Il Canto di Proserpina

di NinaTheGirlWithTheHat
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Il Canto di Proserpina      

 

 

 


 Accidenti a te, non hai compassione per me

che piango e mi sciolgo
che hai fatto sì che ti ami
e che ora soffra
I miei pensieri sono stati chiusi a chiave
nei sotterranei della mente
ah quante cose ho voglia di dirti
ma non ci sono parole
Accidenti a te, non hai compassione per me
che piango e mi sciolgo
che hai fatto sì che ti ami
e che ora soffra

 

 
 

Vieni pure qui a sederti,visitatore di queste lande desolate.
Siediti un poco qui con me,riprendi fiato dal tuo viaggio,da questa tua nobile impresa.
Mi chiedi quale sia il mio nome ma preferisco non risponderti,per il momento
Fai tacere la tua lingua,serra le tue labbra frementi di curiosità e ascolta
Ascolta le sventure di questa donna che sono,della fanciulla che ero
Sono dovuta crescere in fretta,strappata dal seno della mia povera madre
Misere noi,il Fato ci fu avverso!
Tu che sei giovane ascolta questi tristi eventi e impara,non commetterli,sii pio e savio
Savio come fu tuo padre,amante di quella mia sorella
Sorella che fu della bellezza e delle pene d’amore diva
Ora il tristo racconto ti narro,ascolta questo mio canto
 

 

"Bellezza mi fu avversa
Dono di tutta la mia specie che
Immortale nelle carni e nello spirito è
Quella bellezza che anche adesso puoi vedere non mi abbandona
Come se di me fosse l’amante
Mi fu avversa.
La madre mia mi crebbe ad Enna
Nelle terre della Sicilia
Specchiavo me stessa in quel lago
 “Pergusa” lo chiamarono e lo chiamano i tuoi simili
 
Un dì che di finta speme sapeva
Di dolore colorò le mie ore e delle mie compari
 
Quel dì come ogni dì della mia vita
Nella sicurezza della mia quotidianità
Usavo sollazzarmi con le mie ancille
Corone di fiori intrecciavamo con le bianche dita
Ignare dell’oscura minaccia
Che incombente si avvicinava a noi
Sporgendo lo nero muso dal suo antro buio come la prima notte
Una strana tensione sferzava l’aria e i nostri immortali visi
Un’ancella urlò e tutte scapparono
Provai anch’io a fuggire da quel buio
Ma la mia corsa fu quasi impossibile e travagliata
Una mano grande come il mondo mi prese per le candide caviglie
Il peplo mi ricadde scomposto addosso nella tentata fuga
Impossibile,pazza!
Credevo forse di scappare dal mio destino?
 
Vidi la gioia della natura trionfante richiudersi sopra il mio capo
Inghiottita fui da questa terra
Maledetta terra! Ti apristi sotto di me!
Mi facesti cadere
E tutto questo,tutto per volere del tuo signore
Che di me si invaghì
Del mio corpo e del mio spirito
 
Come vedi mi fece sua regina
Sul mio capo fu posto questo diadema
Forgiato da Efesto
Ed ancora adesso sento il peso di tale corona
 
Ma io fui colpevole
Amai il mio signore
Lo amai di una passione peccaminosa
Mi fece diventare donna
E forse destino per le giovani dee
Quello di diventare donne
Per mezzo di Eros?
 
Eros!
Tu mi colpisti!
Tu mi ferissi!
Con la tua rea freccia
Rea di questo peccato
Che divenne mio,in seguito."
 

Carpe Diem. 

Hey,buongiorno a tutti. Siccome inizio una storia e dopo non la finisco più ho deciso di scrivere one-shot,non proprio short ma very long,ahahah. 


Ma veniamo al contenuto della storia; questo dialogo-canto è tra Enea e Proserpina,detta anche Persefone,sposa dell'oscuro dio degli inferi,Ade o Plutone.
Il loro è un amore malato,ossessivo,distruttivo che li sconvolge e li deteriora. Qui parla Proserpina e canta al giovane Enea il suo infausto Fato. Possiamo collocare questo momento nell'Eneide di Virgilio,quando Enea scende negli inferi per poter trovare l'anima del padre Anchise,che amò Afrodite,la dea della Bellezza.

Grazie a tutti.

La vostra (cara) Nina





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