(6)
“L'OCCHIO
DEL CICLONE”
«Sal!
Steve!», esclamò Ray senza riuscire a trattenersi. «Come
state? Che avete fatto?»
Steve
si scostò dalla motocicletta, la cui marmitta cromata riluceva
ancora nonostante il sole fosse appena tramontato. Si ravviò i
lunghi capelli neri, spostandoli dagli occhi, e abbozzò un
sorriso.
«Non
c'è male», disse sottovoce, mentre Sal annuiva
nell'ombra. Ray notò che il suo amico aveva una ferita
abbastanza vistosa su uno zigomo.
«Come
mai con questa moto?»
«Lunga
storia, Raggio Di Luce»,
borbotta Sal, e la sua mano scorse lungo il braccio sinistro
scoperto, anch'esso costellato di piccoli graffi e lividi, fino a
raggiungere il pacchetto di Lucky Strike nascosto nella manica
arrotolata. «Ho perso la bacchetta, e niente... lui mi ha
salvato il culo, come sempre»
Ray
sorrise lanciando un'occhiata a Steve, che nel frattempo stava
parcheggiando la moto accanto al muretto di cinta.
«Mettila
dentro, Stee», gli suggerì con un cenno. «È
più sicuro. Meglio che nessuno la veda, fuorché noi»
«Ah,
Ray», aggiunse Sal. «Ho reclutato Simon “Il
Gallese”»
«Chi?»
«Quel
mio amico... abitava vicino a me...», proseguì mentre si
accese una sigaretta. La collana di Rumore Bianco
che aveva al collo luccicò lievemente, facendo dondolare un
pendaglio metallico a forma di croce. «Verrà qui
tra qualche giorno, e porterà dei suoi amici, così mi
ha detto. Non gli amici che credevo, comunque», concluse, e il
suo volto si tinse improvvisamente di tristezza.
«Che
ha?», domandò Ray a Steve. Lui si limitò a
ficcarsi le chiavi della moto nelle tasche del giubbotto nero di
pelle. Poi scosse la testa, e disse semplicemente:
«Donne,
Ray. Donne»
Ray
fece un sorrisetto a metà tra lo sdegnoso e il sarcastico.
«Già.»,
annuì, e appoggò la mano sulla spalla di Sal. «Dovrai
spegnerla, quella, tra poco si va a cena», aggiunse indicando
la sigaretta. Sal se la tolse di bocca e la gettò in terra
schiacciandola con la punta delle Etnies.
«Abbi
pazienza, bello», fece Ray sorridendo, «te l'ho fatta
sprecare»
«Ma
io me ne batto il cazzo», proferì Sal, e gli sorrise di
rimando.
*
La
cena fu un evento strano, ma non spiacevole, anzi. Ray ebbe modo di
notare che, nonostante tutto, non stava poi così male, adesso,
e che l'idea di trovarsi insieme a una quindicina di amici intorno a
un tavolo lo faceva sentire felice. Fred e Chris, gli amici di Ryan,
erano tornati a casa ad Addison sreet, ma c'era ancora un sacco di
gente. Agguantò una sedia accanto ai suoi cugini, mentre Sal
si appostava davanti a lui, dando man forte a Jack nel polverizzare
tutti i grissini presenti in meno di un minuto. Steve fu circondato
dalle ragazze, che lo salutarono con allegria, abbracciandolo
strettamente; Ryan e suo cugino Sid si accaparrarono i posti dal lato
dov'era seduto Liam, mentre di fianco a Jack si mise sua sorella.
Intanto Ellie, sfoderando un sorriso isterico che faceva preoccupare
seriamente per l'incolumità del vassoio che stava
trasportando, stava mettendo in tavola alcuni crostini. Ray fu
vagamente conscio di vederli giungere sul tavolo, prima che suo
cugino li facesse misteriosamente sparire in una voragine smisurata
che solo per uno scherzo della natura si poteva definire una bocca.
Harry, Hermione e Ron si misero dal lato destro di Sal, mentre Julie,
Mark e Ellie si disponevano davanti a Ryan e Sid. Nel giro di pochi
minuti tutti mangiavano e bevevano di gusto.
«Buona
la pasta, Ellie», mugugnò Sal con la bocca piena di
fischiotti. Lei sorrise e arrossì un po', poi allungò
la mano per prendere il formaggio, col risultato di rovesciare la
saliera. «Ma Michael dov'è?»
«A
casa sua, con Becky, probabilmente», rispose Harry passandosi
una mano tra i capelli spettinati. «Ormai è da un po'
che non sono qui»
«Lei
sta bene?»
«Sì,
per fortuna», rispose Mark. «Ma non credo che supererà
mai la cosa»
«Michael
che ha fatto poi, quando l'ha saputo?»
«Niente,
ha scelto di restare con lei. Poi non si è più visto»,
mormorò Hermione apprensiva.
«Lui
e Mark hanno litigato», intervenne Ellie in tono serio.
«Interessi diversi... Non si parlano molto»
«Macché
litigato, lui manco se ne rende conto, di essere così
insopportabile»
«Non
dovrebbe andare così. In un periodo come questo, l'ultima cosa
da fare è allontanarsi se si era amici»
«Lo
so, Sal, ma con lui è impossibile parlare seriamente, non si
sopporta!», spiegò Mark addentando l'ultima polpettina
di carne del sugo. «Almeno, io
non lo reggo. Meglio se ci sto lontano»
«Povero
Michael», disse Ryan serio.
