…- rispose semplicemente lui, incrociando le
braccia dietro la testa e incamminandosi verso una delle multiple
stradelle.
Dopo qualche minuto, Strawberry gli fu a fianco e gli
chiese: -Ma se siamo entrati nel labirinto attraverso il rettangolo luminoso,
allora potremmo anche uscirne!-
-Complimenti, non credevo tu fossi così intelligente!- ironizzò
lui, continuando a camminare e senza voltarsi a guardarla.
La rossa si fermò di botto: più ci passava del tempo
assieme, più scopriva che Ryan era davvero insopportabile.
“No, non è vero…” pensò poi “Quando vuole sa essere anche
dolce e gentile…come ieri sera sull’albero…”
-Strawberry, quali pensieri poco consoni ad una ragazzina
della tua età stai facendo?-
Strawberry sussultò: -Eh? Ma cosa stai dicendo?-
Ryan si stampò un sorriso malizioso sulla faccia: - Hai
sospirato già tre volte, e poi sei tutta rossa…-
La ragazza arrossì ancora di più: -Ho solo caldo!- si
difese
-Si, come no… e io sono Aoyama…- mormorò il biondo
-Beh, mi piacerebbe molto di più se ci fosse il mio Mark
al posto di uno zoticone antipatico come te!- strillò Strawberry
Ryan non rispose, immerso in chissà quali pensieri…
-Quiche, per favore, la vuoi smettere di pensare a
quell’umana? Dobbiamo approfittare che la vecchiaccia e il suo amico non ci
sono e colpirle!-
Tart continuava a “galleggiare” davanti al naso del
fratello maggiore, nel tentativo di distrarlo dai pensieri che il piccolo dei
tre proprio non capiva.
Quiche rivolse gli occhi ambrati all’alieno: -Tart… non
hai nient’altro di meglio da fare?- mormorò annoiato.
Tart fece una capriola a mezz’aria: -No, finchè non ti toglierai
dalla testa quella vecchiaccia rimbambita!- esclamò facendogli una pernacchia
–E ora è il momento giusto per togliere di mezzo le sue amiche strampalate!! Un
colpo solo, a sorpresa, e non ci sono più!-
Quiche sospirò. Era preoccupato per quello che sarebbe
potuto accadere a Strawberry. E a dirla tutta, si annoiava senza prenderla un
po’ in giro…
-Tart! Lascialo perdere, e aiutami con questo nuovo
chimero…- lo chiamò Pie, che armeggiava davanti al suo computer
Il piccolo alieno non se lo fece ripetere due volte: non
era cosa abituale che potesse “giocare” liberamente con il privatissimo
computer di Pie…
Passo dopo passo, attorno a loro il paesaggio era sempre
lo stesso. Alte e verdi siepi s’innalzavano verso un cielo blu, privo d’ogni
nuvola, e il Sole splendeva allegramente, riscaldando l’atmosfera.
Erano entrambi più tranquilli, in quel momento. Anche se
non sapevano né dove fossero né come avrebbero fatto ad uscirne.
Eppure…la rossa non riusciva a rilassarsi…c’era qualcosa
che la metteva in ansia.
-Strawberry…da quanto state insieme tu e Mark?- esclamò
all’improvviso Ryan
Il cuore della ragazza le salì in gola, e divenne del
colore dei suoi capelli.
-Qu-questo non ti-ti interessa…- mormorò
Un sorriso beffardo si stampò sulle labbra del biondo: -E perché
no? Potrei essere l’ultima persona che vedrai…e poi sono il tuo…capo e sono
tenuto a sapere tutto della vita di chi devo proteggere…- continuò maligno
Senza accorgersene Strawberry aveva rallentato quasi fino
a fermarsi. Il cuore le pulsava velocemente, le guance le bruciavano come
quando aveva la febbre. Le gambe non rispondevano più ai comandi.
Ryan se ne accorse e ritornò sui suoi passi.
Poi avvicinò il viso a quello della ragazza le sussurrò:
-Perché ti sei fermata? Maybe are you
afraid of me, my dear ginger?-(**)
Se possibile, Strawberry divenne ancora più congestionata.
