Roba seria oh (?)
Dedicato con amore
a:
Ninjagirl,
altrimenti detta da me Gaia. Lei che mi sopporta pazientemente e che
quando le chiedo come sta non risponde mai dicendo che sta male. E'
un'aliena, ma come caspita fa. ò_________o Comunque, ti
ringrazio perché esisti (?) e perché leggi ogni
mia
cragna (?) puzzolente (?) e perché anche decidi di dividere
le
tue idee più meravigliose con me. Mia amata
Françis o
Françoise, che anche se a me non piace più
Hetalia ti
compro io gli altri due volumi e se cerchi di pagarmi ti dico che ti
odio(anche se tanto non sarebbe vero). Damigella dei pomodori--PFFFFT.
A parte questo, la prossima volta che vieni qua non azzardarti a
gridare per strada, eh, ti ricordo che il mio è il paese del
silenzio e che qua non si grida! E il gelato te lo compro io,
altrimenti ti picchio. O picchio la tipa simpatica che ci vende il
gelato. Ho cambiato scarpe, così scappando nel parco non mi
volano via. Ho deciso che in una mia fiction devo mettere Demete
ubriaco con la camicia hippy e i papaveri in mano. Ho anche deciso che
la prossima volta che vieni ti faccio vedere il giardino di casa mia e
la palma morta. E il mio acero. Ma che te ne frega? :D Ho anche deciso
che questa dedica è lunga e che la finisco qua. E la
prossima
volta che vengo a casa tua mi porto un mouse mio.
Ti voglio bene. ♥
[Il cuoricino bluuu
scuro come i capelli di Yuuichi. çuç (?)]
[1] Astrea è la Dea greca della sorte. [Ringrazio Wikipedia.]
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~ A Love Story in Twenty-one Letters ~
[Diciamo che è
qualcosa che dovrebbe/potrebbe sembrare una HerAfu,
ma alcune parti
direi che non ci azzeccano per nulla.
Ogni cosa (?) racconta un pezzo di
vita di Hera e Afuro.
Tutti i pezzi sono
in ordine scronologico
e quindi scollegati.
Se li collegate vi
stimo. (?) Buona (AHAHAH no.) lettura.]
| Andiamo in un mondo di ombre |
"Nettare degli Dei." "Già." "Inquietante." "Già."
"Davvero non hai paura, Afuro?" il capitano non rispose. Sì,
ne
aveva, di paura. Ma no, non poteva dirlo in quanto capitano nella
squadra. La squadra prima di tutto, i propri giocatori prima di tutto
"No. Fino a quando siamo tutti assieme, non c'è bisogno di
avere
paura." "Quindi non te ne andrai mai, vero?"
Afuro rimase a fissare quel liquido trasparente simile ad acqua dentro
al suo bicchiere di vetro. Non se ne sarebbe andato? No, non lo avrebbe
fatto. Si stavano per lanciare in un mondo nuovo, terribilmente e
atrocemente nuovo. Un mondo di ombre, che non conoscevano e che
probabilmente gli si sarebbe rivoltato contro. "No, non me ne
andrò mai."
L'intera Zeus, non solo Hera, si legò al dito quella
promessa mai mantenuta.
| Bambola rotta e ricucita |
Afuro sentì un rumore nel petto. Il suo cuore si stava
accartocciando malamente, ripiegandosi su se stesso con atroce
lentezza. Non si sentiva male, no. Non
si sentiva e basta.
Dopo la paura, la sconfitta, e dopo la sconfitta, l'umiliazione di
essere a terra, distrutto, mentre il proprio avversario festeggiava una
vittoria assolutamente meritata. Sentì vagamente una mano
sulla
spalla sinistra, una voce gli arrivò lontana a un orecchio
"Abbiamo perso." se ne avesse avuto la forza, si sarebbe alzato
gridandogli contro, ma si trattenne quando, voltando lo sguardo verso
Tadashi al suo fianco, vide che i suoi occhi -i suoi meravigliosi occhi
grigi- erano velati da lacrime. Capì solo in quel momento,
che
per il famigerato Comandante
loro non erano che inutili burattini, bambole.