«Macchè
povero, cavoli suoi, se vuol stare da solo», replicò
stizzita Jane.
«Come
sei scema»
«Scema
io?», soffiò
Jane afferrando minacciosa una grattugia e spargendo riccioli bianchi
di parmigiano in testa a Ellie, che le stava accanto. «È
meglio se la pianti!»
«Ma
come, Sal?», intervenne Sid, zittendola. «Porca puttana,
sei stato in Galles e non ci racconti nulla?»
«È
stato per poco, ragazzi», fece Liam tranquillo versandosi vino
nel bicchiere fino all'orlo.
«Ma
è stato intenso», sghignazzò Sal in risposta, e
lanciò un'occhiata di traverso a Steve, che aggiunse:
«E
doloroso»
«E
doloroso», ripeté Sal, senza smettere di sorridere, ma
si vedeva che sotto sotto voleva edulcorare un po' troppo la cosa,
lasciando da parte particolari sgradevoli. Ray si spinse in avanti
con la sedia, fino a toccare con il ventre sul bordo del tavolo.
«Eh,
no, bello, ora ci racconti tutto», gli disse lentamente,
guardandosi attorno in cerca di approvazione. Ryan e Jane, intenti a
battibeccare come erano soliti fare alle cene, si bloccarono e
iniziarono a tartassare Sal.
«Dai,
dicci!»
«Hai
reclutato gente?», chiese Mark, il tovagliolo stretto nel pugno
chiuso. «Verrà qualcuno?»
«Hai
trovato una che ti garba?», fece Jane sorridendo con il suo
tipico sguardo voyeur, e Ray udì un tonfo sordo seguito da un
mugolio, che altro non poteva essere che un calcio di Jack sotto il
tavolo che aveva mancato il bersaglio. Steve si schiarì la
voce, e Sal iniziò a guardarsi attorno, circondato da facce
ansiose di sapere, fatta eccezione per quella di Jack, intenta ad
esprimere coi lineamenti quelle che, dotate di audio, sarebbero
certamente state le peggiori blasfemie mai udite prima. Sal si
sistemò sulla sedia di legno, mentre Ray si accorgeva in quel
preciso istante che né Ron né Julie avevano mai aperto
bocca quella sera. Ebbe appena il tempo di allontanare dalla mente
una sgradevole battuta che coinvolgeva entrambi con il loro 'aprir
bocca', quando Sal iniziò a raccontare.
«Non
vi sto a dire tutto quello che mi è successo, sarebbe troppo
lungo e inutile. Le cose essenziali basteranno. È meglio
arrivare dritti al punto», disse sbadigliando, e Ray si rese
conto che al suo amico mancava un molare, «In poche parole,
sono riuscito a rintracciare solo uno dei miei amici, il solo che non
mi ha tradito»
«Che?»,
chiese ad alta voce Sid, ma Jack gli intimò di tacere.
«Sì,
esatto...», proseguì Sal. «Quelli che pensavo
fossero amici si sono rivelati essere dei veri stronzi, e ci ho pure
rimediato un sacco di botte. Già, ragazzi, Liam aveva ragione
quando eravamo dal sognor Galsworthy. Bisogna chiamare anche i
Babbani... perché i Mangiamorte ci hanno già pensato.»
«Oh,
mio Dio», gemette Ellie.
«Lo
sapevo», mormorò Hermione, portandosi la mano alla
bocca.
«Evasi,
ladri, ubriaconi, instabili, malviventi, vandali... si sono tutti
uniti in una specie di setta... erano in un pub. C'era un mago che
lanciava incantesimi da far paura, e credevo fosse tipo il loro capo,
almeno finché non ho visto un altro tizio, forse un Babbano,
non so... mi sembrava familiare ma non doveva essere gallese... Era
parecchio grosso, stava sempre nell'ombra e si faceva chiamare Big D»
«Dudley!»,
esclamò Harry di colpo. «Quell'idiota. Avrei dovuto
immaginarlo, quel maledetto schifoso...»
«Lo
conosci?»
«Mio
cugino, sì, è un Babbano... fa la boxe e si crede
chissà chi. E non è affatto del Galles. Ha la nostra
età ma è grosso, e adora fare il vandalo»
«Insomma...
mi hanno fatto nero, ma io sono riuscito a capire il loro piano»
«Piano?
Che piano, Sal? Cosa faranno?», chiese Ray teso. «Ti
hanno seguito?»
«No,
io non c'entro niente... Sono stati stupidi, parlavano a voce alta
dei loro progetti...»
«Idioti»,
convenne Sid scuotendo la testa.
«Allora?
Che hanno intenzione di fare?», volle sapere Harry.
«Ci
sarà un concerto a metà agosto, al London Arena... Una
specie di Unholy Alliance, mi
par di aver capito... insomma, migliaia e migliaia di Babbani riuniti
in un luogo circoscritto. Quegli stronzi vogliono attaccare in massa
durante il concerto... e lo faranno appena suoneranno i Korn, è
quello il momento prestabilito. Quando accadrà, il pubblico
sarà talmente sballato che non si renderà conto di
niente»
«Oh,
merda... Allora?»
