Santana
è sul punto di tirare un forte gancio destro al robusto
fattorino che la sta scortando- o meglio trascinando- fuori
dall'edificio nel quale,era sicura fino a pochi minuti fa,avrebbe
vissuto per i prossimi mesi.
Oh
andiamo,il proprietario se l'è davvero presa per una battuta
sciocca che lei non è riuscita a trattenere?
Da
quando essere paragonato a un dinosauro equivale ad un insulto?
La
latina tenta di divincolarsi dalla presa ferrea del tipo che,a detta
sua,somiglia eccessivamente ad un orso polare.
Quest'ultimo
spinge Santana fuori dall'entrata come se fosse una della spazzatura
da tirar dritta nel cestino dei rifiuti.
-Ehi,amico,vacci
piano con quelle zampe da Iogy stile artico.-Mormora sprezzante l'ex
cheerleader,raccogliendo i suoi bagagli.
Il
fattorino le lancia uno sguardo carico d'odio.
-Io
sono un albino!-Esclama,chiudendo la ormai non più possibile
casa di Santana.
La
ragazza sbuffa,frustrata.
Una
parte di lei,intanto,si sente minimamente in colpa per aver offeso
quell'omaccione sfortunato.
Bhè,lui
non doveva trattarla come la confezione di patatine che,appena finito
di ingurgitare,getti nel primo secchio che ti capita sotto tiro.
Comunque,ora
dovrò cercarsi un'altra casa.
È
a New York da quasi ventiquattro ore e non ha ancora trovato uno
straccio di letto dove dormire.
Di
questo passo,passerà la sua prima notte lontano da Lima in
compagnia di un barbone su una panchina di Central Park.
E
quello è un posto dove la latina ha intenzione di stare
durante il giorno,per poi tornare nel suo accogliente appartamento.
L'entusiasmo
di essere nella Grande Mela inizia a scemare.
Con
i due pesanti bagagli sottomano si accorge di aver camminato fino da
Tiffany.
Il
tempo per la colazione è finito da un pezzo,ma il suo stomaco
supplica per un po' di caffeina.
Con
un sospiro,entra all'interno del locale e spera che nessuno noti le
borse che si trascina dietro,completamente da “datemi una
casa”.
Ma
a quanto pare la fortuna non è proprio dalla sua parte oggi.
Mentre
sorseggia il caffè,una faccia conosciuta appiccicata ad un
corpo di un metro e tre mele le si para davanti gli occhi,facendola
quasi strozzare.
Dios.
Oh
Dio. No. Tutto ma non la nana.
Pensa
Santana in preda al panico,rischiando di rompere la tazza contente il
liquido che tanto bramava.
Doveva
aspettarselo. L'ha vista bene entrare nel treno con destinazione New
York ,l'ha salutata per giunta. In una situazione diversa,le farebbe
anche piacere rivederla e punzecchiarla con qualche battutina sulla
sua altezza.
Non
adesso,però.
Non
ha intenzione di farsi vedere in quello stato pietoso da chi la
conosce.
Santana
Lopez disperata alla ricerca di un posto dove stare non è il
genere di cosa che la gente del suo ormai vecchio liceo potrebbe
pensare di lei.
L'hanno
sempre vista forte,indipendente e un tantino arrogante.
Ad
eccezione del periodo di crisi riguardo la sua sessualità.
Bhè,è
durato poco.
Non
può permettere a Rachel Berry di vederla ridotta in questo
stato pietoso!
Lascia
i soldi per il caffè sul posacenere del tavolino e, osservando
i movimenti della nana a pochi tavoli di distanza da lei,si alza
lentamente.
Merda!
Grida
nella propria testa quando,non appena muove un piede,calpesta quello
di un altro cliente.
-Ehi!-Protesta
questo.
Santana
si volta nella direzione della ex cantante del Glee Club,stupendosi
quando nota la sedia dove era seduta poco fa,vuota.
Perfetto,se
n'è andata e non mi ha visto.
Si
rigira verso il signore al quale ha pestato il piede.
-Mi
scusi,non l'avevo vista. Strano perchè il suo piede è
grosso quanto quello di Big Foot. Ad Halloween non dovrà
nemmeno camuffarsi.-Si scusa a modo suo Santana,lasciando l'uomo
perplesso.
-Ragazzina,come
ti permett...-
Ma
la latina sta già uscendo.
Ride
della propria battuta.
E
continuerebbe. Se il destino non decidesse di dare un'altra ragione a
Santana di maledirlo per il resto della sua vita.
Inciampa
e sbatte proprio contro la persona dalla quale stava fuggendo un
attimo prima.
-Oh,mi
perdoni signorina non l'avevo...Santana?-
Rachel
si interrompe,riconoscendo la compagna di scuola venutale dritta
addosso.
-Cazzo!
Il tacco,il mio fottuto tacco!-Sbraita esasperata la più
alta,ignorando la cantante.
