Capitolo 1- Caro diario
Eccola qui, alla fine,
la mia tanto annunciata fanfiction, che sembrava non dovesse trovare mai
realizzazione, dato che la prometto da luglio, e non avevo ancora scritto alcun
capitolo fino a un mese e mezzo fa; alla fine l'ho scritta quasi tutta durante
questa vacanze di natale (invece di studiare ^_^ ), tranne un paio di capitoli,
di cui uno lo scriverò stasera.
Non è molto lunga,
dovrebbero essere 10 capitoli, e sono abbastanza corti.
Ho usato una sintassi
piuttosto nervosetta, per sottolineare lo stato d'animo della protagonista, e
poi perchè, essendo un diario, non si è mai particolarmente corretti e lineari.
Gli eventi si svolgono
in contemporanea con il sesto libro.
Questa fanfiction è il
seguito di Breathless, e mi serviva assolutamente per scrivere la mia fanfiction
successiva (ecco, quella è ancora un lontano avvenimento), che sarà la
conclusione e l'unione dei miei due rami di fanfiction, quello di Breathless e I
diari di Narcissa e quello di Cuore di Ghiaccio e Clearer.
Per ora non so quando
arriverà. Ora godetevi ciò che arriva, cioè questa nuova fanfiction.
Commentate numerosi.
Capitolo 1- Caro diario
Non avrei mai creduto di riprendere
l’abitudine che avevo da adolescente di scrivere i miei pensieri su di un
diario, eppure oggi ho preso in mano un quaderno e una penna d’oca, e ora mi
ritrovo qui, a sfogare i miei pensieri.
Già, non ho più nessuno con cui parlare,
sono sola in questa grande casa. Mio marito è in prigione e mio figlio è sempre
fuori.
Gli Auror del Ministero stanno tutto il
giorno qua fuori, aspettando che qualcosa accada; che qualche Mangiamorte, o
l’Oscuro Signore in persona, si presentino alla mia porta.
Ma non sarà così: la nostra famiglia è
stata emarginata, da quando Lucius è in prigione, siamo sotto il crudele occhio
indagatore dell’Oscuro Signore.
Non dovrei sapere nulla di tutto questo,
perché sono una donna, sono debole e sono troppo poco crudele.
Non è facile essere me, le persone non ne
hanno idea, credono tutti che io sia una delle tante ricche malvagie e prive di
ogni sentimento umano.
Ma non è così.
Sono nata sbagliata nella famiglia
sbagliata, formata da persone malvagie, terzogenita di tre sorelle.
La primogenita, Bellatrix, è sempre stata
la peggiore di tutte; o, secondo i miei genitori, la migliore.
Da piccola torturava e uccideva gli
animali che ci regalavano.
Mi faceva stare male, svenivo ogni volta,
quello spettacolo mi ripugnava.
Andromeda, la secondogenita, urlava con
tutto il fiato che aveva in corpo, cercando di farla smettere; a volte la
aggrediva fisicamente per fermarla, ma aveva sempre la peggio.
Andromeda era la migliore di tutte noi;
era diversa, e non aveva paura di mostrarlo, anche se per questo veniva sempre
punita.
La realtà era che io ero e sono tuttora
non molto diversa da Andromeda, ma molto meno forte di lei, molto più impaurita
dalla vita stessa.
Lei non si è mai sottomessa ai nostri
genitori.
Quella famiglia non le piaceva, perciò se
n’è andata di casa, ha sposato un babbano, ha avuto una figlia ed è felice.
Io non mi sono mai ribellata, ho sempre
fatto tutto quello che mi ordinavano di fare senza aprire bocca.
Ho sposato Lucius Malfoy senza provare
nemmeno un minimo sentimento per lui, soltanto perché me lo avevano imposto, e
ho avuto un figlio che sapevo sarebbe diventato uguale a lui, e non ho nemmeno
provato a far si che così non fosse; e per colpa di questa mia debolezza l’ho
mandato a morte.
L’unico modo che ha la nostra famiglia di
recuperare il prestigio perduto è sacrificare mio figlio Draco.
Ancora non so cosa gli sia stato chiesto
di fare, ma so che è stato marchiato come Mangiamorte, e gli è stata affidata
una missione con scarsissime possibilità di riuscita.
Morirà, ne sono sicura, e io perderò il
mio unico figlio, dopo aver perso mio marito, che non so quanto tempo ancora
rimarrà in prigione.
Probabilmente molto a lungo.
Domani eluderò la sorveglianza degli Auror
del Ministero, e andrò da mia sorella Bellatrix.
Lei di sicuro saprà cosa aspetta mio
figlio, e riuscirò a farmelo dire.
Forse troverò un modo per salvarlo.
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