Fu
davvero incredibile. Fummo una cosa sola per più e
più volte
durante la notte. Non vi era lussuria in quello che facevamo, ma
amore e una dolcezza infinite. Accadde tutto molto lentamente e
raggiungemmo l’apice del piacere assieme, perché
noi ormai eravamo
una cosa sola.
Il
risveglio poi fu tutto un programma. Mi ero scordata di dirvi che
Jake ha due cani stupendi? Bè, si chiamano Boo e Atticus,
che quella
mattina provvidero a svegliarci prestissimo. Stavo davvero troppo
bene con lui, era qualcosa d’indescrivibile. Ci facemmo una
lunga
doccia rilassante, tutti e due assieme, poi ci vestimmo e ci
preparammo ad andare dalla sorella.
J.G. -Ehi
Peter. Come va? Lei è Claudia, la mia fidanzata. Claudia lui
è
Peter, mio cognato.-
C. -Si
può dire che lo “conosco”
già? Comunque piacere.-
P.S. -Felice
di conoscerti Claudia. Prego accomodatevi, Meg è in cucina.
Ram, c’è
lo zio Jake!- Disse alzando appena la voce, poco prima che una
splendida bambina di 4 anni corresse verso Jake per abbracciarlo.
R.S. -Tio
Jake! Come tai?-
J.G. -Ciao
piccola. Io sto benissimo e tu? Stai facendo la brava?-
R.S. -Ti
tio. Tono bravittima!-
J.G. -Piccolina,
lei è Claudia, una mia amica. Non vedeva l’ora di
conoscerti.-
C. -Ciao
piccola. Io e zio Jake ti abbiamo portato questo regalino.- Le dissi
dandole un peluche di un koala che lei prese felice.
P.S. -Come
si dice tesoro?-
R.S. -Gratie
tio, gratie Ca…Ca…Cachia!- Disse facendoci ridere
perché non
riusciva a pronunciare il mio nome, diventando rossa in viso.
C. -Sai
piccolina, anche mio fratello e i miei cuginetti da piccoli non
riuscivano a pronunciare il mio nome, e anche loro mi chiamavano
Cachia. Mi piace. Puoi chiamarmi così per tutto il tempo che
vuoi.-
Lei capì e mi diede un bacetto sulla guancia.
–Piccolina, mi fai
vedere dov’è la mamma? Così la saluto.-
R.S. -Ti,
vieni, di qua!- Disse prendendomi la mano e portandomi verso la
cucina mentre Jake e Peter restarono in salotto a chiacchierare.
–Mamma, c’è tio Jake con Cachia, la ttua
mica.-
C. -Ciao
Maggie. Grazie di avermi invitata.-
M.G. -Ehi
Claudia. Vedo che hai conosciuto già Ramona e Peter.-
C. -Oh,
si. Hai una figlia stupenda. Ti assomiglia tantissimo.-
M.G. -Grazie.
Tu hai qualche fratello piccolo?-
C. -Oh,
no. Mio fratello ha la mia età, un anno più
giovane, fisicamente,
mentalmente è ancora un bambino, a volte mi sembrano
più maturi i
miei cuginetti di 7 e 10 anni.-
M.G. -Ah,
come ti capisco. Anch’io dico sempre che Jake si comporta
come un
bambino. Io ti avviso, eh?-
J.G. -Ma
grazie sorellina, anch’io ti voglio bene!- Fece lui ironico
andando
a salutare la sorella.
M.G. -Si,
Jay. Claudia, mi dai una mano a portare questa roba fuori? Ormai
è
pronto…-
C. -Certo!
Da dove esco?-
M.G. -Puoi
uscire anche da qui in cucina. Grazie.-
C. -Ma
ti pare.- Risposi seguendo Jake con in braccio Ramona.
Ci
sedemmo a mangiare. Era tutto pieno di salse, salsine, blu
cheese…
Tutta roba che adoravo… Un pranzo ottimo.
P.S. -E
dicci un poco Claudia, tu cosa fai nella vita? Studi?-
C. -Oh,
si. Mi sono iscritta quest’anno a chimica. A dire il vero ho
perso
un anno a causa di una precedente scelta sbagliata di
università.-
M.G. -Ah
si? E cioè? Se posso chiedere…-
C. -Si,
certo che puoi. Mi ero iscritta a ingegneria aerospaziale
perché mi
era sempre piaciuta l’astronomia e pensavo di cavarmela in
matematica. Però io ho studiato materie letterarie al
classico,
quindi quando sono andata all’università ho visto
che non avevo la
concentrazione necessaria per farlo. Chimica al contrario mi
è
sempre piaciuta. Così mi ritrovo un anno indietro.-
J.G. -Oh,
bè, capirai… Io ho lasciato
l’Università al secondo anno.-
C. -Bè,
grazie tante. Eri sprecato sui libri visto il tuo talento di attore.-
Gli risposi sorridendo. –Cavoli, certo che è
strano trovarmi qui
con voi. Insomma… Sono abituata a essere separata da voi
grazie a
uno schermo di un televisore… È incredibile come
sia entrata a far
parte di questo mondo che per me prima esisteva solo nei
sogni…-
P.S. -Su,
avanti, appassionata come sei di cinema non hai mai pensato di
intraprendere la nostra stessa carriera?-
C. -Ehmmm…
Ecco… Si….- Risposi vaga abbassando lo sguardo a
causa del
rossore che mi aveva colpito.
