Ecco la nuova storia! L’idea è nata
quando ero al cinema a vedere Men In Black 3 e non
potevo fare a meno di immaginare Santana e Brittany in giacca e cravatta nera… sì devo
farmi curare!
Comunque
da cosa nasce cosa ed è uscita questa storia…
Buona lettura!
Men In Black
Primo capitolo: L’agente S
Chiuse l’ultimo bottone della
camicia, prese la cravatte ed eseguì un nodo perfetto
stringendola con cura al collo. Aprì l’armadio passando la mano sulle numerose
giacche, rigorosamente nere, ne prese una e la infilò. Premette un bottone
invisibile e l’armadio ruotò su se stesso mostrando una serie di luccicanti
armi. Prese la sua fedele pistola e la infilò nella tasca della giacca, tasca
speciale che chiamava alla Mary Poppins, la piega
della giacca infatti non ne fu per niente infastidita,
piccoli vantaggi della tecnologia aliena. Premette un secondo bottone e apparve
un nuovo scompartimento, questa volta la sua mano indugiò qualche secondo di
più. Poi scelse il paio di occhiali scuri che
preferiva quel giorno e li assicurò alla tasca davanti della giacca, questa
volta una tasca normalissima. Prima di uscire controllò un
ultima volta il suo aspetto per poi annuire, prendere le chiavi di casa
e uscire.
Il corridoio fremeva di attività, che lei prontamente ignorò, passando accanto a
numerosi scatoloni e voluminose valigie, la sua vicina, di cui peraltro non
sapeva il nome aveva sentito l’improvvisa esigenza di trasferirsi e chiaramente
il nuovo inquilino stava prendendo il possesso dei luoghi.
Il traffico di New York era come al solito caotico, si fermò solo a prendere un caffè al volo
che poi si gustò raggiungendo l’ufficio.
“Buongiorno S” Il custode non
abbassò neppure il giornale, diceva che poteva riconoscere il passo di ogni agente.
“Buongiorno” Rispose lei, poi prese
l’ascensore e raggiunse il centro nevralgico di tutte le attività aliene sul
pianeta, il cuore del MIB.
“Agente S, deve ancora consegnare
il rapporto per quell’arresto nella Quattordicesima…” Alzò la mano facendo un
cenno vago poi proseguì fino a raggiungere la sua scrivania, in quella accanto la aspettava già la sua collega.
“Hei S!
Ce ne hai messo di tempo, begli occhiali!”
“Ciao Q… mi spieghi come puoi
essere così frizzante di prima mattina?” L’agente Q faceva coppia con lei da
tre anni ormai, bionda, con un fisico perfetto e gli occhi chiari anche se
verdi e non azzurri come amava precisare, aveva tutto della bambolina fragile,
mai opinione poteva essere più sbagliata, l’agente Q poteva entrare in un
edificio occupato da un nido di Sgrun e uscirne con
l’uniforme ancora perfetta e un sorriso smagliante.
“Andiamo S, lo sai che non svelo
mai i miei segreti!” S le gettò un’occhiataccia al quale la donna rise di
gusto.
“Cosa vi
fa ridere?” S alzò gli occhi al cielo, sperava tanto che l’agente R fosse già
fuori in missione!
“Nulla che possa interessarti N”
L’agente R strinse gli occhi,
“So che mi pentirò per questo ma…
perché mi hai chiamato N?” Q sorrise preguastadosi già la scena, S si alzò in
piedi guardando la ragazza dall’alto,
“Vuoi dirmi che non ti è arrivata
la circolare? Il tuo nuovo nome in codice è N, da Nanerottola!” Q si stava
chiaramente trattenendo dal ridere mente l’agente R mise le mani sui fianchi
piegando la testa di lato,
“S, se non fosse
che la tua acidità è così evidentemente dovuta ad una totale mancanza
d’amore potrei anche ritenerla offensiva, ma non lo farò!” Si voltò
allontanandosi per raggiungere F, il suo compagno, che ristabiliva la quota
minima d’altezza del gruppo, superando il metro e ottanta.
S la guardò andare via con una
smorfia,
“Di cosa parlava? Acidità? Non ho
problemi di acidità di stomaco da quella volta che ho
assaggiato il ragù veneriano!” Q la guardò con un
sorrisino divertito, ma evitò di evidenziare che non era quella la parte
essenziale nelle parole dell’agente R.
“S, Q! A rapporto subito!” Le due
ragazze alzarono la testa guardando la donna che era a capo del MIB.
L’agente Sy
aveva ottenuto quel ruolo schiacciando tutti gli altri avversari, ma aveva
dimostrato più volte di meritarselo, non solo non si considerava mai sconfitta
e aveva una naturale propensione al comando, ma aveva anche una mente
sufficientemente diabolica da riuscire a prevedere anche il criminale alieno
più malvagio.
Il suo ufficio era occupato per la
maggior parte da trofei, di ogni forma e misura,
alcuni erano anche di una dimensione spazio temporale diversa, quello che
contava è che tutti brillavano.
S e Q si sedettero di fronte a lei,
erano agenti competenti e capaci, e nessuno metteva in dubbio la loro alta
posizione all’interno del MIB, eppure Sy le
intimoriva sempre un pochino.
“S, quella ti sembra regolamentare?” Chiese per prima cosa, la donna fece una
piccola smorfia mentre S stringeva un po’ di più la cravatta poi continuò “Sono
stata informata di strani movimenti nella galassia, sembra che i cacciatori di
taglie si stiano muovendo un po’ troppo… un vecchio obiettivo deve essere
tornato in auge, un Torosiano forse, tenete gli occhi
e le orecchie bene aperte, fosse per me attiverei lo scudo impedendo a quella
feccia di arrivare sulla Terra, ma il tecnico addetto mi ha informato che
porterebbe alla morte di numerosi alieni ignari e innocenti…” Si interruppe e
fece un'altra smorfia, “Come se ci fossero degli alieni innocenti!” Scosse la
testa, “Comunque, non deludetemi ragazze!” Capendo al volo di essere state
congedate le due donne si alzarono e uscirono dalla stanza.
“Torosiano?”
Chiese Q e S si strinse nelle spalle,
“Non ne so molto, una specie di
calamaro con poteri telecinetici…” Q annuì,
“Dovremmo cercare negli archivi…” S
sbuffò,
“Per quello
ci sono gli archivisti!” Si voltò e mentre il suo sguardo spaziava sulla stanza
numerosi agenti incassarono involontariamente la testa sperando di non essere
scelti.
“Tu! Agente su ruote!” L’uomo si
voltò a guardarla,
“Sono l’agente A, S, e tu lo sai
benissimo!” S sorrise,
“Certo che lo so, ma così era più
chiaro… ci serve tutto quello che i computer sanno sui Torosiani
e sui possibili obiettivi dei cacciatori di taglie ospiti sulla Terra.” L’uomo la guardò con fastidio,
“E vuoi che lo faccia io?” S fu sul
punto di rispondere ma Q la prevenne,
“Ci faresti un gran favore!”
Sorrise e l’agente A annuì,
“Va bene, vi farò sapere quello che
vi serve”
“Il prima possibile!” Aggiunse S
guadagnandosi un occhiataccia da A.
Quando il ragazzo fu lontano Q
scosse la testa,
“Certo che tu non sai proprio dove
sta di casa la diplomazia!” S si strinse nelle spalle,
“Vieni, andiamo a tenere occhi e
orecchie aperte.”
Note
Voilà il primo capitolo… ho tolto
il prologo dopo lunga e dolorosa riflessione… ma va bene così!
Fatemi sapere se vi piace!