-Domani il consiglio si riunisce. Sanno del bambino.
Atono, freddo come mai non era stato, fissava Naruto davanti a lui,
mentre quelle parole gli vorticavano in testa, facendogli male.
Gli occhi azzurri si spalancarono, mentre le mani andarono verso il
ventre in segno di protezione e il corpo del ragazzo indietreggiava.
Sasuke saltò in avanti, preoccupata, afferrando Naruto prima
che cadesse al suolo, accompagnandolo, mentre il biondo si appendeva
alla maglietta, nascondendo il capo tra la spalla del più
grande, scoppiando in un pianto disperato di urla e singhiozzi dolorosi
sia per lui, che per Sasuke, che impassibile lo stringeva a se,
facendosi carico del suo dolore, sopportandolo con lui.
La testa mora si appoggiò a Naruto, nascondendo il viso nel
suo collo, e rimasero così, finché il biondo non
crollò stanco tra le sue braccia.
***
Da quanto tempo fissava l’entrata della villa, senza fare un
passo? Nel suo campo visivo c’era l’immagine
sbiadita di Sasuke, ma Naruto osservava spaventato l’esterno
di quella casa. Quello scudo che lo aveva protetto per tutti quei
giorni.
Il braccio di Sasuke si allungò verso di lui, mentre la mano
si apriva e le iridi nere lo osservavano tranquille.
A lungo, fissò il palmo chiaro, poi l’esterno e
gli occhi rassicuranti di Sasuke.
Si morse il labbro, e poi, contro ogni aspettativa del moro - era
sicuro che avrebbe dovuto prenderlo a forza tra le braccia -
allungò il suo braccio, afferrando la mano di Sasuke e
stringerla forte.
Poi un passo.
Dopo un altro.
E l’esterno di quella casa gli apparì ancora
più spaventoso.
Ma c’era Sasuke. C’era sempre stato, fino ad ora.
-Prendiamo le vie secondarie?
Domandò titubando, fissando davanti a se.
Il moro strinse la presa su quella mano leggermente più
piccola della sua, liscia come quella di una ragazza per via del Kyuubi
che gli curava le ferite, e annuì lentamente, incamminandosi
per le strade meno conosciute del villaggio.
Sasuke prese tutte le strade che conosceva, quelle che lui, da piccolo,
percorreva da solo per non farsi vedere dagli abitanti.
Naruto gli camminava a fianco, e mai una volta aveva abbandonato la sua
mano, cercando di portarlo sempre più avanti, verso
l’ufficio di Tsunade.
Arrivati, davanti alla porta blu, ad accoglierli c’erano
quattro anbu e la donna da i seni prosperi che si incamminò
verso i ragazzi, stringendo a se Naruto.
-Andrà tutto bene! Ti fidi di me.
Sussurrò all’orecchio del ragazzo che
annuì, guardandola con il viso stravolto.
Le occhiaie non avevano abbandonato quel giovane viso e Tsunade
socchiuse gli occhi, accarezzandogli i capelli in modo materno e
scortati dagli anbu, entrarono nella stanza.
Il borbottio di sottofondo si fermò, quando gli anziani
fissarono la coppia.
-Tsunade-Sama. Pensavamo di esser stati chiari. Solo Naruto
Uzuma…
-Sasuke Uchiha è
il compagno di Naruto, perciò non vedo dove sia il problema
della sua presenza.
Rispose a tono la donna, fissando con sfida l’anziano che
aveva osato parlare.
L’uomo si ritrasse sulla sedia, fissando adirato e scocciato
la donna e poi alzò un braccio, muovendo in aria la mano.
-Potete andare…
Disse riferito ai ninja.
-Chiudete i portoni.
Quando le porte si chiusero, Naruto si sentì in trappola.
***
-Ieri dove sei stata?
Chiese Kiba, sbucando dalla porta della sala, guardando la figura
seduta di Hinata.
La ragazza si voltò verso di lui, sorridendo gentile.
-Sono andata da Naruto kun.
Rispose semplicemente.
Kiba spalancò gli occhi, abbassando il capo vergognosamente.
-Come… sta?
Pigolò dispiaciuto e preoccupato, avanzando verso la moglie.
Hinata lo fissava con i suoi strabilianti occhi chiari e sorridendo,
appoggiò la mano sul ventre.
-Bene. Anche se era abbattuto per come siete venuto a saperlo.
Rispose.
Kiba gli sedette accanto.
-Sono stato uno stronzo. In questi anni non ha fatto altro che aiutare
il prossimo, e ora che aveva bisogno di un amico…
Argghh… non posso credere di avergli detto quelle parole
orribili.
Sbottò, afferrando i capelli corti con le mani, mentre
Akamaru abbaiò.
