Ancora e ancora

di GreyLady
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Ancora e ancora...
Ma io non avevo smesso? Che abbia ricominciato? Forse non ho mai davvero smesso! Forse non è così facile da dimenticare, non scompare come una ferita lasciando solo una brutta cicatrice...
Eppure l'altro giorno, quella luce, quei segni... Troppe coincidenze, non potevo ignorarle, non sono mai stata brava a ignorare e forse è per questo che sono così debole, al punto da sembrare la più forte.
Alzo la manica e sono li, me le ricordo una ad una, ombre di vecchie ferite, cicatrici che prima non c'erano o che... avevo ignorato! Di nuovo lo stesso errore!
E ora il mio pensiero va solo alle mie mani fredde e sudaticce, come se il mio corpo stesse in tensione, in trepidante attesa di qualcosa che avevo rimosso. Va a quell'oggetto tanto amato, nascosto nel portapenne sul mobile nero a una decina di metri da me, circa quindici passi... E sotto, sempre li, c'è l'altro, l'altro oggetto senza nome, così inutile da passare inosservato, ma non per me. Io lo vedo, risplende, è avvolto da un'aura colorata e brillante, i miei occhi sono catturati vedo solo quello e la testa pulsa più forte che mai mentre il cuore batte, e i suoi battiti mi arrivano in gola. Le mani fredde e stranamente bianche si protendono, senza accorgermene sono li davanti, in ginocchio per prendere l'oggetto.
Lo sfioro, quasi con timore, ma poi lo afferro e non ho più esitazioni, lo stringo nella mano, porto il pugno chiuso al cuore e sento che il battito torna regolare, ora va meglio. Torno nella mia stanza, mi chiudo, lo fisso. Sono sul letto e lo fisso, lo farò mai? Lo userò? Tornerò come una stupida ad incidere sempre più a fondo il mio braccio? Guarderò gocciolare il sangue? Mi viene da piangere. È tutto quello che io desidero in questo momento ma non voglio ricominciare...

Ma io non avevo smesso?

Che ci fanno ancora nascosti in quel mobile nero la lama del temperino e quel pezzo di bottiglia rotta, affilato e trasparente?

Che non abbia mai smesso?




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