fan fiction 2
Non so in che contesto sia collocata questa storia, so solo che
c'è stato il bacio sotto copertura, ma non sono accaduti tutti
gli avvenimenti della quarta stagione .. Quindi volendo si
può collocare prima della 3x24 :)
Bene, buona lettura!
Io amo questo sport!
A F. e M., è tutto merito vostro se amo questo sport,
grazie davvero.
-A domani detective!- Castle salutò la sua musa alzandosi dalla
sua sedia. Ormai era sera e lui aveva promesso ad Alexis che sarebbe
tornato a casa presto per stare un po' con lei.
Era stata una giornata come tante altre, un caso, indagini,
interrogatori e un arresto, Beckett aveva dimostrato ancora una volta
di essere la miglior detective di New York e lo scrittore, come sempre,
non era riuscito a toglierle gli occhi di dosso per tutto il giorno.
Ogni volta che la guardava il suo cervello si spegneva e rimaneva
ammaliato dalla sua bellezza. Avrebbe voluto stringerla tra le sue
braccia, accarezzarle il viso e i capelli e baciarla con tutta la
dolcezza possibile.
-Non penso proprio Castle!- rispose la donna con un largo sorriso distraendo Castle dai suoi pensieri.
-In... in che senso?- chiese Rick mentre lei si infilava la giacca.
-Perchè mai non dovremmo vederci domani? E' successo qualcosa?
Sei stata sospesa? Non mi vuoi più qui?- Castle stava andando in
panico.
-Ehi, frena, frena!- la detective trattenne una risata vedendo il suo sguardo preoccupato. -Mi sono presa tre giorni di riposo.
-Tu?!- lo scrittore era sbalordito, per Kate Beckett il lavoro veniva
prima di tutto, non si era mai presa una vacanza. -Sei sicura di star
bene?
Kate alzò gli occhi al cielo sbuffando. -Vado a trovare mio
padre Castle! E' da molto che non lo vedo e visto che che non abbiamo
nessun grande caso ho chiesto alla Gates qualche giorno di permesso!-
concluse scrollando le spalle.
-Vai da sola?- la domanda gli era uscita di bocca prima che potesse impedirlo.
-Certo... Però potrei chiedere a quell'avvocato attraente che
abita di fronte a me di accompagnarmi...- amava stuzzicare lo scrittore.
Castle impallidì al pensiero. -Oppure potresti chiederlo al tuo partner...
Beckett sorrise. -Geloso Castle?
-Assolutamente no.- mentì.
-Tranquillo, andrò da sola,
qualche giorno di relax mi farà bene. E comunque penso che voi
possiate farcela anche senza di me.
Lo scrittore gonfiò il petto con orgoglio, leggermente
sollevato. -I criminali non hanno scampo con noi!- poi tornò
serio. -Quindi tornerai domenica...
-Penso che sarò a casa già sabato, ma noi ci rivedremo domenica. A meno che non ci siano problemi...
Rick annuì. -Mi mancherai...
Kate arrossì. -Buon weekend, Castle.- poi gli si
avvicinò, gli diede un leggero bacio sulla guancia ed
uscì.
Lo scrittore rimase imbambolato a fissare il nulla per qualche secondo,
mentre il suo cuore batteva all'impazzata. Kate, la sua musa, gli aveva
dato un bacio, lì in mezzo al distretto!
Sorrise e poi sospirò. Sarebbero stati tre giorni molto lunghi.
Sabato mattina
Castle si fermò sul pianerottolo davanti alla porta con
due caffè in mano dandosi dello stupido per l'ennesima volta.
Aveva visto la sua macchina parcheggiata lungo il marciapiede in strada
e non aveva capito più nulla. Anzi no, aspetta, aveva visto una
macchina che poteva essere la sua.
"Stupido" pensò ancora, poi prese coraggio e bussò.
Il suo cuore gli martellava nel petto, che le avrebbe detto? Come le
avrebbe giustificato la sua presenza lì? E se non fosse stata
sola?
"Stupido, stupido, stupido!"
Non
sentiva alcun suono provenire dall'appartamento, forse non era ancora
tornata...