Chissà perché stare vicino a quel ragazzo le faceva sempre quell’effetto. In
più, non aveva capito una parola della domanda che le aveva posto Ryan.
-C-cosa ha-hai detto?- mormorò
Il ghigno beffardo si allargò ancora di più: -Lascia
perdere, ginger. Tu e l’inglese siete due cose diverse…- esclamò dandole
le spalle
Strawberry deglutì. Cosa c’entravano lei e la bevanda
analcolica?? (***)
Scosse la testa. Tutto quello che aveva pensato di buono
su Ryan fino a quel momento doveva essere cancellato. Perché la torturava
sempre così?? Eppure, sembrava tanto un angelo triste caduto dal cielo…
Le guanciotte paffute della ragazza si ricolorarono:
“Pensa a Mark, Strawberry, pensa a Mark!” si disse mentalmente.
Chiuse gli occhi, riprendendo a camminare e ripetendosi
quella frase. Ad un certo punto, sbatté la fronte contro un paio di pettorali
ben scolpiti.
-Ma ti sembra il modo di fermarsi, questo?- esclamò
arrabbiata, massaggiandosi la fronte
-Veramente eri tu che camminavi ad occhi chiusi…e poi mi è
venuta in mente una cosa…quando ti ho chiamata ginger, mica hai pensato alla
bibita, vero? (4) - la rimbeccò il biondo
E via, la Mew rosa si tinse nuovamente di rosso. Ryan ci
aveva azzeccato anche quella volta…
-Ma che vai a pensare? Certo che no!!- mentì lei
Ryan sorrise,
furbo: -Bene…-
Strawberry sospirò, mentre lentamente il battito cardiaco
si ristabilizzava.
La marcia verso…l’ignoto riprese. Gli unici rumori erano i
passi dei due ragazzi e i fischiettii che lanciava Ryan ogni tanto, mentre
camminava tranquillo con le braccia incrociate dietro la testa.
La luce della lampada creava un cerchio perfetto attorno
al tavolo del laboratorio. L’orologio ticchettava senza pietà, scandendo i
minuti e allungando l’attesa e la preoccupazione.
Aveva compiuto un giro completo da quando le porte del
Caffè si erano chiuse dietro le cameriere, e lui non si era ancora alzato dalla
sua postazione.
Il cerchio di luce illuminava il dispersore temporale
degli alieni, che emetteva di nuovo la lucina verde. Kyle pensava fosse un buon
segno, che indicasse il corretto funzionamento di quell’affare.
“Ancora qualche secondo, e lo spengo!” pensò.
Provava ad intervalli di un’ora ad accenderlo, sperando
che i due “scomparsi” ritornassero nell’epoca attuale.
Contò fino a dieci e spinse il bottone. La lucina verde si
spense.
Kyle sospirò: per quanto sarebbe andata avanti quella
storia? Non avrebbero potuto certo nascondere la sparizione di Strawberry a
lungo…
Si alzò strisciando la sedia sul pavimento e spense la
luce.
“Ryan…almeno evita di fare cose di cui poi potreste
pentirvi…” si ritrovò a pensare.
La fiducia che regalava al biondo quando questi era solo
con Strawberry superava di poco l’un per cento…
Ryan ora fischiettava un motivetto alquanto irritante, per
Strawberry. Da almeno mezz’ora non faceva che ripetere quelle poche note, senza
cambiarle mai.
-Ryan, per favore, potresti smettere di fischiare?- chiese
irritata la ragazza, mentre la codina nera falciava l’aria. Per tutta risposta,
il ragazzo iniziò a cantare:
-Ring-a-ring o ‘roses, a pocket full of poises, a-tishoo, a- tishoo, we all fall down!-
(5)
Prima che Strawberry potesse ribattere, si materializzò
davanti a loro un nuovo rettangolo luminoso.
La rossa afferrò la mano di Ryan: -E-entriamo?- domandò
titubante
Il ragazzo le strinse la mano, e insieme saltarono dentro
al “buco”.
Questa volta, il “salto” fu più lungo. Strawberry potè
benissimo vedere un’infinità gialla attorno a lei, poi all’improvviso del verde
sotto ai suoi piedi.