R.S. -Chachia,
pecché tei tutta rotta?- Mi chiese la piccola cercando di
guardare
il mio viso.
C. -Oh,
a te lo posso dire piccolina. Vieni qui.- Le dissi facendola
avvicinare a me. –Sono tutta rossa perché mi
vergogno di dire ai
tuoi genitori e a tuo zio che da qualche mese mi sono iscritta a un
corso di recitazione.- Le spiegai a voce bassa, ma non troppa per non
farmi sentire dagli altri.
R.S. -E
pecchè ti veggogni?-
C. -Perché
mi sembra di essere una di quelle ragazzine urlanti innamorate del
cinema solo perché c’è qualche attore
che gli piace.-
I
due genitori mi guardarono sorridendomi facendomi capire che non era
quello che stavano pensando, invece Jake mi mollò uno
scappellotto
dietro la testa.
C. -E
quello per che cos’era?- Chiesi facendo una smorfia.
J.G. -Ma
ti pare di fare tutta stà scena per una cosa così
scema?-
M.G. -Oh,
Jake, sei incorreggibile. Un minimo di tatto no, eh?-
Così
scoppiammo a ridere tutti e 5. Chiacchierammo ancora per un bel
po’.
E Ramona continuava a farmi domande su com’era dove vivevo
io.
Faceva una tenerezza incredibile. Poi dopo aver pranzato diedi una
mano a Maggie a sparecchiare.
M.G. -E
così l’avete fatto, vero?- Mi chiese dopo un
attimo di silenzio,
facendomi andare di traverso la saliva.
C. -Cosa?-
Chiesi sconvolta.
M.G. -Oh,
andiamo. Sai cosa. Si vede lontano un miglio che è successo.
Sono
brava a capire le persone e tu hai quello sguardo che si ha una sola
volta nella vita, la prima volta che fai l’amore con la
persona che
ami. Ci ho preso, vero?-
C. -Bè,
si…-
M.G. -Sai
già cosa hai intenzione di fare quando finisci la tua
permanenza
qui?- mi chiese diventando improvvisamente seria.
C. -No,
purtroppo non ne ho idea. Non posso restare qui per sempre,
perché
non ho la Green Card, quindi dopo massimo 90 giorni devo tornare in
Italia, inoltre mi mancano i miei. Solo che non posso pensare di
separarmi da Jake… Ho fatto un gran bel casino…-
M.G. -Oh,
ma quale casino! Sono felicissima che vi siete conosciuti. Non ho mai
visto Jake così contento. Queste sono cose che si risolvono
facilmente. Se posso permettermi però non rimandare di
troppo la
decisione. Via il dente via il dolore.-
C. -So
che hai ragione, ma se ci penso mi sento male. Ormai Jake è
la mia
vita.-
M.G. -Allora
spiegalo ai tuoi. Se ti vogliono bene come penso capiranno.-
C. -Mi
sa comunque che dovrò tornare in Italia per spiegarglielo.
Non posso
farlo per telefono.-
M.G. -Parlane
con Jake quindi. Spiegagli questa cosa. Vedrai che ti
appoggerà.-
C. -Lo
so. È un ragazzo incredibile. Ne esiste uno su un milione
come lui.-
M.G. -E
bè, buon sangue non mente.- Mi rispose facendomi
l’occhiolino e
facendo ridere entrambe. Dopo un po’ io e Jake tornammo a
casa,
chiamai Titti per assicurarmi che andasse tutto bene, Alessandro e i
miei. Poi ci mettemmo davanti il pc e iniziammo a curiosare su cosa
si dicesse di noi.
È
vero, appena scrivemmo “Jake Gyllenhaal” sul motore
di ricerca
uscirono una trentina di foto di noi due e c’erano
già moltissime
domande di gente che si chiedeva chi fossi io. Iniziammo a leggere.
Alcuni commenti erano del tipo “Hai capito Jake che bonazza
che si
è preso?!”, altri “Come si permette
quella puttanella di mettere
le mani addosso al mio adorato Jakino?!” e altri di gente che
diceva semplicemente che era contenta per lui e che se mi azzardavo a
farlo soffrire mi avrebbero cercato e mi avrebbero ucciso. Poi vi
erano giornalisti che promettevano di fargli avere al più
presto
nuove notizie e cose così. Io e Jake ridemmo per la maggior
parte
del tempo, anche se alcune affermazioni erano inquietanti, e devo
ammettere che mi preoccupavano, e anche Jake, visto il suo volto.