«Noi
dobbiamo esserci. Dobbiamo impedirlo»
«Sì,
ma come? Compriamo i biglietti?», ironizzò Ryan.
«No.
Ci Materializzeremo a gruppi all'interno, a concerto iniziato.
Nessuno ci farà caso. Poi aspettiamo»
«Ma
i Babbani? Saranno in pericolo!»
«Lo
saremo anche noi, Ellie», fece Steve serio. «Sal ha
ragione, non c'è altro modo»
«Sì
che c'è!», intervenne Ron per la prima volta. «Non
si può bloccare il concerto?»
«È
vero, cazzo!», aggiunse Ryan. «Diciamo ai poliziotti che
c'è una bomba, e fine della storia!»
«Così
non risolveremmo nulla, coso. Otterremmo solo un casino tremendo,
probabilmente verremmo denunciati o linciati dalla folla incazzata.»,
rispose Liam saggiamente, e Jack aggiunse:
«I
Babbani possono tornarci utili. Durante un concerto sono pronti a
qualsiasi cosa»
«Esatto»,
annuì Sal. «E so io come fare. Ho un piano anch'io».
Ci fu silenzio mentre tutti annuivano convinti dalle sue parole. Poi
si udì uno strano ronzio sordo, tipo feedback, e Julie scattò
in piedi urlando:
«IRIS!»
Ray
vide che la ragazza stave reggendo in mano quella che sembrava una
piccola cornice azzurro metallico. La riconobbe essere il suo
Specchio a Doppio Senso, quando vide luccicare sulla superficie
all'interno il volto preoccupato di Iris Trench, la migliore amica di
Julie.
«Iris,
dove sei?», chiese Julie a voce alta. Gli occhi tondi di Iris
saettarono da una parte all'altra, e poi finalmente sorrisero.
«Appena
entrata a Godric's Hollow, ma non vi trovo!». La sua voce
risultava lievemente distorta, quasi come se ci fosse
un'interferenza radiofonica.
«Allora
ci sei quasi, prosegui a diritto, esco a incontrarti!»
Julie
si allontanò dal tavolo, spingendo rumorosamente la sedia
all'indietro, e si diresse verso la porta. Gli altri ragazzi e
ragazze iniziarono a rumoreggiare, in attesa. Quando Julie fu uscita,
rimase solo la porta aperta, che ondeggiava al vento estivo, mentre i
grilli frinivano in sottofondo. Poi si udì uno strillo di
gioia, e un sacco di risate. Ray scattò in piedi insieme a
Sal, e stavano per lasciare il tavolo quando Julie rientrò
insieme a Iris.
«Ciao
a tutti!», salutò lei, e tutti risposero schiamazzando.
Sal la abbracciò e lo stesso fece Ray, prima che Iris fosse
agguantata e sbaciucchiata dalle ragazze. Prima che Ellie le
saltasse addosso rischiando di spezzarle una dozzina di costole –
era alta un metro e ottanta, cioè venti centimetri buoni più
di Iris – Ray notò che la ragazza le aveva lanciato
un'occhiata complice. Gliela restituì senza capirne il motivo.
A un tratto la sua attenzione fu catturata da altri rumori di passi
fuori dalla porta, e il suo cuore fece un salto quando vide
affacciarsi alla soglia Luke Gordon e Nicholas Nightingale.
«Guarda
chi c'è!!!», esclamò Jack lasciando cadere la
forchetta sul piatto.
«Li
ho cercati e li ho portati con me», spiegò Iris ridendo.
«Erano insieme, e non facevano nulla di costruttivo!»
«Grande
Luke!», fece Ryan. «Cos'è, hai fatto altri
palindromi?»
«No,
ma ci ho pensato coninuamente!», rispose lui, e tutti risero.
«Bughedessantima!»,
esclamò Nick togliendosì il cappellino bianco. Era
questa la sua espressione preferita, e sia Ray che Sal sapevano come
rispondere.
«Lellellellellé!»,
fecero in coro, consapevoli di essere guardati interrogativamente dal
resto delle persone in quella stanza.
«Dài,
venite a mangiare con noi», intimò loro Jane,
spostandosi con la sedia. «Se scaliamo c'è posto...»
«Via giù,
arrivo», fece Nick chiudendo la porta e avvicinandosi.
«Io ho già
mangiato!»
«Luke, sei un
asociale di merda! Dài, vieni qui!», esclamò Sid
facendogli cenno. Luke si arrese e si sedette imitando Nicholas. Ci
fu un attimo di silenzio imbarazzante, quando entrambi si accorsero
della presenza di Harry, Ron ed Hermione. Poi Nick sparò un
rutto mostruoso, si guardò intorno e disse:
«Bah, ci sono
anche Larry, Bon-Bon e Efestione! Salve!»
Tutti scoppiarono a
ridere, e iniziarono a chiacchierare e scherzare senza sosta.
Avrebbero raccontato tutto ai nuovi arrivati più tardi, perché
sapevano che quell'atmosfera serena non andava incrinata, mantenerla
era più importante di qualsiasi altra cosa... forse più
importante persino dei Mangiamorte. Erano tutti insieme, come veri
amici... erano vicini. E in quel momento, per Ray, nulla aveva più
importanza.