Bambole che ora erano
rotte. Forse un giorno sarebbe riuscito a ricucirle, tutte quante.
| Cercando
la pioggia nel mare |
"Afuro Terumi!" il grido di un ragazzo molto ben conosciuto gli fece
alzare lo sguardo, rimasto per troppo tempo a fissare la superficie
dell'acqua. Effettivamente, cosa stava facendo seduto sulla sabbia
bagnata, a fissare il mare? "Ieri ha piovuto, sai, la sabbia
è
bagnata." "Lo so che ha piovuto, e comunque siamo a ottobre. Non mi
sembra il caso di andare a prendere il sole con questo tempo schifoso,
l'estate è finita." "Il
sole bacia i belli, sempre."
si vantò "E comunque non mi stavo abbronzando. Ieri ha
piovuto
sul mare." "Ti ho detto che lo so. E ora vieni a cenare." "Ma non
è triste?" "Cosa?" Hera si stava spazientendo "Ogni goccia
cade
per essere d'aiuto, ad esempio per bagnare i campi o riempire i fiumi.
E'
triste che una goccia si disperda inutilmente in altra acqua."
Hera scosse la testa, di certo non lo avrebbe mai compreso a fondo.
| Diciassette tiri di dadi |
"Fermo!" Hera tentennò "Fermo cosa?" "E' l'ultimo tiro che
fai. Se esce una somma dispari, perdo la scommessa e devo pagare pegno.
Spero che tu abbia fatto un torto ad
Astrea[1]
in passato."
Il castano semplicemente non rispose, scuotendo e aprendo la mano,
lasciando che i dadi scivolassero sul tavolo di pietra. Afuro
fissò intensamente i due cubetti bianchi e neri.
Quando i due dadi si fermarono, i risultati erano 6 su uno e 5
sull'altro.
A Terumi caddero le braccia, mentre Demete e il resto della squadra
cominciavano a ridere e a sghignazzare. "Non è possibile!"
"Eppure è così." "Non capisci! Hai fatto
diciassette
tiri, il diciassette porta sfortuna!" Tadashi si
alzò
pigramente in piedi, sotto lo sguardo divertito della Zeus "Insomma,
Afuro..." il castano si chinò sul viso dell'altro "Quante
storie per un bacio."
| Era giovane come loro |
Afuro rientrò in casa, sorridendo "Papà
è a
casaaa!" "Yeee, ma che gioia..." "Non dirmelo, dai, sto andando in
visibilio." "Ragazzi, siete dei veri bastardi. Però avete
ragione." il biondo rimase un po' perplesso dal bentornato che gli era
stato gridato rispettivamente da Hinano, Makoto e Tadashi. Lui tornava a casa e veniva
insultato così?
Non li avrebbe perdonati. "Insomma! Siete delle persone cattive! Io
alla vostra età non ero come voi!" Tadashi gli apparve
improvvisamente dietro, ridendo "Ah no? E com'eri?" "Un giocatore di
calcio come loro, sì, ma solare, allegro e--" "Rompiscatole,
dittatore, intoccabile e molto fashion." "Soprattutto molto fashion,
comunque non mi hai ancora dato un bacio." Hera ridacchiò
"Non
c'è scritto da nessuna parte, che quando tu torni a casa io
ti
debba dare un bacio." "Sarebbe gradito." "Non davanti ai nostri
bambini." "Bambini a chi?" sbuffò Hinano con un certo
disappunto. "Non davanti ai nostri giovani, ecco."
| Foresta
di idee
|
"Demete, tu mettiti lì! No, no, lì, dico, al
posto di
Hepai! Icarus, vuoi provare a giocare come difensore? Ecco, Athena, tu
prendi il posto di Ika, mentre Aporo viene qua avanti e vediamo se
funziona questa formazione!" Hera lanciò uno sguardo
disperato
al povero Athena, posizionato a difendere una porta che sarebbe stata
superata varie volte. Demete si mise in ginocchio, implorandolo di fare
qualcosa nei confronti del capitano. Aporo ebbe una lieve
paura di rimanere schiacciato, se fosse partito all'attacco. Icarus si
fece legare le mani dietro la schiena da Artemis, sperando di riuscire
a non usare le mani durante l'allenamento.
