Cantico di una Tempesta
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Cantico di una Tempesta
La terra di Capo Tempesta era color indaco scuro, la
stessa
sfumatura del mare ferroso che ruggiva artigliando lo strapiombo sotto
di loro.
Gli occhi di Renly erano del colore della pioggia amara, e il suo
sorriso sapeva di sale e spezie. Doveva dichiarargli qualcosa di
segreto, Loras se l'era sentito nel cuore sin da quando lo
aveva preso per mano e lo aveva condotto fin lassù,
su quell'enorme roccia che si impennava sul mare come se fosse stato
l'ultimo stendardo del mondo.
Renly gli aveva indicato un punto indefinito nel temporale che
infuriava all'orizzonte, immerso
nell'ebbrezza del fragore dei fulmini e della vorticante spuma marina.
- Seppelliscimi là, Loras. Là dove la pioggia
disegna
l'eterno confine con l'orizzonte, dove nascono gli
uragani, dove
si gloriano le anime degli antichi Re. La mia tomba sarà
l'oceano più scuro, il mio sepolcro sarà il
cielo gonfio di nubifragi, il mio canto funebre
sarà la risata
di
una tempesta.
Distolse lo sguardo dalla feroce battaglia del mare e del vento di
fronte a loro, per posarlo, ora addolcito, sul giovane scudiero al suo
fianco.
- E una volta fatto questo, Loras, - gli appoggiò
una
mano sul petto, proprio dove si trovava il cuore - rendimi vivo
qui. Ricorda il vino e le canzoni, i
tornei, le giostre, le spade, il nostro giuramento e tutto
ciò che fu di
noi. Ricordami, e io fronteggerò la morte con
orgoglio.
Loras abbassò lo
sguardo, e il panico gli torse le viscere con mani d'ombra.
Vivere per ricordare la sua morte. Era una cosa
così crudele da chiedergli, non poteva fargli questo.
La mano sul suo cuore era ruvida e calda, pulsante di vita.
Loras la sentiva bruciare sulla pelle, ardere sulle ossa. La
voce di Renly rispecchiava l'immensità del cielo limpido, i
suoi
occhi promettevano dolci estati e corone di fiori, stelle dorate e
danze di
ghirlande.
L'idea che potesse morire gli sembrava così assurda, come se
fosse una di quelle fiabe che Willas era solito raccontargli quand'era
bambino, uno di quei frammenti incantati di antiche leggende, dragoni
infernali e
nobili cavalieri.
Come poteva morire qualcosa di
così meravigliosamente vivo?
Le poche, rauche parole che riuscì a far rotolare fuori
dalle labbra stillavano dolore.
- Tu vivrai in questi luoghi per sempre, Renly. Che gli Déi
mi
siano testimoni, Capo Tempesta custodirà il tuo corpo, e
io...
E io vivrò
solo per ricordare
il tuo sorriso salato, i tuoi occhi colmi d'estate, e questa mano
calda sul mio cuore.
- ... e io conserverò in me ogni cosa che mai ti fu cara,
fino a che i miei giorni non avranno fine.
Il boato del mare e il grido del cielo sigillarono solenni il loro
patto d'eternità.
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Prima classificata al Flash
Prompt Contest indetto da Yuma92
(e, come mi hanno fatto notare, il "flangst" è
un genere che mi somiglia persino nel nome)
*si rifà gli occhi con del
buon slash VM18 i banner*
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