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ASPETTANDO L'ULTIMO DELL'ANNO
Lambo era seduto in grembo a Chrome e guardava
ammirato fuori dalla finestra la neve che cadeva. Nevicava anche piuttosto
forte, con il vento che soffiava violento e che mozzava il respiro ad eventuali
ed incauti vagabondi, senza contare il gelo pungente che s'insinuava fin nelle
ossa, ma al piccolo tutto questo non importava: finchè era al sicuro, con il suo
pigiama bianco e nero addosso, e la bocca piena di mochi, con la sorellona
Chrome che lo cullava, tutto il resto non era importante.
Tranne forse le persone che tutti loro lì riuniti
stavano aspettando.
“Quando arrivano?!” biascicò
il bambino, che saltellava in grembo alla paziente
illusionista.
Anche lei, in pigiama e praticamente
asserragliata sotto il kotatsu, sorrise gentile: “Presto, hanno detto che ci
avrebbero messo poco.”
Lambo sbuffò, seccato e forse anche lievemente
insonnolito – dopotutto era tardi per lui – ma a distrarlo giunse un piatto
stracolmo di dolci colorati e una piccola tazza di latte
caldo.
Con la manina paffuta, ne agguantò una manciata,
suscitando le risate sottovoce di Takeshi, che provvedette a passare a Chrome la
teiera per riempire la propria tazza di thè: “Finchè è caldo bevilo, poi andrò a
farne dell'altro.” la incoraggiò la Pioggia.
La ragazza annuì, sorridendogli
riconoscente.
Al momento, nella stanza già così abbastanza
affollata, c'erano solo loro, riuniti attorno al kotatsu che avevano tirato
fuori e sistemato apposta per l'occasione e attorno al quale avevano poltrito
tutto il giorno: c'era Takeshi, che non perdeva di vista la porta del salotto di
casa Sawada, c'era Chrome, che bilanciava la propria attenzione tra la porta e
il bambino che non si era più staccato da lei da tutto il giorno – nel mentre,
teneva la testa pigramente poggiata sulla spalla di Mukuro – e naturalmente
l'altro Guardiano della Nebbia, che fischiettava con fare insolitamente allegro
mentre creava piccoli fiori di loto mediante le proprie illusioni, quasi
impalpabili al tocco ma meravigliosi alla vista.
Infine Ryohei, che russava sonoramente dall'altra
parte del tavolo, con la testa poggiata su di una vecchia rivista e il corpo
nascosto dalla spessa trapunta colorata.
Il silenzio che li avvolgeva, misto al calore
della compagnia e dell'affetto, era piacevole, questo si, eppure sentivano la
mancanza di qualcosa – o piuttosto qualcuno – che impediva loro di essere
totalmente sereni e tranquilli nell'attesa che il tempo, scorrendo, li
traghettasse tutti assieme nel nuovo anno.
“Lambo vuole sapere quando
arrivano...” borbottò il Fulmine ormai vinto dal sonno.
Mentre Chrome lo sistemava meglio, di modo che
fosse del tutto raggomitolato sotto la trapunta, Mukuro alzò lo sguardo verso la
pendola che ticchettava pigramente: “Sono decisamente in ritardo. Dobbiamo
preoccuparci?” notò lui con uno dei suoi soliti e poco rassicuranti sogghigni
dipinti in volto.
La Pioggia, che a propria volta stava seriamente
rischiando di crollare tra le braccia di Morfeo, scrollò la testa con
espressione intontita e sorridente: “Arriveranno presto...” biascicò, allungando
a tentoni la mano alla ricerca di un cuscino e abbandonando il manga che stava
leggendo al proprio triste destino, quello di essere ignorato senza pietà
alcuna.
Ebbe appena poggiato il cespuglio spettinato che
aveva al posto dei capelli quando udì distintamente il rumore della porta
d'ingresso che s'apriva, seguito da due voci ugualmente familiari e infine dal
rumore di qualcuno che armeggiava in cucina.
L'entusiasmo generale ebbe una decisa
impennata.
Quando poi anche la porta del salotto s'aprì, il
volto stanco di Tsuna venne accolto dai sorrisi dei tre ancora svegli:
“Bentornato Boss...” sussurrò Chrome.
Sawada si fece strada tra I libri, le coperte e
le tazze abbandonate per ogni dove, scivolò accanto a Yamamoto per salutarlo poi
raggiunse Mukuro e Chrome, sedendosi in mezzo a loro: “Scusate il ritardo.”
disse lui, raccogliendo Lambo e poggiando un bacio sulla guancia
dell'illusionista.