"Il capitano non capisce ancora che noi i nostri ruoli li abbiamo
già." "Hera, non lamentarti, che diamine. Tu sei comunque a
centrocampo! Come caspita faccio a correre con le mani legate?!"
Me lo sto chiedendo
anche io, si disse Hera, mentre pensava decisamente che
Afuro in testa avesse una foresta di idee. Tutte malate, ovviamente.
| Girando l'angolo |
Afuro pensava assolutamente che la sua scuola fosse stupida e assurda.
Non che non gli piacesse, no, lui amava tutto quel bianco luminoso e
quello stile greco. Ma era piuttosto monotona e a quel punto troppo bianca. Lui
era luce pura,
doveva risplendere ovunque, e con tanta luminosità in
quell'edificio non poteva riuscirci di certo.
E poi, quella divisa così bianca si mimetizzava con il resto
della scuola, quelle classi bianche e tutto il resto così
terribilmente bianco. Quando sarebbe morto, avrebbe voluto vedere nero,
a questo punto.
Quando però uscendo dalla sua classe bianca, con indosso
quella
divisa bianca che si mimetizzava con la scuola bianca, girò
l'angolo, amò la sua scuola. Si era appena scontrato con
qualcuno di ben conosciuto.
"Scusa Tadashi, non ti avevo visto! E' tutto così bianco!"
un sorrisino nascosto, girando l'angolo.
| Ho terrore di |
Afuro
fece un salto sulla sedia mentre apriva l'astuccio, girandosi di scatto
con sguardo decisamente furioso. "Aporo! Smettila! Quante diavolo di
volte dovrò ripeterlo?!" il biondino sentì la
risata
sommessa del ragazzino dietro al suo banco, tornando a girarsi e
togliendo un ragno di gomma dal proprio astuccio. Poi si
voltò
nuovamente, alla ricerca però di un'altra persona.
"Signorino Tadashi Hera!" alzatosi in piedi, puntò l'indice
contro il suo ragazzo, tranquillamente appoggiato al banco del suo
amico Arute Saneki. Questo voltò lo sguardo verso il biondo
con
aria interrogativa.
"Sei scorretto, Tadashi!" sbuffò Terumi "Io ti dono la mia
fiducia e tu la sprechi così?" il ragazzo sembrava avere la
tipica aria da melodramma per ragazze. A Hera ricordava vagamente una telenovela tedesca.
"Ti avevo chiesto di non dire a nessuno che io ho il terrore dei
ragni!". Hera alzò gli occhi al cielo.
| Infine lascia che io pianga |
Hera sbuffò, chiudendo gli occhi. Con la testa appoggiata
alla
spalla nuda di Afuro, gil sfuggì un singhiozzo. Il biondo lo
strinse ancora di più, nel buio, sospirando. "Non essere
triste,
Tadashi..." fu il sussurro di Terumi "Sono qua... Con te." Hera
inizialmente non reagì, singhiozzando ancora e ancora.
Quando
però lo attirò prepotentemente a sé,
facendo
scontrare i loro petti scoperti, Afuro sobbalzò, lievemente
spaventato.
"Oserei anche dire finalmente,
te la sei presa comoda prima di tornare, Afuro." "Allora non piangere,
almeno, no?" "Stupido." sbuffò nella notte un po' irritato,
Hera, per poi continuare "Sei un cretino. Ti devo ricordare che non ci
siamo visti per tantissimo tempo? Credevo non tornassi più.
E se
adesso te ne vai di nuovo? Guarda che ti conosco." "Hera... Lo sai che
dispiace anche a me, partire..."
