CAPITOLO
1 - L’INCIDENTE
Fuori
dal PPTH stava piovendo forte, i vetri della macchina di Allison
Cameron erano
bagnati e appannati, e la pioggia le rendeva quasi invisibile il
percorso che
stava facendo “non ci voleva! Ora come faccio? Non posso
continuare così,
altrimenti andrò a sbattere contro un muro!”
pensò con rammarico estraendo poi
il cellulare dalla borsa, compose un numero a lei piuttosto familiare:
quello
di House… dopo alcuni squilli una voce maschile rispose, in
modo tutt’altro che
gentile. -oh, ma guardate, la nostra Cameron ha deciso di manifestare
la sua
presenza almeno al telefono!- House era stato ironico come al solito,
la
dottoressa strinse i denti mentre con la mano libera teneva il volante,
cercando di seguire la strada con lo sguardo e con le ruote
dell’auto.
-House
scusa per il ritardo ma qui è un inferno, piove fortissimo e
non vedo nulla,
tarderò ancora perché aspetto che smetta un
po’…- cercò di giustificarsi lei,
ma prima che potesse continuare House la zittì irritato,
-si, e se vuoi vai
anche a prenderti un caffè e un muffin caldo, tanto noi
siamo qui a fare
niente!-
Cameron
sbuffò e premette un po’
sull’accelleratore, se House era così irritato
voleva
dire che aveva un caso interessante per le mani, perciò
doveva fare in fretta,
ancora al telefono disse sbuffando: -d’accordo, non
preoccuparti, tanto sono a
pochi isolati, arrivo prima che posso, eviterò di
fare…- ma non terminò la
frase, dall’altro capo del telefono House senti distintamente
un rumore di
freni, le ruote che scivolavano sull’asfalto bagnato e un
urlo soffocato di
donna…
Sbarrò
gli occhi, il cellulare ancora in mano, dall’altra parte non
si udiva nulla -Cameron?
CAMERON che è successo?- faticò a mantenere il
tono calmo, perciò urlò le
ultime parole, mentre dietro di lui Foreman e Chase si drizzavano sulle
sedie
dove erano. -che è successo?- chiese Foreman preoccupato al
suo capo, House non
rispose, si era allontanato il cellulare dall’orecchio e
aveva fissato il suo
sguardo su un punto indefinito dello studio, le sopracciglia aggrottate
e il
volto scuro.
-le
è successo qualcosa…- disse infine con tono
grave, strinse la mano un po’ più
forte sul bastone, si intascò il telefonino e si diresse
più veloce che poteva
verso lo studio della Cuddy.
Il
medico entrò trafelato, la Cuddy
scattò in piedi piuttosto innervosita e urlò:
-House! Visto che non hai
intenzione di bussare quando entri vedi almeno di non fare tutto questo
trambus..-
ma lui non la lasciò finire, perché con voce
stranamente agitata disse: -è
successo qualcosa a Cameron!- la dottoressa scosse il capo rassegnata
-senti,
so che sei abituato al fatto che Allison arrivi sempre puntuale e tutto
il
resto, ma magari non le è suonata la sveglia o ha fatto
tardi, c’è una bella
differenza al pensare che le sia successo qualcosa no?- House
roteò di scattò
la testa, irritato, dopodiché in un gesto violento e veloce
sbattè il bastone
sulla scrivania della donna, suscitando una sua occhiata infuriata,
-ero al
telefono con lei, mi stava parlando di quanto piovesse e ad un certo
punto ho
sentito dei rumori e delle grida…- la Cuddy
lo guardò lentamente, più che non capire
ciò che aveva
detto non voleva crederci, perciò lui continuò a
voce un po’ più forte -HA
AVUTO UN INCIDENTE!!!-. La donna scosse il capo e immediatamente
alzò la cornetta
del telefono che poggiava sul tavolo, fece un numero
interno… -pronto sono la
dottoressa Cuddy- disse seria -voglio che un ambulanza vada
immediatamente
verso…- coprì con una mano la cornetta per
osservare House -dov’era?- -non lo
so, ha detto che era a pochi isolati da qui, la sua macchina
è una…- -una Buick
rossa House- intervenne freddamente Chase da dietro le sue spalle, -si,
proprio
quella…- concluse House verso la Cuddy,
quest’ultima annuì e comunicò le
informazioni al suo
interlocutore, poi riagganciò. Si passò le mani
fra i capelli, aveva un aria
stanca e piuttosto spaventata, House non vi badò molto,
strinse meglio il
bastone e si avviò verso il suo ufficio, senza dire una
parola.
Foreman
e Chase lo seguirono, l’ultimo con un espressione
visibilmente preoccupata,
mentre il primo aveva il volto caratterizzato da qualcosa di
indecifrabile,
silenziosamente si avvicinò al suo capo e lo
oltrepassò, per poi voltarsi a
pochi passi dall’ufficio e pararsi contro House,
quest’ultimo non ebbe nemmeno
il tempo di accorgersi di ciò che accadeva che un pugno lo
colpì in pieno
volto.
Colto
alla sprovvista perse l’equilibrio finì in terra
seguito dal suo bastone che
cadde a pochi centimetri da lui. Con un espressione minacciosa Foreman
si chinò
per portare il suo viso a poca distanza da quello del capo -sei un
BASTARDO!
Prega perché sia ancora viva perché se non fosse
stato per te non avrebbe avuto
alcun incidente!- detto questo se ne andò, seguito a ruota
da Chase che non era
minimante rimasto sconvolto dal gesto del collega.
House
si alzò a fatica, massaggiandosi la mascella e recuperando
il bastone per poi
reggersi su di esso. Lanciò un’occhiata
preoccupata nel suo ufficio dove
Foreman si era preso la testa fra le mani, preoccupato per
l’amica.
Chinò
il capo smettendo di tastarsi il volto “me lo sono
meritato…” pensò prima di
venire interrotto da un rumore poco lontano, lanciò un
occhiata e vide entrare
di corsa una serie di infermieri con una barella, appena un infermiere
lo notò
disse in fretta: -femmina, 26 anni, vittima di un incidente stradale,
possibili
fratture e trauma cranico!- House guardò la giovane donna
sulla barella, era
Allison Cameron.
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