Rachel
attende alcuni istanti per permettere a Santana di sfogare la sua
rabbia,ma passati due buoni minuti non riesce più a
trattenersi e stringe forte la latina con un sorriso a trentadue
denti.
-Non
ci credo! Sei tu,qui,a New York,oh sapessi quanto mi mancate tutti
voi del Glee Club!-
Il
resto delle parolacce di Santana rimangono in gola,trattenute dalla
morsa in cui la nana l'ha imprigionata.
In
genere,si scosterebbe riempiendo di insulti chiunque osi toccarla
senza suo permesso scritto e firmato.
Lo
stupore,però,le impedisce di scansare Rachel.
Stupore
per il fatto che il contatto diretto con la cantante non le causa
fastidio,dopotutto si erano scambiate qualche abbraccio durante
l'ultimo anno.
E
Santana aveva deciso già allora che Rachel non era “chiunque”
nella sua lista mentale di persone incontrate al liceo.
Ma
soprattutto,lo stupore è dovuto allo strano senso di calore
che emana l'abbraccio di Rachel.
Calore.
Famiglia. Amici.
Santana
non è un tipo sentimentale,ma non appena ha messo piede sul
treno quella mattina stessa,si è sentita completamente sola e
abbandonata e con un forte bisogno di avere qualcuno accanto in mezzo
alla giungla d'asfalto che è New York.
Aveva
assicurato sua madre dicendole che avrebbe trovato subito casa e
iniziato le lezioni al college senza problemi.
Ed
invece ha girato in lungo e in largo per essere respinta malamente
ovunque si sia presentata.
Lei
e la sua brutta boccaccia.
-Ok,Berry...ho
ricevuto il messaggio. Ora togliti.-Borbotta Santana. -Cosa,nessuno
ti sopporta qui e alla prima persona che incontri rubi la vita
soffocandola?-
Rachel
ridacchia.
-La
solita vecchia Santana.-
-La
sola e unica.- Dice la diretta interessata con sguardo fiero.
-Non
sapevo saresti venuta a New York.-
-Te
ne sei andata prima che lo dicessi.-Ribatte la latina.
-Bhè,sono
felice. È bello vedere una faccia amica. Peccato che non
andremo alla stessa università.-
-Peccato,dici?
Io direi miracolo! Il liceo mi è bastato.- Dice Santana per
poi ridacchiare facendo intendere a Rachel di non essere seria.
La
cantante sorride,lanciando un occhiata ai bagagli accanto alla mora.
Santana
intercetta lo sguardo della più bassa.
Si
morde le labbra,imbarazzata.
-Che
hai dai guardare,Berry? Tu vai in giro con la borsetta,io con i
borsoni.- Dice cercando di sembrare altezzosa come al solito,ma il
suo sguardo lascia intendere come è realmente messa.
-San...-
-No!-
Non
lascia a Rachel il tempo di dire nulla.
Non
sopporta che qualcuno provi compassione per lei.
Non
è una debole.
-Ti
serve...-
-Ci
vediamo in giro,Berry.-
E
corre in direzione di Central Park.
Un
paio d'ore più tardi Santana è intenta a inviare un
messaggio a entrambi i genitori scrivendogli che sta bene,ha trovato
un appartamento carino e di prezzo accettabile con splendida vista
sugli scoiattoli del parco che sembrano interessati al bagaglio dove
conserva il burro d' arachidi avanzato del viaggio.
Forse
quest'ultima parte è meglio evitarla,constata Santana,tirando
all'animale il pezzo di tacco rotto.
Bugie.
Tutte bugie.
Le
stesse che ha scritto a Brittany un ora fa,ricevendo come risposta
una faccina sorridente e un qualcosa riguardo il suo gatto.
Ma
se dicesse la verità il suo primo giorno a New York diverrebbe
l'ultimo. Dimostrerebbe di non essere in grado di cavarsela da sola.
Sua
madre si è fidata di lei, le ha lasciato tutti i risparmi e
prima che partisse,le ha detto che se avesse dimostrato di essere una
donna matura e responsabile e senza difetti come credono tutti,ad
eccezione di sua nonna,forse quest'ultima si sarebbe decisa a
rivolgerle di nuovo la parola.
E
a Santana le parole della nonna mancano terribilmente.
Invece,eccola
qui.
Seduta
su una panchina. In attesa che il destino le giochi un altro tiro
mancino cosi da portarla a casa senza aver neanche trovato a sfidare
New York.
Dalla
gola di Santana sta per uscire un prepotente singhiozzo.
Ma,come
gli insulti,anche questo le resta conficcato in gola.
Una
macchina posteggia esattamente davanti a lei e Santana riconosce la
persona alla guida quando questa abbassa il finestrino. E si
trattiene dallo strillare.
Non
sa se per esasperazione o gioia.
-Che
diavolo ci fai qui,Hobbit? Mi segui? Devo denunciarti per stalking?-
Rachel
scuote la testa e le fa segno di salire nell'auto.