"Allora non lamentarti con me se ho paura che tu te ne vada. E lasciami
almeno piangere, stupido."
| La pazienza (non) è la
virtù dei forti |
"Insomma!" sbottò l'ex-capitano della Zeus, decisamente
irritato
dal comportamento del ragazzo davanti a lui "Eh?" questo
alzò lo
sguardo dal suo giornale, apparentemente disinteressato all'insolito
scoppio del biondo "Non fare il finto tonto! Mi hai deluso!" Terumi era
in piedi, con addosso ancora il pigiama e piuttosto spettinato. Non lo
si sarebbe dovuto ignorare.
"Afuro." cominciò Hera con voce stanca, dopotutto erano solo le dodici e
quarantasette di domenica mattina -quasi pomeriggio, ormai- "Sono molto
stanco."
"Anche io!" ma il biondo non desistette "Non è ammissibile
ignorare una persona per un motivo stupido come questo! Anche la mia pazienza ha dei
limiti!"
Hera sospirò: era un così grande crimine
dimenticarsi di baciare il proprio ragazzo la domenica mattina?
| Mi domando se le stelle sono
illuminate |
Afuro Terumi chiuse con uno sbuffo il libro che stava leggendo. Hera lo
guardò con occhi annoiati. "Bene." "Bene cosa?" "Ho finito
di
leggere questo libro." "Bene." il castano sperò sinceramente
che
la conversazione si troncasse lì, ma si sbagliava. Dopo la
lettura di un libro o la visione di un film, la parte filosofica del
suo ragazzo prendeva
tragicamente il sopravvento.
"Era molto bello." "Ah sì? Cosa ti è piaciuto di
più?" "In verità ci sono molte cose che mi hanno
colpito." il biondo si posò un dito sulle labbra, assumendo
una
posa che agli occhi di Hera poteva solo essere assolutamente carina. Il
castano intravide la copertina del libro, e si alzò
sorridendo
"Sei illuminato, Afuro." "Eh?" quell'affermazione lo aveva lasciato
perplesso -e non aveva tutti i torti.
"Mi domando se le stelle
sono illuminate... perché un giorno ognuno possa trovare la
sua"
| Non aprire gli occhi |
Afuro sospirò, sedendosi sulla panchina dello stadio ormai
quasi
vuoto e lasciando cadere il borsone a terra. Era per quello che aveva
faticato tanto, che si era lasciato così tanto alle spalle?
Era
così stanco. Stanco, sfinito, deluso. Non poteva aver fatto
tanto per non ottenere nulla. Voleva davvero andare a sfidare il mondo,
ma la Inazuma Japan gli aveva rubato la gloria. Eppure, aveva pregato
così tanto
nella riuscita del suo progetto. Si era impegnato davvero per portare
avanti tutti i suoi sogni, i suoi sogni e quelli dei suoi ex-compagni
di squadra. Chissà come stavano loro, poi.
Rilassò le
spalle, lasciandosi sfuggire un lamento frustrato, per poi sentire
delle mani posarsi sul suo viso, coprendogli gli occhi. Dalle parole
che udì dopo, riconobbe quella
persona.
"Non aprire gli occhi, Afuro. Non aprirli, e i tuoi sogni saranno la
sola e semplice realtà."
| Ora resta nel profondo buio |
Hera fece un mezzo sorriso, vedendo il risultato della partita sul
tabellone. 10 a 0, avevano ovviamente vinto. Demete si girò
verso di lui, sorridendo superbamente. Aporo incrociò le
braccia
dietro la testa, Artemis si limitò a rilassare le spalle,
facendogli un cenno. Non una vaga ombra di umanità in loro.
Era impossibile, dire se dietro a quel volto di pietra si stesse
nascondendo un sorriso, se dietro a quel sorriso superbo ci fosse gioia
incontenibile. Sbuffò, abbandonando le braccia lungo i
fianchi.
Almeno era diventato famoso. Tristemente
famoso. Ma il peggio doveva ancora venire, quando Afuro si
girò
scrollandosi i capelli e avviandosi a occhi chiusi verso la panchina.