*
«E questo sarà
quello che Voldemort farà, se non lo fermiamo». Harry si
fermò, lasciando il silenzio attorno a sé. Tutti lo
fissavano in silenzio, frastornati. Aveva appena rivelato il segreto
degli Horcrux, il vero motivo per cui c'era stato quel silenzio
improvviso, non dovuto invece all'aver pronunciato il nome di
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Era mattina, e il sole splendeva
caldo sopra le fronde degli alberi, intiepidendo i davanzali delle
finestre. Su uno di essi stava appoggiato Ray, durante il discorso di
Harry, e annuiva lentamente. Sentiva che era giunto il momento di
dirlo, e una rapida occhiata ai volti preoccupati dei suoi cugini lo
fece sbloccare.
«Credo che
abbiamo trovato il vero Horcrux di cui parlavi. Quello della grotta.
Quello che cercava Silente.», disse. Harry si voltò
verso di lui, imitato dagli altri ragazzi, riuniti in cucina per la
colazione.
«Cosa?
Dove?!»
«Siamo
andati a pescare giorni fa...», iniziò Jack
gesticolando. «...e a Ray si è impigliata la lenza,
pensavamo fosse una roccia, in realtà era un corpo putrefatto
di un uomo, sul fondo del mare. Teneva in mano un medaglione tutto
annerito.»
«Io...
Noi...», intervenne Liam, «crediamo sia R.A.B.»
Calò
di nuovo il silenzio, mentre Harry pensava tra sé e sé.
Poi Hermione si fece avanti.
«Ma
scusate, se Voldemort ha ucciso o fatto uccidere R.A.B., perché
mai avrebbe dovuto lasciarlo insieme al vero medaglione? Anche se
distrutto, avrebbe comunque costituito una prova dell'esistenza dei
suoi molteplici Horcrux», spiegò saggiamente. Ron era
stupefatto.
«Ma
come fa?», chiese guardandosi intorno incredulo. «Ha
sempre la risposta a tutto»
«Sai»,
replicò lei seccamente, ma si vedeva che gli occhi le
piegavano il volto in un sorriso. «Succede quando si prendono
appunti, Ronald»
«Non
chiamarmi Ronald», fece Ron rabbrividendo, e tutti risero.
«Insomma»,
tagliò corto Harry. «Ray, può darsi che tu abbia
ragione, ma io comincio a pensare che Hermione non abbia tutti i
torti. Insomma, è più probabile che quell'Horcrux che
R.A.B. ha già “provveduto a distruggere” sia
semlicemente nascosto, altrimenti Voldemort l'avrebbe cercato, o
comunque non l'avrebbe buttato via insieme al corpo di R.A.B. Voglio
dire, tu trovi il suo cadavere nel mare, con l'Horcrux ancora in
mano? Non so voi, ma a me sembra tanto una messinscena.»
Ci
fu un brusio generale di consenso, e tutti annuirono convinti. Ron
guardò i presenti, evitando palesemente di incontrare gli
occhi di Ray, che lo stava ignorando.
«Io...
io proporrei di fare un po' di allenamenti, no, Harry?»
«Sì,
buona idea, oggi che siamo di più lavoreremo meglio»
«Facciamo
un ripasso e anche qualcosa di nuovo», propose Julie titubante.
«Qualche
formula figa», aggiunse Sid, che evidentemente non vedeva l'ora
di provare l'Incantesimo Ingrandisci-Pene o qualcosa di simile.
«Roba
per difenderci», concluse Nick.
«Okay,
d'accordo ragazzi... Oggi faremo un po' di tutto, ci servirà
al concerto. Quanti hai visto fra Mangiamorte e Babbani, quella sera,
Sal?»
«Non
te lo saprei dire con certezza... Meno di noi, comunque. Io credo che
vogliano solo fare un po' di casino. E per casino intendo ammazzare
un po' di gente e poi scomparire nel nulla, in modo da creare il
panico. La folla impazzita farà il resto. Tremendo vero?»,
aggiunse dopo una pausa ad effetto.
«Già»,
annuì Ray. «Tremendo».
*
«Allora...
adesso mettetevi di nuovo a coppie come prima, così ripassiamo
tutti insieme... uno di voi fa il nemico, così abbiamo la
possibilità di fare due incantesimi in uno, uno per attaccare
e uno per difendersi»
Harry
era in piedi su un tronco mozzato, sul giardinetto che stava sul
retro della casa, posto ideale per allenarsi in quanto riparato da
alberi enormi. Indicò Jane e Sid Hewitt, e fece loro segno di
avvicinarsi.
«Ragazzi,
venite qui... allora, tu ti metterai laggiù e attaccherai lei
con un Incantesimo Di Ribaltamento,
mentre Jane si difenderà con un Incantesimo Scudo»
«Perchè
non ci mettiamo un altro incantesimo in mezzo, così ne
sperimentiamo di più?», propose Ray sventolando la mano.
«Tipo?»
«Beh, tipo
quello di Ascensione», rispose Ray. «Io lo uso per
volare, e mi gasa una marea»
Harry annuì.
«L'Ascendio?»
«Proprio,
solo che molti sbagliano a usarlo... cioè fanno come c'è
scritto sul libro, puntano la bacchetta nella direzione in cui
vogliono andare... invece all'opposto l'incantesimo rende il triplo»
«Cioè
vuoi dire usando la bacchetta come un reattore?», chiese
Hermione stupefatta.
