(Not) enough

di Geilie
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Titolo: (Not) enough

Autore: Geilie

Introduzione: “In te non c’è abbastanza di lui.”

Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.

Pairing: John Watson/Molly Hooper (con lievissimi accenni Johnlock, temo…)

Rating: verde

Genere: malinconico, romantico, introspettivo.

Avvertimenti: post-Reichenbach.

Parole: 624 (fdp); 653 (word)

Beta: none. ç.ç

Disclaimer: i personaggi non sono miei, ovviamente. Lode eterna a chi li ha creati e rimodernati, io ci gioco e basta. ;)

Note: in risposta alla sfida di Trick, che ha richiesto una John/Molly, ambientata dopo la seconda stagione, prompt: "In te non c'è abbastanza di lui".

Perdonami se è uscita un po’ meno John/Molly di quanto sperassi: in realtà nella mia mente lo è, ma non so quanto sia chiaro dalla storia. @.@

[EDIT 23.08.12] Questa storia, insieme a The ghosts in the attic di _Calypso_, ha partecipato agli Hunger Games indetti da Ray08 e Feel Good Inc sul forum di EFP come tributo del Distretto 8 (Sherlock > Post Reichenbach Falls 2x03), che con 98 punti totali si è classificato secondo; la storia ha ricevuto un punteggio di 49,7/51. Trovate il giudizio completo nelle note finali.

 

-Gy

 

 

 

(Not) enough

 

 

 

La prima volta si incontrarono per caso, due mesi dopo il funerale - sessantaquattro giorni, per la precisione.

In realtà il caso non c’entrava affatto e John l’aveva capito immediatamente: stava uscendo dalla farmacia con una bustina piena di calmanti e sonniferi e si era imbattuto in Molly, che gli era quasi cascata addosso per aver inciampato in una piastrella malferma.

Ciao John, aveva detto. Quanto tempo.

Lui le aveva chiesto cosa ci facesse da quelle parti e lei aveva risposto che passava per caso.

La verità era che Molly era sempre stata una pessima bugiarda.

 

La seconda volta si incontrarono per scelta, qualche settimana più tardi.

«Potremmo prendere un caffè insieme, una volta» aveva detto lei. John non si era opposto - perché opporsi? In fondo erano solo due anime spezzate in cerca di conforto, non potevano farsi alcun male.

Andarono in un piccolo bar che sapeva di zucchero a velo e torta di mele fatta in casa. John non se ne stupì: il posto l’aveva scelto Molly, e Molly profumava di genuinità e dolcezza.

Non nominarono mai lui, ma la sua ombra restò sospesa tra di loro per tutto il tempo che trascorsero insieme. John per l’ennesima volta nella sua mente lo maledisse.

 

La terza volta si incontrarono per necessità.

John stava male, una brutta influenza attaccatagli da qualche bambino in ambulatorio, e la signora Hudson, avendo una commissione urgente da sbrigare, aveva chiesto a Molly di andare a tenerlo d’occhio. Lei aveva il giorno libero e non se l’era fatto ripetere due volte.

Gli aveva misurato la febbre - alta, troppo alta - e scaldato il brodo di pollo per il pranzo, l’aveva aiutato a raggiungere il bagno e a rimettersi a letto, gli aveva rimboccato le coperte e letto qualche pagina di un romanzo.

A fine giornata, quando la signora Hudson era tornata e Molly aveva salutato entrambi con un bacio sulla guancia e se n’era andata, John si era accorto di essersi sentito meglio stando con lei. Non meglio fisicamente, l’influenza non l’avrebbe lasciato in pace per giorni, ma meglio dentro.

In te non c’è abbastanza di lui, aveva pensato. E forse era un bene.

Lei tornò a fargli visita tutti i giorni finché non fu guarito.

 

La quarta volta si videro per cena.

Dopo aver sopportato per una settimana intera i suoi deliri, John pensava che Molly meritasse almeno un buon piatto di spaghetti nel miglior ristorante italiano della zona, in cambio.