Sospirò. Era ancora costretto restare nel loro piccolo mondo
di ombre.
| Piacere di conoscerti |
Alla riunione del nuovo club di calcio, sembrava mancare solo
una persona.
"Afuro Terumi! Piacere di conoscervi!" Tutta la squadra si
girò
immediatamente verso la voce squillante e allegra che aveva appena
parlato. Solo Hera rimase noiosamente a fissare il vuoto più
totale. Poi la voce, o meglio, la persona a cui apparteneva la voce,
ricominciò a parlare "Sono il capitano della squadra,
è
un vero piacere conoscervi! Un po' di nomi li conosco già,
ho
letto i vostri dati, ma dobbiamo conoscerci ancora molto bene.
Voglio una
squadra unita e allegra!" Fece passare lo sguardo per la stanza,
fermandosi sulla figura di Tadashi, l'unico che non gli aveva rivolto
un minimo di attenzione.
"A cominciare da te, con quei meravigliosi occhi grigi." Hera si
voltò, sentendosi sorpreso da quel complimento "Piacere di
conoscerti, Tadashi."
| Quei giorni passati a |
"Papà, papà! Oggi fuori c'è un
super-vento!
Andiamo fuori a giocare con gli aquiloni?" Tadashi aprì
pigramente gli occhi, scostandosi dal viso una rivista presa a caso e
usata solo per dormire meglio. Makoto e Hinano erano decisamente
entusiasti, per aver osato disturbare il suo pisolino pomeridiano. In
ogni caso, uscire con un vento così forte anziché
dormire
era una cosa che non poteva sopportare. Aveva troppo sonno per poterla
sopportare. "Perché non andate con Afuro?"
mormorò,
mettendosi seduto e carezzando i capelli biondi di Hinano. I due
bambini si guardarono a vicenda, decidendo poi di sedersi a terra e
fissare il proprio "padre". "Dice che con il vento gli si spettinano i
capelli." una pausa di pochi secondi, durante i quali Hera si chiese
perché mai avesse voluto sposare un uomo così
stupido.
Poi di nuovo.
"Papà, papà, c'è un supermega-vento!
Allora andiamo fuori a giocare con gli aquiloni?"
| Ricominciando a volare |
Hera diede un calcio stanco al pallone, con troppi pensieri in mente
per potersi concentrarsi davvero. Afuro in quel momento si trovava in
ospedale, e lui non riusciva a trovare nemmeno il coraggio di andare a
trovarlo. Perché, poi, non ci riusciva? Se lo stava giusto
chiedendo mentre si chinava a raccogliere il pallone e lanciarlo nel
cesto assieme agli altri.
Forse non c'era nemmeno un motivo troppo valido, forse non aveva solo
voglia di illudersi. Ormai, sapeva come era fatto il suo ex-capitano:
dopo la sconfitta della Zeus, si era unito alla Raimon, e ora che non
poteva più giocare nemmeno con loro sarebbe riuscito a
trovare
comunque qualche altra squadra nella quale infilarsi. Lo avrebbe
lasciato libero.
Avrebbe lasciato che l'angelo tornasse nel cielo, che splendesse
lucente come un tempo, che ricominciasse a volare più in
alto di
prima.
| Solo un altro giorno
di pioggia |
Afuro si
lasciò cadere sul
morbidissimo pouf della sala. Da quanto tempo non si annoiava
così tanto? La testa gli pulsava, addirittura, per la noia e
l'insoddisfazione.
La pioggia continuava a battere insistentemente
contro i vetri smerigliati e colorati della casa, opprimendolo in
quell'autunno così triste, così solo.
Si voltò, la pancia in giù, affondando il volto
nel
morbido cuscino e trattenendo il respiro per non sentire il forte odore
della pelle di cui era rivestito. Stava ancora aspettando, stava
aspettando un messaggio, o una telefonata. Per quanto ancora avrebbe
dovuto attendere? Non chiedeva molto, dopotutto. Una telefonata, da
lui. Come stai?,
avrebbe voluto sentire.