Atterrò agilmente, piegando le ginocchia per attutire il
colpo. Solo in quel momento si accorse che Ryan non era più di fianco a lei.
Fu presa dal panico: cosa avrebbe fatto??
Si guardò intorno. Era in un grande parco, con file ordinate
di alberi e erba ben tagliata. All’orizzonte, sopra le cime del bosco, si
scorgeva quello che riconobbe come un tetto. S’incamminò per quel bellissimo
parco, fin quando non vide un parco giochi.
C’era l’altalena, lo scivolo, la giostrina, e una buca della
sabbia dove stava giocando un bimbo.
Strawberry si avvicinò, per chiedere anche aiuto.
Il bimbo, di circa sei anni, le dava le spalle, intento a
costruire un castello di sabbia. Aveva degli stupendi capelli dorati…
-Ciao, bel bambino. Mi puoi dire dove siamo?- gli chiese
con un sorriso.
Il bimbo si girò: -Hello. Who are you?-
La rossa trasalì: quel bambino parlava inglese!! Però,
perché le ricordava terribilmente qualcuno?
Lo osservò meglio…e sussultò.
“Gli occhi…gli occhi del bambino…” pensò
Il bimbo, nel frattempo, la osservava incuriosito…con un
paio di occhi azzurro cielo, così belli da incantare chiunque…
“Lui…lui è Ryan!”
-Who are you?-
Una voce di donna la riportò alla realtà. Si girò verso la
provenienza della voce e vide una donna bellissima, con dei lunghi capelli
biondi che le arrivavano fino alla vita e gli occhi azzurri come il cielo
d’estate, avanzare elegantemente verso di lei.
-Ehm, salve…non volevo disturbare…- balbettò Strawberry,
indietreggiando di un passo
La donna la fissò per un attimo, poi sorrise: -Oh, you’re a Japanese girl, as my husband!
Perdonaci, mio figlio Ryan, anche se è, diciamo, un piccolo genio, non ha
ancora la piena padronanza della tua lingua! Hai bisogno di aiuto?- continuò
poi, in perfetto giapponese.
Strawberry tirò un sospiro di sollievo: -Ecco…potrei
sapere dove sono?-
-Sei nel parco di villa Shirogane, piccola. Come sei
arrivata fin qui? Non ci sono mezzi che collegano New York a casa nostra!-
La rossa trasecolò: aveva ragione lei! Era caduta
nell’infanzia di Ryan, quando abitava ancora in America e i suoi genitori erano
ancora vivi!
Fu colta da un’improvvisa tristezza. Forse era meglio che
ci fosse stato Ryan al suo posto, per poter parlare ancora una volta con la
madre…
-Darling, è tutto ok?-
Guardò la signora Shirogane accarezzare dolcemente la
testa del figlioletto, che le sorrise compiaciuto.
-Mummy! – esclamò felice lui –Can we play to
ring-a-ring o’roses?- (6)
La bionda sorrise come solo una mamma, o una donna
innamorata sa fare. Prese le mani del bambino e iniziò a girare insieme a lui,
cantando con una bellissima voce dolce:
-Ring-a-ring o’roses, a pocket full of poises, a-tishoo, a-tishoo! We all
fall down! – poi si lasciò cadere sulla soffice erba del giardino,
senza preoccuparsi di sporcare la lunga gonna che indossava, mentre il figlio
le buttava le braccia al collo e la stringeva forte.
“Ecco cos’era la canzoncina che canticchiava prima Ryan!”
pensò malinconica Strawberry “Era il gioco che faceva con la madre…”
Ryan atterrò agilmente su una spiaggia dalla sabbia
morbida. La riconobbe facilmente: era una delle tante spiagge della baia di
Tokyo.
In quel momento era davvero affollata: gruppetti di
ragazze in bikini, famiglie con bambini, coppiette in dolci effusioni e tanti
altri ancora.
Si sentì osservato. Forse perché era l’unico ad indossare
jeans e scarpe…
“O forse per la mia naturale bellezza?” pensò ridendo tra
sé e sé
Effettivamente, un gruppetto di ragazze sui quattordici
anni lo indicava e rideva piano. Ryan sorrise loro, e con un gesto della mano
le salutò, mandandole in visibilio.