Nonostante la partenza un po’ timida, all’ombra del fantasma di- del suo fantasma, si sciolsero man mano che mangiavano e finirono col chiacchierare sempre più vivacemente.

Stettero insieme per tutta la sera e, quando John riaccompagnò Molly sotto casa, complice il vino o complice la luna, la baciò. Fu un bacio senza pretese, un bacio della buonanotte più che altro, ma lei rimase sveglia a ripensarci per ore, dopo, sfiorandosi le labbra con un dito di tanto in tanto.

In te non c’è abbastanza di lui, pensò.

Ma lui non c’era e non ci sarebbe stato comunque, per lei. Non in quel modo.

John c’era.

 

La quinta volta fu il giorno successivo.

John la invitò a mangiare qualcosa in un localino a due passi dal Barts, durante la pausa pranzo, e lei si tolse il camice, prese la borsa e gli andò incontro.

Lui le chiese scusa per la sera prima, le disse che il vino doveva avergli annebbiato un po’ i sensi, ed era veramente dispiaciuto.

Lei lo consolò, gli fece un sorriso e se ne andò, dopo il pranzo e le chiacchiere, scoccandogli un bacio sulla guancia - come se nulla fosse successo.

Mentre tornava in obitorio sfilò il cellulare dalla borsa e inviò un messaggio a un numero che aveva imparato a memoria.

Lo tengo d’occhio, ma ha bisogno di te. Io non sono abbastanza per questo.

 

No, infatti. Sei molto di più. Grazie. - SH

 

Molly non cancellò mai quel messaggio.

 

- Fine -

 

 

 

Note finali

Non è onesided e non è più Johnlock che John/Molly. Non nelle mie intenzioni. T.T Semplicemente John ha bisogno di tempo. E, ci tengo a precisarlo, il finale è aperto. Non ho voluto immaginare cosa potrebbe succedere dopo, lascio a voi il piacere.

 

Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »



"(Not) enough di Geilie 


- Sintassi e grammatica: 9,9/10 

Barts -> Bart’s 

Nessunissimo errore di nessunissimo tipo, a parte il fatto che La scrittura corretta di Barts, se non vado errata, è Bart’s. Sicuramente anche la grande correttezza grammatica aumenta il piacere di questa deliziosa lettura! 

- Stile e lessico: 9,8/10 

Ho decisamente adorato la struttura di questa storia che descrive l'evolversi del rapporto John/Molly a tappe, incontro dopo incontro. Il tuo stile è fresco e immediato, e sono entrambe caratteristiche che apprezzo molto. Questo punto qui mi ha colpito particolarmente: “Andarono in un piccolo bar che sapeva di zucchero a velo e torta di mele fatta in casa. John non se ne stupì: il posto l’aveva scelto Molly, e Molly profumava di genuinità e dolcezza.” Con poche parole non solo riesci a tratteggiare la descrizione del locale, ma capisci il personaggio di Molly e fai sì che anche John lo capisca. Successivamente mi permetto di suggerirti però di modificare il termine cascata (“si era imbattuto in Molly, che gli era quasi cascata addosso”) in caduta. Non che il verbo cascare sia scorretto nella lingua italiana, ma semplicemente è più colloquiale e viene solitamente utilizzato in modi di dire, avendo una valenza più figurativa. Per il resto, anche se, ripeto, quello non è un vero errore, davvero tutto ok! 

Cosa devo dire? È perfetto. È perfetto perché è scarno, essenziale, veloce – esattamente come deve essere. Si tratta di momenti rubati, momenti su cui non ci è dato sapere il dopo; dobbiamo immaginare noi il dopo tanto quanto il prima e il durante. Per questo motivo stile e linguaggio non potrebbero essere che così. Però occhio a questa forma: attaccatagli da qualche bambino – il verbo ‘attaccare’ relativo a malattie è molto colloquiale, non sono sicura che vada bene per il linguaggio scritto; ma è un’inezia e certo non va a penalizzarti. 

