SOPRAVVIVERE

di L Tara95
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La cerimonia fu a dir poco terribile...sentire Watson mentre ricordava LUI..La chiesa, io chiusa nel mio dolore..Nulla aveva più un senso, le parole avevano perso significato. Sherlock era morto, morto. E anch'io in un certo senso lo ero. I desideri, le voglie si erano assopiti. Non sentivo più forza, avevo pianto talmente da non avere più l'energia per farlo nuovamente. Eccola lì, Irene Adler, la più scaltra ed affascinante ladra del 1800, bianca come una pezza, coperta da un semplice vestito nero. LUI avrebbe riso di quella situazione, una criminale di prim'ordine che soffriva in silenzio per la morte del principale campione della legge della loro generazione.L'ironia abbondava. Dovevo farsi forza, dovevo sopravvivere... Sei giorni, sei maledettissimi lunghissimi giorni erano passati dalle esequie di LUI. Ogni momento era difficile. Sopravvivere era difficile, sopravvivergli. Ero accasciata sulla lapide, così fredda, neutrale...Era orribile non avere neanche un corpo su cui piangere...Mi tormentavo, in fondo non avevo perso la speranza, la speranza che lui fosse sopravvissuto ad una caduta mortale..che stupida! Non si sopravvive ad una caduta del genere, mi ripetevo, senza però crederci realmente...Chiusi gli occhi. Mi isolai. La mia mano toccò la sua lapide "Amore mio, amore mio" sussurrai. Per una frazione di secondo mi sentii così stupida, insomma invece che sedurre un uomo facoltoso, vivo, stavo parlando con la lapide di un uomo, morto! Sentii una persona alle spalle, un uomo dedussi dal forte odore di tabacco, che mi era così familiare...Mi irrigidii...io conoscevo quel tabacco...cominciai a respirare in modo irregolare. Ebbi paura, un' immensa paura, paura di scoprire la verità. Mi alzai molto lentamente, mi girai e lo vidi. - Sherlock - esalai Era vivo, lui era vivo.




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