Lettere da un cuore che ha voglia di amare

di InsaneMind
(/viewuser.php?uid=193037)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Da: lettere che mai leggerai.

Sarà l'ennesima notte in bianco che trascorro qui nella mia camera vuota, i muri sono troppi bianchi. Questa stanza mi sembra troppo grande per me: doveva essere la stanza dei nostri sogni dove avremmo potuto nutrire, costruire e curare giorno dopo giorno il nostro amore.
 Una lacrima scende sulla mia guancia per poi cadere sul mio foglio bianco.  Ci sono poche righe confuse e piene di cancellature; cade intaccando l'inchiostro e formando una piccola macchina nera. 
Le mie lacrime scendono come un torrente in piena, sempre più infrangendosi sul foglio quasi candido facendo scolorire tutto il senso delle mie frasi. Le parole sono quasi tutte sbiadite.
Vorrei che questo procedimento accadesse anche nella mia mente. Ogni qualvolta che mi scende una lacrima un pensiero negativo svanisce.  Mi piacerebbe se fosse così, ti avrei già dimenticato da un pezzo ed ora non dovrei avere il cuore appeso ad un chiodo in camera. Lo voglio lontano da me, voglio finalmente capire che stare male è solo un fatto psicologico, che tutto cambia. Ogni pensiero butta via la sua veste,  così da poter esser liberate da questa maledizione: nel dover far parte della vita degli uomini, portando sofferenza con il loro significato. Ma purtroppo ora non è così, l'angoscia cresce affiancata da un grave senso di delusione.
Blatero le stesse cose, gli stessi pensieri con parole diverse.
Vorrei renderti partecipe in questo dolore: vorrei vedere la sofferenza nei tuoi occhi facendo nascere un ghigno selvaggio sul mio volto.
Tutto questo sentirsi sofferenti mi ha portato alla pazzia. O forse è questa la vera natura delle persone?
Vorrei vedere il sangue che cola dai tuoi occhi e non dai miei polsi ormai consumati.
Per anientare tutto questo sono dovuta ricorrere ad un modo ancor più masochista.
Vorrei vedere che faccia faresti appena udiresti queste parole. Di sicuro mi tireresti qualche ceffone e urleresti imprecando contro di me. Certo, una persona che ha sempre avuto tutto cosa ne può sapere della sofferenza che causa negli altri? Essere così egocentrico non ha fatto altro che aumentare la mia voglia di starti vicina, di sostenerti, di dirti di continuo ''Andrà tutto bene, non preoccuparti''. 
Volevo esserti da aiuto e che almeno un po' potessi esserci anche tu per me.  Sai, provare quella sensazione di sicurezza, sapendo che anche per me c'è qualcuno che prova a sostenermi, che mi guarda e mi dice 'Ci sono io qui'. Ed invece?
L'unica persona che mi bastava per provare a dare un senso a questa vita vuota non c'è. Non c'è più.
Quanto fa male la convinzione di saper che ormai non c'è più nulla per me? Che tutto quello che desideravo si è sgretolato davanti ai miei occhi.
Dammi una risposta, accidenti.
Fammi un cenno, fammi sapere come poter andare avanti.
Per quanto tempo ancora dovrò stare così? Io voglio andare avanti...Senza di te. Ma non posso, tu mi appartieni come io ti son sempre appartenuta. Ancor prima delle nostre nascite eravamo destinati ad appartenerci, a star bene e ad affrontare le avversità assieme.
Quante volte ancora dovrò pugnalarmi da sola per provarmi a dissuadermi dicendomi che posso andare avanti da sola?




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1092827