Sospirò e, maledicendosi, voltò le spalle alla porta per
andarsene. Ma proprio in quel momento sentì una voce e qualcuno
aprire la porta.
Castle si voltò di scatto mentre il battito del suo cuore accelerava.
-Scusatemi, stavo sistemando la casa e... Castle?!- la detective
Beckett era rimasta sorpresa di ritrovarselo di fronte ma anche piuttosto
contenta, in quei due giorni le era mancata la sua compagnia, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Sorrise.
-Che ci fai qui?
Rick era a bocca aperta, non riusciva a riordinare i pensieri nella sua
testa, per lui esisteva solo la sua musa. Kate indossava una larga
maglietta arancione con uno stemma raffigurante la testa di un leone e
un paio di pantaloncini blu corti che lasciavano ammirare le lunghe
gambe allo scrittore. Era scalza e aveva raccolto i
capelli mossi in uno chignon. Castle non aveva mai visto niente di
più bello.
-Io... Io...- non riusciva a distogliere lo sguardo da lei, era stupenda.
Beckett inclinò la testa continuando a sorridere e guardò i due bicchieri che teneva in mano.
Lo scrittore seguì il suo sguardo. -Ah, già... Ti ho
portato il caffè.- disse allungando un braccio per porgergliene
uno.
Lei lo prese. La dolcezza di quell'uomo riusciva sempre a sorprenderla,
le aveva portato il caffè persino a casa. -Grazie... Castle come
sapevi che ero già tornata?- chiese curiosa.
-Io... Ecco... La macchina in strada... Così ho pensato...
-Castle ti senti bene?- non era riuscita a capire cosa le stesse dicendo.
-Io... Io...- Rick non riusciva a mettere due parole in fila.
-Wow, uno scrittore che non riesce a trovare le parole! Occhio Castle,
rischi di trovarti senza lavoro!- lo prese in giro lei mentre gli
faceva segno di entrare.
Lo scrittore scosse la testa e cercò di riprendersi mentre la seguiva.
-Scusami, non so cosa mi sia preso...- mentì. Sapeva benissimo
perchè non era riuscito a parlarle. -Com'è andata da tuo
padre?
-Benissimo! Mi era mancato davvero molto, sono stata contenta di averlo
rivisto... Ah, mi ha detto di salutarvi!- si voltò con la testa
verso l'uomo e lo sorprese a guardarle le gambe.
Arrossì. -Vado a mettermi dei pantaloni...
-No, scusa...- disse velocemente Richard capendo qual era il problema.
-Non serve, non volevo... E' che sei bellissima.- quelle ultime parole
gli erano sfuggite e si morse la lingua appena si rese conto di averle
pronunciate, Kate se la sarebbe presa.
La detective invece sentì il suo cuore battere velocemente e lo
stomaco contorcersi mentre le guance si infiammavano. Con grande
sorpresa dello scrittore fece un largo sorriso. -Grazie.-
sussurrò. I suoi complimenti riuscivano sempre a sconvolgerla, a
far tremare le sue convinzioni, il suo muro, e questo la spaventava ma
allo stesso tempo la rendeva felice. -Ho sentito che avete arrestato un
assassino ieri...- continuò cambiando discorso. Odiava sentirsi in imbarazzo.
Castle tirò un sospiro di sollievo. -Certo, tutto merito mio!
-Ah, davvero? Allora chi è quello che è scappato quando ha tirato fuori la mazza?- chiese ironica.
-Io Esposito lo ammazzo, aveva promesso che non ti avrebbe detto nulla!- rispose lui fingendo di essere arrabbiato.
-Ahaha! E tu ancora gli credi?- la detective si sedette sul divano continuando a ridere.
-Kate posso farti una domanda?
Beckett tornò seria, l'aveva chiamata per nome, doveva essere
qualcosa di importante. Sentì il suo cuore accelerare e un
brivido lungo la schiena.
-Certo.- rispose sicura.
-Chi è van Persie?
La detective rimase a bocca aperta, che razza di domanda era? -Scusa?
-Beh... penso che la tua maglietta arancione sia una divisa, dietro ci
sono un numero 16 e un nome, van Persie...Ecco, mi chiedevo chi fosse...