Dopo andammo a letto dove, lasciando da parte tutte le
preoccupazioni, trascorremmo un’altra notte di fuoco e di
amore.
Io
e Titti ragionammo molto su ciò che avremmo dovuto fare
circa la
nostra situazione e alla fine decidemmo di tornare comunque a casa
come previsto per poter spiegare bene la cosa ai nostri genitori e
non fargli venire un infarto collettivo. L'ultima cosa che dovevamo
fare era affrontare il discorso con i nostri fidanzati.
-Allora
cucciola, ti sta piacendo questo viaggio?- mi chiese mentre
passeggiavamo per il parco, mano nella mano.
-Il
migliore che abbia mai fatto. La città è
così bella... il clima
perfetto e ci sono moltissime cose da vedere. Davvero un bel posto.
Da venirci a vivere.- Commentai io stuzzicandolo un po'.
-Ma
brava! Releghiamo il povero piccolo Jake in un angolino del tuo
programma.- Rispose lui dandomi corda.
-Ahahahah.
Il piccolo Jake si è dispiaciuto. Dai, non fare
così. Sorridi. Sai
che amo il tuo sorriso...- Gli dissi, ricevendo il 'dono' in cambio.
D'un tratto poggiò la sua fronte contro la mia e mi
guardò fissa
negli occhi col suo sguardo profondo che mi penetrava da parte a
parte.
-Io
invece amo te.- Quando sentii quelle parole il mio cuore si
riempì
di mille emozioni diverse. È vero che erano passati giorni
da quando
ci eravamo fidanzati, però ancora nessuno dei due aveva
detto quelle
fatidiche tre parole. E adesso era successo. Gli gettai le braccia al
collo e riagganciai i nostri sguardi.
-Ti
amo.- Dissi semplicemente cercando di fargli capire quanto fosse vero
quel sentimento. Ci baciammo pieni d'amore, entrambi al settimo
cielo.
La
sera successiva ci recammo a casa di Matt per la festa che aveva
organizzato. C'era un bel po' di gente e io potei approfittarne per
raccontare le ultime novità a Titti e chiacchierare con i
ragazzi
conosciuti al castello.
Ebbi
anche modo di chiacchierare a lungo con Chris, invitato anche lui
assieme a tanti altri.
-Allora,
piccola. Come va con Jake?- mi chiese Chris. Ci eravamo incontrati
due giorni prima della mia partenza per pranzo. D'altronde lui mi
mancava e Jake aveva da fare.
-Benissimo.
Grazie a te. Toglimi una curiosità, come avevi capito che io
piacevo
a Jake?-
-Andiamo
Claudia. Se ne erano accorti tutti tranne te. Io non ho fatto altro
che aiutarti ad arrivarci.-
-Certe
volte sono così ingenua che credo sarebbero potuti passare
giorni, o
addirittura settimane, prima di arrivarci.-
-Credo
che sia così per tutti quelli che si trovano in una
situazione come
la tua. Vogliamo andare a giocare a Twist?-
-Certo.
Sappi però che sono abbastanza negata.-
-Dai,
non ti fare questi problemi. Andiamo.-
La
serata passò anche troppo in fretta tra una birra, un ballo
e una
partita a Twist dove mostrai quanto fosse precario il mio equilibrio,
cadendo addosso a Chris e a Titti che schiacciai facendoli scoppiare
a ridere mentre io assumevo tutte le tonalità di rosso
possibili.
Una
delle ultime mattine che ci erano rimaste da trascorrere lì,
mentre
Jake e io eravamo stesi a letto, essendoci da poco svegliati, decisi
che era giunto il momento di affrontare il problema.
-Amore,
io e te dobbiamo parlare della ormai imminente fine della mia
vacanza.- Jake si fece subito serio e si poggiò alla testata
del
letto.
-Lo
so. Anche se speravo che questo momento non arrivasse mai.-
-Sai
che anche per me è così, ma non posso restare. Ho
il biglietto. E
in ogni caso, anche se decidessi di rimanere, oltre i 3 mesi non mi
è
concesso restare.-
-Io
credo che tu debba tornare adesso e parlare con calma con i tuoi di
quanto sta succedendo. Se decidessi di rimanere qui sarebbe di gran
lunga peggio.-
-Già...
Devo tornare.-
-Potrei
venire con te. Se lo volessi.-
-No.
Tu hai le tue cose qui. Il tuo lavoro. Non puoi sparire di punto in
bianco. Andrò da sola e quando avranno capito
tornerò da te.-
-Su
questo non ci piove. A costo di venire in Italia a prenderti fino a
sotto casa.- mi disse sorridendo prima di baciarmi.