«Kee-rect»,
annuì Ray imitando il pagliaccio It di Stephen King.
«Cos'è
un Re Attore? Eh, cos'è, 'Mione?», fece Ron incuriosito,
colpendola sulla spalla come un bambino piccolo che vuole che i
genitori gli rivelino dove hanno nascosto la cioccolata.
«Smettila,
Ron!», sbottò Hermione esasperata, ma si vedeva che era
arrossita in modo assurdo. Ray sorrise e si rivolse a Sid.
«Dai, prova,
Shewitt», gli intimò. «Tu puntala verso il
terreno, piegata all'indietro, così voli in avanti. Mentre
voli addosso a Jane le scagli l'Everte Statim e lei lo
respinge con lo Scudo»
Sid parve pensarci
un'eternità prima di raggiungere una decisione. Poi annuì
a sua volta.
«Okay, gente,
io provo, chissene», borbottò. «Ma smettila di
chiamarmi Shewitt, mi fa cagare»
Si avvicinò
all'albero che aveva alle spalle, camminando all'indietro. Jane si
mise in posizione, mentre gli altri presenti guardavano incuriositi.
Il ragazzo si pettinò all'indietro i capelli corvini e si
rimboccò le maniche della camicia. Espirò, teso, un
paio di volte, poi posizionò la bacchetta come gli aveva detto
Ray.
«Sid,
ricordati però di concentrarti sulla destinazione, un po' come
con la Smaterializzazione, altrimenti finisci piantato in terra fino
alle ginocchia», lo avvertì Ray con tono serio.
«No, che
palle, le Tre 'D' di quel cazzone...», fece lui alzando gli
occhi al cielo. «Jane, sei pronta?», domandò
aggiustandosi gli occhiali da sole sulla fronte.
«Io son qui
da un'ora, quando hai finito di farti il pedicure», ironizzò
lei allargando le braccia.
«Ok...
allora... Ascendio!»
Sid fu scagliato in
alto e in avanti a una velocità incredibile. Sorpreso, ebbe
appena il tempo di gracchiare 'Everte Statim', prima di
piombare al suolo come un pezzo di legno marcio. Jane si precipitò
a soccorrerlo, non curandosi dell'Incantesimo di Ribaltamento che Sid
le aveva appena lanciato, considerando che l'unica cosa che era
riuscito a ribaltare era stato un vaso di fiori a dieci metri di
distanza.
«Sid,
succede, non eri abbastanza concentrato, l'incantesimo ti ha mandato
dove avevi puntato la bacchetta»
«Succede un
par di palle!», sbraitò lui rialzandosi e spazzolandosi
i jeans, con la faccia molto simile a quando Jack gli aveva inviato
una Strillettera con registrato un rutto fortissimo, proprio mentre
stava abbordando una tipa. «Ray, ma è impossibile farlo,
te sei matto!», fece esasperato.
«Invece
secondo me è interessante», fece Hermione. «Se è
come dice Ray, servirà ad allenare la mente, e potrà
essere una buona preparazione per la resistenza alla maledizione
Imperius»
«Giusto»,
approvò Harry. «Allora prepariamo le coppie. Tu Ray, con
chi vai? Proviamo io e te?»
«No,
HP-Sauce, tu fai pure il giro e controlla tutti come vanno»,
gli fece Ray, «sta' tranquillo, viene Sal con me, io e te
proviamo alla fine, okay?»
«Aggiudicato»,
annuì lui, mentre Sal si avvicinava a Ray. Quest'ultimo notò
che il suo amico, accucciato, stava appoggiando qualcosa sul prato,
poco prima che la coprisse con un vaso vuoto messo a testa in giù.
Poi Sal si rimise in piedi e si diresse verso di lui, la bacchetta
pronta.
Tutti
i ragazzi provarono in coppie per una buona mezz'ora, ma alla fine i
soli in grado di eseguire bene l'Ascendio
erano, oltre a Ray, Liam e Harry, entrambi magri e leggeri come lui.
Nessuno degli altri era riuscito a sollevarsi a più di un
metro da terra senza poi ripiombare al suolo, anche se Hermione, Luke
e Julie alla fine avevano raggiunto i rami più bassi
dell'albero lì vicino. Jack si stava pian piano incavolando
perchè a lui non riusciva nemmeno staccare le suole dal
terreno, in cui erano apparentemente più che decise a
sprofondare. Ryan a un certo punto era stato scagliato a faccia in
avanti su un palo della staccionata, e Sid aveva trovato divertente
fargli notare che quella era la stessa cosa che gli era capitata al
suo primo appuntamento con una ragazza di Tassorosso. Jane, Iris e
Ellie non facevano che ridere come pazze, e così gli
allenamenti avevano abbandonato l'Incantesimo di Ascensione per
concentrarsi sulla Maledizione Imperius, sulle Controfatture, sugli
attacchi e sugli incantesimi non verbali. Le coppie venivano
scambiate ogni quarto d'ora, per migliorare le prestazioni di tutti.
Verso le sei Harry dette per l'ennesima volta il cambio, e si mise in
coppia con Ron, che fino a quel momento era stato insieme a Julie.
«Ehi, Harry,
perché non proviamo i Patronus?», chiese.
