Dark
Paradise.
L’amore
non è quello che quei poeti del
cazzo vogliono farvi credere.
L’amore
ha i denti, i denti mordono, i morsi non
guariscono mai.
-Stephen King
C’è
sangue, ci sono morti, c’è disperazione. In ogni
guerra è
così, in ogni singola battaglia. Nessun fronte, in nessun
caso, ne esce mai
completamente intatto.
Qualcosa crolla. Sempre.
Ma
era finita. Finalmente, tutto era finito. E già da un bel
po’ di tempo, troppo.
Cinque
anni e i ricordi non erano svaniti, le emozioni non
erano andate perdute e il dolore era sempre lì- nel cuore,
sotto la pelle, a
graffiare, ad avvelenare e distruggere.
Bonnie
guardava il suo riflesso nello specchio e si sentiva opaca,
senza luce o voglia di continuare
a fare nulla – respirare, vivere.
Ormai lo faceva per inerzia. Persino le sue amiche erano andate avanti,
fingendo di non accorgersi dei sorrisi falsi e delle bugie allegre.
Glielo
avevano detto – urlato, tra lacrime
e
scossoni, tra dolore, sempre quello- ci avevano provato a
farla resuscitare
ma inutilmente.
Lei era morta con lui, quello stesso giorno, tanti anni prima. E
nessuno poteva
fare nulla a riguardo.
Un
sorriso malinconico poteva condire il suo volto pallido,
quando pensava a come si sarebbe arrabbiato lui
vedendola in quelle condizioni. Si
immaginava
la sua voce, profonda, vellutata e calda, in un ringhio infuriato che
le diceva
di non sprecare quella vita che poteva ancora vedere il sole rinascere.
Con
gesti meccanici, spostò la sua chioma indomabile di fuoco
sulla spalla sinistra. Le cicatrici erano ancora lì, segno
tangibile della esistenza. Ferite rassicuranti che le
mormoravano dolce che lui
c’era davvero stato, che il loro amore era realmente esistito.
L’amore
ha i denti, i denti mordono, i morsi non guariscono
mai. L’amore non guarisce mai.
Chiuse
gli occhi inspirando forte.
Un
giorno sarebbe successo. Un giorno avrebbe ascoltato la
volontà di Damon, avrebbe ricominciato a vivere – per lui.
Forse era il giorno che stava vivendo in quel momento, forse appena
fuori dalla
porta e illuminata dal sole che non filtrava dalle tende che lei aveva
imposto
in camera sua.. forse in quel momento sarebbe successo. O forse no, non
era
ancora arrivato il tempo giusto.
Lei
non lo sapeva le bastava. Guardare quella
cicatrice sul collo le bastava. Sentire una sua carezza, immaginaria,
folle,
fredda, era tutto ciò di qui aveva bisogno.
Avrebbe
continuato a vivere e forse un giorno la luce sarebbe
ancora caduta su di lei.
Intanto
non poteva evitar di trovare la forza per andare
avanti, nonostante tutto, in quei ricordi d’amore bruciante e
sconvolgente.
Prima nascosto, poi esibito con fierezza e baci e carezze.
In
un fuoco che non
poteva spegnersi, neanche con la morte per ostacolo.
BlindeSpace.
Mh.
Vi state chiedendo perché tanta tristezza? Beh,
anch’io.
Mi
è capitato di leggere per caso la citazione che ho messo
sopra, e ci ho ricamato su finendo in questo modo.
Ho
ambientato questa FlashFic in un contesto vago dove il
caro Damon è morto – mi odio da sola,
semplicemente per questo xD – e Bonnie in
effetti è una Bonnie che si è spenta.
Non
c’è molto altro da dire, penso. La Fic si spiega
da sola,
sebbene in tutta la sua tragica tristezza. ( Non fate quella faccia,
sono un
tipo piuttosto esagerato io. Ho manie di grandezza sia in HappyEndings sia in It’NeverGonnaBeOk
é.è )
Spero
vi sia piaciuto e non vedo l’ora di sapere cosa ne
pensate di questa botta uccidiamo il fluff sweet love. ( Nel vero senso
del
termine.)
Ok,
la smetto.
A
presto :)
Baci,
{-Eyes.
|