L'orgoglio
impedisce a Santana di ubbidire a quell'ordine che,di sicuro,è
la cosa più carina che le sia capitata fino ad ora.
-Non
ci penso neanche! Piuttosto vado a dormire nello scatolone del
barbone a due isolati da qua.-
-Per
l'amor del cielo! Entra in macchina.-Borbotta Rachel,indispettita.
Non
ha certo sprecato due ore a cercarla solo per essere presa in giro.
-Scordatelo,io
entro,tu mi fai mille domande e alla fine mi proponi di stare da te
per qualche giorno. Che è la stessa cosa che si fa quando si
trova un cucciolo smarrito in autostrada ed io non sono un cagnolino
impaurito,ok?-
-Senti,io
non ti giudicherei mai Santana. Voglio solo aiutarti. Avevo detto che
avrei provato ad esserti amica ed intendo rispettare l'impegno
preso.-
Santana
non replica.
Rachel
le risparmierebbe una notte gelida su una scomoda panchina e il suo
sogno di vivere a New York diverrebbe realtà.
Ma
se accettasse,sarebbe in debito con l'hobbit. E Santana odia esserlo.
Odia aver bisogno di aiuto.
-Preferisci
che la pioggia ti rovini i capelli?- Fa un ultimo tentativo la
cantante.
-Non
sta...-Un tuono interrompe Santana,la quale ringhia non appena i
vestiti iniziano ad inzupparsi.
Non
si era neanche accorta del temporale in arrivo.
Suo
malgrado,è costretta ad accettare l'offerta di Rachel.
La
cantante sorride vittoriosa,aprendole lo sportello.
-Una
notte,Berry. Una notte e me ne vado. E se ti sento cantare una
pietosa canzone di Barbra Streisand il tuo posto alla NYADA sarà
vuoto per sempre,chiaro?-
Rachel
non ribatte,il buon umore che le ha trasmesso Santana con la sua
presenza le permette di assecondare ogni sua richiesta.
Santana
quasi si aspetta di trovare Frodo e Sam come vicini quando Rachel le
mostra dove abita,aspettandosi una minuscola casetta.
È
un appartamento grande,la ragazza ha portato praticamente tutta la
casa di Lima,ad eccezione dei suoi papà.
La
latina si sorprende che un essere cosi piccolo abbia bisogno di cosi
tanto spazio.
-Ci
vivi da sola?- Domanda,dubbiosa,mentre chiude la porta alle loro
spalle.
-Certo,in
realtà doveva esserci...-Rachel scuote la testa e Santana
annuisce,intuendo che la più bassa non ha ancora accettato la
rottura con Finn. -Quindi,immagino che non appena verrà
Kurt,vivrò con lui. Fino ad allora è tutta mia.-
-Forte.-Mormora
la latina,fintamente annoiata.
-Il
bagno è giù in fondo al corridoio,camera mia è
questa.-Rachel indica la porta dietro di lei. -Alla tua sinistra c'è
la cucina e alla mia destra c'è il salotto,che è anche
la sala da pranzo...comunque per sicurezza c'è un divano-letto
che ha finalmente trovato il suo primo ospite,cioè tu,ma se
vuoi puoi dormire nella mia stanza,insomma...sei l'ospite...-
-Il
divano è perfetto.-Dice Santana con una certa arroganza.
Potrebbe
pure dormire per terra,non le serve il letto.
-Bene,come
preferisci. Stamattina ho fatto la spesa,il frigorifero è
pieno e puoi farti un panino,vegetariano ovviamente...oppure ho dei
biscotti buonissimi che...-
-Non
ho fame.-Borbotta la latina,interrompendo la cantante.
-Se
durante la notte ti venisse,puoi prendere ciò che vuoi.-
-Lo
terrò a mente.-
Rachel
annuisce.
Santana
fila dritta in salotto e nota l'apparecchio elettronico che le terrà
compagnia per la notte.
-Hai
un televisore,ottimo.-
-Hai
bisogno di qualcos'altro?- Chiede Rachel.
-No
ho bisogno di niente.- Replica sprezzante Santana.
È
tanto difficile da capire? -Anzi,di una cosa sola...ti prego,se hai
come sveglia una canzone della tua tanto amata Barbra,non usarla
domani mattina. Toglila. E spero che tu non parli nel sonno, i tuoi
monologhi non li sopporto quando sei sveglia,figurarsi cosa puoi
combinare da sonnambula.-
-Buonanotte,Santana.-Dice
sospirando Rachel. -Oh,e prima che me ne dimentichi...prego.-
La
latina le rivolge un occhiata,dolce per i suoi standard.
Il
massimo a cui Rachel può aspirare,per adesso.
Durante
la notte,Santana rilegge i messaggi inviati ai suoi e a Brittany.
Non
le dispiace,averli visti diventare verità.
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