TRANSGENIA

di Darkovana
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Eizel camminava irrequieta attraversando i campi; girovagava senza meta col solo intento di lasciar fluire dal suo corpo e dalla sua mente ogni alito di paura e di collera. Odiava tutto quello che era successo, odiava chi le aveva inflitto quei pensieri orribili e odiava se stessa per il desiderio intollerabile di vendetta.

Veloci lacrime di pura rabbia le rigavano le gote arrossate dal freddo che era calato all'improvviso. Il cielo, fino a pochi attimi prima terso e sereno, si era incupito di nere nubi. Tempesta. Presto anche il tempo avrebbe coronato il suo umore.

Intorno a lei una fitta pioggia aveva cominciato a scendere fin da subito impetuosa.

Avrebbe voluto urlare, urlare la sua frustrazione. Urlò. Neanche il rumore martellante della tempesta riuscì ad attutire quel suono penetrante.

Tutto il suo corpo vibrava di collera. Strinse i pugni con tanta forza che le unghie le si conficcarono nei palmi. I suoi occhi luccicavano di lacrime e una luce potente ed inquietante le incorniciava il volto. Erano settimane che non usava i suoi poteri e sentire di nuovo l'Energia seguire la sua volontà adattandosi ai suoi pensieri fu come riscoprire di nuovo la vita, la libertà che le era stata strappata via.

I lunghi e ribelli capelli rosso rame parevano come avere una propria vita mossi dalle raffiche di vento che scuotevano anche gli alberi più robusti.

Qualcuno avrebbe pagato per quello che aveva dovuto sopportare in quei mesi di prigionia. L'avrebbe pagata cara.

In quel momento una consapevolezza sconvolse ancor di più la ragazza che puntò lo sguardo verso il cielo scuro. Sarebbe diventata più forte, invincibile. Nessuno avrebbe più potuto ferirla.

Non le importava di quello che sarebbe potuto accadere. Aveva sempre avuto paura di se stessa e di quello che era, ma era tempo di smettere di fuggire. Avrebbe sfruttato il suo essere fino in fondo. La morte non la spaventava più, ormai questo concetto per lei non rappresentava altro che un valore relativo e trascurabile.

La pioggia si fece ancora più fitta. Una folgore incredibilmente luminosa e gigantesca illuminò il cielo per un momento e si scaricò a pochi metri di distanza da Eizel. I suoi occhi brillavano di soddisfazione. Alzò le mani verso la tempesta invocando il potere che si era negata fino ad allora. Il rombo di un tuono parve scuotere la terra. Fu tanto forte da ferirle le orecchie, ma anche questo non aveva importanza.





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