Improvvisamente, qualcosa si schiantò contro la sua gamba.
Abbassò gli occhi e vide una bambina di circa quattro anni aggrovigliata ai
suoi jeans bianchi.
Gli fece un enorme sorriso, diventando leggermente rossa,
proprio come il colore dei suoi capelli, che portava legati in due buffi
codini.
Ryan la guardò interrogativo, per non dire scocciato:
quella bimba non si staccava da lui…tuttavia aveva qualcosa di familiare…
Finalmente li raggiunse di corsa una donna, anch’essa con
i capelli rossi.
-Ecco dov’eri finita! Scusa, ti ha dato fastidio?- chiese
rivolta al lui.
Il biondo studiò per un attimo quel viso conosciuto:-No,
stia tranquilla, sua figlia non mi ha dato fastidio!-
La donna, pur essendo sui trentacinque anni, non riuscì a
non arrossire di fronte a quel quindicenne di una bellezza straordinaria.
Questo fece scattare un altro dubbio nella mente di Ryan:
dove diavolo aveva visto un viso come quello, che aveva le stesse reazioni?
-Ciao, come ti chiami?- squittì una vocina ai suoi piedi
Ryan guardò quella buffa bambina cicciottella che ancora
non si era scollata dalla sua gamba:
-Ciao. Mi chiamo Ryan!-
-Raian!- ripetè la bimba, aggrottando la fronte
-Tesoro, basta infastidire questo ragazzo! Vieni, andiamo
a giocare con la palla!- esclamò la madre, prendendo per mano la bimba, ma lei
si ribellò: -No! Voio giocare con Raian!- arricciò il naso e si aggrappò ancor
di più alla stoffa dei pantaloni bianchi.
“Quell’espressione…quel movimento del naso…ma dove…?”
pensò Ryan, più confuso di prima.
Un nome lentamente si fece spazio nella sua mente.
-Raian, io mi chiamo Stlobelli e ho quattlo anni!- squittì
di nuovo la bimba
Il biondo non potè fare a meno di scoppiare a ridere: la
bambina paffuta che gli stava davanti con addosso un costume intero a righe
viola e rosa non era altro che Strawberry da piccola!
-Bene, Strawberry, piacere di averti conosciuto. Ora mi
dispiace, ma devo andare! Ho un’amica che mi aspetta!- le disse,
scompigliandole i capelli
La mini-Strawberry lo guardò con gli occhioni color del
cioccolato pieni di lacrime: -Pecchè vai via? Non mi voi più bene?-
Ryan rivolse spaesato lo sguardo a colei che ormai
riconobbe come Sakura Momomiya. Lei alzò le spalle rassegnata.
Sentì tirare di nuovo i suoi jeans: -Va bene, Strawberry.
Andiamo a giocare con la sabbia!- sospirò rassegnato, prendendo per mano la
bimba felice e seguendo la madre fino all’ombrellone.
Ogni volta che sentiva su di sé gli occhi di Ryan, un
brivido le saliva lungo la colonna vertebrale. Anche se il Ryan che aveva
davanti aveva solo sei anni.
Era seduta ad un elegante tavolino di ferro battuto, sotto
un bellissimo pergolato ricoperto di gelsomino e glicine, e beveva the in
compagnia del piccolo Ryan e di sua madre.
Era piacevole passare il tempo con loro, che trasparivano
gioia e spensieratezza.
Strawberry non poteva fare a meno di pensare a quanto
fosse diverso il Ryan che conosceva lei a quello che le stava davanti.
“La morte dei genitori l’ha davvero cambiato…” pensò,
sorseggiando dalla sua tazza
-Mi piacciono i tuoi capelli rossi, Strawberry. They’re funny! - esclamò il bambino,
inzuppando un biscotto nel liquido caldo.
Sia la rossa sia la signora Shirogane sorrisero.
-Grazie, Ryan. Anche tu hai dei bei capelli!- rispose la
giapponese
Ryan saltò giù dalla sedia, e corse verso la casa.