- Caratterizzazione dei personaggi (IC): 10/10 

Anche qui potrei citarti la frase precedente. Molly è Molly, così come John, che finalmente la vede, magari con altri occhi (prima pieni solo di Sherlock) e la capisce. Mi è piaciuto moltissimo il fatto che la frase In te non c'è abbastanza lui, che a quanto ho capito era il prompt dello shipping, sia stata pensata da entrambi, in circostanze diverse. Complimentissimi! 

La cosa che forse mi ha più colpita è l’accenno a quel bar che sa di zucchero a velo e di torta di mele fatta in casa. Non so immaginare qualcosa che renda meglio l’entità stessa di Molly. Quanto a John, ogni cosa, ogni singola scena è pregna di ciò che lo lega a Sherlock – qualcosa di diverso eppure di simile a ciò che lega anche Molly a Sherlock. È stupendo quel parallelismo, quel in te non c’è abbastanza di lui, che li lega indissolubilmente senza troppi giri di parole, mostrando quanto siano effettivamente simili nel loro essere l’uno l’opposto dell’altra – il dolore di John non è mitigato dalla dolcezza di Molly, la malinconia di Molly non si vena della cupezza di John, ma soffrono entrambi. Perché nessuno di loro ha abbastanza di Sherlock. Perché Sherlock è Sherlock, e basta, e tra le righe risalta anche lui. Mi sto inginocchiando ai tuoi piedi. 

- Originalità: 10/10 

Ho già letto altre storie in cui Molly e John si incontrano post 2x03. Ne ho lette, dico, eppure questa ha un qualcosa in più di tutte le altre. Mi è piaciuto il loro incontrarsi in quel modo non propriamente casuale, e quel primo non appuntamento. Mi è piaciuto il fatto che Molly si prenda cura di John malato, e che lui per ricompensarla la inviti a cena. Mi è piaciuto il loro bacio, il modo in cui ci ripensi la notte nel letto, il bacio sulla guancia della mattina dopo. E il messaggio finale di Sherlock: un richiamo perfettamente originale ai tanto amati SMS del telefilm! 

La cosa, a mio avviso, più incisiva non è tanto l’avvicinamento tra John e Molly dopo la presunta morte di Sherlock, e neppure il fatto che ciò che Sherlock abbia chiesto a Molly sia di tenere d’occhio John per lui. No, la cosa più incisiva è che quell’avvicinamento resta tale, che non sfocia in niente di più. Sarebbe troppo facile immaginare due anime spezzate che si rifugiano l’una nell’altra, vuoi per necessità, vuoi per scelta, vuoi per caso. Il finale aperto rende ancor più perfetta una storia che, raccontata diversamente, in toni più ottimistici e sognanti, sarebbe risultata piuttosto insipida. Bravissima. 

- Gradimento personale (di ciascuna giudice): 5/5 + 5/5 

Se dovessi classificare la tua storia non riuscirei a darle un'etichetta vera e propria. Perché questa storia narra molto più che un semplice incontro, molto più che una possibile storia d'amore tra i due, molto più che un tentativo quantomai tenero di Sherlock di “tenere d'occhio” John. C'è la Johnlock, c'è quel piccolo accenno alla John/Molly, c'è quel messaggio di Sherlock finale che Molly non cancella e conserva. La tua storia è un melting pot di sentimenti e coppie, di persone che soffrono ma si aiutano, di persone che, come dici nelle note finali, hanno solamente bisogno di tempo. Sinceramente: l'ho amata. 

Ho adorato ogni cosa di questa shot. Ogni cosa. Dalla ripetitività con cui presenti gli incontri, il modo in cui il caso arriva a trasformarsi in cena, alle meravigliose e stravolgenti parole in te non c’è abbastanza di lui, al messaggio che Molly non cancellò mai e che mi ha seriamente commossa fin quasi alle lacrime. Ribadisco: questa storia non poteva essere che così. Perché così è impeccabile. 

Punti bonus 0/1 

per un totale di 49,7/51 punti."

 

-Gy





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