70th Hunger Games

di Loony Evans
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Esco dalla casa di Mags leggermente rinfrancato. Ogni volta che si avvicinano gli Hunger Games, ho bisogno della mia mentore per non impazzire.
Vado verso la spiaggia per aiutare i pescatori, lo faccio, anche se adesso potrei permettermi di starmene comodamente a casa a far nulla. La pesca mi aiuta a scacciare le immagini dell’arena.
-         Buongiorno Finnick! Pronto per i giochi?- mi fa uno di loro.
-         Quanto te. - ribatto.
-         Questo è il primo anno per mio figlio.-
-         Mi dispiace.- dico, pensando che vorrei solo allontanarmi. Mi ricorda gli undici padri dei ragazzi morti nei miei Hunger Games. Credo che mi capisca perché mi guarda sorridendo triste e dice: - Vai dove devi andare, Finnick. Non vorrei trattenerti troppo a lungo.-
Gli sorrido allo stesso modo e mi allontano in direzione della barca di mio padre. Mamma sarà a casa a cambiare le bende di mio fratello.
Maledetto Snow e maledetto me che non ho voluto acconsentire ai suoi capricci! Non gli avrebbe amputato la gamba se no.
-         ‘Giorno Finnick. Già tornato da Capitol City?- mi chiede un uomo che incrocio. È un vecchio amico di mio padre. – Cos’è che ci vai a fare ogni mese me lo chiedo sempre.- qui nel distretto non conoscono il patto che ho dovuto fare con Snow per evitare che faccia del male alla mia famiglia.
-         Non ti piacerebbe saperlo, credimi.-
-         Senti Finnick, mi faresti un favore? È da due giorni che Annie sta sulla scogliera, credo che abbia paura per gli Hunger Games, ma non ha mai reagito così. -
-         Va bene, vedrò cosa posso fare.-
Annie è l’altra cosa che mi fa scordare per un po’ l’arena. Ha cinque anni meno di me e questo è il suo terzo anno alla mietitura, è la mia più cara amica nonostante la differenza d’età.
La trovo sulla scogliera che guarda il mare come ipnotizzata.
-         Ciao Annie.- le dico arrivando alle sue spalle. Lei sussulta e si volta con le lacrime agli occhi. È così fragile Annie.
-         Sei tornato! Perché sei stato via così tanto?!-
-         Cos’hai Annie?-
-         Toccherà a me, lo so! Quest’anno toccherà a me!- esclama in preda al panico.
-         Non dire sciocchezze, non puoi saperlo.-
-         Lo sento Finnick! Toccherà a me!-
-         Tranquilla Annie, non ti succederà niente.-
-         Sei sicuro?-
-         Te lo prometto.-
È qui che ci siamo conosciuti noi due, l’anno prima dei miei giochi.
Annie aveva solo otto anni e stava fissando la scogliera con una strana espressione. Io passavo di qua e mi sembrò che si stesse per buttare, quindi corsi verso di lei e la afferrai per le spalle. Annie si voltò a guardarmi con un’espressione stranita e mi chiese: - Che fai Finnick?- mi stupì che mi conoscesse: l’ultima volta che l’avevo vista aveva cinque anni e non l’avevo riconosciuta.
Poi mi rassicurò spiegandomi che semplicemente stava guardando gli scogli, desiderando di diventare un pesce. Aveva già paura degli Hunger Games.
Quella fu la prima e ultima volta in cui Annie mi consolò, da quel momento in poi quel ruolo toccò solo a me.
Annie mi distrae dai miei pensieri sorridendo e abbracciandomi. Mi rendo conto ora di quanto è piccola. La stringo forte; non voglio che provi l’arena, che abbia i miei stessi incubi.
-         Finnick?- mi chiede.
-         Dimmi.-
-         Tu adesso come stai? Gli incubi?-
-         Continuano.-
-         Non ti aiuta non dover più essere nella Mietitura?-
-         I giochi non finiscono mai Annie.- rispondo duro.
Lei china il capo e fa un passo indietro; l’ho spaventata, crede che ce l’abbia con lei.
-         Tranquilla Annie, sto bene.-
-         Non è vero.- replica lei sempre a testa china.
-         Stai tranquilla, sul serio. Vuoi venire con me al porto? Intrecciamo qualche rete giusto per divertirci un po’.- propongo conoscendo già la sua risposta.
Detto fatto, s’illumina e annuisce con un enorme sorriso sulle labbra.
Il giorno dopo è tutto luminoso, il cielo è sereno, come se ci volesse prendere in giro.
Vado con Mags alla tribuna dei mentori e lei mi stringe la mano e io lo faccio a mia volta. Ci siamo divisi i tributi: a me il maschio, a lei la femmina.
Tra i volti dei ragazzini intravedo quello di mio fratello fra i ragazzi di tredici anni e quello di Annie fra le quattordicenni.
Il nostro organizzatore è un uomo con i capelli prugna tutti in aria e le unghie affilate; sul viso ha tatuato delle foglie argentate. Mi scocca un’occhiata di apprezzamento e mi ricordo chi è: è stato un mio “cliente” di due mesi fa. Scaccio il pensiero e mi concentro sulla cerimonia che ha inizio.
Dopo tutta la spiegazione sul perché ci è capitata questa punizione e tutte le chiacchiere sulla grandezza di Capitol City, si avvicina alle grandi urne di vetro piene di foglietti.
- Felici Hunger Games, e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!- esclama. Poi si avvicina a una delle due urne e tende la mano. - Prima le signore!-
E pesca.
 
Angolo autrice
Salve! È la mia prima storia su Hunger Games e ho deciso di scriverla perché mi sono innamorata della coppia Annie/Finnick, questo è il prologo quindi è un po’ corta.
Tratterà dei 70 Hunger Games, quelli di Annie e finirà probabilmente poco dopo.
Spero che vi piaccia.
Luna.
 




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