L'Universo

di Justanotherpsycho
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La gente guarda le stelle per vari motivi: c’è chi lo fa per sentirsi piccolo e solo e chi per trovare qualche lucente amico che gli illumini la notte; chi senza motivo, di sfuggita, quasi per errore, mentre è tutto preso dalle cose terrene, e chi per scappare dalla propria vita, che reputa grigia, verso pianeti, soli e diavolerie celesti dai mille sgargianti colori; infine c’è chi ha solo bisogno di bellezza, di quella che ti investe gli occhi e ti ricolma l’anima finché ti senti esplodere e sei felice e malinconico in un solo istante, perché sai che alla fine non potrai mai essere partecipe di quella bellezza. Lui faceva per lo più parte di quest’ultima categoria, e come sempre stava camminando con lo sguardo rivolto al cielo notturno ricamato di stelle, dimenticandosi di star camminando sulla terra.

Così urtò qualcuno e non appena ebbe abbassato lo sguardo vide lei e si perse nei suoi occhi: penetrando quelle oscure pupille, ad un tratto vide di nuovo il cielo, come se non avesse mai abbassato lo sguardo, ma adesso era come se riuscisse a vedere tutte le costellazioni della volta celeste e contemporaneamente tutti i singoli astri. Ed erano tutti lì: Orione e l’Orsa Maggiore, Sirio A e sua sorella, la Via Lattea e i Pilastri della Creazione, e vide galassie, stelle nascenti e morenti, che esplodevano con violenza inaudita e si tramutavano in fievoli fiaccole bianche, vide tramonti dei più strani su pianeti completamente diversi dalla Terra, e addirittura riuscì ficcare lo sguardo nei terribili buchi neri, oltre l’orizzonte degli eventi, là dove nemmeno gli strumenti più potenti del mondo avrebbero mai potuto guardare e dove anche le più grandi menti potevano arrivare solo fantasticando.

E venne nuovamente investito da tutta quella bellezza, ma tutta insieme e nel piccolo tempo di quello sguardo, tanto che non seppe come fece il suo cuore a reggere l’impatto. Questa volta però era diverso, perché la malinconia era scomparsa e aveva fatto posto ad una strana sensazione all’altezza dello stomaco, un vuoto costruttivo, che sentiva di dover riempire a tutti i costi con quegli occhi.
«Tutto bene?» azzardò la ragazza con voce sottile e timida ma premurosa, beffardamente inconsapevole dell’universo che si espandeva e correva in tutte le direzioni nelle aule infinite dei suoi occhi.
«Sì, sì… non ti preoccupare» faticò ad articolare lui.
E non ebbe mai più bisogno di alzare lo sguardo alle stelle.


PS: dato che sono nuovo, ci tengo a precisare che faccio parte della ristretta popolazione maschile di questo sito, nonostante la tematica trattata possa trarre in inganno XD
(ho fatto questo appunto perché è già successo con un'altro account che ho perso/cancellato - non ricordo - nella prima recensione si riferirono a me usando il genere femminile, nonostante la tematica trattata fosse molto più "maschia" di questa...)




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