Kate era ancora più sbalordita. -Stai scherzando vero?!- Come poteva quell'uomo non sapere chi fosse van Persie?
-No...- rispose cauto Richard.
-Tu non sai chi è Robin van Persie?
-No...
-Ok, ok... Vediamo... Sai almeno chi sono, non so, Robben, van Bommel o Sneijder?- chiese speranzosa.
-Ehm... Com'era l'ultimo che hai detto?- Castle era sicuro di non aver mai sentito quei nomi in vita sua.
-Non ci credo! E Drogba? Cristiano Ronaldo? Del Piero? Zanetti?- non
poteva credere che Richard Castle non conoscesse nessuno di questi.
-Nessuno... dovrei?
Kate sbuffò. -Sei incredibile! Aspetta, aspetta, aspetta!
Pelè!- l'uomo continuava a scuotere la testa. -Maradona!- ancora
no. -Messi! Tutti conoscono Messi, è il giocatore più
forte del mondo!- disse come se fosse ovvio.
-Oh, certo, il giocatore più forte del mondo...- ora era tutto
più chiaro. Rimasero alcuni secondi in silenzio mentre Beckett
continuava a scuotere la testa incredula. -Di quale sport?- chiese
timoroso.
Kate rimase a bocca aperta e lo guardò sconvolta. -Calcio Castle! Calcio!
-Ah... E' quello sport simile al rugby, vero?
-Castle, nel rugby la palla è ovale!- non riusciva a credere alle proprie orecchie.
-E nel calcio no?- stava scavando in mezzo ai suoi ricordi ma era
più che sicuro che nessuno gli avesse mai spiegato bene in che
cosa consistesse il calcio.
-Castle!- possibile che quell'uomo non ne sapesse proprio nulla?
-Detective Beckett io sono un uomo da football e baseball!
Il calcio non so neppure cosa sia...- si giustificò.
-Ho notato!- scosse la testa e prese un respiro profondo, Castle era
davvero incredibile. -Bene, siediti qui.- disse indicando il divano su
cui era seduta.
-C-cosa?- Rick pensò di aver capito male, Kate, quella che
solitamente teneva sempre le distanze, lo stava invitando a sedersi
accanto a lei.
-Forza Castle, siediti qui così ti spiego un po' di cose, non
posso permettere che tu rimanga così ignorante!- rispose lei
sorridendo.
-Ok...- l'uomo ubbidì.
Beckett incrociò le gambe sul divano e si voltò per
guardarlo in faccia, poi prese alcuni oggetti e iniziò a
insegnare le regole al suo partner. Rick la ascoltava con attenzione,
seguendo i suoi gesti e cercando di non perdersi nei suoi occhi verdi.
Amava vederli così brillanti, luminosi, e sentire la sua musa
parlare con passione e ridere alle sue domande, avrebbe voluto poter
rimanere lì, così, per il resto dei suoi giorni.
Dopo circa due ore aveva capito più o meno quasi tutte le
regole, i ruoli e come funzionava una partita. Kate gli aveva anche
spiegato quali erano le squadre più importanti e i giocatori
più forti e aveva notato che in fondo qualcosa Castle sapeva: le
disse che una volta aveva visto una partita dei mondiali con un suo
amico.
Alla fine era rimasto solo un problema...
-Non ho capito!- disse Rick sbuffando per l'ennesima volta.
-E' facile Castle, cerca di fare attenzione!
"Come se fosse facile con te così vicina!" pensò lo scrittore. -Ci sto provando, ma non capisco!
-Allora,- disse Kate esasperata. -se tu sei in attacco e passi il
pallone ad un tuo compagno, il tuo compagno, al momento del passaggio,
deve avere almeno due giocatori avversari davanti a sè,
solitamente uno dei due è il portiere. Altrimenti è
fuorigioco, ok?
-Ok, ho capito come funziona, credo, ma a che serve?
-Se non ci fosse questa regola sarebbe troppo facile fare goal!
-Bah... E' un gioco troppo complicato...
-Non è vero Castle...- rispose la detective appoggiando il mento alle ginocchia e sorridendo.
-Posso sapere perchè tu ne sei così appassionata?- chiese
curioso. Non aveva mai visto prima quel lato della personalità
di Beckett e voleva conoscerlo meglio il prima possibile.