Hinata sorrise tranquilla, accompagnando il capo di Kiba sul suo
ventre, prendendo ad accarezzargli i capelli.
-Tranquillo… andrà tutto bene.
Sussurrò dolce.
***
Naruto afferrò la mano di Sasuke, in cerca di sostegno,
mentre guardava verso il basso, con le parole degli anziani che ci
vorticavano in testa, ferendolo come mille kunai avvelenati.
-Non sappiamo come nascerà… Dobbiamo eliminarlo!
Tuonò un vecchio, alzandosi, fissando la coppia di ragazzi,
dritti dietro a Tsunade.
La donna quasi ringhiò, e avanzò minacciosa.
-Non avete il diritto di stroncare una vita che non è ancora
nata..
Tuonò, fulminando tutti gli anziani davanti a lei.
-Cara principessa… Noi dobbiamo proteggere il villaggio, e
non mi sembra una buona idea che il figlio del Kyuubi passeggi per le
vie di Konoha indisturbato. Potrebbe nuocere a qualcuno.
Cercò di convincere un’anziana, vestita con un
lungo kimono colorato.
-Non è il figlio di Kyuubi.. Naruto e il Kyuubi sono sue
cose distinte.
Urlò, indicando Naruto che si strinse nelle spalle,
stritolando la mano intorno a quella pallida dell’amante.
-E’ un comunissimo bambino, non sarà diverso dagli
altri.
-Ne sei certa, lady Tsunade. Scommetteresti su questo bambino?
Domandò un altro, con la voce bassa e possente.
Tsunade rimase un attimo in silenzio e annuì, gli occhi
nocciola che si tinsero di determinazione.
-Scommetterei su questo bambino, e su Naruto.
Gli anziani si zittirono per un momento, per poi guardare Suzo, il
nuovo capo degli anziani, il quale si alzò, fissando i
ragazzi e incatenando Tsunade con le sue iridi grigie.
-Non posso rischiare di far vivere questa creatura.
Naruto si perse in se, le gambe che diventarono molli e cadde in
ginocchio, con lo sguardo perso sul pavimento.
Sasuke si sentì solo tirare verso il basso, e un leggero
tonfo e si voltò terrorizzato verso la figura tremante di
Naruto.
Tsunade e il ragazzo si accucciarono a fianco di Naruto.
-Naruto.. Mi senti?
Domandò Tsunade, scuotendolo per le spalle.
Quando vide quegli occhi azzurri, spenti e persi, le si strinse il
cuore.
Sasuke scattò in piedi, puntando lo sharingan sui
consiglieri che si ritirarono sulle sedie, impauriti e intimoriti per
tale potere.
-Già una volta, questo consiglio mi ha portato via la mia
famiglia, e giuro, sul mio nome, che non accadrà una seconda
volta.
La voce era fredda, bassa, ma risuonava in quell’aula come se
fosse amplificata da mille, e altre voci.
-.. Sarei pronto a tradire di nuovo il villaggio, e questa volta non mi
fermerò dall’uccidervi tutti in atroci torture..
Uno a uno.
Sibilò, guardando uno per volta gli anziani, che tremarono
quando dietro al ragazzo, iniziò a formarsi
un’aura viola.
Tsunade guardava sconvolta Sasuke, mentre Naruto era stretto, inerme,
tra le sue braccia.
Lo sguardo vuoto, il fiato accelerato e le braccia senza forza, dritte
ai fianchi.
-Uchiha.. Quello che successe anni orsono, è stata una
macchia su Konoha..
-Non volete che la gente sappia la verità.. Giusto?
Sasuke avrebbe dato tutto, pur di far vivere suo figlio. Anche quello
di rammentare il passato, portando a galla la vera verità.
-.. Non volete che diventi come Madara, perché ne sarei
capace. Io posso controllare il Kyuubi e aizzarlo contro questo
villaggio, privo di ogni interesse per me.
Gli anziani tremarono, e la paura si diffuse dentro di loro come un
virus. Sasuke li guardava minaccioso, con il mento alto e lo sguardo
pieno di sfida.
Suzu si accigliò, fissando il moro con rabbia, cercando di
coprire e nascondere la paura che stava provando.
-Ho saputo cosa fece Konoha ai tempi del Primo..
Gli anziani si guardano negli occhi sconcertati, drizzandosi sulle
sedie.
-.. Allo stesso Madara Uchiha.
-Di cosa stai parlando, giovane Uchiha.
Chiese la donna, l’unica, fissando il ragazzo.