La madre lo seguì con lo sguardo, poi si rivolse a
Strawberry: -Non ho ancora capito come hai fatto ad arrivare fin qui!-
Strawberry divenne del colore dei suoi capelli: -Oh,
ehm…stavo facendo una passeggiata soprappensiero e sono finita qui!- farfugliò,
sperando di essere convincente
La donna sorrise comprensiva: - E’ sta una fortuna che sia
arrivata tu! Il mio Ryan ha finalmente potuto giocare con qualcuno che potesse
capirlo…sai, i bambini della sua età non hanno ancora tutte le capacità
mnemoniche o intellettive che ha lui…credo che tu gli piaccia molto…-
Quell’ultima frase spiazzò la rossa: cosa intendeva dire?
“Oh, Strawberry, non fare la scema! Ryan ha sei anni, è
normale che si dica così!” tentò di rasserenarsi, mentre ingurgitava un
biscotto dietro l’altro.
Il piccolo americano ritornò, stringendo in mano qualcosa.
Si avvicinò a Strawberry e tese la mano destra: -Take
this teddy bear. It’s my favourite toy.
(7) Così ti ricorderai di me!- (che tenero!!! NdHyp) esclamò,
mostrandole un orsacchiotto marrone con la pancia color crema.
Gli occhi di Strawberry s’inumidirono mentre prendeva in
mano quel piccolo peluche: -Grazie!- esclamò
Anche la signora Shirogane sorrise: -Te l’avevo detto.
Credo che tu sia l’unica ragazza cui il mio piccolino si sia veramente
affezionato…-
Strawberry sorrise, leggermente imbarazzata: “Ma perché,
perché Ryan non è rimasto così?” pensò, guardando quel bimbo che ricambiava il
suo sguardo, la testa leggermente piegata verso destra. “Sembra un angelo…”
pensò
Il piccolo sorrise, un sorriso bellissimo che avrebbe
scaldato il cuore a chiunque, un sorriso come solo un bambino può fare.
Una luce brillò dietro a Ryan. Strawberry alzò lo sguardo,
ben sapendo quello che avrebbe visto. Un po’ di delusione aleggiò nel suo cuore
quando si dovette alzare dalla sedia di ferro battuto: -Grazie ancora
dell’ospitalità, signora Shirogane. Ora io devo proprio andare.-
La rossa si avvicinò al biondino e gli scoccò un bacio sui
morbidi capelli: -Grazie anche a te per l’orsacchiotto, Ryan!-
Il piccolo americano la guardò speranzoso e triste: -Non
ti scorderai di me, vero? Ci rivedremo un giorno?-
Il cuore di Strawberry si strinse in una morsa: -Certo che
mi ricorderò di te! E vedrai che ci rincontreremo. Ora devo proprio andare!-
Con un ultimo saluto, Strawberry s’incamminò verso il
rettangolo di luce e, senza voltarsi indietro, ci saltò dentro.
-So? Did you have fun with Strawberry?- chiese
la signora Shirogane al figlio, che teneva seduto sulle ginocchia
-Yes. She’s my best friend…- (8)
Il Sole calava lentamente, colorando tutto il paesaggio di
un morbido arancione. La spiaggia si andava via via svuotando, solo pochi
ombrelloni rimanevano ancora aperti, proiettando sulla spiaggia ombre lunghe
ormai inservibili.
Sotto uno di questi ombrelloni, Ryan stava riempiendo
l’ennesimo secchiello con la sabbia.
Con una mano sola sollevò il contenitore e lo scaraventò a
terra: -Ecco qui, Strawberry. Il venticinquesimo castello di sabbia di oggi…-
esclamò
La rossa gli sorrise, poi con un urletto si buttò di peso
sulla torretta di sabbia, distruggendola.
Ryan sospirò. Aveva già visto passare tre “mezzi di
trasporto luminosi”, ma non era riuscito ad entrare neanche in uno, visto che
la versione baby di Strawberry lo aveva costretto a giocare con lei.
Un rumore simile ad un tuono, ma in versione ridotta,
rimbombò all’improvviso. Ryan guardò stupito la piccola rossina. Possibile che
in nove anni non fosse cambiata di una virgola?
