favole
Vomitando favole
ho sigillato l'incubo
che solito splendeva
nel mio giorno, ostile.
L'ho confinato all'angolo,
gli ho regalato un gemito
e l'ho visto cadere,
cadere.
La traccia impalpabile
della mia luce,
perduta soltanto per gioco, per sbaglio,
fu possesso suo unico,
era la sua mania.
E l'ho azzittito, stanco
con uno strappo sbrigativo, bianco -
Ma, vomitando favole
ho dimenticato di piangere,
ho dimenticato
quanto sia fragile
il cuore che dicono umano,
e l'ho visto cadere,
cadere.
|