In Limbo

di purepura
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In Limbo


    S’incrina sulle palpebre socchiuse, mentre l’aroma della tua bocca risuona. Ancora immobile, sposto la testa di qualche centimetro.

    S’incrina ora sulla tempia sinistra. Posso immaginare le tue labbra. Il palmo della mano avverte il fresco, ma dopo poco deve spostarsi per non dimenticarlo.

    S’incrina senza chiedere permesso. Ti sento muovere. Rimango ferma, in attesa. Mi tocchi piano, destandoti per colpa sua.

    Le tue labbra sono su di me, sulla tempia sinistra. S’incrina proprio lì, dove le tue labbra trovano la mia pelle.

    S’incrina e si nasconde. Le tue labbra trovano le mie quando lui ritrova noi, sdraiati.

    S’incrina, infine, sulle lenzuola vuote, fredde, stropicciate. Noi non siamo più lì. E ritorna a cercarci.






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[Tutto ciò che avete letto non s’ispira a fatti reali, è solo frutto della mia immaginazione.
113 parole.
Devo ringraziare i Radiohead, che mi hanno prestato il titolo di una loro splendida canzone che funge qui da colonna sonora.
E in ultimo, preciso che ciò che s’incrina è il Sole e il Limbo è solo la sospensione tra il risveglio e il sonno, che qui mi rammarico di aver descritto solo di sfuggita]





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