Va tutto bene. E' solo
un altro giorno di pioggia.
| Ti perderai nel bianco |
Hera odiava la sua scuola. La odiava, sì, perché
più che a una scuola assomigliava a un maledetto museo di
arte
greca classica, o a un tempio. Ripieno di statue a ogni angolo, e poi quei cosi bianchi
dove si poteva accendere il fuoco erano davvero brutti. Si trovavano a
ogni curva, e spesso ci era andato a sbattere contro per distrazione
--o forse perché non teneva gli occhi aperti mentre
camminava.
E poi, quella scuola era enorme e tutta bianca; enorme e non c'era mai
nessuno per i corridoi. A volte si chiedeva se non stesse semplicemente
girando in tondo, tanto era uguale in ogni aspetto.
Imprecò a voce alta contro tutti gli Dei greci o romani che
fossero, aprendo lo sportello del tanto suo agognato armadietto e
lanciandoci dentro la borsa con i libri. Il campo da calcio lo
aspettava.
"Ehi, Tadashi!" poi una voce conosciuta lo scosse "Che fai ancora qui?
Allenamento è già cominciato da un pezzo! Non dirmi che ti eri perso in
tutto questo bianco!"
| Un bambino caduto dal muro |
"Oh." Afuro si lasciò scappare una risatina, sfogliando una
pagina di un vecchio album "Che c'è, Afuro?" il biondo
sentì poi delle braccia circondargli il collo da dietro il
divano: era incredibile il modo in cui Hera riusciva a sentire ogni suo
minimo suono "Niente, stavo vedendo alcune mie foto di quando ero
bambino." "Scommetto che eri una teppa mostruosamente rompipalle. E
giocavi con le Barbie." Afuro lo picchiò con l'album
fotografico
"Sei cattivo! E comunque no, ero assolutamente carino e bellissimo."
Hera rise "Lo sei anche adesso, stupido." Afuro gonfiò le
guance, deciso a non perdonarlo così facilmente.
"Guarda qua, già da piccolo volevo volare come un angelo."
la
foto ritraeva un Afuro di otto, nove anni che si lanciava da un muretto
a braccia aperte.
"Volare come un angelo?" ironizzò Hera "A me sembri
più
un bambino che cade da un muro." Afuro lo picchiò con
l'album
fotografico.
| Vivere di nuovo |
"Allora, hai finito?" Afuro si voltò di scatto, trovando lo
sguardo indagatore di Hera a fissarlo "Finito cosa...?" "Di andare in
giro a zonzo per le squadre senza mai tornare a salutare. Sei stato
cattivo." la voce di quello
che era e forse continuava a essere
il suo fidanzato era particolarmente dura, e il biondo cominciava
sinceramente a preoccuparsi. Era vero, li aveva lasciati per ben due
volte -anche se con un enorme rimorso-, una volta per raggiungere la
Raimon e l'altra per scappare con i Fire Dragon. Probabilmente la vecchia Zeus non lo
avrebbe perdonato molto facilmente.
"Sai, Afuro..." il castano gli si avvicinò, poggiandogli le
mani
sulle spalle "Sei mancato così tanto, a tutti. Ora che sei
tornato..."
La sensazione delle labbra di Hera sulle proprie era, come sempre,
particolare e da brivido.
Si sarebbe potuto fermare su quella bocca all'infinito "Ora che sei
tornato, posso vivere di nuovo..."
| Zigomi a punta |
"Afuro, devo farti una domanda." la voce bassa e calma di Hera fu un
sussurro, in quel letto silenzioso. Era rimasto a fissare il profilo
del capitano alla luce della luna per alcuni minuti, e poteva definirsi
soddisfatto. "Sì?" "Sei una persona permalosa?" Terumi
aprì gli occhi cremisi, rivolgendogli uno sguardo curioso ma
stanco "Forse, un po'."
Tadashi lo fissò per qualche secondo "Allora non ti offendi
se
ti dico una cosa?" "Forse, un po'." Hera prese un respiro, pronto a
qualsiasi reazione.