-Merito di mio padre, fin da piccola mi faceva guardare le partite insieme a lui, erano dei bei momenti.
-E perchè la maglietta di van Persie? E' il tuo giocatore preferito?
-Non so perchè, ma mi è sempre piaciuta la squadra
olandese, anche se ovviamente tifo per gli Stati Uniti, e van Persie
non è male come giocatore. La maglietta me l'ha regalata mio zio
qualche anno fa.
-Capisco...
-Sai, prima mi hai davvero stupita!
-Beh detective, lei ha avuto suo padre... mia madre non è mai
stata appassionata allo sport, i miei amici seguivano tutti il
baseball, e mio padre... sì insomma, lo sai...- disse scrollando
le sue spalle. Lui non aveva mai conosciuto suo padre, non aveva
ricordi con lui, e, per quanto ne sapeva, nessuna cosa in comune.
-Scusa...- mormorò Kate.
-Stai tranquilla, non è colpa tua...
-Sì, ma non avrei dovuto...
-Kate,- Castle le prese dolcemente la mano e le accarezzò il
viso. A quel contatto Beckett sentì il suo cuore iniziare a
correre. Alzò lo sguardo e si perse nei suoi occhi azzurri.
Avrebbe voluto stringersi a lui e dirgli quanto fosse importante per
lei, quanto... quanto lo amasse. -smettila di dire sciocchezze, e
grazie per questa ottima lezione!- disse lui con un largo sorriso
avvicinandosi lentamente a lei. Il quel momento però lo
stomacò della detective cominciò a brontolare e l'uomo
scoppiò a ridere. -A quanto pare qualcuno a fame qui!- si
alzò dal divano. -Bene, ti preparo qualcosa, se trovo del cibo
in frigo...
-No, aspetta!- lo fermò Beckett. -Prendi due panini dalla dispensa.
-Perchè? Per me non è un problema cucinare, sono un ottimo cuoco io!
-E anche molto modesto!- lo prese in giro. -Fra cinque minuti inizia
una partita degli europei, voglio che tu la guardi con me...-
sussurrò.
-Certo, nessun problema...- si diresse verso la cucina.
-Che partita guardiamo?- chiese tornando con il loro pranzo e due birre in mano.
-Olanda/Danimarca, è una partita degli europei che giocano in
Polonia, là adesso è quasi sera. Le squadre europee sono
le migliori, il nostro calcio non si avvicina minimamente al loro.-
spiegò velocemente.
-Ah, e tu tiferai Olanda immagino...
-Certo che sì!- la detective si alzò e accese la tv
proprio nel momento in cui l'arbitro fischiava l'inizio della partita.
-Ecco, mi raccomando Castle, stai attento!
-Sì, sì...- rispose Rick, ma riuscì a farlo solo
per i primi due minuti, poi si perse ad ammirare la sua musa.
Era così strano per lui vederla così aperta, così
spensierata, sembrava una normalissima ragazza. Una ragazza per cui
aveva completamente perso la testa. Si era follemente innamorato di lei
e pensò che rimanere ad osservarla mentre se la prendeva con
l'arbitro, incoraggiava i giocatori o si mangiava le unghie per l'ansia
fosse la cosa migliore al mondo.
-GOAL!- l'urlo della sua musa lo distolse dai suoi pensieri. Lei, senza pensarci, lo abbracciò. -Abbiamo segnato Castle!
Lo scrittore rimase per un attimo spiazzato, ma poi la
abbracciò a sua volta. -Ottimo...- disse sorridendo. -Questo
sport inizia a piacermi...- le sussurrò poi malizioso.
Kate si rese conto del suo gesto e arrossì violentemente.
Sciolse l'abbraccio e fece per allontanarsi dallo scrittore ma lui
le passò un braccio intorno alla vita e la strinse a sè.
Beckett abbassò lo sguardo imbarazzata ma appoggiò la
testa sulla sua spalla. Castle respirò a fondo il suo profumo.
-E' un bel goal?- chiese osservando il replay.
-E' un ottimo goal!- rispose lei sorridendo. -Su punizione dai trenta metri!