-Anche lui, come me, cercò di creare una famiglia con un
membro degli Uzumaki, e quando la gravidanza era quasi al termine, il
Primo incaricò a una squadra della polizia segreta, di
uccidere il feto e il giovane. Madara cercò vendetta, e
dovreste sapere cosa successe dopo…
Rispose il moro, rammentando ai più anziani quel fatidico
giorno.
Si sentirono dei sussurri, e Sasuke si perse un attimo per vedere
Naruto, ancora stretto dalla presa di Tsunade. Naruto aveva gli occhi
chiusi e respirava pesantemente.
-E’ crollato per la stanchezza.
Gli sillabò la donna, guardando l’Uchiha con
gratitudine. Il moro annuì, voltandosi verso gli anziani e
poi vide Suzu guardarlo.
-Siamo giunti a una conclusione, giovane Uchiha. Per il tuo silenzio,
noi vi permettiamo di tenere il bambino…
Sasuke non sospirò di sollievo, perché aveva
già intuito il “ma”, in quella voce
pesante, che rimbombava in quelle quattro mura.
-.. Ma se sarà un pericolo per il villaggio, non ci
fermeremo dall’eliminarlo.
Sasuke annuì, anche se aveva una voglia matta di uccidere
quell’uomo.
Se il suo bambino, o Naruto fossero stati in pericolo, lui li avrebbe
protetti. Non sarebbe stato a guardare la morte che piombava su di loro.
Anche a costo di prendersi Naruto, adesso, e scappare da quel villaggio.
-Bene.. Il consiglio vorrà essere partecipe di ogni
sviluppo, e non esserne all’oscuro.
Finì Suzu, guardando con ammonizione l’Hokage che
annuì, mentre Sasuke stringeva tra le braccia il corpo
inerme di Naruto, accostandolo vicino a se.
S’incamminò verso l’uscita, la testa di
Naruto appoggiata sopra alla sua spalla e il fiato caldo del compagno,
che gli accarezzava il collo.
Guardò Naruto, e quando uscì dalla stanza, si
prese il tempo di depositare un bacio sulla fronte fredda del giovane.
***
Dal giorno del consiglio, era passato un altro mese.
Qualche amico, in quelle settimane, si era scusato con Naruto,
facendosi perdonare, forse anche sotto le minacce di Sakura e dei suoi
pugni.
Il moro avrebbe fatto di tutto, pur di non far ricadere Naruto in
quella piccola depressione dopo la loro rivelazione. Quello che si era
portato dietro Naruto, da quell’episodio, era la fobia di
uscire di casa in quelle condizioni, e Sasuke lo capiva, cercando di
fargli più compagnia che poteva. A Naruto bastava anche solo
che il moro stesse in silenzio, in casa, non per forza accanto a lui,
che si sentisse bene. Ogni tanto qualcuno gli faceva visita,
soprattutto Hinata, che ormai era al quarto mese, e chiacchierava con
Naruto, riguarda alla gravidanza.
Il moro sospirò impercettibilmente, annusando
l’odore dolce dell’amato, mentre la luce lieve
della televisione e della luce solare, li illuminava.
Sasuke abbracciava, da dietro, Naruto che stava tranquillo tra le sue
braccia, mentre guardava il televisore del salotto.
Erano seduti sul divano, e Sasuke aveva appoggiato la schiena al
sofà, mentre Naruto era steso sul suo petto, tra le sue
gambe divaricate.
Guardò come la mano di Naruto si mosse verso il ventre,
fermandosi li e prendendo a muoversi in lievi carezze, accanto alle sue.
Ultimamente sentiva uno strano sfarfallio nella pancia, che gli
solleticavano le pareti interne. Era strano spiegarlo, ma aveva cercato
di farlo a Tsunade e la donna semplicemente aveva sorriso, appoggiando
una mano sul ventre gonfio.
-Si sta muovendo.
Aveva detto, e ogni volta che Naruto sentiva qualcosa del genere, la
sua mano cadeva sul gonfiore, cercando di captare ogni piccolo
movimento.
-Sai..
Disse Naruto, fissando lo schermo colorato.
-.. Stavo pensando..
-Tu che pensi?
Lo sfotté Sasuke, quasi serio, nascondendo il divertimento.
Naruto alzò lo sguardo, fissandolo di sbieco, reclinando il
capo verso di lui.
-Teme.. Smettila di prendermi sempre in giro.
E la linguaccia fu inevitabile.
Sasuke ridacchiò, sommessamente, appoggiando il mento sul
capo di Naruto.
-Su dimmi.
Sentì un piccolo sbuffo dal basso e poi Naruto parlare.
-Il nome per il bambino. Non lo abbiamo ancora deciso.
Sasuke fece una strana smorfia di disappunto.
-Hai ragione.
-Chi è il dobe, adesso, tra noi due?!.