"Hai gli zigomi a punta."
La prima cuscinata non tardò ad arrivare sulla sua faccia,
prima che potesse coprirsi con le braccia.
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Buonaseeeeeeeeera.
Ho sonno.
Pensate che mi sono
affaticata un sacco solo per colorare le lettere e scrivere il titolo.
Nvu oggi fa quel cacchio che gli pare, evidentemente! Ma va bene
così. Devo ammettere che sono indecisa su quale sia stata la
parte più divertente. Scrivere è stato davvero
bello
(anche se rileggendo il risultato finale mi accorgo di aver scritto
solo una montagna di caFFate), ma anche cercare i titoli lo era. Ho
preso il vocabolario e cercato le varie lettere, mentre per alcune ho
utilizzato esperienza personale. (?)
Vi avverto subito che alcune potrebbero non essere
capite. La
stessa Ninja una volta mi ha detto che faccio ragionamenti
assolutamente contorti e non si capisce come arrivi alla fine
partendo dall'inizio. Alcune invece potrebbero essere non
capite
perché sono questioni tra me e la carissima Ninja--la
telenovela
tedesca della foca. ♥
Va be'.
Non ho letto nemmeno il Piccolo Principe, conosco solo quella citazione
(Mi
domando se le stelle sono illuminate perché un giorno ognuno
possa trovare la sua) e alcune altre, ma provvederò
velocemente
a comprare quel libro. Mi dicono che è bellissimo, quindi
varrà la pena! La verità è che Afuro
brilla di
luce propria, ecco. (?)
Un giorno Ninja mi disse "Ho sempre paura di cadere nel banale e di
fare cliché." Oltre al fatto che non so come si pronuncia
quella
fottuta parola che sembra molto francese (?), sono andata di brutto nel
banale per quanto riguarda molti aspetti di questa fanfiction.
x° O
meglio, mi ci sono tuffata a braccia aperte, mentre il banale rideva
gioiosamente. Detta così sembra una cosa piuttosto stupida.
Ahahah.
Principalmente questa fiction parla dei vari avvenimenti verificatisi
(?) nel corso della vita di Tadashi e Terumi, ovvero l'incontro, il
periodo con la Zeus, l'inserimento di Afuro nella Raimon, poi il
passaggio ai Fire Dragon, il ritorno e infine uno spicchietto (?) di
Go, giusto perché così la cara Ninja
può dare
sfogo ai suoi filmini mentali secondo i quali Hera è il
segretario di Afuro e Demete e Kirigakure le guardie del corpo, o
qualcosa di simile, ora non mi ricordo. (?)
Per me il colore degli occhi di Hera è indecifrabile, ma qua
sarebbe a metà tra il grigio e il lilla. Anche se viola fa
più arcobaleno, ma va be'. Afuro invece li ha rosso scuro, e
sono tanto belli. (?)
Ho riletto di nuovo. Fa davvero schifo, santo cielo, la HerAfu poi
è giusto in trasparenza/lontananza/inesistente/ti vedo non
ti
vedo.
Spero di non aver sbagliato l'alfabeto, e anche se ho riletto venti
volte potrei aver fatto errori di grammatica! Come si suol dire, (?)
abbiamo rimasto in pochi ha sapere la ittaliano! Portassimo havanti gli
nostri ideagli con detterminazzione e giustizzia. Eviva la gramaticca
dello Itaglia!
Dopo questa posso anche andare. Spero che vi sia piaciuto e bla bla,
tanto fa schifo. (?) :D
A presto!
-Pomela
che ha deciso d'ora in poi di fare sempre i cuoricini blu scuro ♥
Ps: Colgo l'occasione
per
annunciarmi un mio ulteriore cambiamento di nickname. "kilauea"
sarà il mio successivo nomignolo. Evviva le Hawaii. (?)
Pps: Sono un po' idiota, quindi avevo contato l'alfabeto anche con le
lettere straniere. Avete il diritto/dovere di picchiarmi brutalmente.
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