La mano snella di Rokudo gli sfiorò la guancia:
“Kufufufu, sei gelato Tsunayoshi.” decretò lui, gettandogli addosso un lembo
della trapunta.
Il bambino si rannicchiò contro il petto del
bruno, afferrandone il bordo della casacca con le ditine paffute mentre la
porta, apertasi nuovamente, permise ad Hayato di raggiungerli: Takeshi fece per
alzarsi per aiutarlo a trasportare il pesante vassoio ingombro di ogni possibile
genere di conforto sufficiente per tutti loro ma l'argenteo lo bloccò con un
semplice gesto della mano, costringendolo a starsene rannicchiato al
caldo.
Sfregandosi gli occhi e sbadigliando, il Cielo
gattonò fino all'altro lato del tavolo, accomodandosi accanto a Takeshi e
lasciando al contempo un po' di spazio anche per la Tempesta: “Temevamo aveste
deciso all'ultimo momento di passare il Capodanno da qualche altra parte.”
flautò Mukuro, “Sasagawa, svegliati. Sono arrivati” disse infine, allungando la
mano a scrollare poco gentilmente il pugile, che si svegliò con un
sobbalzo.
“Ben svegliato, oniisan.” lo
salutò Tsuna, cullando Lambo.
“Siete in ritardo...” mormorò
lui, ancora intontito dal sonno.
“Ci abbiamo messo il tempo
che ci voleva...” replicò burbero Gokudera, rabbrividendo di freddo a propria
volta.
Chrome gli allungò la propria tazza ancora
intonsa e lievemente fumante: “Per scaldarti.” disse solo, riappropriandosi
della posizione che teneva in precedenza.
“Hibari si è fatto sentire?”
chiese il Sole, guardandosi attorno, indispettito nel notare la mancanza del
prefetto.
Il volto di Tsuna si rabbuiò mentre scuoteva la
testa sconsolato: “Non siamo riusciti a trovarlo da nessuna parte...” ammise,
visibilmente deluso.
“Che. E' un maledetto
ingrato...” sbottò Hayato, scottandosi la lingua con il
tè.
“Magari aveva qualcosa di
importante da fare.” la buttò lì Yamamoto, cingendogli le spalle con un braccio
e facendolo praticamente coricare accanto a sè malgrado le proteste: “Cosa può
esserci di più importante?!” riuscì a dire, prima che Lambo si aggrappasse a lui
nel dormiveglia e restasse appiccicato al suo collo.
Chrome si lasciò scappare una risata, risata che
subito attirò l'attenzione di Ryohei e il suo entusiasmo: “Sawada, convincila a
ridere di più!” saltò su il pugile, pungolando la ragazza, “Ha un suono
estremamente bello!”
Lei arrossì mentre Mukuro le baciava una
guancia.
E mentre tutti quanti si sistemavano come meglio
credevano, l'orologio finalmente segnò la mezzanotte.
“Buon anno a tutti...”
sussurrò il Cielo, avvicinando le labbra alla tazza colma di liquido
fumante.
Una mano si allungò ad afferrargli la manica del
pigiama e I suoi occhi incrociarono quelli insonnoliti dell'argenteo: “Juudaime,
fa freddo...” si lamentò con preoccupazione il braccio destro, tirandolo
delicamente verso di sè.
“Arrivo subito.” gli rispose
in un sussurro prima di alzarsi.
Fece rapidamente il giro del tavolo per
assicurarsi che tutti fossero ben coperti, poi andò a spegnere la luce della
stanza, avvolgendo tutta la Famiglia di una piacevole e silenziosa oscurità e
infine raggiunse gli altri, cercando di non rubare troppo posto a Ryohei o ad
Hayato e Takeshi; allungò la mano come a sincerarsi della presenza di Lambo poi
si lasciò precipitare tra le nebbie del sonno.
Ma la Famiglia non era ancora completa e fu solo
quando, verso l'alba, udì il sussurro seccato di Hibari che gli intimava di
fargli un po' di posto, che si rese conto che quello era, senza dubbio alcuno,
il miglior Capodanno della propria vita.
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Note dell'Autore:
Una All27 schifosamente fluff che non
avrebbe mai potuto vedere la luce senza l'infinita pazienza della mia beta
ufficiale _Kurai_ UwU |