-Mamma! Ho fame!- esclamò la bambina
Il biondo si alzò, spolverandosi i pantaloni bianchi:
-Bene, Strawberry. Ora devo proprio andare. È già ora di cena!-
-Uffa…io mi stavo divertendo…però tornerai a giocare con
me?- chiese supplichevole la bimba, guardandolo con occhioni da cerbiatto
Ryan sorrise: -Sono sicuro che ci rivedremo! Fai la brava,
Strawberry e non fare arrabbiare la mamma!-
Il biondo salutò con un cenno della mano Sakura e si
allontanò verso il punto in cui era “atterrato”.
Si passò una mano tra i capelli biondi incrostati di sale,
e ripensò a quanto infondo si era divertito quel pomeriggio.
“Quando era piccola, Strawberry era davvero simpatica!”
pensò
La bimba l’aveva costretto a fare ben tre bagni in mare e
a fare valanghe di figure con le formine e la sabbia, ma infondo non era mai
stato così allegro per tanto tempo.
Alzò le braccia verso l’altro per sgranchirle un po’. I
muscoli dolsero, affaticati dopo aver sollevato Strawberry per “farle fare i
tuffi”. Aveva ancora sul petto minuscoli graffi lasciati dalle sue unghiette
quando si aggrappava a lui per sfuggire alla caduta in acqua.
Non potè fare a meno di pensare a quello che gli aveva
chiesto la bambina.
Se solo avesse saputo che l’avrebbe incontrato nove anni
dopo, e che sarebbe diventata una Mew Mew… Ryan scoppiò a ridere. Ogni volta,
Strawberry riusciva sempre a sollevargli l’umore.
-Oh, bene!- esclamò poco dopo –Ecco il mio rettangolo!-
Si diresse verso l’ennesimo rettangolo luminoso e, senza
indugiare, vi saltò dentro.
La luce gialla l’avvolse, mentre la velocità a cui stava
“cadendo” gli sollevava capelli e vestiti. Scorse il verde del labirinto sotto
i suoi piedi avvicinarsi velocemente. Si preparò ad attutire il colpo, ma non
appena ebbe posato i piedi sulla morbida erba qualcosa si schiantò contro di
lui facendolo finire a terra.
Strawberry strinse forte il regalo di Ryan. Era impregnato
dell’odore del bambino, molto simile a quello che aveva nella “realtà”. Senza
voltarsi indietro, saltò nel rettangolo che sperava la riportasse dal Ryan
attuale.
Il tragitto magico le sembrò più corto. Pochi secondi dopo
il salto riuscì a vedere il terreno del labirinto. Chiuse gli occhi…e si
schiantò contro qualcosa.
-Ma sei scema?- la voce irritata di Ryan proveniva
stranamente dal basso.
Strawberry aprì gli occhi, ancora dolorante per quella
caduta imprevista, e scorse Ryan sotto di lei, visibilmente contrariato.
D’istinto arrossì, il naso molto vicino a quello del
ragazzo, e scattò in piedi: -Scusa, scusa, scusa Ryan, non volevo!!-
Anche il biondo si tirò in piedi, massaggiandosi il braccio
destro: -Ma perché tieni gli occhi chiusi quando salti?? Ahia…sembra che un
elefante abbia camminato sul mio braccio…-
Strawberry fece l’offesa: -Uffa! Ti ho già chiesto scusa,
mi sembra!-
Ryan sorrise, ripensando a quello che era accaduto pochi
momenti prima: -Va bene, basta che non ti metti a frignare!-
La rossa gli mostrò la lingua.
-Strawberry…che cos’hai lì dietro?- chiese Ryan
La ragazza avvampò: -Ergh… dietro dove?- farfugliò
Il biondo sospirò e si avvicinò a lei: -Forza, fammi
vedere!-
Strawberry scosse la testa. Aveva paura che Ryan si
sarebbe arrabbiato, se avesse saputo che era andata a “curiosare” nel suo
passato.
-Strawberry…non fare la bambina…- Ryan le afferrò il polso
e la costrinse a rivelare quello che nascondeva.
