Tutto tace nella desolata piana in cui pochi minuti prima si sono scontrati i
due guerrieri più forti dell'universo, solo il sole sempre più rosso
all'orizzonte scandisce i secondi in quello che appare un quadro senza
tempo.
Vegeta è immobile, a pochi passi da un corpo steso a terra.
Il suo volto solitamente impassibile lascia intravedere un'espressione
sorpresa, quasi velata di delusione.
L'uomo che aveva osato privarlo dell'onore, risparmiandogli la vita, e gli
aveva perfino usurpato la vendetta adesso giace esanime ai suoi piedi.
In silenzio rivive quei mesi trascorsi ad aspettarlo, l'esasperante visione
del suo peggior nemico trasformato in super saiyan, gli allenamenti impossibili
a cui si è sottoposto, con il sudore ed il sangue che non erano riusciti a
nascondere le sue lacrime di frustrazione, le notti insonni, con i muscoli che
gli dolevano, trascorse a odiarlo con ogni singola cellula del suo corpo,
sognando il momento in cui infine sarebbe riuscito a vendicarsi...
Non si aspettava che tutto si sarebbe concluso in pochi, brucianti attimi,
quando la rabbia e l'ossessivo desiderio di distruzione che albergavano in lui
si sono fuse in un'inarrestabile ondata di energia, regalandogli il potere di una
leggenda.
Non si era mai trasformato prima.
Perfino quando si era presentato a casa sua per sfidarlo, quello stesso
pomeriggio, era stato spinto dall'esasperata volontà di battere il suo rivale,
non dalla sicurezza di una vittoria.
-Esci fuori, Kakaroth!-
Un ordine freddo e perentorio, come ogni altra frase uscita dalle sue
labbra.
Il saiyan cresciuto sulla terra era comparso quasi subito, masticando
l'ultimo boccone di una cena stranamente anticipata.
-Come mai mi cerchi a quest'ora?- aveva domandato, lo sguardo stupito, il
tovagliolo impostogli dalla moglie legato fermamente dietro al collo, alcuni
chicchi di riso ancora appiccicati alle guance.
Gli occhi di Vegeta si erano socchiusi all'improvviso, come se non
riuscissero a tollerare la vista di quel rivale che incarnava l'antitesi stessa
del guerriero saiyan.
Questa consapevolezza lo aveva irritato più del solito, spingendolo a
stringere i pugni per contenersi e reprimere l'impellente desiderio di
colpirlo.
-Sono qui per reclamare ciò che mi hai sempre tolto.-
-Che cosa vuoi, Vegeta?-
Aveva parlato lentamente, assaporando ogni singola sillaba.
-Uno scontro all'ultimo sangue.-
Nonostante ammetterlo gli bruciasse quanto una sconfitta, sapeva di non poter
competere con un super saiyan.
L'aveva sfidato lo stesso, spinto dalla testardaggine suicida che lo
caratterizzava, sicuro di trovare nella propria determinazione il potere di
battere il suo rivale.
Perchè il principe dei saiyan non poteva scoprirsi più debole
dell'ultimo dei suoi sudditi.
Ha lottato strenuamente, con ogni goccia di energia, rialzandosi
all'infinito, ogni volta un po' più sanguinante, ogni volta col respiro più
affannoso, ogni volta con gli occhi socchiusi che rifiutavano di ammettere la
sconfitta, alla ricerca di un riscatto reale e non presente solo nelle sue
parole arroganti.
Ed infine la sua superiorità è emersa.
Sfavillante di tenebra, con un urlo ferino che d'umano non aveva nulla, si è
trasformato proprio di fronte al suo rivale, quando ormai il suo corpo invece
della vittoria ricercava ossessivamente la morte, ben più sopportabile
dell'ennesima sconfitta.
Un'inarrestabile ondata di energia gli ha attraversato le vene con
un'intensità lacerante, ristabilendo nuovamente l'enorme divario che separa il
principe tra i guerrieri d'elité e l'ultimo dei suoi subordinati.
Kakaroth ha capito subito di essergli inferiore, neppure l'incrollabile
determinazione con cui l'aveva affrontato la prima volta è bastata a contrastare
quel potere incommensurabile che ha reso il principe dei saiyan il guerriero
perfetto, eppure ha continuato a combattere.
Fino alla fine.
Vegeta sogghigna.
Fino alla sua fine.
Si specchia in quel liquido vermiglio sempre più denso che scivola a terra
dalle sue dita, una goccia dopo l'altra.
L'ha ucciso.
Sono bastati pochi secondi per trapassare il cuore a quel guerriero che era
stato scartato dalla sua stessa razza e, per uno strano scherzo del fato, aveva
sconfitto perfino il principe dei saiyan.
Il suo volto da eterno bambino conserva ancora quello sguardo stupito con cui
si è visto strappare la vita, una sorpresa di dolore e delusione, come se la
morte giunta all'improvviso fosse specchio di un tradimento di chi considerava
amico.
Forse non aveva mai creduto che il suo avversario desiderasse realmente
ucciderlo, dando prova della solita, incrollabile buonafede.
Vegeta muove un passo verso di lui, il volto congelato in un'espressione
impassibile.
-Sei sempre stato troppo ingenuo, Kakaroth.- commenta con disprezzo, prima
che la sua risata trionfante rompa infine l'incanto di quel silenzio,
echeggiando fino alle montagne lontane.
Il suono roco e spietato gli ferisce le sue stesse orecchie, mischiandosi al
retrogusto inaspettatamente amaro di quella vittoria troppo facile; perfino la
soddisfazione di aver infine dimostrato la propria superiorità su di un
guerriero che doveva essergli inferiore appare stranamente effimera,
quasi simile ad un rimpianto.