-Bene!- rispose entusiasta lo scrittore. Poi guardò il
cronometro posto in alto sullo schermo. -Aspetta, siamo già al
settantesimo?- domandò stupito.
-Sì scrittore! Che c'è, ti sei addormentato invece di
guardare la partita?- appoggiò una mano sul suo petto mentre con
l'altra gli stringeva la mano.
Castle deglutì a vuoto. "Certo che no Kate," pensò, "sono
rimasto più di un'ora ad osservarti. E grazie al cielo tu non te
ne sei accorta."
-No... Devo essermi un attimo distratto...
Kate si morse il labbro trattenendo un sorriso. Si era accorta che
durante tutta la partita lo sguardo di Castle era rimasto su di lei, ma
stranamente non le aveva dato fastidio, anzi, l'aveva fatta sentire
bella, desiderata.
-Cosa succede se vinciamo?
Kate sorrise. "Vinciamo", quello sport stava conquistando anche il suo scrittore.
-Ci sono altre due partite per il girone, poi passano le prime due
squadre e le seguenti partite sono tutte ad eliminazione diretta.
-E tu pensi che arriveremo in finale?
-Wow Castle, parli già come un tifoso, "vinciamo", "arriveremo"...- gli fece notare.
-Mi sono solo lasciato prendere dal tuo entusiasmo!- si giustificò lui ridendo.
-Io spero di sì, ai mondiali l'Olanda è arrivata seconda, adesso voglio... ehi non era fuorigioco quello, arbitro!
Rick rise. -Non si discutono le scelte arbitrali!
-Poteva essere un altro goal Castle! Non era fuorigioco!
-Sì, ma ormai...
-Ha sbagliato, non è giusto! Spero per lui che la Danimarca non segni!
-Ma se non hanno fatto neppure un tiro!- disse lui.
-Castle nel calcio tutto può succedere!
-Sì, ma voglio dire, l'Olanda sta vincendo...
-Shh! Non sento la telecronaca!- lo interruppe.
Castle la ignorò. -... e il pallone ce l'hanno sempre i giocatori arancioni...
-Fai un po' di silenzio!- lo pregò.
-...quindi non dovresti essere preoccupata...
-Rick!- non sentiva una parola.
Lo scrittore ignorò il salto che aveva fatto il suo stomaco
sentendola pronunciare il suo nome. -...la Danimarca non ha speranze...
Kate sbuffò divertita, poi si voltò verso di lui, gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
Castle rimase paralizzato, non se lo aspettava. Kate lo stava baciando!
Aveva sognato quel momento per anni e dopo il bacio sotto copertura non
aveva fatto altro che pensarci. Un brivido gli percorse la schiena.
Beckett fece scorrere lentamente la lingua sulle labbra dello scrittore
e poi gliele morse scherzosamente. Quando sentì che Rick si
stava riprendendo e stava per rispondere al bacio si staccò da
lui. Sentiva il suo cuore battere all'impazzata e vedeva lo sguardo
sorpreso di Castle. -Fammi un favore Rick, stai in silenzio per due
secondi!- gli disse cercando di riprendere fiato. Sorrise e gli diede
un altro veloce bacio, poi tornò a guardare gli ultimi cinque
minuti della partita.
Castle respirò a fondo e si toccò le labbra con le dita.
Rimase in silenzio per qualche minuto, ancora sconvolto. Poi sorrise e
si avvicinò a lei.
-Sai, mi sbagliavo, io amo questo sport!- le sussurrò.
Angolo dell'autrice:
Ok, non ho la più pallida idea di come sia nata questa roba,
penso sia tutta colpa del mio amore per il calcio e del fatto che sono
già in modalità europei :)
Perciò ho pensato che fosse carino scrivere qualcosa su Rick e
Kate, me la immagino Beckett che gli spiega cos'è un dribbling o
un fuorigioco e lui che non ci capisce nulla! Poverino...
Non so perchè ho scelto l'Olanda come squadra, forse solo per il
colore della divisa (quanto è bello quell'arancione?) :)
Bene, adesso devo tornare a studiare (che tristezza...)
Spero vi sia piaciuta, un bacio, alla prossima!
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