Centocinque
giorni alla maturità - Cronaca di un’esperienza
coercitiva
Yesterday my life
was in ruins,
now today I know
what I’m doing.
Got a feeling I
should be doing all right,
doing all right.
(*)
Mercoledì 8 giugno 2011
Quando
rincaso sono ormai le nove di sera, e i miei sono sicuramente fuori.
Sono euforico
perché a calcio ci hanno spremuti come limoni, quindi sono
troppo stanco per pensare
che oggi è stato l’ultimo giorno di scuola, che
non entrerò più in quella struttura
se non per gli esami (che, porca miseria, è un ritorno di
merda, lasciatemelo dire)
e che la vera sfida inizia ora.
Per
fortuna che sono troppo sudato persino per pensare di sprecare altro
liquido corporeo
per qualcosa tipo “piangere”.
Faccio
in tempo ad appoggiare il borsone per terra, che il campanello squilla.
«Arrivo…
Anna?»
Anna
sbatte le palpebre, perplessa.
«Al
citofono aveva risposto Melissa, aveva detto interno
sei…»
«Questo
è l’interno quattro, il sei è di
sopra», spiego, non raccapezzandoci più nulla.
«Grazie!»
«Niente,
figurati».
La
osservo
salire le scale di corsa, e mi chiedo che razza di mostri siano quelle
due per studiare
persino la sera dell’8 giugno. Roba maniacale.
L’unica
cosa che voglio è farmi una doccia e… cavolo, mi
sono dimenticato che lo scaldabagno
è rotto, potevo lavarmi negli spogliatoi! Pazienza,
chiederò a Melissa di poter
usare il bagno degli zii, dopotutto non è la prima volta che
succede. Prendo un
cambio di biancheria pulita - scegliendo i pantaloni della tuta meno
usurati; dopotutto
c’è Anna in casa, non voglio fare la figura dello
straccione -, il mazzo di chiavi
in cui ci sono quelle della porta d’ingresso di Mela, e
salgo. Entro senza suonare
e urlo, a metà del corridoio:
«Mel,
uso il tuo bag-»
Oh.
Mio.
Dio.
«Cristiano!»,
urla mia cugina, staccandosi dalle labbra di Anna.
«Voi
due vi stavate… Cosa? Perché?»,
balbetto.
«Ma a te piaceva Vanni!»
«Forse
dieci anni fa, ‘Sti», risponde, mentre trattiene
con una mano Anna, che vorrebbe
solamente andarsene. «Resta», le sussurra, prima di
accompagnarmi alla porta per
un braccio.
«’Sti,
ti prego, non dire niente a nessuno. Devo prima…
abituarmici, ok?»
Annuisco,
stordito. Sa benissimo che non la tradirei mai, ma questo non
è un buon motivo per
avermelo tenuto nascosto tanto a lungo…
«Mela,
dovevi dirmelo. Come hai potuto far finta di niente? Non ti fidi
abbastanza di me?»
«Non
è che non mi fido, ‘Sti… È
che so che anche la persona più buona del mondo
può mostrare…
remore… per questo».
«Ma
io non sono la persona più buona del mondo! Sono Cristiano,
sono tuo cugino, sono
praticamente tuo fratello! Sono quello che è stato
più a contatto con i tuoi pannolini
di chiunque altro».
Sono
arrabbiato. E deluso. Vedo che è sull’orlo delle
lacrime, ma onestamente non mi
interessa.
«Ti
prego…»
«Non
dirò niente, promesso», sibilo, tornando nel mio
appartamento. Chiudo la porta con
un calcio e decido che la doccia me la farò gelida,
così magari riuscirò a placarmi
un po’.
Sms
da: Mela
Ricevuto
alle: 21.38
Del:
08/06/11
Ti
prego,
scusami. Solo è già tanto difficile
così e prima ho dovuto accettarlo io, volevo
aspettare la fine degli esami per dirvelo, così da essere
sicura di avere abbastanza
tranquillità per studiare…
Sms
a: Mela
Inviato
alle: 22.57
Del:
08/06/11
Sei
stata male per mesi e non mi hai permesso di aiutarti,
anzi, non l’hai permesso a NESSUNO. Come credi che possa
sentirmi? Quando ho rotto
con Marta non hai fatto altro che stressarmi finché non mi
sono sfogato, dicendomi
che il male più grande che avrei potuto farti era quello di
soffrire senza parlartene,
che noi due ci saremmo sempre stati l’uno per
l’altra… Era solo retorica?
Sms
da: Mela
Ricevuto
alle: 23.01
Del:
08/06/11
Ti
prego,
scusami.
Sms
a: Mela
Inviato
alle: 23.35
Del:
08/06/11
Buonanotte.
Sms
da: Mela
Ricevuto
alle: 23.39
Del:
08/06/11
Ti
voglio
bene.
(*)
Ieri
la mia vita era in rovina,
oggi
so ciò che faccio.
Sento
che sto facendo tutto bene,
facendo tutto bene.
Queen - Doing all right
Prossimo
aggiornamento: 8 luglio
|