Gli si avvicina, nuovamente muto, incapace di ascoltare ancora la propria
risata
Perfino adesso non riesce a guardarlo senza provare un odio quasi
esasperato.
Odio ed un turbamento strano e sempre più pressante, come se al posto di
quella rabbia che l'aveva sostenuto e guidato nei suoi allenamenti in quegli
ultimi mesi fosse comparso solo un vuoto profondo ed infinito.
Le sue labbra si serrano, spezzando le frasi sarcastiche e offensive con cui
aveva sempre irriso il suo avversario durante e dopo il combattimento, solo in
quest'unica occasione, per la prima volta da quando anni prima le sue mani da
bambino si erano macchiate di sangue, sembra non trovare le parole per l'ultimo
scherno ad un nemico ormai morto.
Si volta, cancellando dai suoi occhi il corpo esanime di quello che è stato
un odiato rivale, un obiettivo da raggiungere, colui che forse più di tutti ha
segnato la sua vita.
Un lampo improvviso di ricordi, e Vegeta si blocca all'improvviso.
Adesso sono altri i pensieri a turbinare nella sua mente e riempire il vuoto
in cui si stava già crogiolando, tanto acuti e penetranti da far vacillare per
un attimo la sua espressione vittoriosa.
C'è stata una luce che nei giorni passati l'ha tentato, tanto vicina da
poterla afferrare solo stendendo una mano.
Ma le tenebre presenti nel suo cuore sono state troppo forti.
L'hanno risvegliato dall'oblio in cui era stata rinchiusa la sua natura
saiyan, catturata da un paio di occhi azzurri più brucianti del fuoco e da un
turbamento che non riesce ancora a spiegarsi e l'aveva lasciato inerme, incapace
di conquistare l'ennesimo pianeta; nemmeno adesso, con le mani fradice del
sangue del suo rivale, riesce a cancellare l'idea che quel sogno avrebbe potuto
piacergli.
Forse, se Kakaroth non fosse tornato dallo spazio, quella fastidiosa
terrestre sarebbe davvero riuscita a cambiarlo.
I suoi lineamenti si induriscono all'improvviso, ma le sue difese sono ormai
state penetrate da quell'unico, vivido pensiero che inconsciamente sapeva di
dover temere.
Due occhi azzurri che non si erano mai abbassati di fronte a lui, tanto
intensi da mozzargli il respiro.
Una fragile terrestre con il coraggio di una guerriera.
...la sua donna...
E poi un volto infantile, segnato da quei colori che al suo sguardo
corrucciato sono sempre apparsi una fastidiosa stonatura, e quelle piccole
braccia grassocce protese verso di lui, a cui non aveva mai degnato la minima
attenzione, ma che, una notte meno oscura delle precedenti, si era ritrovato a
sfiorare con una delicatezza in cui non si riconosceva.
...suo figlio...
Stranamente sono questi i ricordi più nitidi e luminosi, in mezzo a tutto il
buio delle stragi di cui si è sempre vantato, alle conquiste di interi pianeti,
alla violenta scarica d'adrenalina con cui ha messo in palio la vita ad ogni
battaglia, e nemmeno il tenebroso colore della sua razza riesce ad
affogarli.
Lo sfiorano con tenerezza, questi piccoli frammenti di luce, accarezzandogli
la mente con il derisorio rimpianto di un futuro appena soffocato nel sangue,
aguzzi quanto la più crudele delle lame.
Si insinuano nella parte più nascosta del suo essere, come se ne fossero
sempre stati a conoscenza, e cominciano a scavare solchi sempre più profondi,
brucianti e vivide scintille che l'oscurità non riesce a sommergere.
Lo feriscono, e lui li cerca uno ad uno, uccidendoli, soffocandoli nel sangue
che gli imbratta le mani, senza comprendere per quale motivo rinnegare quei
pochi giorni in cui un'insignificante terrestre aveva osato entrare nella sua
vita gli risulti così difficile.
Nonostante tutto continua nel suo sterminio, combattendo senza esitazioni
contro questi aguzzi frammenti di un passato che non vuole riconoscere, conscio
di doverli sconfiggere prima che riescano a divenire parte di lui.
Alla fine, ha scelto la sua strada.
I ricordi vengono distrutti uno dopo l'altro, il sole davanti ai suoi occhi
si eclissa dietro le ultime montagne.
Solo un'immagine resta a sfidare il buio, lo fa esitare, ma non lo
sconfigge.
L'ultima luce si spegne sul volto sorridente di colei che più di tutti si è
meritata il suo rispetto, eppure non è mai stata chiamata per nome.
-Bulma.- mormora piano Vegeta, un tributo alla madre di suo figlio
pronunciato con un tono di velato rimpianto, prima che nella pianura e nel suo
cuore scenda il silenzio.
Le tenebre hanno vinto ancora una volta.
Si alza in volo, mentre un ghigno minaccioso, forse arricchito da una
sfumatura amara, prende forma sulle sue labbra.
Il principe dei saiyan è tornato a regnare.
* * *
Era da diverso tempo che questa one-shot mi stuzzicava la mente, ma non avevo mai trovato il momento giusto per scriverla; nonostante il risultato sia molto diverso dalla mia idea iniziale, e decisamente più lungo, spero comunque che vi sia piaciuta^^
Chiunque fosse tanto gentile da aprire questa storia e lasciarmi un commento troverà i ringraziamenti in questo spazio. Intanto grazie per avere letto!
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