«Non credo ci
serviranno, sai... Comunque c'è qualcuno qui che li sa fare?
Perché l'ultima volta che li abbiamo provati con l'ES è
stata quasi una disgrazia»
«Sì,
io e Ray», rispose Julie evitando di guardarlo.
«A me viene
un topo muschiato», intervenne Jack. «Che merda»
«A me nulla»,
aggiunse Sal pensieroso, «il che è peggio, credo»
«E se quei
Mangiamorte al concerto sguinzagliano Dissennatori?»
«Non credo,
ma è meglio non rischiare...», fece Harry annuendo.
«Allora, volete provarli?»
«A coppie? E
come facciamo?»
«Fatemi
pensare...», cominciò Hermione, aggrottando le
sopracciglia. «I Patronus fungono da scudo, no? Beh, uno dei
due della coppia evoca un Patronus, l'altro lancia una fattura contro
di esso per vedere se è forte o meno... Cominciando dalle più
semplici, per poi arrivare a fatture sempre più potenti... è
un allenamento per entrambe le parti, no? Dovrebbe funzionare, credo»
«Ma come
fa?», ripeté Ron.
«Può
andare», annuì Jack. «Okay, Sid, vieni con me, si
prova»
«Oh, fai
piano, eh? Non mi devastare come al solito»
«Ray, sei con
me?», chiese Nicholas a voce alta, ma Iris si fece avanti.
«Lascia,
Nick, vado io con lui», disse, e si avvicinò al ragazzo.
Tutti iniziarono l'allenamento, e Ray fu occupato per dieci minuti
buoni a cercare di sgombrare la mente e di smettere di pensare al
profumo del collo di Julie.
Okay...
concentrati...
(che cos'è
quel profumo?)
Pensa
a qualcosa di forte...
(un odore)
Qualcosa
di potente...
(così buono)
Un
pensiero felice, dannazione, come Peter Pan!
(pungente)
Pensa
a quando hai scoperto di essere un mago...
(dolce)
Pensa
alla tua famiglia, ai tuoi cugini, agli amici...
(fruttato)
Pensa
a quel bacio.
(come di zucchero e
vaniglia)
Pensa
a lei.
(e pesca)
Pensa
a lei.
«Expecto
Patronum!», scandì
Ray aprendo gli occhi, e subito una sagoma argentea sgorgò
fuori dalla punta della sua bacchetta, solo che non era la solita,
non era più quella dannata capra, era qualcosa di più
massiccio e grosso... Iris decise di osare, e tese la sua bacchetta
magica davanti a sé.
«Stupeficium!»,
urlò, e l'incantesimo rimbalzò contro la sagoma
traslucida del Patronus, tornando indietro e mancando di un soffo la
guancia della ragazza. «Accidenti, Ray», fece Iris
sorpresa. «Complimenti, era potente sì!». Ray
guardò il suo nuovo Patronus svanire nell'aria estiva, e per
qualche secondo la sua immagine rimase impressa in negativo nei suoi
bulbi oculari. Sbattè le palpebre più volte, ma
continuava a vederla, anche se piano piano stava perdendo i contorni,
e Ray non fu più in grado di distinguerne le forme.
«Cos'era,
Iris? Hai visto che cos'era?»
«No»,
scosse la testa lei. «Era troppo luminoso. Ma sembrava tipo un
grizzly, non so...»
«Accidenti...»,
fece Ray, scombussolato a sua volta. «Non immaginavo... Io
stavo pensando a... non fa niente», concluse, agitando la mano
come a scacciare una zanzara.
«Ti piace
ancora Julie, vero?», chiese. Ray rimase in silenzio e guardo
da un'altra parte, limitandosi a ripetere quel gesto stizzito.
«Cosa vuol
dire?»
«Lasciamo
perdere, no comment»
Iris si dette
un'occhiata intorno per poi tornare a fissare Ray negli occhi.
«Guarda che
non ci sta sentendo, quindi tranquillo», gli disse calma,
accennando a Julie, che stava facendo pratica col Patronus disastroso
di Ellie. Ray alzò gli occhi al cielo.
«Lo so, non
sono mica idiota...», borbottò. «Sì, mi
piace... tanto»
«Che carino
che sei», gongolò Iris sbattendo le palpebre e
sorridendo teneramente. Ray si puntò l'indice alla tempia e
imitò il suicidio con un'arma da fuoco particolarmente
potente.
«No, non fare
così», si affrettò ad aggiungere, «...ma
oltre a lei c'è qualcun'altra che ti piace?»
«Boh non
credo... non più, adesso»
«Possibile
che ora come ora hai solo Julie per la testa?», replicò
spazientita Iris, mettendosi la bacchetta in tasca. Ray espirò
lentamente.
«Più o
meno», proferì in tono funereo, e ripose anche la sua.
«Ok. Vuoi un
consiglio?»
«Devo
rispondere per forza?»
«Ray, non
fare lo stronzo. Lo vuoi o no?»
«Sì,
via, dammelo, non mi può far altro che bene», borbottò,
ma era palese che stava pensando tutto l'opposto.
«Guarda che
io ti dico davvero quello che penso...»
«Spara, sono
pronto»
«... perchè
ci sono passata anch'io», concluse Iris seria. Ray sorrise
lievemente. Finalmente una ragazza che lo capiva.