Ridacchiò Naruto, appoggiando la sua mano calda su quella di
Sasuke, sempre ferma sulla pancia gonfia.
-Io volevo dargli un nome fico, ero indeciso tra Minato o Itachi se
fosse stato maschio..
-Itachi?
Sasuke voltò Naruto verso di lui, sorpreso.
-Non ti piace? So che tuo fratello è importante per te.
Sussurrò Naruto, un po’ imbarazzato, dirigendo lo
sguardo sullo schermo.
-Mi sembrava giusto onorarlo in qualche modo e visto che non
diventerò Hokage, questo mi sembrava il modo giusto.
Si sentì in colpa il moro, per aver distrutto il sogno di
Naruto.
Perché se lui era ritornato al villaggio, senza pena di
morte, era merito dell’eroe di Konoha. Ma Naruto aveva pagato
il prezzo più grosso.
Un Hokage non poteva avere come migliore amico un traditore. E visto
come stavano procedendo adesso le cose, non lo sarebbe mai diventato.
Naruto sembrò intercettare i pensieri di Sasuke e si
voltò a guardarlo.
-Teme..
Sussurrò, per poi voltarsi.
-Invece se fosse stata una bambina, Kushina o Mikoto, sempre se sei
d’accordo. Il nome di tua madre mi piace veramente tanto.
Naruto cercava di deviare i pensieri del moro e ci riuscì.
-Dovresti scegliere tu.. Mi hai donato la possibilità che
portasse il mio cognome.
Sussurrò Sasuke, rimettendosi comodo, appoggiando il capo su
quello di Naruto.
Naruto si imbronciò.
Se aveva chiesto un piccolo aiuto, era perché quei nomi gli
piacevano tanto, ma non sapeva quali scegliere.
Poi sgranò gli occhi, e un sorriso vittorioso gli si dipinse
in volto.
-E se li unissimo?
Squittì, voltandosi di scatto nell’abbraccio di
Sasuke, guardandolo.
Il moro alzò un sopracciglio, arretrando con il capo.
-Unirli?
-I nomi.. Tipo non so. Per Itachi e Minato, potrebbe essere.. Mhhh..
Vediamo..
Naruto si prese il mento tra la mano, e chiuse un occhio, cercando di
pensare.
-.. Itachinato?
Si domandò Naruto, e Sasuke fece una smorfia di disappunto.
-Dio no..
Gemette il moro, e Naruto lo guardò confuso e un
po’ scocciato.
-Allora inizia a pensare anche tu..
Quanto amava quel broncio, si ritrovò a pensare Sasuke,
mentre osservava le labbra di Naruto arricciarsi.
Si misero a pensare, allungo, varie possibilità.
-Mintachi?
Domandò Sasuke e Naruto lo guardò, sussurrando il
nome del figlio più volte, per vedere se funzionava.
-Mintachi Uchiha.. Non suona male.
Sasuke tirò le labbra in un sorriso, mentre Naruto
ridacchiava, sussurrando quel nome.
-E per la bambina? Mikushina?
Sasuke gli baciò il capo.
-Mi piace dobe!
-Perché mi devi prendere sempre in giro?
Domandò stizzito Naruto, guardandolo male.
-Vuoi che ti chiami tesoro?
Naruto sbarrò gli occhi, come inorridito, e scosse il capo
furiosamente.
-Ti prego no! Sarebbe come sentire un leone, miagolare.
Sasuke lo guardò sconcertato, terrorizzato che anche
l’ultimo neurone del biondo si fosse fuso, nella fase “pensare al nome del
bambino”
-Non ho capito niente, dobe, ma va bene così.
Concluse Sasuke, baciandogli le labbra per tacere, in anticipo, qualche
risposta da parte di Naruto.
Poi entrambi spalancarono gli occhi fissandosi e Naruto
boccheggiò poco dopo, guardando il ventre.
-Mhh…
Strinse gli occhi, accarezzandosi la pancia e deglutì a
vuoto.
-Lo hai sentito?
Sussurrò sconvolto e spaventato.
Sasuke si sistemò meglio nel divano, piegandosi leggermente
in avanti, appoggiando la sua mano su quella di Naruto.
-Si è mosso…
Continuò il biondo, con gli occhi liquidi.
Erano stati tre calcetti, dritti e forti, diretti contro la sua pelle.
Era stata una sensazione piacevole, quanto strana. Incredulo, rimase a
fissarsi il ventre.
Sasuke si spinse ancora in avanti, affondando il viso nel collo del
ragazzo davanti a lui, tirandoselo indietro, e gli baciò la
pelle esposta, sorridendo all’oscuro di Naruto.
Lui vive in te.
|