IN THE
DARKNESS.
Una notte calda e afosa.
L'aria è
ferma.
Fa caldo. Tira un
leggero e quasi impercebile vento umido che si appiccica
fastidiosamente alla pelle. Che dire?Una delle tante notti infuocate
tipiche delle estati californiane.
Il cielo è di
un blu così intenso da sembrare un'immensa distesa d'acqua.
Senza fine. Eterna.
Le stelle: una moltitune
di preziosi brillantini argentati su un manto blu vellutato e la Luna,
la Luna...quella
con la "L" maiuscola, la musa della notte, per eccellenza! Vestita di
un lungo abito da sera bianco e luminoso. Oh, è
così perfetta! Vorrei paragonarla a una chiave di violino :
dalle curve armoniose e perfette, stampata sul bianco immacolato di un
foglio di carta che è il cielo.
Ma non perdiamocci
troppo in chiacchiere, passiamo a noi.
Fin qui sembra tutto
perfetto.
Ci troviamo a Berkeley.
Adesso
è un po meno perfetto.
Forse non ho reso bene
l'idea,ma cercherò di perfezionarmi.
Ti chiedo di fermarti un
solo attimo e provare ad osservare. Dimmi, cosa vedi?
Io vedo una
città fantasma, un buco di periferia, un inutile sobborgo,
inutili edifici e inutili costruzioni. Sembra che questa
città non esista.
Città
dei morti, dove tutto è frutto di una grossa bugia, dove
tutto è una finzione. Circondati dalle maschere, questa
è l'ipocrisia, quello che amano masticare sotto i denti, ed
è così : nati ed allevati da ipocriti, dalla
culla alla tomba.
Città dei
dannati, dove nessuno sembra realmente preoccuparsi.
Ma andiamo
più a fondo : abbiamo detto che è notte
e che ci troviamo a Berkeley. Ma in quale parte di Berkeley,
precisamente?
Facile. Lo conoscono
tutti e quando dico tutti, è tutti.
E' il centro della
Terra! E noi lo sappiamo : il centro della Terra è la fine
del mondo.
Siamo in un parcheggio
piuttosto grande, interrotto qua e la da lampioni che emettono fiochi
barlumi di luce. Ci sono alcune macchine posteggiate, sporche,vecchie.
I vandali della zona le hanno ridotte ad un mucchio di latta, e di
vandali ce ne sono tanti in quel posto, basta gettare una semplice
occhiata intorno per rendersene conto : vetri rotti di
bottiglie sull'asfalto, i muri imbrattati di vernici e
colori, sporchi e ripieni di unitili parole,urlano a gran voce quello
che si ritrovano scritto sopra.
Credo sia il parcheggio
di un supermercato, riesco a leggere il nome nell'insegna mezza rotta
appesa all'edificio.
Sposto un po' lo sguardo.
Cedo l'ombra di un
ragazzo.
Cosa potrei dire di lui?
E' afflitto. Sembrerebbe quel tipo di persona che si consola nelle cose
materiali, quali alcool,fumo e via via discorrendo.
Ma io non conosco il suo
passato, non conosco lui. Non so quanto profonde siano le sue ferite.
Seduto sul marciapiede,
si tiene la testa fra le mani.
Vestiti stracci.
L'alito che puzza di
fumo, riesco a percepirlo.
Riesco a percepire anche
il dolore che gli sta lacerando l'anima,come se fosse una lama
appuntita.
Il suo volto
è contratto in una smorfia di rabbia,e non poca, credimi.
Il petto che si alza e
si abbassa ritmicamente. Dentro quel petto c'è un cuore che
batte forte forte.
Ma...aspetta : solo
adesso mi sono accorto di un'altra figura, ed è proprio li
vicino,accanto a lui.
E' una ragazza, ed
è bellissima.
E' alta e snella. La sua
shilouette è perfetta, lei un po' meno.
La chiave del suo
fascino è lo sguardo : profondo e aggressivo.
Molto più che
una semplice santa, lei è il simbolo della resistenza.
Lei canta la
rivoluzione, quando tutto il resto sta andando a rotoli.
Sembrano così
uguali insieme...ma stai attento che questa è
l'apparenza: In realtà i loro cuori stanno
battendo fuori tempo.
Lei è
serissima.Il viso coperto da un'espressione vuota.
Guardo le sue iridi
infuocate : brillano.
Brillano anche quelle
del ragazzo, ma credo che stiano brillando per altri motivi.
Ora l'espressione di lei
cambia: solleva l'angolo sinistro delle labbra.
Si avvicina al volto del
ragazzo. Gli sussura qualcosa all'orecchio e schiocca la lingua sul
palato.
La Luna li sta
guardando, è contenta di aver trovato un nuovo spettacolo a
cui assistere. Sai, è stufa delle solite storie.
Guarda un pò
: finalmente il ragazzo alza la testa. Ha capito quello che
la ragazza gli ha appena sussurrato.
Forse doveva cercare di
capirlo prima, perchè adesso è troppo tardi.
Ora i miei occhi
ritornano alla ragazza.
Non è
più li.
Se ne sta andando.
Come il fumo di una
sigaretta, danza leggiadra nell'aria senza mai fermarsi.
Soavemente, continua il
suo cammino con la stessa armonia di un angelo, ma lei non lo
è. Lei è una ribelle.
Si allontana danzando,
come una nota musicale vibra melodiosamente nell'aria.
Si allontana sempre di
più, finchè si perdono le sue traccie.
Il nero dei suoi abiti
si confonde con l'oscurità della notte.
E' scomparsa,avvolta
dalle tenebre.
Non un Addio, non un Arrivederci, non un Ciao.
Se ne
è andata senza lasciare traccia e non tornerà
più indietro.
Se ne è
andata, per sempre.
Adesso lui si sta
chiedendo il perchè.
Si sta chiedendo dove ha
sbagliato ma non riesce a ricordarlo.
La sua mente
è un abisso di ricordi troppo profondo per permettere di
ricordare futili dettagli.
Sta pensando. Sta
pensando di rincorrerla lungo la strada e di chiederle di restare.
Ma non si sta accorgendo
che è solo un sogno, il suo.
Non riesce proprio a
ricordare.
E
nell'oscurità, se solo la sua memoria funzionasse
correttamente...
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