«Ci passano
tutti, prima o poi», proseguì lei.
«Già...
e anch'io non è che sia proprio un novizio nel campo»,
fece sarcastico Ray, ma Iris lo ignorò.
«Il mio
consiglio è cercare di pensarci il meno possibile e andare
avanti, se lei è stata chiara con te». Ray sbuffò.
«Già,
lo immaginavo...», annuì. «A volte ci riesco...
per poco... non è facile»
«Lo so, Ray,
ed è per questo che ti dico: 'tranquillo, passerà'...
basta il tempo e un pò di volontà e quella a te di
certo non manca!»
«Se lo dici
te», borbottò lui, cercando di ricordare l'ultima volta
in cui aveva avuto volontà di fare qualcosa che non avesse
comportato in seguito il prendere due di picche in piena faccia.
«E poi
comunque la cosa bella è che riuscite a rimanere amici»
«Beh, sì,
insomma, mica tanto»
Iris aggrottò
la fronte.
«Guarda che
per Julie tu sei un amico!»
«Ah, meno
male, cominciavo a preoccuparmi...», grugnì Ray. «Allora
che bello, perché cazzo mi preoccupo... siamo amici...».
Iris fece la faccia più cattiva che si possa immaginare, e Ray
decise di smettere di fare la sceneggiata.
«Sì,
alla fine è vero, è una cosa importante...»,
ammise con un enorme sforzo. «Molto alla fine... diciamo ai
titoli di coda, dopo cast e troupe, tra assistente alla steadycam e
addestratore animali in scena»
«La prendo
come una frase normale», fece Iris tornando a sorridere. «e
comunque se ti fa piacere anche per me sei un amico»
«Certo che mi
fa piacere, sono felice di averti conosciuto... di avervi
conosciute...», disse. «Beh, sì vedrà...
magari posso spostare la mia attenzione su qualcun altra, ma non
credo che mi passerà mai definitivamente... nel senso, per me
Julie sarà sempre qualcosa di veramente importante»
«Passerà,
passerà... credimi, ti rimarrà un bel ricordo»
«Lo so...
perché a differenza di Kirsten, dell'unica altra ragazza di
cui mi ero veramente innamorato, con Julie non ho niente contro...»
«Appunto per
questo potete rimanere grandi amici», concluse Iris gioiosa, ma
Ray aveva una faccia lunga come un pezzo di plastica fusa.
«Beh, se mi
vedrai piangere, vorrà dire che non ci sono riuscito»
«Ray,
smettiamola di piangere per chi non ci vuole!!!», scattò
Iris rabbiosa, e per la prima volta parve essere sul'orlo delle
lacrime. «Dobbiamo andare avanti, dobbiamo smetterla...
smetterla». Ray sgranò gli occhi e le si avvicinò,
ma non riusciva a sostenere il suo sguardo triste.
«Okay, Iris,
scusami... Non intendevo offenderti», balbettò
guardandosi le scarpe.
«Ma no, lo
so... Ray, io ti capisco più di quanto tu possa pensare.
Davvero, ti capisco», disse guardandolo di nuovo intensamente
negli occhi. «Ma dobbiamo lasciarci alle spalle queste
sofferenze.»
Ray improvvisamente
ebbe un dubbio atroce, e sentì che doveva chiarirsi una volta
per tutte, altrimenti non ci avrebbe dormito la notte.
«Iris... tu
hai detto che ci sei passata anche tu, che c'era qualcuno che non ti
considerava...»
«Non era Sal,
se ti interessa saperlo», borbottò Iris alzando gli
occhi al cielo.
«... non sono
io, vero, Iris?», concluse Ray cogli occhi sbarrati. Iris lo
guardò e scoppiò a ridere.
«Ray, sei
proprio un egocentrico di merda, lo sai?», abbaiò tra
gli ascessi di risa. «Che scemo che sei... No, non sei tu, ci
mancherebbe anche quella... senza offesa, chiaro»
«Grazie»,
fece Ray, mentre nell'aria risuonava la voce di Harry.
«Forza,
dobbiamo cambiare le coppie... Bel Patronus, Ray», disse Iris,
e si allontanò, lasciando il ragazzo da solo, con la mente
percorsa da milioni di pensieri frammentati, ma tutti connessi fra
loro nel voler dimostrare che non era vero, che non era possibile,
che non poteva essere che Julie non lo volesse. Ma, per quanto
si sforzasse, Ray non trovò argomenti a difesa di questa tesi.
*
Ormai erano finiti
gli allenamenti, e Ray stava per entrare in casa e agguantare il suo
lettore cd, quando Sal lo fermò. Aveva un'espressione
particolare, come se stesse trattenendosi dal dire un gran segreto.
Ray si voltò a guardarlo, e lui si fece vicino, evidentemente
per non farsi udire dagli altri ragazzi che defluivano nella cucina.
Sal lo afferrò saldamente per la spalla e lo condusse fuori,
accanto alla porta di servizio, sotto alla lampada alogena circondata
da una nuvoletta di zanzare. La collana con la croce che portava al
collo luccicò brevemente, prima che Sal iniziasse a parlare.
«Notato
qualcosa di strano, oggi, Ray?»
«Boh, non
saprei... ti sei tagliato i capelli?»