Un’ombra strana passò sul bel viso del biondo: -Ma
questo…- posò gli occhi azzurri su Strawberry –Dove l’hai preso?-
La rossa prese fiato e strinse i pugni: -Quando siamo
saltati dentro il buco magico, io sono finita a… a casa tua, a New York. Lì ti
ho conosciuto, cioè, ti ho visto quand’eri piccolo, e ho conosciuto anche tua
madre. Abbiamo passato il pomeriggio a chiacchierare e a bere the. Poi ho visto
aprirsi di nuovo il buco magico e sono andata via. Prima che me ne andassi,
Ryan, cioè, tu, mi hai regalato questo…-
Il biondo non proferì parola durante tutto questo
discorso; si limitò soltanto a stringere tra le dita il pupazzo di peluche.
-Ryan, io…non volevo, insomma…- borbottò Strawberry
-Fa niente…infondo, non è mica colpa tua se sono morti,
vero?- Ryan sorrise come la rossa non gli aveva mai visto fare. Un sorriso
bellissimo, dolce e malinconico allo stesso tempo.
-E poi… anch’io ho ficcanasato nel tuo passato…- riprese
il biondo, tramutando il sorriso angelico in una smorfia maliziosa.
La Mew gatto rizzò le orecchie (in tutti i sensi): -Come,
scusa?-
Ryan le diede le spalle, cominciando a camminare: -Oh
niente…dopo il passaggio temporale, mi sono ritrovato sulla spiaggia di Tokyo.
Mentre faccio ammirare la mia bellezza, qualcosa mi si avvinghia alla gamba. Tu
all’età di quattro anni… ti sei presentata, hai litigato con tua madre e mi hai
costretto a fare tre bagni in mare e a costruire non so quanti castelli di
sabbia…-
Strawberry trasalì: Ryan aveva visto lei quando
aveva quattro anni???
“Oh, no, questo non va bene!” pensò allarmata “Adesso
chissà cosa potrà andare a dire sul mio conto! Che ero cicciottella,
rompiscatole…”
-Ma non ti preoccupare…- riprese il biondo, interrompendo
il flusso di pensieri –Ho allenato i muscoli delle braccia e gli addominali a
forza di gettarti in acqua!! Non eri leggera neanche all’ora…-
La rossa si offese: -Lo sai che sei antipatico? Io che mi
preoccupo…-
Ripresero lentamente a camminare per gli stretti sentieri
del labirinto, in silenzio.
-Strawberry…- mormorò dopo una decina di minuti Ryan
–Com’era mia madre?-
La Mew Gatto rimase zitta, indecisa su cosa dire: -Beh,
ecco… era molto bella…e mi sembra-va, sembrava molto simpatica!- bofonchiò poi
Ryan accennò un triste sorriso: -Già…proprio così…-
Strawberry lo raggiunse e intrecciò le dita con quelle del
ragazzo: -Ti voleva molto bene…e credo che da qualche parte lei sia fiera di
te!- mormorò
Il ragazzo rafforzò la presa: -I hope it…- (9)
Continuarono a camminare verso l’ignoto, mentre le loro
code s’intrecciavano…
NOTE:
(*) fuoco fatuo: ciascuna delle fiammelle che appaiono
talvolta, emesse dalle tombe, nei cimiteri, dovute alla spontanea accensione di
prodotti gassosi propri della decomposizione dei cadaveri (sì, lo so, fa
veramente schifo! NdHyP)
(**) Maybe are you afraid of me, my dear ginger?:
“Hai forse paura di me, mia cara rossa?”.
In italiano fa schifo, ma in inglese ha il suo fascino…
(***) Ginger (vedi anche nota precedente): in questo caso
Ginger non è la bevanda analcolica (come suggeritomi dal computer e come
pensato da Strawberry… poverina, bisogna capirla… 1) è in presenza di Ryan 2)
il suo cervello è già abbastanza distrutto, se preferisce quell’ameba di Mark
al bellissimo biondo americano!!) ma significa “ragazzo/a dai capelli rossi”
(4): appunto… -_-
(5): è la versione inglese del Giro girotondo: Giro
girotondo di rose, un sacco pieno di viole, eccì, eccì (starnuto), cadiamo
tutti per terra
(6): per chi proprio non sa l’inglese: Mamma! Possiamo
giocare a giro girotondo?