La
mattina precedente la mia partenza fui svegliata da un dolcissimo
Jake che mi aveva preparato le frittelle con lo sciroppo d'acero, che
amavo, e me le aveva portate a letto. Per un po' riuscì a
distrarmi
dal fatto che avremmo dovuto separarci da lì a 29 ore, poi
però,
quando venne il momento di fare la valigia, iniziai a deprimermi
sempre più. Senza contare che la mattina successiva Jake
aveva un
appuntamento per un possibile film. Piansi per ogni capo che mettevo
in valigia, anche se Boo e Atticus, iniziando a farmi il solletico e
a farmi le feste, mi fecero riprendere.
Il
giorno successivo fu il peggiore. Jake e Matt ci accompagnarono
all'aereoporto. Il secondo restò fino a che non passammo il
check
in, ma Jake riuscì appena a salutarmi che dovette scappare.
-Titti,
come fai a essere così tranquilla? Io non riesco a pensare
che non
lo vedrò per tanto tempo.- Dissi abbracciata alla mia amica,
mentre
piangevo silenziosamente.
-Dai
Cla. Vedrai che i giorni voleranno e riusciremo a vederli prima di
quanto pensiamo. Adesso direi che è il caso di sederci a
tavolino e
decidere come diremo ai nostri quanto ci è capitato.- Aveva
preferito non dirmi, almeno per il momento, che in realtà
Matt
sarebbe partito anch'egli nell'arco di 2-3 giorni per presentarsi ai
suoi genitori.
-Si.
Andiamo.- Comprammo un paio di frullati e chiacchierammo a lungo del
da farsi, fino a che non aprì il nostro gate. Manco a farlo
apposta
era dall'altra parte dell'aeroporto.
-Che
posti abbiamo?- mi chiese Titti.
-Ora
controllo... Bene! Perfetto! Sono anche separati! 3A e 3F. Ci voleva
solo questo.-
-Dai,
vedi il lato positivo della cosa. Abbiamo entrambi i posti al
finestrino.- Disse tentando di risollevarmi il morale. Iniziarono a
chiamare le file dall'ultima ad andare avanti, quindi io e Titti
decidemmo di starcene tranquillamente sedute invece di accalcarci
avanti il bancone mandando in tilt i poveri hostess.
-Adesso
imbarchiamo le file rimanenti.- Dissero al microfono nonostante
fossimo rimaste solo io, Titti e altre 3-4 persone.
Ci
avviammo lungo il corridoio che portava all'aereo. Fummo fortunate
perché ci fecero imbarcare dalla porta anteriore, quindi non
avremmo
dovuto farci largo fra la gente. Anche se la mia borsa a mano pesava
così tanto che ebbi difficoltà a metterlo nello
stipo. Questo
finché due braccia maschili che venivano da dietro di me non
mi
aiutarono.
-Grazie
mille. È stato molto gentile.- Dissi dando ancora le spalle
all'uomo, mentre chiudevo lo sportello dello stipo.
-Figurati
cucciola, certo che la tua valigia pesa tantissimo. Ci hai messo dei
mattoni dentro?- Il mio cuore si fermò al sentire la sua
voce. Mi girai e mi trovai Jake lì, davanti a me.
-Ja...
Jake?!-
-Si,
cucciola. Credevi che davvero ti avrei lasciata andare da sola?-
-Oddio!
Sono così felice che tu sia qui!- gli dissi abbracciandolo
forte e
accomodandomi fra le sue forti braccia. La hostess ci pregò
di
sederci e di allacciare le cinture e noi obbedimmo.
-Cucciola,
ti aiuterò a parlare con i tuoi. Ti amo con tutto il cuore.-
-Anche
io ti amo.- Gli dissi prima che ci baciassimo, mentre l'aereo
iniziava a correre lungo la pista.
Mentre
ci baciavamo sentii il rumore di qualcosa che cadeva a terra. Aprii
gli occhi e mi resi conto di essere ancora nel mio letto. A Napoli.
Mi girai verso il comodino e lessi sulla sveglia che erano le 5.07.
Scesi velocemente dal letto e vidi che il rumore era stato causato da
un libro che avevo lasciato in bilico fra i tanti sulla scrivania, lo
raccolsi e notai che era lo stesso del mio sogno. Così corsi
verso
il bagno per cercare il phon che non trovai. Senza perdere tempo
entrai in camera di mio fratello e lo trovai lì, seppellito
dai
vestiti del giorno prima. Tornai in bagno e, aprendo lo shampoo nuovo
alla fragola di bosco ruppi il tappo. Mi lasciai scivolare per terra
ancora frastornata. Troppe erano le coincidenze... Era stato davvero
solo un sogno o era qualcosa di più?
|