«Acqua. Ti
ricordi prima, quando abbiamo iniziato le coppie per l'Ascendio,
e io ho--»
«...nascosto
qualcosa sotto un vaso rovesciato!», concluse Ray per lui, e
Sal annuì. «Era la collana?»
«Più
che la collana, diciamo il pendaglio... la catenina era da tanto che
ce l'avevo, da quella volta a Hogsmeade»
«Rumore
Bianco, da Brandon Stewart», intervenne Ray, ricordandosi.
«Esatto.
Invece il pendaglio fatto a croce è qualcosa di diverso, non è
un'articolo da regalo... L'ho fregato a quello in Galles, il tizio
che mi massacrava di incantesimi... non chiedermi come ci sono
riuscito»
«E perché
te lo togli e te lo rimetti continuamente? Perché prima degli
allenamenti te lo sei nascosto?»
«Perché
probabilmente ti avrei ucciso», rispose Sal serio. «Guarda»
Scese in giardino,
percorse una decina di metri, seguito a ruota da Ray, e si avvicinò
all'albero. Si tolse la catenina e la porse a Ray.
«Diffindo!»,
disse a voce alta puntando la bacchetta verso il tronco del tiglio.
Sulla corteccia apparvero alcuni taglietti obliqui e paralleli, quasi
invisibili, come se fossero stati fatti con un bisturi o un
trincetto.
«Ridammi il
pendaglio», borbottò Sal. «E guarda»
«Sal...?»
«Zitto e
osserva», mormorò appendendosi la catenina al collo.
«Diffindo!»
Stavolta Ray sentì
qualcosa, un rumore sordo come di basse frequenze, e dalla punta
della baccheta si Sal furono sparate delle accecanti scintille gialle
fosforescenti, che colpirono l'albero nello stesso punto. Solo che
l'urto fu tale da far tremare il tronco, e Ray percepì una
vibrazione tipo assestamento sotto le suole delle scarpe. Le fronde
si scossero come impazzite, e quando smisero, Ray vide un enorme
incisione su tutto un lato del fusto del tiglio.
«Probabilmente
adesso è meglio se lo fanno abbattere», fece Sal tanto
per essere chiaro. Ray era sbalordito.
«Che cazzo è
quella roba?!», balbettò portandosi le mani ai capelli.
«Per quello
non me la sono nascosta in tasca. Basta che abbia contatto col
corpo... Amplifica qualsiasi fattura, incantesimo, maledizione...
credo diventino qualcosa come sei volte più potenti!»
«Cristo
Santissimo, Sal... Perché non ce l'hai detto? Sarebbe
un'ottima arma contro i Mangiamorte!»
«Lo so, ma
quella Granger probabilmente avrebbe fatto storie dicendo che è
roba Oscura»
«È
roba Oscura?», chiese Ray, ora seriamente preoccupato.
«Il fatto che
ce l'avesse un Mangiamorte fittizio non signofica che debba esserlo.
Se uno la usa per far del bene, per difendersi e difenderci
dai Maghi Oscuri, secondo me non lo è più.»
«Cavolo,
allora quello in Galles ti deve aver massacrato!»
«Stai bravo,
vai... credevo di non respirare più, dalle legnate che ho
preso», grugnì Sal agitando la mano. «Non so che
poteri abbia quest'affare, non saprei come definirtelo, ma non lo
senti nemmeno, quando te lo metti... prima di scagliare un
incantesimo non senti alcuna differenza... Potremmo provarlo, ma non
ho voglia di distruggere la casa adesso, grazie... che fra l'altro è
ora di cena e ho pure fame»
Ray rise insieme a
lui, e i due amici si abbracciarono. Poi, dandosi pacche sulle spalle
a vicenda, si diressero verso la veranda, lasciandosi alle spalle il
tiglio.
*
Era
un uomo parecchio grosso, minaccioso... Era lui? Non lo sapeva, non
riusciva a vederlo, ma doveva evitare che accadesse. Quel ragazzo coi
capelli spettinati e gli occhiali si stava avvicinando, di corsa, a
lui. Un lampo rossastro, e la bacchetta gli sfuggì di mano.
Attento, avrebbe voluto gridargli, ma la voce sembrava esserglisi
seccata. L'uomo levò la sua bacchetta, e la puntò
contro il ragazzo occhialuto.
“Avada
Kedavra!”, urlò l'uomo, e un fascio di luce verde
investì la vittima.
Era
la fine. Vide Sal Gascoyne gridare. Vide il giovane accasciarsi a
terra, immobile, gli occhi sbarrati. L'uomo rise, e Harry urlò.
Harry Potter si
svegliò di soprassalto nel cuore della notte. I grilli
cantavano nel prato, e ogni tanto si udiva un gufo svolazzare accanto
alla finestra. Si sporse al lato del letto, per prendere gli occhiali
sul comodino. Stavolta non era il passato... e non era nemmeno un
avvenimento del presente, ne era certo. Mentre si sedeva sul bordo
del materasso, la faccia sprofondata tra le mani giunte, e ripensava
al sogno, non poteva fare a meno di lasciarsi percorrere da un
brivido. Perché quello che aveva visto era il futuro. Il
futuro immediato. L'attacco dei Mangiamorte.
Aveva appena visto
la morte di Ray Oddname.
|