(7): altro aiutino: Prendi questo orsacchiotto. È il mio
gioco preferito. (“IO NON HO MAI AVUTO ORSACCHIOTTI!! Ti farò causa…”
NdRyan, a cui è appena stato scoperto il lato tenero… eheh…)
(8): per la sezione “Magic English”: -Allora? Ti sei
divertito con Strawberry?- -Si. È la mia migliore amica- (Si può essere più
teneri???? NdHyp)
(9): “Magic English, magic English”: -Lo spero…-
Ragasuoli, quante note! Non finivano più!! *Hypnotic
sbadiglia*
In questo chappy il mio amato Ryan (Ma si che ti adoro,
anche se scassi così tanto!! NdHyp) è più carino che mai…si, forse l’ho fatto
un po’ troppo “mammone”, però mi piace tanto quando diventa triste!! È ancora
più bello… *Lorichetti volano attorno alla testa di Hypnotic, immersa nel mondo
dei sogni e con la bavina alla bocca*
Bene bene, *si riprende*
visto che domani alla prime due ore ho compito di greco
(aaaaaaaaaaaargh!) e devo studiare, meglio sbrigarsi e iniziare i
ringraziamenti:
Killkenny: ciao!!!
Grazie per “idea interessante” (e questo era solo il prologo! Eheh) !!! A me è
sempre sembrata un po’ scema…ma mi fido di te e dei tuoi commenti così
sintetici ma estremamente chiari!!! Ormai ti considero un mio prof…anche perché
i voti me li dai, e anche alti!! Thanks thanks e al prossimo chappy!!!
Izayoi007: visto che
non ho ancora pubblicato il chappy 9 di Mele e caramelle, ti pongo le
mie domande adesso: 1) sei un’appassionata di Inuyasha, visto che ti chiami
come sua madre? 2) sei un’appassionata di James Bond???
Possono sembrarti stupide, ma hai un nome
così…poliziesco!! Scherzo, comunque mi hanno fatto molto piacere i tuoi
commenti!! Perdonami, ma la mia memoria è limitata…perché hai scritto “Come non
detto…”? Non mi ricorda niente…comunque ho aggiornato prestissimo!! Alla
prossima! XD
Lucky: ciao
tesorina!! Grazie per i complimenti!! Sono felice che ti incuriosisca!! Spero
che non sia troppo complicata, io l’ho fatta semplice proprio per rilassarmi
durante l’altra mia fic!! Bacissimi
Purinsun: scimmiottina,
mi mancavi proprio tu!! Anche i tuoi commenti mi hanno fatto davvero molto
piacere: non mi aspettavo di sentirmi dire che ho un modo di scrittura
fantastico così presto!! Per Mele e caramelle dovrai aspettare ancora un
po’… non penso prima delle vacanze… ma intanto divertiti con questa!! UKY UKY
anche a te!! Baciotti
Lala_g: ti ringrazio per i complimenti sul mio
modo di scrittura! Mi fa sempre piacere sapere che ci sono persone nuove che
leggono le mie fic!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che
abbia soddisfatto la tua curiosità! Baci a presto
Ysi: Dai, per una volta possiamo lasciare che la
povera Strawberry si prenda ”La rivincita” sul bel biondino, no? XD Ringrazio anche
te per avermi detto che questa fic è bella!! Un bacione
E anche per oggi abbiamo finito…spero di poter pubblicare
presto un altro capitolo, anche se a scuola ho molto da fare…
Comunque continuate a
seguirmiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Baci a tutti
Hypnotic Poison (è il mio nome traslitterato in lettere greche…anche se l’ “h” in
greco non esiste e sono stata “costretta” a sostituirla con la h, che in realtà
sarebbe la “e”…ma non fa niente, no???)
P.s: A chi è piaciuta la scena delle codine
che si incrociano?? L’ho presa da “Gli Aristogatti”! Avete presente quando
Romeo e Duchessa sono sul tetto, davanti alla luna piena?!? Troooppo teneri!!!
W i gatti!!
P.p.s: Gente, Mew Mew è riiniziato!!! Oggi
(13 dicembre) c’è stata la prima puntata e sono tanto contenta ^___^!!