Surrogacy

di Marge
(/viewuser.php?uid=6159)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


SURROGACY

On part pour la vie /sans la choisir vraiment {trad. Si parte per la vita/ senza sceglierla veramente} [Tant qu’on rêve encore– Le Roi Soleil OST]


Floriza fissa la coppia davanti a sé con scetticismo: si chiede se ne saranno davvero capaci, o se la stanza spoglia e sporca, l’odore forte di animali e cipolle, che tutto avvolgono con desolata sobrietà, non li abbiano già spinti a desistere.
L’uomo che sigla l’accordo parla loro con grandi gesti delle braccia, ed è in giacca e cravatta, come un signore d’alta finanza; ha persino con sé una valigetta di pelle nera, e mostra con orgoglio tutti i documenti: Floriza è sana, non ha epatite, non ha AIDS, ha già portato a termine due lavori di questo tipo.

E pensare che, quando l’ha assoldata per questa faccenda, anni prima, era trasandato quasi quanto lei: con una camicia a quadri vecchia di diverse ere, due denti d’oro nella bocca nera, ha subito compreso l’affamata povertà in cui Floriza ed i suoi veri figli crescono come arbusti stentati su lava infeconda. Con i denti e con le unghie lei si è aggrappata alla vita che i loro sorrisi le infondono quando addentano un pezzo di carne, ed ha ignorato i calci ed i morsi della fame del primo, che cresceva dentro di lei, e non ha pianto, quando è nato.

Per seconda è venuta una bambina, e Floriza non ha potuto fare a meno di guardare quella testolina spuntarle tra le cosce; tra le lacrime ha ringraziato Dio di non esserne la madre di diritto, ma mero contenitore. Chissà cosa sarà, si chiede mentre il terzo bambino cresce dentro di lei, non figlio suo, ma che beve il sangue delle sue viscere, mentre i suoi strappano brandelli di pollo da un osso appuntito, imbrattati di fango e povertà. Pensa agli altri due, ogni tanto, anche se di loro ricorda a malapena il pianto flebile di chi viene alla vita malvolentieri.



***



E' questa che descrivo una realtà del tutto particolare; le madri surrogate sono una realtà tangibile in molti paesi, dove la loro "attività" è regolamentata da leggi e si svolge in cliniche particolari, sotto tutela giuridica e medica, ad elevati costi. Come in ogni altro ambito, però, in molti paesi in via di sviluppo fiorisce un fervente mercato nero, che sfrutta donne molto povere, e in cambio di cifre tutto sommato misere "affitta" i loro uteri a coppie occidentali.

Questa drabble si è classificata seconda al contest "La vita in cento parole" indetto da Oyzis e valutato da Ria-chan; ringrazio entrambe per la possibilità di scrivere questa storia, per le bellissime parole di giudizio, e per il premio Tema.
Inoltre, ho utilizzato una citazione iniziale presa da piscinadiprompt.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1103100